La stenographia dell'abate Tritemio

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  1. maia
     
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    Il termine steganografia è composto dalle parole greche steganòs (nascosto) e graphìa (scrittura) e individua una tecnica risalente all'antica Grecia che si prefigge di nascondere la comunicazione tra due interlocutori, e fu teorizzata dall'abate Tritemio attorno al 1500 nell'omonimo libro.

    La "Steganographia" di Tritemio si proponeva di poter inviare messaggi tramite l'uso di linguaggi magici, sistemi di apprendimento accelerato e senza l'utilizzo di simboli o messaggeri. L'opera iniziò a circolare in corrispondenze private e suscitò reazioni tanto allarmate che l'autore decise di non darla alle stampe e ne distrusse addirittura larghe parti, ritenendo che non avrebbero mai dovuto vedere la luce. Continuò comunque a circolare in forma di minuta e fu pubblicata postuma nel 1606.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Steganografia

    STEGANOGRAPHIA
    L’Abate Tritemio scrisse questo testo attorno al 1500. La versione bruciata dalla chiesa si dice contenesse il segreto per comunicare a distanza senza utilizzare i metodi tradizionali dell'epoca, messaggeri o lettere, oltre che i codici cifrati ancora oggi consultabili anche se di difficile comprensione.

    Per la prima volta fu pubblicato nel 1606 a Francoforte e prima di quella data il testo era stato tramandato attraverso copie scritte a mano. Se si pensa a probabili cattive trascrizioni o errate letture del testo originale si puo' supporre che ciò e' giunto sino a noi oggi possa non essere un testo attinente a quello originale.

    Tritemio nasce il primo Febbraio del 146. sapeva l'ebraico, il latino, il greco ed era un profondo studioso dalla mente aperta e recettiva.

    MECCANISMO:


    Giovanni Tritemio
    Il primo vero passo in avanti fu compiuto dall'abate Giovanni Tritemio (1462-1516) con i suoi trattati Steganographia e Clavis Steganographiae, nei quali venivano gettate le basi per un modello di Steganografia usata ancora oggi. Ma in cosa consisteva di preciso l'idea di Tritemio?
    Supponiamo per un istante di voler mandare un messaggio ad un nostro amico Tizio, avvertendolo di non fidarsi di un certo Caio. Abbiamo però paura che Caio legga tutta la nostra corrispondenza e quindi, usando la Steganografia, scriviamo il seguente testo: "Nelle ore notturne feroci illusioni di antichi riti tramandati in dimenticate isole ci assalgono, ivi ora..." ecc. ecc... Tizio, per leggere il messaggio originale che noi gli volevamo mandare, non dovrà far altro che leggere tutte le iniziali delle parole e comporre il testo nascosto: "Non fidarti di Caio...".
    Questo è l'esempio più semplice di tutti gli schemi proposti da Tritemio, che elaborò 40 sistemi principali e 10 sotto-sistemi secondari, sfruttando non solo varie combinazioni di acronimi, ma anche usando dei dischi rotanti (come quello riportato qui a fianco) basati sulla sostituzione mono-alfabetica di Cesare. In questa cifratura il posto di ogni lettera del messaggio è preso dalla lettera che si trova ad una distanza di x posti nell'alfabeto ordinario, dove x, nel caso dell'alfabeto completo di 26 lettere, è un numero compreso tra 1 e 25.
    Il messaggio "Mio zio è andato a Zurigo non per incontrare Silvia e nemmeno le Kromanev, quindi domani si farà il solito giretto nel centro storico. Dovrebbe mandarmi un kimono per sabato, e allora...", prendendo una parola si e una no, nasconde la stringa, a prima vista illeggibile, "zazpsnkdfsnsmksa". Usando però la trasposizione del disco riportato qui sopra, che quindi tramuta le 'a' in 'o', le 'b' in 'p', le 'c' in 'q' ecc..., ecco che riusciamo ad ottenere il solito "nonfidartidicaio".
    L'idea fondamentale di Tritemio era quindi quella di nascondere un testo segreto dentro un messaggio che funzionasse come copertura, senza quindi ricorrere a brutali sistemi fisici come ad esempio la rasatura di capelli ma sfruttando invece abili artifizi matematici e letterari. A meno di non sapere il sistema usato per nascondere il testo, era dunque praticamente impossibile riuscire a estrarre il significato reale del messaggio.
    Unico inconveniente: il mittente ed il destinatario dovevano avere entrambi il libro di Tritemio per poter conoscere il sistema steganografico usato...

    image

    Nel 1483, all'età di 20 anni, entra in monastero benedettino di cui diviene presto Abate. Molti lo giudicavano santo, altri un mago, sta di fatto che anche i personaggi illustri come Paracelso e Cornelio Agrippa si recavano di lui per consulti e scambi di opinioni.
    Successivamente fu deposto dalla carica di Abate dai suoi stessi monaci forse esasperati dalla fama del loro Abate cosi' attivo di cui si vociava che avesse la mania di evocare morti illustri.
     
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  2. viverride
     
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    Ne “I libri maledetti”, di Jacques Bergier, edizioni L’età dell’Acquario, trovo alcune inesattezze riguardo le date, che però nulla tolgono alla veridicità dell’insieme. Per esempio, secondo l’autore francese, Tritemio nasce il 2 febbraio del 1462, entra in monastero nel 1482 invece che nel 1483 e la prima volta che un editore tedesco pubblicò ciò che rimaneva della Steganografia fu nel 1610, anziché nel 1606. Bergier afferma che Tritemio scrisse anche un altro libro che trattava di scritture segrete, ovvero di crittografia, intitolato Poligrafia e che fu pubblicato postumo nel 1518. Così, se non ho capito male, nella Steganografia Tritemio parlava di come inviare messaggi telepaticamente e di come piegare la volontà di qualcuno con la sola forza del pensiero, mentre nella Poligrafia spiegava le tecniche per inviare messaggi cifrati. E’ comprensibile che il primo testo destasse vivo disappunto sia nelle autorità civili che religiose (fu infatti, per primo, il conte palatino Filippo II a ordinare la distruzione del testo originario), mentre la Poligrafia è giunta fino a noi proprio perché non suscitava eccessive preoccupazioni. Tornando alla Steganografia, Bergier aggiunge una nota interessante: sia nell’edizione tedesca del 1610, che nella difesa di Tritemio fatta da un suo confratello bavarese dapprima nel 1616 e poi nel 1621, appare l’avvertenza che la pubblicazione avveniva dietro permesso dei Superiori. Bergier si chiede chi fossero questi Superiori, e, poiché non potevano essere i superiori ecclesiastici in quanto la Steganografia era stata messa all’indice già nel 1609, arriva ad ipotizzare l’esistenza, fin da quell’epoca, degli Uomini in Nero, cioè di una società segreta così potente da controllare la diffusione del Sapere. Una specie di Massoneria più potente ancora della Chiesa stessa. Noi comuni mortali non possiamo non provare un moto di rivolta sapendo che qualcuno ci impedisce di conoscere a quali conclusioni erano arrivati uomini straordinari come Tritemio. Credo comunque che, se dovesse sorgere una nuova tirannia, i sistemi crittografici messi a punto da Tritemio potranno venire utili.


     
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1 replies since 19/4/2009, 17:49   504 views
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