Il Manoscritto Di Voynich

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    Edizione digitalizzata del Manoscritto Voynich
    http://archive.org/details/TheVoynichManuscript



    Il manoscritto Voynich è un codice illustrato risalente al XV secolo (la datazione al radiocarbonio ha stabilito con quasi totale certezza che il manoscritto sia stato redatto tra il 1404 e 1438), scritto con un sistema di scrittura che a tutt'oggi non è stato ancora decifrato. Il manoscritto contiene anche immagini di piante che non sono identificabili con nessun vegetale attualmente noto e l'idioma usato nel testo non appartiene ad alcun sistema alfabetico/linguistico conosciuto. È stato definito da Robert Brumbaugh come "il libro più misterioso del mondo". Il manoscritto, del quale non esistono copie, è attualmente conservato presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale, negli Stati Uniti, dove reca il numero di catalogo «Ms 408».

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    COMPOSIZIONE
    Il volume, scritto su pergamena di capretto, è di dimensioni piuttosto ridotte: 16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore. Consta di 102 fogli, per un totale di 204 pagine. La rilegatura porta tuttavia a ritenere che originariamente comprendesse 116 fogli e che 14 si siano smarriti. Fa da corredo al testo una notevole quantità di illustrazioni a colori, ritraenti i soggetti più svariati: proprio i disegni lasciano intravedere la natura del manoscritto, venendo di conseguenza scelti come punto di riferimento per la suddivisione dello stesso in diverse sezioni, a seconda del tema delle illustrazioni:
    1) Sezione I (fogli 1-66): chiamata botanica, contiene 113 disegni di piante sconosciute.
    2) Sezione II (fogli 67-73): chiamata astronomica o astrologica, presenta 25 diagrammi che sembrano richiamare delle stelle. Vi si riconoscono anche alcuni segni zodiacali. Anche in questo caso risulta alquanto arduo stabilire di cosa effettivamente tratti questa sezione.

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    3) Sezione III (fogli 75-86): chiamata biologica, nomenclatura dovuta esclusivamente alla presenza di numerose figure femminili nude, sovente immerse fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti contenenti un liquido scuro. Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.
    4) Sezione IV (fogli 87-102): detta farmacologica, per via delle immagini di ampolle e fiale dalla forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle antiche farmacie. In questa sezione vi sono anche disegni di piccole piante e radici, presumibilmente erbe medicinali.
    5) L'ultima sezione del Manoscritto Voynich comincia dal foglio 103 e prosegue sino alla fine. Non vi figura alcuna immagine, fatte salve delle stelline a sinistra delle righe, ragion per cui si è portati a credere che si tratti di una sorta di indice.

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    LA SCOPERTA
    Il manoscritto Voynich deve il suo nome a Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, naturalizzato inglese, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, nel 1912. Il contatto tra Voynich ed i gesuiti fu padre Giuseppe Strickland (Joseph Strickland 1864-1915), religioso gesuita. I gesuiti avevano bisogno di fondi per restaurare la villa e vendettero a Voynich trenta volumi della biblioteca, che era formata anche da una raccolta di volumi del Collegio Romano trasportati al collegio di Mondragone insieme alla biblioteca generale dei Gesuiti, per salvarli dagli espropri del nuovo Regno d'Italia
    Tra questi libri vi era anche quello misterioso.

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    Voynich rinvenne, all'interno del libro, una lettera di Johannes Marcus Marci (1595-1667), rettore dell'Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia, con la quale egli inviava questo libro a Roma presso l'amico poligrafo Athanasius Kircher perché lo decifrasse.
    Voynich stesso affermò che lo scritto conteneva minuscole annotazioni in greco antico e datò il volume come originario del XIII secolo. Nella lettera, recante l'intestazione "Praga, 19 agosto 1665" (o 1666), Marci affermava di aver ereditato il manoscritto medievale da un suo amico (che in seguito le ricerche riveleranno essere un non meglio noto alchimista di nome Georg Baresch), e che il suo precedente proprietario, l'imperatore Rodolfo II, lo aveva acquistato per 600 ducati (una cifra molto elevata), credendolo opera di Ruggero Bacone.

