Nel regno dei Faraoni Neri

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  1. NSAx9000
     
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    sudan_Meroe_necropoli-3423643



    La prima cateratta del Nilo, tuttora dominata dal colossale tempio di Philae, segnava l'estremo confine meridionale dell'Egitto.
    Lì emergeva dalle acque del Nilo il leggendario Abaton, l'isola il cui nome stesso significava "inaccessibile" e sulla quale a nessuno era consentito lo sbarco, pena la morte per lapidazione.
    Un curioso mito egizio, narrato sulle pareti del tempio di Philae, narra della nascita del Nilo da una grotta dell'isola di Abaton, il luogo della sepoltura di Osiride. Di lì il Nilo si diceva scorresse verso Nord e verso Sud: qui si trovava il confine delle due Terre, il punto dove Bene e Male si incontrano.

    Sarebbe chiaramente assurdo dare una qualsiasi valenza geografica al mito. A qualunque egiziano, antico o moderno, era infatti fin troppo chiaro che le vere sorgenti del Nilo fossero ben più a Sud dell'Isola di Abaton, e che in nessun punto il Nilo scorre verso Sud, ma sempre e solo verso la sua foce nel Mediterraneo.
    Il senso è quindi puramente simbolico, quello di un confine religioso e mitico prima ancora che geografico: A Nord il Dominio di Amon-Ra, il Sole che è Kheper, Ra e Atum - mattino, mezzogiorno e sera. A Sud il dominio del Sole Nero, la misteriosa nemesi di Atum, il sole nero che splende sul regno dei Morti nelle ore della notte.

    A Nord, Heliopolis, Menfi e Tebe (insieme a Hermopolis Magna) erano le sedi dei sacri templi del Sole, i luoghi del dipanarsi del mistero della creazione per mezzo della triade Tebana.
    A Sud si estendeva invece per centinaia di miglia una terra misteriosa, il dominio del Sole Nero, custode di una teologia opposta ma complementare a quella enunciata nei grandi templi Solari dell'Egitto.
    Allo stesso modo, i faraoni solari del Nord, per-Ra (da cui il greco pharaoh - letteralmente tempio, dimora, cioè incarnazione del Sole) avevano la loro nemesi celeste e terrena nei faraoni neri del Sud (per-khemt-Ra), incarnazione sulla Terra del Sole Nero.
    L'assurdo pregiudizio per cui il titolo di faraoni neri assunto dai regnanti del Sud avesse una connotazione etnica o razziale (neri in quanto di razza nera), è quindi ridotto a basi puramente simboliche e teologiche.

    Nel profondo Sudan, vicino al cuore dell'Africa, la religione egizia si fuse con i culti tribali dell'Africa nera, dando origine a forme magico-religiose talora sanguinarie, basati su riti cruenti e sacrifici umani. Non c'è da stupirsi se per gli antichi quella terra che oggi è il Sudan e l'alta Nubia fosse davvero il regno dei demoni, una terra abitata dal diavolo.
    E non c'è dubbio che il diavolo, il Sole Nero, nemesi dualistica di Amon, fosse una presenza reale per gli antichi nubiani, che vi dedicarono un enorme tempio ai piedi della montagna di Dio, il Djebel Barkal, dove si credeva dimorasse, nelle viscere della montagna.

    L'antica Nubia, ben lungi dall'essere terra di conquista o periferia dell'impero faraonico, fu da sempre parte integrante della teologia templare egizia. Lì decine di templi e intere città perdute attendono ancora da secoli di essere riportati alla luce.

    Per la fine di quest'anno abbiamo in programma una spedizione a Djebel Barkal e nell'alta Nubia alla ricerca delle tracce del culto del Sole Nero. Chi fosse interessato può contattarmi via MP.

    Edited by The Old Man - 18/8/2011, 22:39
     
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  2. Freeanimals
     
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    Non ce ne sarebbe bisogno, ma mi sento obbligato a congratularmi con NSA per lo stile limpido di scrittura e le doti divulgative, da cui traspare un’autentica passione per l’Egitto, degne dei migliori giornalisti scientifici.
    Complimenti!
     
