Mystero

Posts written by The Old Man

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    © L. Scantamburlo - www.angelismarriti.it
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    Articolo di Luca Scantamburlo.

    Una missione spaziale militare precedette di tre anni la missione Apollo 11, che fu soltanto una messinscena?

    Anni fa (2011) divulgai al pubblico un comunicato stampa inerente l'esistenza del cosiddetto Progetto SoleRosso ("Project RedSun"): un classificato progetto militare di colonizzazione di Marte che sarebbe stato portato a compimento da Stati Uniti d'America ed Unione Sovietica nell'ambito di una cooperazione internazionale, negli anni '70 del secolo scorso, in piena Guerra Fredda e lontano da occhi indiscreti. Cooperazione internazionale a livello scientifico già nota a suo tempo, ma che avrebbe avuto dunque un secondo livello (segretissimo) oltre a quello di dominio pubblico che condusse al noto Apollo Soyuz Test Project del luglio 1975 (pochi sanno che tale test nello Spazio era conosciuto come Apollo 18 in alcuni ambienti NASA). Nell'ultimo messaggio di corrispondenza elettronica (e-mail) che ebbi nell'estate 2010 con il mio privilegiato interlocutore europeo, prima fonte delle mie informazioni, oltre a fornirmi informazioni su tale progetto di esplorazione e conquista spaziale del Pianeta rosso (Marte), mi confermò anche i nomi dell'equipaggio della missione lunare Apollo 19 (ricordo che Apollo 19, stando alle testimonianze da me raccolte e analizzate sin dall'anno 2007, fu una missione riprogrammata dopo la sua cancellazione per motivi di budget, e che divenne una segreta missione "Orange", NASA-DoD (una "Missione Arancione", NASA-Dipartimento della Difesa), sotto l'egida americano-sovietica, e che ebbe un drammatico incidente nello Spazio nel febbraio 1976 nel tentativo di raggiungere la Luna per allunare sul lato nascosto). Il mio interlocutore europeo - con il quale da anni ho perso i contatti - mi confermò anche la presunta identità del Comandante di Apollo 19, da me già nota a causa della ammissione dello stesso protagonista.

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    Tale mia fonte da me denominata "bravoxsierra24", mi espresse anche alcune perplessità sui video diffusi in Rete nel 2007 e 2008 dal discusso individuo chiamato "retiredafb". Video e documenti in relazione alla missione Apollo 20 dell'agosto 1976 (poiché alcuni filmati erano stati, a suo dire, "pesantemente manipolati digitalmente"), ma mi confermò che le due missioni spaziali Apollo 19 e 20 erano avvenute realmente e segretamente nel febbraio ed agosto 1976. Egli mi diede anche ulteriori informazioni sulle già note e precedenti missioni Apollo della NASA, dando ragione ai sospetti già espressi da molti ricercatori e giornalisti di tutto il mondo (ricordo fra i più noti William "Bill" Kaysing attivo nei decenni precedenti - autore di Non siamo mai andati sulla Luna. Una beffa da 30 miliardi di dollari, Cult Media Net edizioni, 1997, traduzione di We Never Went to the Moon, sulla edizione USA 1987, ma pubblicato per la prima volta in USA nel 1976 - e più recentemente con le interviste ed indagini condotte dall'incalzante ed arrembante Bart Sibrel). Il mio interlocutore europeo definì la prima storica missione lunare come "la grande farsa dell'Apollo 11", a suo dire portata a termine con grande maestria da un "gruppo di scienziati, astronauti e strateghi militari" (questo, commentai io già allora, non implica necessariamente che gli Americani non abbiano messo piede sulla Luna in tempi e luoghi diversi da quelli dichiarati). Alcuni cenni da egli fatti alla sua vita lavorativa sembrarono indicare un trascorso di uomo in divisa, con le stellette, al servizio del Ministero della Difesa di uno Stato europeo (che omisi per limitare al massimo i dettagli sulla sua identità).

