Mystero

Posts written by Ultron1986

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    Manuela Migliaccio, trent'anni, paraplegica dal 2009 per una lesione al midollo spinale, causata da un incidente, è riuscita ieri a camminare per oltre dieci chilometri con l'ausilio di un esoscheletro meccanico.

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    CITAZIONE
    maia,26/10/2010,

    Un altro più "recente" avvistamento dell'Olandese Volante avvenne, a quanto si dice, nel marzo del 1939 sulla spiaggia di Glencairn, in Sudafrica. Il giorno dopo, un giornale locale, riportò la notizia che dozzine di bagnanti avevano osservato la nave e si soffermò sui particolari della visione facendo notare come il vascello avvistato aveva tutte le vele a brandelli e procedeva rapidamente nonostante la completa assenza di venti.

    E' un capitolo della leggenda particolarmente intrigante.

    "Fra i numerosi avvistamenti, quello che coinvolse il pubblico più numeroso si verificò al largo del Sud Africa, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Così lo descrive il volume Nel mondo dell'incredibile (titolo originale: Stranges stories, amazing facts, 1977; traduzione italiana, Milano, Selezione dal Reader's Digest, 1980, p. 374): "La foschia avvolgeva le azzurre acque di False Bay, una stazione balneare di gran moda nell'Africa del Sud. Era una giornata torrida del marzo 1939 [corrispondente nell'emisfero australe, al mese di settembre nell'emisfero boreale], e sulla sabbia bruciata dal sole della spiaggia di Glencairn c'erano una sessantina di bagnanti. D'un tratto, dalla foschia balzò fuori uno strano veliero, sul tipo di quelli che una volta assicuravano il servizio delle Indie orientali, e che non si vedevano ormai da secoli al largo del Capo di Buona Speranza. I bagnanti che notarono la strana apparizione chiamarono gli altri, e ben presto una piccola folla eccitata vociava sulla riva del mare. Secondo quanto un giornale doveva pubblicare il giorno dopo, la nave sembrava diretta verso Muizenberg con tutte le vele gonfie, sebbene non vi fosse un filo d'aria. Il British South Africa Annual del 1939 riferì: "Come pilotato da una forza misteriosa, il veliero proseguì la sua rotta, mentre i bagnanti di Glencairn discutevano animatamente i motivi della direzione del vascello, che sembrava destinato ad andare ad incagliarsi sulle sabbie di Strandfontein. Ma proprio quando l'eccitazione aveva raggiunto il colmo, la misteriosa nave parve dissolversi nell'aria, esattamente com'era comparsa". Nei giorni seguenti si parlò molto della comparsa del "vascello fantasma". Secondo alcuni, i bagnanti di Glencairn avevano avuto un miraggio [A], e la nave misteriosa era, per qualche strano fenomeno di rifrazione della luce, l'immagine di un veliero che stava passando a varie centinaia di miglia di distanza. Ma, come facevano notare quelli che avevano avvistato la nave, la larga, piatta chiglia, l'alta poppa e persino il tipo delle vele erano diversi da quelli di qualsiasi veliero moderno. Si trattava, inequivocabilmente, d'un naviglio mercantile del XVII secolo. Helene Tydell, che si trovava tra la folla dei testimoni, dichiarò: "Dicano quello che vogliono gli scettici, ma quella nave era sicuramente l'Olandese Volante!".

    [A] http://it.wikipedia.org/wiki/Miraggio
    http://it.wikipedia.org/wiki/Fata_morgana_(ottica)

    Fonte: www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=28458

    A pagina 13 si parla, brevemente, dell'episodio: http://books.google.it/books?id=tW3M_wz6pAAC&dq= (inglese).
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    " Thule (o anche, in italiano, Tule) è un'isola divenuta leggendaria citata per la prima volta nei diari di viaggio dell'esploratore greco Pitea (Pytheas), salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. per un'esplorazione dell'Atlantico del Nord. Nei suoi resoconti (screditati da Strabone ma oggi considerati attendibili) si parla di Thule come di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai a circa sei giorni di navigazione dall'attuale Regno Unito.

    Il fascino del racconto di Pitea aveva già suggerito nel II secolo a.C. di inserire l'isola nel quadro di narrazioni fantasiose, come avviene nel romanzo di Antonio Diogene Le incredibili meraviglie al di là di Tule.

    Nella Geografia di Claudio Tolomeo, Thule è tuttavia un'isola della quale si forniscono le coordinate (latitudine e longitudine) delle estremità settentrionale, meridionale, occidentale e orientale, seppur in modo troppo approssimativo perchè si possa darne un'identificazione certa.

    L'identificazione della Thule di Pitea e Tolomeo (non necessariamente coincidenti) è sempre stata problematica e ha dato luogo a diverse ipotesi, anche per la generale inaccuratezza delle coordinate assegnate da Tolomeo a luoghi lontani dall'Impero Romano.

    Vari autori hanno identificato Thule con l'Islanda, la Groenlandia, le isole Shetland, le isole Far Oer o l'isola di Saaremaa. Attualmente la teoria più accreditata è quella che Pitea avesse dato il nome di Thule a un tratto della costa norvegese.