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  3. gigiastrolo
     
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    Sarà una mia impressione ma in questo antico culto egizio del sole nero nonostante i millenni di storia che la separano ci vedo un forte collegamento con il nazismo esoterico, nella fattispecie il leggendario Abaton di cui hai parlato mi fà tornare alla mente l'isola di Helgoland.
     
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  4. NSAx9000
     
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    Di ritorno dalla terra delle piramidi...

    Il Sudan del Nord, l’antica Nubia dei Faraoni, è un paese ancora avvolto nel mistero, disseminato dei resti solitari e grandiosi al tempo stesso di regni un tempo potenti, sorti e tramontati all’alba dei tempi.

    E’ difficile pensare che dagli sperduti villaggi di un paese martoriato da 20 anni di guerra civile e oggi tra i più poveri del continente sia passata la storia del mondo. Visitando il villaggio di El Kurru, un pugno di casupole di fango tra i palmeti del Nilo, si fatica a immaginare che proprio da lì i faraoni della XXV dinastia partirono alla conquista dell’Egitto, strappandolo al giogo assiro e imponendosi quali legittimi eredi dei grandi conquistatori del Nuovo Regno, emuli delle gesta di Thutmosis e Ramsete. In quelle stesse terre, che secoli dopo avrebbero segnato la frontiera più meridionale di Roma e avrebbero visto l’ascesa e la caduta dell’ultimo regno bizantino d’Africa, si consumarono molti dei capitoli dimenticati della storia umana.
    A Kerma, le imponenti vestigia di una civiltà antica quanto quelle di Egitto e Mesopotamia testimoniano l’antichità e l’originalità della civiltà nubiana.
    Tuttavia, la vera età dell’oro dell’Antica Nubia coincise con una delle più spettacolari prodezze edificatorie di tutti i tempi.

    Nel corso di dieci secoli, dal 700 a.C. al 300 d.C. , un numero di piramidi superiore persino a quelle costruite nel venerabile Egitto venne edificato sulle rive sudanesi del Nilo. Nessuno sa con esattezza quante, ma si parla comunque di diverse centinaia. Oltre duecento nella sola Meroe, probabilmente il più grande cimitero reale del mondo; con un numero almeno pari di piramidi distribuito tra i tre cimiteri reali dell’antica Napata, all’altezza della quarta cateratta. Questo per non parlare delle decine di necropoli “provinciali”, come quelle di Sedeinga, Soleb e Sai – solo per citare le più celebri e importanti – che pure hanno restituito numerosi esempi di sepolture piramidali. E’ possibile che più di 500 piramidi si trovino oggi in territorio sudanese, alcune ancora svettanti sulla piana desertica con i loro caratteristici profili aguzzi, altre ridotte ormai a informi ammassi di macerie.
    Ciò che impressiona di più è che questa vera e propria età dell’oro delle piramidi sia coincisa con un autentico rinascimento di forme, architetture e concezioni cosmologiche ritenute perdute e dimenticate fin dalla fine dell’Antico Regno. Come nella migliore tradizione, anche questo “rinascimento egizio” prese le mosse dalla scoperta – anche se sarebbe più corretto parlare di ri-scoperta – di alcuni antichi testi.

    La chiave di questo mistero si trova in una strana pietra nera, per secoli utilizzata come macina da mulino in una remota località del Delta egiziano. Non certo una vista particolarmente impressionante per la maggior parte dei visitatori, la si può trovare a fare bella mostra di se in una delle sale del British Museum. Eppure la sua importanza storica è tale da farne un oggetto di importanza almeno pari a quella dei più grandi capolavori della sezione egizia: Essa recava i cartigli di un oscuro regnante della XXV dinastia, Shabaka, fino ad allora noto solo per le vestigia di una piramide distrutta con il suo nome a El Kurru, nella Nubia sudanese.