    ANALISI CRITTOGRAFICHE
    In molti, nel corso del tempo, e soprattutto ultimamente, hanno cercato di decifrare la lingua sconosciuta del Voynich. Il primo ad aver affermato di essere riuscito nell'impresa fu William Newbold, professore di filosofia medievale alla Università di Pennsylvania. Nel 1921 pubblicò un articolo in cui proponeva un elaborato ed arbitrario procedimento con cui tradurre il testo, che sarebbe stato scritto in un latino "camuffato" addirittura da Ruggero Bacone.

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    La conclusione a cui Newbold arrivò con la sua traduzione fu che già nel tardo Medioevo sarebbero state conosciute nozioni di astrofisica e biologia molecolare. Newbold analizzando il manoscritto però si accorse che le minuscole annotazioni in realtà altro non erano che crepe nella pergamena invecchiata. Negli anni quaranta i crittografi Joseph Martin Feely e Leonell C. Strong applicarono al documento dei sistemi di decifratura sostitutiva, cercando di ottenere un testo con caratteri latini in chiaro: il tentativo produsse un risultato che però non aveva alcun significato. Il manoscritto fu l'unico a resistere alle analisi degli esperti di crittografia della marina statunitense, che alla fine della guerra studiarono ed analizzarono alcuni vecchi codici cifrati per mettere alla prova i nuovi sistemi di decodificazione. J.M. Feely pubblicò le sue deduzioni nel libro "Roger Bacon's Cipher: The Right Key Found" in cui, ancora una volta, attribuiva a Bacone la paternità del manoscritto. Nel 1945 il professor William F. Friedman, costituì a Washington un gruppo di studiosi, il First Voynich Manuscript Study Group (FSG). Egli optò per un approccio più metodico e oggettivo, nell'ambito del quale emerse la cospicua ripetitività del linguaggio del Voynich. Tuttavia, a prescindere dall'opinione maturatagli nel corso degli anni in merito all'artificialità di tale linguaggio, all'atto pratico la ricerca si risolse in un nulla di fatto: a niente servì infatti la trasposizione dei caratteri in segni convenzionali, che doveva fungere da punto di partenza per qualsiasi analisi successiva.
    Il professor Robert Brumbaugh, docente di filosofia medievale a Yale, e lo scienziato Gordon Rugg, in seguito a ricerche linguistiche, sposarono la teoria che vedrebbe il Voynich come un semplice espediente truffaldino, volto a sfruttare il successo che a quel tempo le opere esoteriche solevano riscuotere presso le corti europee.

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    Nel 1978 il filologo dilettante John Stojko credette di aver riconosciuto la lingua, e affermò che si trattasse di ucraino, con le vocali rimosse. La traduzione però pur avendo in alcuni passi un apparente senso (Il Vuoto è ciò per cui combatte l'Occhio del Piccolo Dio) non corrispondeva ai disegni. Nel 1987 il fisico Leo Levitov attribuì il testo a degli eretici Catari, pensando di aver interpretato il testo come un misto di diverse lingue medievali centroeuropee. Il testo tuttavia non presentava corrispondenze con la cultura catara, e la traduzione aveva poco senso. Lo studio più significativo in materia resta ad oggi quello compiuto nel 1976 da William Ralph Bennett, che ha applicato la casistica alle lettere ed alle parole del testo, mettendone in luce non solo la ripetitività, ma anche la semplicità lessicale e la bassissima entropia: il linguaggio del Voynich, in definitiva, non solo si avvarrebbe di un vocabolario limitato, ma anche di una basilarità linguistica riscontrabile, tra le lingue moderne, solo nell'hawaiano. Il fatto che le medesime "sillabe", e perfino intere parole, vengano ripetute con una frequenza tale da rasentare il beffardo, è attinente più ad una concezione inconsciamente accomodante, che non volutamente criptica. L'alfabeto che viene usato, oltre a non essere stato ancora decifrato, è unico. Sono però state riconosciute 19-28 probabili lettere, che non hanno nessun legame con gli alfabeti attualmente conosciuti. Si sospetta inoltre che siano stati usati due alfabeti complementari ma non uguali, e che il manoscritto sia stato redatto da più persone. Imprescindibile quanto significativa in tal senso è poi l'assoluta mancanza di errori ortografici, cancellature o esitazioni, elementi costanti invece in qualunque altro manoscritto.