    Nel corso della tarda antichità e nel Medioevo il ricordo della lontana Thule ha generato un resistente mito: quello dell'ultima Thule, come fu per la prima volta definita dal poeta latino Virgilio nel senso di estrema, cioè ultima terra conoscibile, e il cui significato nel corso dei secoli trasla fino a indicare tutte le terre "al di là del mondo conosciuto", come indica l'origine etrusca della parola "tular", confine.

    Il mito, che possiede molte analogie con altri miti, ad esempio con quello dello Shangri-La himalaiano, ha affascinato anche in epoca moderna.

    Esso è stato anche alla base della formazione di gruppi occulti come quello tedesco della Società Thule (Thule Gesellschaft), fondata il 18 agosto 1918, e che identificava in Thule l'origine della saggezza della razza ariana, popolata da giganti con i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle chiara, che un tempo dominavano il mondo, potere successivamente perso per aver consumato relazioni sessuali con membri di altre razze, inferiori, subumane e in parte animali.

    In effetti, nel mito tuleano di una terra abitata da una razza umana sotto certi aspetti "superiore", identificata sovente con il popolo degli Iperborei, organizzata in una società pressochè perfetta, si possono facilmente ritrovare alcune delle basi del concetto - accolto e divulgato dal nazismo -di razza ariana, ovvero superiore a qualsiasi altra e dunque inevitabilmente dominante sul mondo ".

    Fonte: link

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    Edited by Ultron1986 - 18/4/2017, 20:50
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    ziggurat_ur

    Nelle profondità dell'Iraq sono nascosti i segreti del maestoso passato dei Sumeri e dell'umanità

    " Da quando si è cominciato a scavare nel territorio dell'Iraq, gli archeologi hanno scoperto sempre più elementi sull'antica civiltà dei Sumeri, portando numerosi elementi che potrebbero offrire indizi sul passato dell'umanità. Eppure, meno dell'1 per cento è stato finora portato alla luce. Una prossima campagna di scavi potrebbe portare nuovi importanti elementi per aiutare a ricostruire il passato remoto della civiltà umana.

    L'odierno Iraq si trova nel territorio dove tutto è cominciato, nella cosidetta 'culla della civiltà'. Tanto basta per immaginare la ricchezza di storia conservata tra le rovine che non sono state ancora scavate e che potrebbero offrire elementi preziosi sul passato dell'umanità. "Meno dell'1 per cento in Iraq è stato scavato e studiato", rivela il dottor Robert Killick, archeologo britannico che ha lavorato in Iraq per oltre un decennio e poi nel resto della regione per altri due decenni. "Le informazioni principali sulla verità del passato del genere umano sono ancora nascoste sotto il paesaggio dell'Iraq, specialmente nei resti di antiche città, borghi e cascine". "Contrariamente a quanto la gente crede sullo stato attuale dell'Iraq, la maggior parte dei siti antichi non è stato affatto distrutto dalla recente guerra", continua Killick. Ed è proprio per questo che l'archeologo britannico farà tappa in Iraq l'inverno prossimo per dare inizio ad una campagna di scavi composta da un team di archeologi inglesi e iracheni, come rivela The National. La nuova missione riprende un lavoro durato quasi due decenni, interrotto poi a causa della guerra, delle sanzioni internazionali e dalla instabilità politica. Uno dei siti individuati più interessanti è quello di Tell Khaibar, a circa 20 km dall'antica città di Ur, nei pressi di Nassiriya, nell'originale provincia di Thi Qar. E qui, nel sud dell'Iraq, che la civiltà ha avuto inizio più di 5 mila anni fa [A]. Ur è uno dei più importanti siti archeologici dell'Iraq. Si trova nella regione dove i Sumeri hanno vissuto, inaugurando la vita urbana e l'utilizzo della scrittura cuneiforme per far fronte a tutte le esigenze amministrative e pratiche del tempo. Secondo la Bibbia, Ur sarebbe stato anche il luogo di origine di Abramo, il capostipite delle tre religioni del libro, Ebraismo, Cristianesimo e Islam [B]. Dalle ceramiche raccolte in superficie, i ricercatori ritengono che la gente ha vissuto a Thell Khaibar per più di 3 mila anni, dal 5000 al 2000 a.C. Si pensa che la città conobbe un così lungo periodo di prosperità grazie alla sua posizione geografica, vicino a quello che era la riva occidentale del fiume Eufrate. "Abbiamo scelto Tell Khaibar poichè i resti archeologici sembrano intatti e non sono stati manomessi dai saccheggiatori", spiega Killick. "Le immagini satellitari mostrano la presenza di grandi edifici pubblici rettangolari sui due tumuli principali dell'insediamento, forse i palazzi reali ed edifici amministrativi della città. La loro presenza conferma l'importanza di Thell Khaibar nell'antichità". Gli archeologi sperano che il contenuto delle camere interne alle strutture possa spiegare come funzionasse l'edificio, così da aiutare a ricostruire le condizioni economiche e politiche dell'insediamento e la sua area di influenza. "Lo scavo di Thell Khaibar è una boccata d'aria nella ricerca archeologica in Iraq", sottolinea il dottor Lamia Al Gailani, un eminente archeologo iracheno, il quale ha lavorato nel Museo dell'Iraq dal 1960, e di nuovo nel 2003 dopo il saccheggio. "Tra il 1960 e il 1970, l'Iraq era considerato il meglio dagli archeologi, quando scavi e ricerche di grande importanza stavano prendendo vita grazie all'interessamento di molte università internazionali, come la British School of Archaeology, l'Istituto Tedesco e il Centro Culturale Italiano". "Tutte queste attività si sono concluse dopo la prima guerra del Golfo, nel 1991" [C], continua Al Gailani ".

    Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it/2016/04/...-e-dellumanita/

    [A] I libri di scuola iniziano tutti con la civiltà sumera.
    Non si può escludere tuttavia l'esistenza di civiltà precedenti.

    [B] "Questa è la discendenza di Tera. Tera generò Abramo, Naor e Aran; Aran generò Lot. Aran morì in presenza di Tera, suo padre, nel suo paese natale in Ur dei Caldei. Abramo e Naor si presero delle mogli; il nome della moglie d'Abramo era Sarai; e il nome della moglie di di Naor, Milca, che era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca. Sarai era sterile; non aveva figli. Tera prese Abramo, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, cioè figlio di suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie d'Abramo suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan [la Palestina]" (Bibbia, Genesi 11,27-31).

    [C] http://it.wikipedia.org/wiki/Iraq.

    Edited by Francesco Z - 31/5/2016, 16:03
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    CITAZIONE (X-Files 2 @ 9/5/2016, 15:00) 
    Onde e suoni possono creare forme geometriche armoniche,come ben sanno gli esperti di cimatica.Mi sfugge la connessione con il titolo del topic.

    Il video sopra citato si intitola "La matrice geometrica dell'universo": link, link.
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    21/04/2004. "Il favoloso regno del re etrusco Porsenna sta lentamente venendo alla luce sulle colline toscane presso Firenze, secondo un professore universitario italiano. Conosciuta come Chamars, dove il re Lucumone Porsenna regnò nel VI secolo a.C., questa era la capitale della civiltà etrusca che dominò gran parte dell'Italia prima dell'emergere di Roma. Fu da qui che - si dice - Porsenna avrebbe sferrato il suo attacco vincente su Roma, nell'intento di rimettere sul trono l'esiliato Tarquinio il Superbo. Porsenna diede l'assedio alla città, ma accettò un accordo di pace e si ritirò.

    Se confermata, la scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio uno dei popoli più misteriosi d'Europa. Potrebbe persino indicare la posizione della mitica tomba del re etrusco. Plinio il Vecchio racconta che la tomba di Porsenna consisteva in un labirinto di 300 metri quadrati, sormontato da piramidi. Secondo la leggenda, fu ornata con un carro d'oro, 12 cavalli d'oro, una gallina e 5.000 polli d'oro.

    "A parte la leggenda, ritengo che Chamars sia quasi stata trovata. Era la più grande città italiana prima di Roma e rappresenta l'intera civiltà toscana dalle origini al suo declino", ha dichiarato Giuseppe Centauro, professore di restauro urbanistico all'Università di Firenze, che ha lavorato a progetti di restauro a Pompei. Vivendo in una stretta confederazione di città sparse attorno al fiume Po nel nord e alla Campania nel sud, gli Etruschi seppero creare una delle più raffinate civiltà precedenti ai Romani".

    "Non resta letteratura a registrare la loro cultura. Poche tracce del loro linguaggio di radice non-indoeuropea ancora sopravvivono. Solo le tombe riccamente decorate che ci hanno lasciato, ci offrono uno sguardo nel loro mondo. Centauro ritiene che Chamars fosse collocata tra le montagne di Prato ed il Monte Morello di Firenze, in una remota provincia che era una volta usata dalle bande di criminali sardi per nascondere le vittime dei loro rapimenti. L'area ha già svelato, in effetti, alcuni importanti elementi.

    Due secoli fa, gli operai al lavoro per la costruzione di una casa, hanno dissotterrato la scoperta più preziosa che l'area ha prodotto, una statuetta di bronzo di un giovane uomo, databile attorno al 500-480 a.C., che si trova attualmente esposta al British Museum. Più recentemente, nel corso dei lavori di scavo di alcune fondazioni, ci si è imbattuti nei resti di quello che gli archeologi, annunciando la scoperta nelle scorse settimane, hanno definito "una delle città etrusche più complete mai scoperte". Databile al V secolo a.C., l'insediamento fu costruito sulle rive del fiume Bisenzio, poco al di fuori di quelle che Centauro sostiene essere state le mura difensive di Chamars".