    La strana pietra racconta della scoperta di alcuni antichi testi, risalenti al tempo degli Shemsu-Hor, i leggendari compagni di Horus. “Una grande opera degli antenati, mangiata dai vermi”, come si legge sulla stele, che Sua Maestà, Shabaka, “ordinò fosse copiata sulla pietra, affinché non perisse, per tutta l’eternità”. Lo stile dei testi – almeno per quello che si può ricavare dalle poche righe superstiti – appare identico a quello dei testi delle Piramidi dell’Antico Regno. Noti come “teologia menfita”, vi compare lo stesso lessico oscuro, la stessa incomprensibile sintassi. Persino la forma appare identica. Eppure più di duemila anni separano questa pietra di Shabaka dall’età delle Piramidi.

    E’ evidente che doveva trattarsi già allora di copie di copie ancor più antiche, fatte di formule non più capite e a tal punto oscure da risultare incomprensibili persino agli stessi scribi, che in non poche occasioni dimostrano chiaramente di non comprendere nulla di quanto stavano copiando, mescolando in modo apparentemente casuale frammenti di componimenti di argomenti e persino epoche diverse.
    Ciò che è certo sono i risultati di questa prodigiosa scoperta, marcati indelebilmente sulla pietra delle oltre duecento piramidi tuttora esistenti in territorio sudanese. Un ordine di pietra che trova eguali solamente nell’età d’oro delle piramidi dell’Antico Regno.

    La spedizione da noi effettuata nei mesi di dicembre e gennaio 2011 in territorio Sudanese, è partita sulle orme dei leggendari faraoni neri, con l’obiettivo di gettare nuova luce sui misteri che ancora avvolgono questo dimenticato “rinascimento egizio” e la straordinaria età dell’oro delle piramidi nubiane.
     
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  5. FoxMulder91
     
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    Grazie per il resoconto della spedizione, davvero molto interessante.
    Riguardo al significato del nome Abaton, "inaccessibile", non si puo' che notare come questo aggettivo sia ricorrente in molte leggende, non ultima quella di Agharti. Si tratta probabilmente di parole che non hanno un diretto collegamento, ma mi chiedo se non ci sia un significato simbolico dietro a ciò.

    Se ho ben compreso quanto hai scritto, in pratica i nubiani si comportarono come gli scrittori dei testi delle piramidi che ammalgamarono informazioni pur senza capirne il loro reale valore. Un dettaglio che rimane poco chiaro è però il motivo per il quale decisero di rinnovare la forma delle piramidi...

    Sai il nome con cui è classificata la "strana pietra nera" al British Museum?
     
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  6. cocogordonmoore
     
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    purtroppo non sono ancora riuscita a leggere tutto, sto impegnatissima qua a lavoro!

    cmq mi piace come scrivi nsa... a quando un tuo libro??? :P

    ti volevo chiedere se hai qualche foto da mostrarci di questo tuo viaggio, visto che te ne fai sempre tante :)

    grazie
     
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  7. NSAx9000
     
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    QUOTE (FoxMulder91 @ 30/1/2011, 20:55) 
    Se ho ben compreso quanto hai scritto, in pratica i nubiani si comportarono come gli scrittori dei testi delle piramidi che ammalgamarono informazioni pur senza capirne il loro reale valore. Un dettaglio che rimane poco chiaro è però il motivo per il quale decisero di rinnovare la forma delle piramidi...

    Sai il nome con cui è classificata la "strana pietra nera" al British Museum?

    E' possibile che i faraoni neri trovarono nei testi delle piramidi i frammenti di una conoscenza perduta da migliaia di anni, che seppure evidentemente compresa solo in parte, fu tuttavia in grado di animare questo "rinascimento" egizio. Cosa trovarono in quei testi non è chiaro.
    Esistono tuttavia passaggi nei testi delle piramidi e nei cosiddetti "libri dei morti" del medio e nuovo regno che suggeriscono una specifica connessione con il territorio di Napata. I faraoni neri riconobbero in Napata una sorta di Eliopoli del Sud, posta nella stessa relazione in cui On- Heliopolis stava alle piramidi di Giza.

    A Nuri, il più grande dei campi piramidali dell'antica Napata, abbiamo potuto verificare come alcune delle piramidi maggiori insistano su strutture precedenti realizzate con enormi blocchi megalitici. E' evidente che i re di Napata, divenuti faraoni solari d'Egitto, restaurarono questi antichi monumenti e li ricostruirono in conformità ai principi di una Scienza Sacra che affondava le sue origini nell'età delle piramidi dell'antico regno.