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    IPOTESI
    Per cento anni, il contenuto del manoscritto non è stato decrittato, nemmeno da esperti di cifratura che sbloccarono complicati codici militari durante la Seconda guerra mondiale. E principalmente in virtù di questa inespugnabilità, il volume venne derubricato a falso. Ma gli studi non sono mai realmente terminati e dopo cento anni, arriva la nuova ipotesi: il manoscritto di Voynich è un codice, dice Marcelo Montemurro, fisico all'Università di Manchester, che da anni studia gli incastri del testo del volume e gli schemi con cui è redatto. "Il testo rappresenta un unicum, non ci sono lavori assimilabili e ogni tentativo di decifrarlo è fallito. Ma considerarlo privo di senso non è la soluzione, perché il volume mostra una struttura lessicale articolata". Aggiune il crittografo Klaus Schmeh:

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    "Esistono 25 studi sul manoscritto e la maggior parte individua che il testo del libro è assimilabile a un linguaggio naturale", come l'inglese, il cinese, il francese. Si tratterebbe insomma di una scrittura umana, non un listato di programma. Parole, nomi, verbi e aggettivi e non comandi o formule. Ma, conclude Schmeh, "Anche se sappiamo molto sulle proprietà statistiche del testo, non sappiamo abbastanza su come interpretarle, che è uno dei problemi anche del nuovo studio. Dobbiamo capire come linguaggi differenti, metodi di cifratura e tipi di testo influenzano le statistiche". Vero e falso. Nella sua analisi, Montemurro ha esaminato il testo con un metodo che ha funzionato per la decrittazione di altri linguaggi. Secondo Schmeh, "I numerosi testi criptati rinvenuti dal medioevo a oggi sono stati decifrati nel 99,9% dei casi. Con un libro intero, come in questo caso, il compito dovrebbe essere ancora più semplice. E' questa difficoltà che fa pensare che possa trattarsi di un falso". E Montemurro ha analizzato la disposizione delle parole per verificare se questa definisse in qualche modo il contenuto. "Abbiamo prove consistenti che alcune parole chiave ritornano in schemi, richiesti dalle informazioni specifiche contenute in quella parte del testo", spiega il professore. "Su ampi stralci di testo, le parole lasciano una sorta di firma statistica riguardo il loro uso. Quando cambia l'argomento, servono altre parole. In questo testo, parole correlate condividono simili strutturazioni. Un'occorrenza che può verificarsi anche in linguaggi comuni". Aggiunge lo studioso che è improbabile che queste caratteristiche siano state inserite nel testo per rendere un falso più realistico, perché le conoscenze necessarie non esistevano al presunto tempo della creazione del libro. In questa direzione va il lavoro del matematico dell'Università di Keele Gordon Rugg, che ha addirittura realizzato un codice simile a quello del manoscritto per dimostrare che un testo falso può incorporare degli schemi avanzati. "Nulla di nuovo, che il testo avesse queste caratteristiche è noto e accettato da anni", dice lo studioso, "ma non credo si tratti di un vero linguaggio perché ci sono troppi elementi che fanno pensare l'opposto". E c'è chi si converte ripercorrendo le 240 pagine del volume, come Craig Bauer, autore di History of criptology.

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    All'inizio pensava che il libro di Voynich fosse un falso, ma dopo l'uscita del nuovo studio ha cambiato idea. "Ma penso ancora si tratti di un linguaggio inventato, altrimenti sarebbe stato decifrato da un pezzo. Ma la questione è ampiamente aperta, e potrei cambiare idea ancora", dice Bauer. Montemurro non ha ancora gli strumenti per capire se nel libro di Voynich c'è una lingua nota criptata o un linguaggio completamente alieno. L'impegno accademico è confermato, per un'opera di filologia del mistero che probabilmente incanterà osservatori e scienziati ancora per un po'. Montemurro ne è convinto: "Deve esserci una storia, dietro questo libro. Una che forse non conosceremo mai".