    "La città era certamente abbandonata. Un'ipotesi è che fu invasa dalle acque del fiume Bisenzio", spiega Gabriella Poggesi, archeologo in carica per lo scavo. Se interrogata sulla scoperta della città presso il fiume e la possibilità di trovare Chamars, la Poggesi non commenta le ipotesi di Centauro. Centauro e il suo gruppo di esperti hanno esposto dettagliatamente tutte le scoperte nell'area attorno alla città recentemente scoperta. Ritengono che gli insediamenti trovati sino ad ora siano soltanto alcuni dei villaggi satellite all'interno delle mura di Chamars. Il suo gruppo aveva già scoperto le mura di pietra che circondano un'area di sette miglia quadrate. All'interno di quest'area, vi sono varie tombe, estese fondazioni di case, ed un sistema idrico sofisticato di canali e bacini artificiali. Da un lato mura difensive spesse 10 piedi emergono dalla vegetazione per circa 100 iarde. "Le mura sembrano ben preservate. Speriamo di trovare più evidenze di siti abitati, così rare in luoghi che sono stati successivamente abitati".

    In un'area lungo il settore orientale delle mura cittadine, si trova un'area rurale conosciuta come Chiusi, dove Centauro ritiene si trovasse Clusium, un insediamento presso Chamars, che fu attaccato e assediato dal generale romano Silla nell'89 a.C. Se le ipotesi di Centauro fossero corrette, ciò potrebbe confermare lo scritto di Plinio e indicherebbe che la tomba di Porsenna potrà finalmente essere individuata. Plinio il Vecchio scrive che il corpo di Porsenna fu seppellito "sub urbe Clusio", sotto la città di Clusium, "con catene e campane che suonavano quando le muoveva il vento". Ufficiali regionali hanno fino ad ora respinto qualsiasi richiesta di scavare l'area, principalmente occupata da territori di proprietà privata. "Il nostro compito è preservare prima di tutto", ha dichiarato Angelo Bottini, sovrintendente di archeologia della Regione Toscana. "Personalmente non credo alle ipotesi di Centauro. Ma l'archeologia non è una scienza esatta e qui siamo aperti alle proposte. Per esempio non avremmo nessun problema ad autorizzare lo scavo di rispettabili ricercatori di un'università americana", ha dichiarato Bottini.

    Molti esperti contestano che le rovine scoperte da Centauro siano quelle di Chamars, ritenendo che l'antica città fosse invece situata in quella che ora è Chiusi, a sud ovest di Firenze. Centauro, invece, insiste che si sbaglino. "Chamars e Clusium sono state spesso confuse con la moderna Chiusi per via delle somiglianze del loro nome", ha dichiarato. "Questo è il motivo per cui fino ad ora nessuno l'ha mai trovata".

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    "Lo so, rimarrete di sasso, ma il Ciottolo di Makapansgat, Sud Africa, tre milioni di anni fa, è il primo oggetto conosciuto definito di contenuto artistico. Fu trovato nel 1925 accanto ai resti di un Australopithecus [ link ]. Le analisi geologiche posizionano la pietra originaria di una zona piuttosto lontana, e si è avanzata l'ipotesi (Garner) che l'Australopithecus l'abbia ritrovata durante una marcia, notata e poi, accentuata la rassomiglianza con un viso, l'abbia portata con sè fino alla morte. Avrebbe cioè dato a un sasso una valenza estetica e non funzionale. Sul retro del ciottolo c'è una seconda immagine, che assomiglia al volto di un australopiteco. Questo ciottolo a due facce dagli studiosi è ritenuto casuale, ma è stato usato da un australopiteco come se fosse una scultura, e quindi si deve ritenere la prima forma conosciuta di pre-arte, cioè l'uso del trovato fatto prima della fabbricazione di sculture antropomorfe o zoomorfe per riti di culto. Reperita da W.I. EITZMAN nel 1925. Misura forse circa 7 cm di altezza. Provenienza: Makapansgat (Valley of the Northem Province, South Africa). Datazione assoluta: 3.000.000 anni (Dart) e 2,5 - 2,9 milioni anni (Bednarik). Reperto studiato da Raymond Dart, Mary Leakey, Robert G. Bednarik".

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    E se invece si tratta, come alcuni suppongono, di una scultura vera e propria?

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    Edited by Francesco Z - 15/5/2016, 15:31
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    "Gli Emirati Arabi Uniti sono una piccola federazione di monarchie assolute con poco meno di nove milioni e mezzo di abitanti (ufficiali), e un territorio in prevalenza desertico. Già sede del BURJ KHALIFA, il grattacielo più alto del mondo, delle PALM ISLANDS, un complesso di isole artificiali conosciute anche come l'ottava meraviglia del mondo, presto potrebbero aggiungere un altro pezzo alla loro lista di costruzioni da record: una montagna costruita completamente da zero, con l'obiettivo di aumentare la pioggia in una zona estremamente povera di precipitazioni atmosferiche.

