La stele della resurrezione

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  1. maia
     
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    E' stata trovata in Israele dieci anni fa, nei pressi del Mar Morto, dunque la zona occupata dagli Esseni, una stele in pietra con iscritte ad inchiostro 87 righe in antico ebraico. Solo ora però gli esperti ne sono venuti a conoscenza essendo stata venduta sul mercato del collezionismo privato. Si può dire che sia un "rotolo" di Qumran su pietra. La stele, la cui autenticità non è messa in discussione dagli esperti (è stata analizzata da Ada Yardeni e da Binyamin Elitzur, esperti di ebraico antico) e dagli archeologi, sta creando un aspro dibattito tra gli studiosi in quanto sebbene risalga ad alcuni decenni prima di Cristo, tra le sue righe parla dell'apparizione di un Messia che sarebbe risorto dopo tre giorni. Ciò cambierebbe la visione della figura di Gesù e riporterebbe all'ebraismo del tempo il concetto della Resurrezione dopo tre giorni che sinora era stata associata ad influenze ellenistiche e comunque tipicamente cristiane.
    La maggioranza del testo è una visione dell'Apocalisse narrata dall'Arcangelo Gabriele per questo è stata chiamata "L'Apocalisse di Gabriele". La traduzione parla di un messia che sarebbe stato trucidato e a cui l'Arcangelo Gabriele si riferisce con queste parole: «In tre giorni tu risorgerai, io, Gabriele, ti ordino» e ancora «in tre giorni tu saprai che il male sarà sconfitto dalla Giustizia» mentre in altre linee si parla di sangue e stragi, quindi sofferenza, come sentieri che portano alla Giustizia. L'arcangelo si riferisce a un uomo definito "Sar hasarin" vale a dire Principe dei principi, un leader, che il professore di studi biblici, Israel Knohl dell'Università ebraica di Gerusalemme, crede sia Simone, un ebreo trucidato da un comandante dell'esercito di Erode, sebbene nel testo non se ne faccia il nome, e di fatto questa è solo un'ipotesi inconfermabile. Ciò che è importate invece è che gli studiosi si stanno accorgendo che il messia del testo è diverso da quello che si pensava fosse lo stereotipo del messia del tempo, vale a dire un principe guerriero della stirpe davidica. Nella stele si parla invece di un messia più vicino a quella che sarà poi la figura incarnata da Gesù, dovendo soffrire, essere martirizzato e ritornare in Giustizia dopo tre giorni!
    Da parte mia devo commentare che ciò non mi stupisce affatto, come invece sta accadendo tra gli studiosi ebraici e cristiani. Mi spiego:

    1 - Gli esseni attendevano il "Nasi", che significa "Principe" e dunque il testo dell'Apocalisse di Gabriele è in linea con le attese messianiche essene.
    2 - Il messia esseno non era solo un guerriero, ma anche un re, un sacerdote e un taumaturgo, quello che in realtà sarà Gesù. Dunque anche in questo caso il testo si collega perfettamente nell'alveo esseno (e quindi del sacerdozio di Melkizedeq, il re di Giustizia, parola quest'ultima che ricorre nel testo proprio nella scena della resurrezione) in quanto gli altri ebrei del tempo, i sacerdoti del sacerdozio di Aronne, attendevano un messia re e guerriero che li avrebbe liberati dal giogo romano.
    3 - Non è affatto vero che il concetto di Resurrezione dopo tre giorni sia legato solo a Gesù e che non fosse presente prima nella tradizione giudaica. Vediamo alcuni passi del vecchio Testamento:
    • Giona 2:1 - Il SIGNORE fece venire un gran pesce per inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
    • Esodo 10:22 - Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto il paese d'Egitto.
    • Esodo 19:15 - Mosè disse al popolo: «Siate pronti fra tre giorni; non avvicinatevi a donna».
    • Giosuè 1:11 - «Passate per l'accampamento e date quest'ordine al popolo: "Preparatevi dei viveri, perché fra tre giorni oltrepasserete questo Giordano per andare a conquistare il paese che il SIGNORE, il vostro Dio, vi dà perché lo possediate"».
    • Giosuè 2:16 - E disse loro: «Andate verso il monte, affinché non v'incontrino i vostri inseguitori, e rimanetevi nascosti per tre giorni fino al ritorno di coloro che v'inseguono; poi andrete per la vostra strada».
    • 1Samuele 30:12 - e gli diedero un pezzo di schiacciata di fichi secchi e due grappoli d'uva passa. Quand'egli ebbe mangiato, si riprese, perché non aveva mangiato pane né bevuto acqua per tre giorni e tre notti.

    Certo, trattasi di metafore, ma del tutto analoghe alla resurrezione dell'Uomo Divino, considerando la fuoriuscita dal deserto del popolo di Mosè, la fuoriuscita dal ventre della balena di Giona, l'attraversamento del Giordano di Giosuè, etc, come concetti di Resurrezione e/o Rinascita. La Resurrezione dopo tre giorni è inoltre ben identificabile nelle credenze egizie, con il mito di Iside e Osirire, e sappiamo bene che Mosè foriuscì dall'Egitto, probabilmente l'Egitto amarniano, che sarebbe stato il seme da cui poi nacque la comunità terapeutica essena.
    La stele appena studiata e il suo testo non fanno che confermare, una volta di più, la presenza di un progetto esseno per la manifestazione di un Messia e che questo Messia una volta apparso sarebbe fuoriuscito proprio dall'alveo esseno. Ma questo, gli studiosi della stele non l'hanno ancora detto oppure preferiscono non dirlo, restando invece meravigliati sul fatto che il testo anticipi Gesù. Noi questo lo sapevamo già e i rotoli di Qumran sono chiari in tal senso....ma siamo solo degli studiosi "maledetti", come lo furono gli Esseni.

    Adriano Forgione

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