    Video



    Edited by AlieNiko - 26/6/2016, 13:49
     
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  2. papera
     
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    va bhè ma come studiosa di beni culturali è impossibile che non si sappia proprio nulla di questo testo... almeno dove è stato trovato in passato..
     
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    Hai letto il link?. Non mi pare
     
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  4. papera
     
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    nu... non si apre... mi dai la pagina web?
     
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    CITAZIONE (papera @ 6/1/2005, 22:32)
    nu... non si apre... mi dai la pagina web?

    http://www.raidue.rai.it/R2_popup_articolo...%5E3083,00.html
     
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  6. arcano
     
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    Il segreto di uno dei libri più misteriosi al mondo, il manoscritto di Voynich, potrebbe essere finalmente svelato. Lo annuncia Gordon Rugg, un ricercatore della Keele University in Inghilterra che ha analizzato accuratamente il manoscritto, giungendo alla conclusione che si tratta di un falso cinquecentesco, realizzato dall'avventuriero elisabettiano Edward Kelley.

    In un articolo che apparirà sulla rivista "Cryptologia", il ricercatore dimostra che è possibile ricostruire le caratteristiche linguistiche del manoscritto usando tecniche crittografiche note all'epoca, cosa che pur non dimostrando al di fuori di ogni dubbio che si tratta di un falso, comunque ne aumenta decisamente le probabilità.

    Il manoscritto prende il nome da Wilfrid Voynich, un antiquario che acquistò nel 1912 una serie di libri di origine medievale e rinascimentale. È un codice di 234 pagine illustrate e scritte in un linguaggio o in un codice del tutto sconosciuto. Voynich lo portò in America e cercò di decifrarlo. Allegato al libro, c'era una lettera che segnalava come il manoscritto fosse stato scritto da Ruggero Bacone, un frate franscecano scienziato e filosofo vissuto tra il 1214 e il 1294.

    Le ipotesi nel corso degli anni si sono accavallate l'una sull'altra: qualcuno ha indicato in Giordano Bruno l'autore, altri, (confondendo il cognome Bacon di Ruggero Bacone) nel filosofo rinascimentale Francis Bacon. Fino a oggi, comunque, tutti i tentativi di decrittazione del manoscritto sono falliti.
     
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    Altre info da "Il Giornale": LINK

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  8. cocogordonmoore
     
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    Il manoscritto Voynich, universalmente noto come il libro più misterioso del mondo, è a tutt'oggi l'unico libro scritto nel medioevo che non è stato ancora decifrato.
    Il manoscritto contiene immagini di piante mai viste ed è scritto in un idioma che non appartiene ad alcun sistema alfabetico/linguistico conosciuto.
    È conservato attualmente all'Università di Yale, negli Stati Uniti, dove reca il numero di catalogo «Ms 408».

    Il volume, scritto su pergamena di vitellino, è di dimensioni piuttosto ridotte: 16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore. Consta di 102 fogli, per un totale di 204 pagine. La rilegatura porta tuttavia a ritenere che originariamente comprendesse 116 fogli e che 14 si siano smarriti.

    Fanno da corredo al testo una notevole quantità di illustrazioni a colori, ritraenti i soggetti più svariati: proprio i disegni lasciano intravedere la natura del manoscritto, venendo di conseguenza scelti come punto di riferimento per la suddivisione dello stesso in diverse sezioni, a seconda del tema delle illustrazioni:

    Sezione I (fogli 1-66): chiamata botanica, contiene 113 disegni di piante sconosciute.
    Sezione II (fogli 67-73): chiamata astronomica o astrologica, presenta 25 diagrammi che sembrano richiamare delle stelle. Vi si riconoscono anche alcuni segni zodiacali. Anche in questo caso risulta alquanto arduo stabilire di cosa effettivamente tratti questa sezione.
    Sezione III (fogli 75-86): chiamata biologica, nomenclatura dovuta esclusivamente alla presenza di numerose figure femminili nude, sovente immerse fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti contenenti un liquido scuro.
    Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.

    Sezione IV (fogli 87-102): detta farmacologica, per via delle immagini di ampolle e fiale dalla forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle antiche farmacie. In questa sezione vi sono anche disegni di piccole piante e radici, presumibilmente erbe medicinali.
    L'ultima sezione del Manoscritto Voynich comincia dal foglio 103 e prosegue sino alla fine. Non vi figura alcuna immagine, fatte salve delle stelline a sinistra delle righe, ragion per cui si è portati a credere che si tratti di una sorta di indice.