    L'unica cosa che manca agli emiri, in effetti, è l'acqua: i consumi idrici della regione sono aumentati circa il 140% negli ultimi decenni, a causa di un'ondata di siccità, cambiamenti nel clima e aumento della popolazione. Per affrontare il problema, il Paese ha deciso di mettere mano al portafogli. Lo scorso anno sono state effettuate infatti oltre 180 operazioni di inseminazione delle nuvole, una tecnica che consiste nello spargere particolari sostanze chimiche all'interno delle nubi per aumentare la probabilità di precipitazioni, e che a detta degli Emirati ha effettivamente aumentato le piogge nella regione. Questa tecnologia non si presta però a un utilizzo frequente e continuato, e non sembra esente da rischi: lo scorso marzo infatti il Paese è stato colpito da potenti nubifragi che hanno creato il panico in una zona non abituata alle piogge intense, e che secondo alcuni esperti potrebbero essere stati provocati proprio dalle operazioni di inseminazione.

    Per questo è stato chiesto alla University Corporation for Atmospheric Research (UCAR) [ link ] americana di sviluppare un piano ambizioso: costruire una montagna artificiale, per cercare di propiziare lo sviluppo naturale di nubi. Le montagne infatti rappresentano una barriera che costringe l'aria calda proveniente dalla pianura a risalire, raffreddarsi e quindi condensarsi, dando luogo a precipitazioni. Questo accade naturalmente in moltissime regioni del mondo, ma realizzarlo artificialmente non è certo cosa facile.

    Per ora, l'UCAR ha ricevuto circa 400mila dollari dagli emirati per effettuare i primi studi di fattibilità del progetto. "Quello che stiamo facendo attualmente è una valutazione degli effetti che avrebbero sul clima diversi tipi di montagne, quanto dovrebbero essere alte e che forma dovrebbero avere le loro pendici", ha raccontato all'Arabianbusiness Roelof Bruintjes, ricercatore UCAR che partecipa al progetto. "Per l'estate dovremmo avere pronto un rapporto per questa prima fase". E a quel punto che succederà? Dipende da quanto alta, e costosa, sarà la montagna da costruire. "Costruire una montagna non è certo semplice", prosegue Bruintjes, "Se il progetto risulterà troppo costoso, logicamente il governo non lo porterà avanti. Ma in ogni caso li aiuterà a capire quali alternative esistono per il futuro. Se invece il progetto riceverà il via libera, nella seconda fase entreranno in gioco le società di costruzioni, che dovranno decidere se e come sia possibile costruire una montagna da zero".

    Fonte: link

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    Edited by Francesco Z - 9/5/2016, 03:15
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    I precedenti: link



    13/2/2016. "Anche se la speranza è l'ultima a morire, a meno di un miracolo sembra proprio che non avremo più notizie del piccolo Philae. L'Esa e il centro di controllo in Germania hanno annunciato in un comunicato e sui social network l'addio praticamente definitivo al lander atterrato a novembre 2014 sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

    "Le probabilità che Philae si rimetta in contatto con il nostro team e con il nostro centro di controllo, sfortunatamente, sono pari a zero", ha dichiarato Stephen Ulamec, project manager di Philae del DLR, l'agenzia spaziale tedesca.

    Il piccolo modulo, dopo aver toccato la superficie della cometa, era rimbalzato a causa di un malfunzionamento di uno degli arpioni che avrebbero dovuto tenerlo 'aggrappato' ed era finito lontano dal luogo di atterraggio designato. Un luogo che purtroppo non gli ha assicurato abbastanza esposizione al Sole per poter caricare le batterie. Così è stato messo in stato di ibernazione.

    Nonostante diversi contatti avvenuti nel corso del 2015, che hanno fatto sperare per il meglio, il silenzio del piccolo modulo dura ormai dal 9 luglio. Ed è stato proprio il DLR a salutare Philae su Twitter, con un "farewell" (addio) che mette probabilmente la parola fine alla missione che ha portato al primo, storico, "accometaggio".

    Rosetta continuerà invece la sua missione in orbita attorno a 67P, scattando immagini per capire dove possa essersi fermato, con precisione, il suo "compagno"
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    Fonte: link

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    Foto della cometa 67P scattate da Rosetta a fine aprile 2016: link

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    Edited by Ultron1986 - 29/6/2016, 15:10
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    CITAZIONE (Hercule Poirot @ 16/2/2016, 12:18) 
    Si parla tanto,in questo periodo,di Oculus Rift [...] Oculus Rift però è realtà virtuale, http://it.wikipedia.org/wiki/Realt%C3%A0_virtuale.