    Ho comunque intenzione di tornare in seguito sull'argomento degli allineamenti geodetici e stellari delle piramidi nubiane...

    Come in cielo, così in terra...


    Edited by NSAx9000 - 1/2/2011, 23:25
     
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  8. artgoth
     
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    CITAZIONE (NSAx9000 @ 31/1/2011, 23:04) 
    Come in cielo, così in terra...

    (IMG:http://img341.imageshack.us/img341/2716/nuriq.jpg)


    e cosi in basso..cosi in alto.....
    :)
    ...sono stata in Egitto 14 volte per osservare, vedere e sentire e ogni volta la sensazione è la medesima...come se fosse la prima e contemporaneamente senso di casa...
    grazie NSA...è bello vedere qualcuno andare "oltre"...:)
     
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  9. NSAx9000
     
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    Ho aggiunto alcune foto su flickr, con cui mi auguro di farvi cosa gradita...

    www.flickr.com/photos/29690853@N06/sets/72157625831319127/

     
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  10. FoxMulder91
     
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    Ancora alcune considerazioni:

    1. "come in cielo, così in terra". Queste "nuove" piramidi furono edificate in modo da riprodurre porzioni della volta celeste? Un possibile significato esteriore oltre a quello interiore della "Scienza Sacra"?

    2. in una delle foto che hai postato ci sono delle figure animali di fronte ai rimasugli di un tempio. Di che animali si tratta? Tale raffigurazione trova riscontri in Egitto? Che valore simbolico puo' avere?

    3. infine curiosità mia. Tombe e templi sono normalmente accessibili al pubblico?

    Grazie e complimenti per le foto...davvero molto belle! Quando vuoi approfondire sai che ti leggiamo sempre con il massimo interesse.
     
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  11. NSAx9000
     
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    QUOTE (FoxMulder91 @ 2/2/2011, 14:33) 
    Ancora alcune considerazioni:

    1. "come in cielo, così in terra". Queste "nuove" piramidi furono edificate in modo da riprodurre porzioni della volta celeste? Un possibile significato esteriore oltre a quello interiore della "Scienza Sacra"?

    La disposizione delle piramidi nei dintorni di Napata venne evidentemente ispirata da criteri astronomici.
    Dalla sommità del Jebel Barkal, la montagna sacra dei nubiani che si innalza in impressionante isolamento lungo un'ansa del Nilo, la vista spazia per chilometri sui cimiteri reali dell'antica capitale del regno kushita.

    Le piramidi di Nuri appaiono in lontananza come sagome scure nella foschia dell'orizzonte. E' stato dimostrato che la diagonale delle piramidi di Nuri venne concepita per allinearsi precisamente alla montagna sacra al sorgere del sole della festa di Wepet Renpet , coincidente con il nuovo anno egizio. Lungo il percorso di questo asse sacro, numerose strutture parzialmente sepolte evidenziano la posizione anticamente assunta da templi e santuari, forse un percorso per le cerimonie sacre.

    Ai piedi della montagna, un intero costone di roccia venne deliberatamente spianato affinchè non ostruisse la visuale dell'asse di Amon dall'altro campo di piramidi di Jebel Barkal.
    Ben poco si conosce invece dell'altro campo piramidale di Napata, El Kurru, devastato dalle piene del Nilo e dalla crescita dei vicini villaggi. E' significativo tuttavia che El Kurru si trovasse dalla parte opposta della montagna sacra rispetto a Nuri, ad uno dei tre vertici di un triangolo che aveva in Nuri e nelle piramidi di Jebel Barkal gli altri due vertici.
    Ci si trova quindi di fronte ad un paesaggio deliberatamente progettato in base a criteri astronomici, solo in parte ricostruiti e compresi.
    Una vista dall'alto delle oltre 50 piramidi che costituiscono la necropoli reale di Nuri mostra un ordine che ricorda alcune costellazioni del cielo (verosimilmente le Pleiadi - almeno per quanto riguarda le piramidi maggiori - mentre meno chiaro appare il sistema di allineamenti delle altre decine di piramidi situate nei dintorni dell'antica Napata).