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    L'interlocutore della Rete chiamato "moonwalker1966delta" (Youtube, Google) con cui io rimasi in contatto per alcuni anni, dal 12 maggio 2008 fino al 30 luglio 2012 - poi ridenominato "John Moonwalker" nella comunità di YouTube e dichiarato Comandante di Apollo 19, ed ex astronauta dei Programmi Gemini ed Apollo - mi confermò, da me interpellato in proposito, le straordinarie rivelazioni di questa gola profonda europea che mi passò informazioni sul "Progetto SoleRosso". Anzi, molto stupito che io possessedessi tali informazioni molto riservate, egli volle aggiungere alcune cose sul programma spaziale americano. Decido finalmente di rivelarle al pubblico con il presente comunicato, giudicando che i tempi siano oramai maturi per una migliore comprensione delle zone d'ombra della storia della conquista lunare, e della conquista spaziale avvenuta sotto egida militare, avvenuta parallelamente a quella civile e scientifica. Sottolineo anche che John Moonwalker - alcuni mesi dopo le nostre comunicazioni a proposito delle missioni segrete su Marte - caricò in Rete nel 2012 un filmato in 16 mm che documenterebbe la seconda missione RedSun inviata su Marte (risalente al 1973, ed intitolata "ISV Columbus", cfr. canale YouTube di "John Moonwalker").

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    Decido oggi di uscire allo scoperto con le informazioni di cui sono stato messo al corrente anni addietro anche perché dall'estate 2012 ho perso qualunque contatto con "moonwalker1966delta" / alias "John Moonwalker". Se egli è realmente l'ex astronauta dei Programmi Apollo e Gemini che ha ammesso di essere con me - si avvicina oramai all'ombra del viale dei cipressi per ragioni anagrafiche (essendo più che ottantenne), anche se mi auguro viva ancora anni felici con la sua famiglia ed i suoi amici.
    Si tratta di informazioni che potrebbero davvero mettere a posto numerosi tasselli di un mosaico storico estremamente complesso, che vide a suo tempo interessi geopolitici, economici, militari e di prestigio nazionale ed ideologico, sovrapporsi ed intrecciarsi in un groviglio difficile da dipanare. Vittima più o meno consapevole - come sempre accade in questioni di politica estera e di conflitto bellico "freddo" o "caldo" esso sia - fu ed è ancora oggi la verità storica. Il principale motivo per cui ho ritardato la loro divulgazione è dovuto ad una mia estrema prudenza, in quanto non solo vi ho riflettutto a lungo, ma ho anche atteso di meglio comprendere la validità o meno di altre informazioni di cui sono stato destinatario negli ultimi anni, e fornitemi da altri insider, alcuni dei quali ho anche incontrato di persona e che sembrerebbero - ma solo in parte - confermare il tutto. Alcuni di tali personaggi sono stati mossi da buona fede, altri probabilmente sono invece stati spinti da scopi non meglio identiticati, ma in ogni caso con l'obiettivo di depistarmi e screditarmi. In entrambe le possibilità, è evidente che la storia di Apollo 19 e 20, e del Progetto SoleRosso, ha a che fare con questioni di sicurezza militare, di pagine nascoste della storia dell'astronautica e di scoperte scientifiche rivoluzionarie, rimaste ancora inedite.