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    "Da qualche tempo stiamo assistendo ad una progressiva convergenza di due dei poli del mondo dell'intrattenimento: il cinema e i videogiochi. Il catalizzatore che fomenta questa convergenza si chiama "immedesimazione": in campo cinematografico le nuove tecnologie permettono di creare opere che portino lo spettatore non più "davanti allo schermo", ma "dentro al film" (è una filastrocca ripetuta miliardi di volte in occasione dell'uscita nelle sale di Avatar), mentre nel campo videludico - che di sua natura offre già una forte componente di interazione - si tendono a creare titoli dalla consistente struttura narrativa, in maniera che il gioco non sia più una semplice attività fine a se stessa ma possa assurgere al rango di "esperienza". Ovviamente l' "immedesimazione" non è solamente il connubio di una storia coinvolgente e di una componente di interazione. Affinchè si possa parlare di vera immedesimazione è necessario che tutti i cinque sensi vengano coinvolti nellì'esperienza di fruizione. Quali saranno pertanto i prossimi passi volti a seguire il traguardo dell'immedesimazione? Nel 1962, antesignano di questa concezione, ovvero del coinvolgimento dell'intera percezione sensoriale in un'esperienza di intrattenimento, fu Morton Helig, a tutti gli effetti il vero padre del concetto di realtà virtuale, con la costruzione di un ingombrante macchinario meccanico chiamato Sensorama. L'aspetto ricorda quello di un cabinato da sala giochi: l'utilizzatore di Sensorama poteva prendere posto dinnanzi ad uno schermo in grado di mostrare immagini stereoscopiche, corredato di meccanismi per la diffusione di aromi e di odori e di altoparlante stereo, canalizzatori d'aria per simulare l'effetto del vento sul volto. L'utente andava ad accomodarsi su un sedile dotato di contrappesi e leve per le sensazioni di ondeggiamento del corpo e appoggiava le mani su un manubrio per la restituzione delle sensazioni tattili. Sensorama, di cui fu prodotto un solo prototipo per via dell'incapacità di trovare qualche finanziatore sufficientemente folle da supportare Helig, dava la possibilità di fruire di cinque brevi spezzoni audio-tattilo-olfatto-visivi in grado di farne apprezzare le potenzialità".

    Fonte: link

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    Arrivano sul mercato le Hololens:

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    Puoi vedere la realtà aumentata, il mondo reale arricchito da elementi virtuali. Il costo però non è indifferente.

    Edited by Francesco Z - 6/5/2016, 11:45
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    "Quando gli unicorni esistevano davvero (più o meno)

    Il mitico e leggendario unicorno ci avrebbe fatto compagnia nelle antiche terre del Kazakistan almeno fino a 29 mila anni fa. L'unicorno in questione non è così mitico e leggendario in realtà, perchè sarebbe esistito davvero, sotto le spoglie del cosiddetto unicorno siberiano (Elasmotherium sibiricum), in realtà un membro della stessa famiglia degli odierni rinoceronti. Alcuni ricercatori della Tomsk State University (Tsu) oggi hanno analizzato i resti fossili di uno di questi unicorni, scoprendo che non si sarebbe estinto 350 mila anni fa come creduto, ma che sarebbe sopravvissuto durante l'affermarsi nelle zone dell'uomo moderno (Homo Sapiens, circa 200 mila anni). La scoperta è raccontata sulle pagine di American Journal of Applied Science. Le analisi di datazione al radiocarbonio compiute dai ricercatori sul teschio di un unicorno siberiano rinvenuto nella zona di Pavlodar hanno infatti dimostrato che l'animale - molto probabilmente un grande maschio - morì circa 29 mila anni fa. La scoperta suggerisce dunque che questi unicorni vissero a lungo, molto più a lungo di quanto stimato finora, muovendosi nei territori che vanno dal fiume Don al Kazakistan. In contemporanea con la presenza dunque di Homo Sapiens nelle stesse regioni, come suggeriscono testimonianze fossili nella Siberia occidentale di 45 mila anni fa. "Molto probabilmente, nel Sud della Siberia occidentale c'era una sorta di rifugio, dove questi rinoceronti si sono preservati a lungo in confronto al resto del loro habitat. Un'altra possibile spiegazione", ha commentato Andrei Shpanski, paleontologo della Tomsk State University, "è che questi animali sarebbero potuti migrare e soffermarsi un po' nelle zone meridionali".

    Fonte: link

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    A dire la verità, l'Elasmotherium assomiglia più a un rinoceronte che a un cavallo.

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    Edited by Francesco Z - 5/4/2016, 11:17
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    "La sera del giorno dopo, il 27 ottobre, il Morane-Saulnier MS-760 Paris I-SNAP su cui stava tornando a Milano da Catania, precipitò nelle campagne di Bascapè (un piccolo paese in provincia di Pavia) mentre durante un violento temporale era in avvicinamento all'aeroporto di Linate. Morirono tutti gli occupanti: Mattei, il pilota Imerio Bertuzzi e lo statunitense William McHale, giornalista della testata "Time-Life", incaricato di scrivere un articolo su Mattei. Secondo alcuni testimoni, il principale dei quali era il contadino Mario Ronchi (che in seguito ritrattò la sua testimonianza), l'aereo sarebbe esploso in volo. Le indagini svolte dall'Aeronautica militare italiana e dalla Procura di Pavia sull'ipotesi di attentato, si chiusero inizalmente con un'archiviazione "perchè il fatto non sussiste". In seguito, nel 1997, il ritrovamento di reperti che potevano ora essere analizzati con nuove tecnologie, fece riaprire le indagini giudiziarie. Queste stavolta si chiusero con l'ammissione che l'aereo "venne dolosamente abbattuto", senza però poterne scoprire nè i mandanti, nè gli esecutori. In particolare, un'analisi metallografica dell'anello d'oro e dell'orologio indossati da Mattei, predisposta dal perito prof. Donato Firrao (professore ordinario di metallurgia e dal 2005 preside della prima facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Torino) dimostrò che gli occupanti dell'aereo furono soggetti a una deflagrazione. Il giudice delle indagini preliminari di Pavia, Fabio Lambertucci, nel 2005 accolse la richiesta di archiviazione della Procura di Pavia, giunta alla certezza che il presidente dell'ENI era norto a causa di un attentato. La richiesta era stata presentata dall'allora sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia. Secondo la Procura di Pavia l'aereo sul quale viaggiava Mattei precipitò a causa di un sabotaggio reso possibile da complicità di esponenti dell'ENI e dei servizi segreti italiani. Ma per la procura non fu possibile raccogliere le prove e trovare i mandanti e per questo motivo richiese l'archiviazione. Sempre secondo la procura, venne inserita una bomba posta dietro al cruscotto dell'apparecchio che si sarebbe attivata durante la fase iniziale di atterraggio, attivata forse dall'accensione delle luci di atterraggio o dall'apertura del carrello o dai flap. Il sostituto procuratore Vincenzo Calia, che aveva riaperto il caso, sulla base delle sue risultanze si spinse ad affermare che "l'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di Stato".