    La teoria oggi consolidata è che il manoscritto sia stato creato ad arte come falso nel XVI secolo, per perpetrare una truffa: molto probabilmente il truffatore sarebbe stato l'astrologo mago e falsario inglese Edward Kelley aiutato dal brillante filosofo John Dee e la vittima sarebbe stata Rodolfo II.

    Il manoscritto Voynich, del quale non esistono copie, è attualmente conservato presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale, negli Stati Uniti.

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    Fonte Wikimedia

    1° link

    2° link




    ps spero che non era già stata aperta una discussione su questo manoscritto... e soprattutto spero di averlo inserito nella giusta sezione, in caso contrario mi spiace :*bonk:

     
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  9. viverride
     
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    Il manoscritto Voynich non è l'unico testo che riporti un linguaggio misterioso. Ci sono altre lingue del passato che non sono state ancora decifrate, come si può leggere qui:

    http://www.corriere.it/cultura/09_maggio_2...44f02aabc.shtml

    Di queste, l'etrusco e il meroitico, che non hanno nessuna parentela con quelle del ceppo indoeuropeo, potrebbero essere di origine atlantidea.
     
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  10. Il Buio Illuminato
     
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    Ma sul secondo link dice che è possibile aquistarlo, secondo voi in libreria me lo trovano?
     
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  11. cocogordonmoore
     
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    http://www.ditadifulmine.com/2011/02/manos...fermata-la.html

    Il manoscritto di Voynich è uno dei documenti più misteriosi in assoluto, se non il più misterioso della storia. Nessuno sa chi fu a scriverlo, quale linguaggio sia stato utilizzato nel documento, e nemmeno quando fu scritto. O meglio, il "quando" potrebbe essere l'unica risposta che abbiamo sul manoscritto di Voynich, grazie ad una ricerca di Greg Hodgins dell'Università dell'Arizona.

     
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  12. FoxMulder91
     
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    Potrebbe trattarsi di un manoscritto scritto in modo ermetico e insensato da qualche filosofo/alchimista nei secoli scorsi per il solo scopo di farne parlare potenzialmente per sempre, non credete? In quel caso ci sarebbe riuscito.

    A meno che non si tratti di un manoscritto contenente informazioni di carattere segreto ed elitario. In questo caso la soluzione potrebbe essere di assoluto interesse...la precisione e la cura con cui sono state dipinte le piante fa effettivamente pensare; il fatto che noi non siamo in grado di classificarle non vuol certo dire che non siano mai esistite.
     
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  13. LoganGR
     
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    Da rispolverare ! Ho visto un documentario che ne parlava, sembra che siano riusciti a capire che sia un linguaggio crptato, tipico del 17° secolo. Se riesco a trovare qualcosa lo posto
     
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  14.  
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    Ultime notizie dagli studiosi, sembra che il famoso manoscritto sia un codice...

    LINK Repubblica.it

     
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  15. FoxMulder91
     
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    Stavo per postarlo io! Mi vengono in mente tre ipotesi:

    - essendo l'alchimia tornata pienamente in auge nel XV secolo, il manoscritto Voynich (risalente al 1400 circa) ne potrebbe essere una sua testimonianza documentale. In questo caso il linguaggio sarebbe volutamente ermetico e indirizzato ai soli iniziati.

    - il manoscritto Voynich di cui disponiamo oggi è solo una delle moltissime copiature che sono state realizzate nel corso dei secoli (millenni?) del documento originale. Chiunque l'abbia realizzato nel XV secolo puo' aver commesso errori di copiatura, o forse con maggiore probabilità, gli errori possono essersi accumulati nei secoli trascorsi. In questo caso la lingua apparterrebbe a una civiltà oggi estinta e questo spiegherebbe le piante a noi ignote.

    - si tratta di un falso ottimamente realizzato.

    Qualunque sia la verità, rimane un documento decisamente affascinante.
     
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20 replies since 6/1/2005, 20:46   632 views
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