    Va detto che la disposizione al suolo delle piramidi nubiane sembra seguire raggruppamenti o agglomerati, spesso formati da decine di piramidi. Queste agglomerazioni sembrano nel più dei casi dettate dalla conformazione del territorio, anche se la presenza di piramidi isolate potrebbe suggerire una diversa spiegazione, ispirata forse anch'essa a criteri astronomici.

    QUOTE (FoxMulder91 @ 2/2/2011, 14:33) 
    2. in una delle foto che hai postato ci sono delle figure animali di fronte ai rimasugli di un tempio. Di che animali si tratta? Tale raffigurazione trova riscontri in Egitto? Che valore simbolico puo' avere?

    Statue di arieti (o sfingi criocefale, cioè a testa di ariete) erano comunemente poste a vegliare sugli ingressi dei templi nubiani. L'Amon nubiano, raffigurato frequentemente con testa di ariete, ha un evidente significato astrologico legato all'era precessionale dell'Ariete (che ha preceduto l'attuale era dei Pesci).
    Quasi tutte le statue criocefale poste a guardia dei templi di Naga, Meroe e Jebel Barkal provengono in realtà da Soleb, il colossale "tempio di milioni di anni" costruito da Amenhotep III a Nord della Terza cateratta, il quale ne possedeva un intero viale.

    QUOTE (FoxMulder91 @ 2/2/2011, 14:33) 
    3. infine curiosità mia. Tombe e templi sono normalmente accessibili al pubblico?

    Grazie e complimenti per le foto...davvero molto belle! Quando vuoi approfondire sai che ti leggiamo sempre con il massimo interesse.

    Il Sudan è un Paese tuttora estremamente chiuso nei confronti del turismo internazionale. Quasi tutti i siti archeologici o di rilevanza storica sono situati in aree isolate, spesso raggiungibili solo con fuoristrada dopo viaggi faticosi attraverso il deserto o la savana.
    Con poche eccezioni, la maggior parte dei siti versano in totale isolamento e abbandono. Anche i siti più celebri e relativamente facili da raggiungere, come Meroe e Jebel Barkal, ricevono così pochi visitatori che possono trascorrere interi giorni senza visite.
    Va detto che le autorità Sudanesi hanno provveduto a murare gli ingressi a quasi tutte le piramidi e tombe reali, così che in pochissimi casi è possibile visitarne gli interni, talvolta anche estremamente complessi ed elaborati.
    A El Kurru, alcuni dei pochi ingressi non definitivamente ostruiti conducono ad una fitta rete di camere, ancora in larga parte inesplorate, decorate con scene tratte dai Libri dei Morti e dai Testi delle Piramidi. Molte delle scene e delle formule raffigurate non hanno eguali nell'arte egizia e si trovano esclusivamente in queste gallerie sepolcrali, purtroppo sotto la costante minaccia delle piene del Nilo.
    Avventurarsi in quel labirinto di gallerie può essere un'esperienza terrificante, mancando ogni forma di illuminazione se non la luce delle torce, e con la costante minaccia di crolli e cedimenti (in almeno un occasione abbiamo udito distintamente il rimbombo di blocchi di pietra che cadevano in qualche cavità sotterranea sotto i nostri piedi).
    Nella stagione estiva in particolare, la minaccia maggiore è poi rappresentata da serpenti e scorpioni velenosi, una vista molto frequente nelle zone poste tra il Nilo e il limitare del deserto.

    Questo ha d'altra parte consentito a molti di questi luoghi di conservarsi pressochè intatti per migliaia di anni, mantenendo intatto tutto il loro fascino di rovine...
     
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    Orione22

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    Un drone ha esplorato dall'alto le piramidi nubiane.

    Video

    Documentario del National Geographic, www.focus.it/cultura/storia/le-misteriose-piramidi-del-sudan, http://video.nationalgeographic.com/video/...pyramids-drones.
     
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  13. FoxMulder91
     
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    Grazie per il video, Hercule Poirot! Immagini e costruzioni davvero straordinarie ed evocative.
     
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12 replies since 30/5/2010, 14:05   529 views
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