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    Edited by Francesco Z - 2/3/2016, 17:19
  13. .
    CITAZIONE (gigiastrolo @ 29/2/2012, 14:23) 
    Mi ricordo di un vecchio film della Disney sul pirata Barbanera!

    A me invece ricorda l'Isola del Tesoro (Treasure Island, 1833) di R.L. Stevenson.

    "Pregato dal cavalier Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della brigata, di scrivere la storia della nostra avventura all'Isola del Tesoro, con tutti i suoi particolari, nessuno eccettuato, salvo la posizione dell'isola; e ciò perchè una parte del tesoro ancora vi è nascosta, - io prendo la penna nell'anno di grazia 17 ... e mi rifaccio al tempo in cui mio padre gestiva la locanda dell' "Ammiraglio Benbow" e il vecchio uomo di mare dal viso abbronzato e sfregiato da un colpo di sciabola prese alloggio presso di noi. Lo ricordo come fosse ieri, quando entrò con quel suo passo pesante, seguito dalla carriola che portava il baule. Alto, poderoso, bruno, con un codino incatramato che gli ricadeva sopra il suo bisunto abito blu; le mani rugose e ricoperte di cicatrici, con le unghie rotte e orlate di nero; e, attraverso la guancia, il taglio del colpo di sciabola d'un bianco livido e sporco".

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    Forse anche Barbanera seppellì un tesoro da qualche parte.
  14. .
    "Fulcanelli è lo pseudonimo di un autore di libri di alchimia del XX secolo, la cui identità non è mai stata resa nota. Lo pseudonimo utilizzato è formato dall'unione delle parole Vulcano ed Helio, due elementi che rimandano ai fuochi alchemici. Si è supposto potesse trattarsi di Jean Julien Champagne o René Adolphe Schwaller de Lubicz, o Camille Flammarion, o Pierre Dujol o Jules Violle, medico francese. Eugene Canseliet (nato nel 1899) si è sempre dichiarato discepolo di Fulcanelli, che parlò sempre attraverso Canseliet, che a sua volta curò le prefazioni dei suoi libri. Fulcanelli scrisse Il mistero delle cattedrali nel 1926 e Le dimore filosofali nel 1931, che trattano dei simboli alchemici presenti nelle architetture delle antiche cattedrali gotiche, per quanto riguarda il primo volume, e di quelli di altre costruzioni, nel secondo. Canseliet afferma che Fulcanelli scrisse anche un terzo libro, Finis Gloriae Mundi, che fu consegnato al Canseliet per la pubblicazione ma poi ritirato in un secondo tempo. Il titolo di quest'ultimo libro fa riferimento ad un dipinto di Juan de Valdes Leal conservato presso la chiesa della Santa Caritad a Siviglia e denominato proprio Finis Gloriae Mundi. Due sono le versioni di questo misterioso trattato, comunque affatto incompatibili e di dubbia provenienza. Una apparve già nel 1988 sulla "Tourbe des Philosophes" e l'altra affidata a Jacques d'Ares "via internet".

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    Il pittore, disegnatore, tecnico e inventore francese Julien Champagne (1877-1932) è per ora il sospettato numero uno circa le possibili identità di Fulcanelli.

    Il mistero delle cattedrali: link, link, link

    Le dimore filosofali: link

    Finis gloriae mundi: link, link, link

    "Io non sono altro che il prefattore; Champagne è solo il disegnatore; e Fulcanelli è lo pseudonimo di un terzo personaggio che, per rispettare la regola del silenzio, non posso definire altrimenti. Fulcanelli vive ancora" (Eugene Canseliet, 1936).

    "Nicolas Flamel (Pontoise, fl. 1330 - Parigi, 1418) fu uno scrivano pubblico, libraio e alchimista francese. La reputazione di Flamel come alchimista nacque dopo la sua morte, quando venne collegato alla leggenda della pietra filosofale da una serie di opere alchemiche, pubblicate nel XVII secolo e a lui attribuite, ma considerate apocrife. Flamel visse a Parigi nel XIV e XV secolo. Condusse due negozi come scrivano e sposò una vedova di nome Perenelle, più vecchia di lui e dotata di un buon patrimonio, che morì nel 1397. I due avevano diverse proprietà ed effettuavano cospicue donazioni alla Chiesa, comprese le commissioni di diverse sculture. Una delle abitazioni appartenute a Flamel è ancora esistente , al 51 di rue de Montmorency. E' considerata la più antica casa in pietra di Parigi. A Parigi gli è stata dedicata una strada nei pressi del Museo del Louvre, rue Nicolas Flamel, che interseca rue Perenelle, dedicata alla moglie. Nel 1410 Flamel progettò la propria pietra tombale, scolpita con immagini del Cristo, di San Pietro e San Paolo, conservata al Museo Nazionale del Medioevo (nell'Hotel de Cluny) a Parigi. Tale dettaglio sarà oggetto di numerose interpretazioni successive. In questo periodo, Flamel contribuì anche nel restauro del vecchio Cimitero degli Innocenti di Parigi, per la realizzazione di strutture arcate poste sopra le murate, al fine di contenere le ossa dei cadaveri in eccesso. Il suo testamento, datato 22 novembre 1416, indica una certa agiatezza ma non la straordinaria ricchezza vantata nelle leggende alchemiche posteriori. Del resto, al di là dei testi apocrifi, non ci sono altre testimonianze che il Flamel storico abbia effettivamente esercitato l'alchimia, la medicina o la farmacia. Fu sepolto a Parigi, nel 1418, al Museo di Cluny, verso la fine della navata della vecchia Chiesa di Saint-Jacques-de-la-Boucherie. La leggenda sul Flamel alchimista eccelso, che riuscì ad ottenere la pietra filosofale e l'immortalità, è basata in primo luogo su pubblicazioni del XVII secolo. L'opera centrale è Le livre des figures hiéroglyphiques ("Libro delle figure geroglifiche"), pubblicato a Parigi nel 1612 e, come Exposition of the Hieroglyphical Figures, a Londra nel 1624".

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    Edited by Francesco Z - 20/2/2016, 11:13
  15. .
    CITAZIONE
    LINK Corriere.it

    Ricordate?



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    "La meteora di Celjabinsk è un evento che si è verificato nella mattina del 15 febbraio 2013, nella regione a sud degli Urali, in Russia, alle ore 9:13 locali, UTC+6 (3:13 UTC), quando un meteoroide di circa 15 metri di diametro e una massa di 10.000 tonnellate ha colpito l'atmosfera alla velocità di 54.000 km/h, circa 44 volte la velocità del suono, e si è frantumato sopra la città Celjabinsk. Una parte dei frammenti ha colpito il lago Cebarkul, dal quale il 16 ottobre del 2013 è stato ripescato un grosso pezzo di circa 300 kg di peso. Anche se le prime notizie circolate su internet e riprese dai mass media di tutto il mondo riportavano di una pioggia di meteoriti e di cristalli di meteorite che avevano causato il ferimento di centinaia di persone, in realtà non sono caduti meteoriti sui centri abitati. Si è trattato di un fraintendimento legato all'alto numero di feriti per le schegge delle finestre andate in frantumi per l'onda d'urto. L'esplosione, di energia pari a circa 500 chilotoni, ha prodotto un'onda d'urto che ha distrutto 200.000 m2 di finestre (i cui frammenti hanno colpito e ferito oltre 1.000 persone), e causato, probabilmente, il collasso della copertura di una fabbrica di zinco. Essendo il bolide esploso direttamente alcune decine di km sopra la città, si ritiene che nessun grosso frammento sia caduto sopra il centro urbano stesso, data l'enorme velocità orizzontale dell'oggetto al momento della frammentazione. L'Accademia russa delle Scienze ha stimato che il meteoroide, chiamato KEF-2013, avesse una massa di 10.000 tonnellate e che l'esplosione sia avvenuta ad un'altitudine compresa tra i 30 e i 50 km dal suolo. Il meteoroide non era stato individuato dagli apparati radar. Secondo una prima stima dell'Agenzia Spaziale Russa, il meteoroide stava viaggiando a una velocità di 30 km/s. Nonostante questo impatto sia accaduto 15 ore prima dell'avvicinamento dell'asteroide 2012 DA14, gli astronomi hanno concluso che i due eventi non sono da considerarsi correlati. Nell'evento (secondo le prime stime), all'incirca 900-1.000 persone sono rimaste ferite, di cui 2 gravi, principalmente a causa della rottura delle finestre. Costruzioni in sei città nella regione hanno riportato danni a causa dell'esplosione. La frantumazione del meteoroide ha lasciato una scia nel cielo, visibile dalle città di Celjabinsk, Orenburg, Kurgan, Ekaterinburg, Tiumen' e nella parte settentrionale del Kazakistan".

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    Edited by Francesco Z - 19/2/2016, 16:06
143 replies since 29/7/2015
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