    Con questo mio comunicato non voglio esprimere alcun giudizio morale, né accusare di essere menzogneri astronauti e cosmonauti, autorità civili e militari statunitensi e sovietiche, e dunque di aver mentito all'opinione pubblica mondiale. Come si vedrà dalle informazioni che presenterò nel contesto della testimonianza che mi è stata offerta, il quadro che emerge è complesso, e non necessariamente la probabile farsa dell'allunaggio di Apollo 11 fu soltanto una mera e colossale menzogna propinata ai mass media e ad oltre un miliardo di telespettatori degli anni '60 del secolo scorso. Il buon senso suggerisce che difficilmente i Sovietici avrebbero taciuto la cosa: evidentemente, un fondo di verità sull'allunaggio del modulo lunare Eagle, nel luglio 1969, doveva esserci. Ed infatti c'è ma in maniera davvero inaspettata, come vedremo.
    Rilascio le seguenti informazioni anche alla luce della mia testimonianza offerta per il documentario video intitolato Packing for Mars (USA, 2015, Producer/Executive Producer Tonia Madenford, info: www.PackingForMarsMovie.com), diretto dal regista canadese Frank Jacob, in cui ho anticipato per sommi capi, e per la prima volta pubblicamente, quanto sto per divulgare.
    Ecco le informazioni che "moonwalker1966delta" mi fornì nel marzo 2011 attraverso i nostri contatti di messaggistica YouTube, e che rivelo in dettaglio qui per la prima volta, usando il condizionale in quanto sono ovviamente necessari altri riscontri, testimonianze e controlli incrociati prima di - eventualmente - avvalorarne il contenuto:
    - il "Programma Spaziale Taurus" ("Taurus Space Program") sarebbe il nome originale del programma spaziale lunare sotto egida militare USA che per primo approdò sulla Luna con un equipaggio umano, e che fu approntato parallelamente a quello ufficiale chiamato Apollo; Taurus fu portato avanti sin dall'anno 1962, e fu coronato con successo nel 1966;
    - il razzo vettore della missione Taurus che avrebbe portato al primo sbarco lunare umano nell'anno 1966, fu un razzo denominato "Apollo D-2", della General Electric; tale razzo vettore diventò successivamente il celebre Saturno V, ma esso era già stato testato 4 volte prima di essere usato nel programma Apollo della NASA;
    - l'allunaggio della missione Taurus del 1966 non avvenne nella cosiddetta "Base Tranquillità" (nel Mare Tranquillitatis, faccia visibile della Luna), ma in un altro sito di allunaggio (ignoro quale sarebbe stato prescelto);
    - le ragioni di tale classificato programma spaziale militare, sarebbero da cercarsi nella "Space Race", la corsa allo Spazio delle due superpotenze USA ed Unione Sovietica: gli Americani erano spaventati da un possibile fallimento in diretta televisiva della missione spaziale Apollo, pertanto avrebbero deciso - con la complicità e con il consenso dei vertici istituzionali governativi - di presentare all'opinione pubblica un colossale inganno mediatico, una farsa, forti anche del fatto che vi sarebbe stato un allunaggio segreto statunitense ben prima che partisse la missione di conquista lunare Apollo 11 (datata, come noto, 16-24 luglio 1969);
    - le immagini televisive di Neil Armstrong e Buzz Aldrin che toccano il suolo lunare il 20 luglio 1969, dopo lo sbarco del modulo LM chiamato Eagle (Aquila) della missione Apollo 11, non sarebbero state immagini di riprese effettuate e trasmesse in diretta, né ritrarrebbero il primo passo sulla Luna, né la discesa dalla scaletta del LM dei due celebri astronauti, ma sarebbero in realtà immagini di registrazioni video del reale primo sbarco sulla Luna, avvenuto nel 1966 da parte di 2 astronauti militari statunitensi (sulla cui identità non è mi è stato rivelato nulla), membri del suddetto Programma Taurus;
    - Aldrin ed Armstrong partirono - assieme a Mike Collins - realmente per andare in orbita con Apollo 11, ma non avrebbero raggiunto la Luna e sarebbero rimasti in orbita fornendo comunicazioni radio e video false dalla loro navicella spaziale, e tutto ciò in accordo con i Russi, che furono informati della cosa, stando alla mia fonte;

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    - la mia fonte mi scrisse che esistono numerosi video in Rete che smontano le testimonianze video ed audio di Apollo 11: stando a quanto da egli confidatomi, il 95 % delle foto che attesterebbero la missione Apollo 11 sulla Luna, sarebbero state realizzate in uno studio/set fotografico e cinematografico, e l'audio degli astronauti dalla Luna sarebbe stato pre-registrato;
    - sempre la mia fonte nordamericana e protagonista di Apollo 19 - "moonwalker1966delta", oggi solo "John Moonwalker" - mi confermò nel luglio 2012 quanto già avevo sospettato a riguardo della identità di "retiredafb", rivelandomi il suo nome e cognome autentici (Rutledge è il corretto cognome, mentre il "first name" differisce da quello divulgato in Rete da "retiredafb"), i quali si riferiscono ad un personaggio dalla ricca biografia militare, un veterano di guerra pluridecorato; ciò che non avevo compreso del tutto fu il ruolo giocato dall'individuo "retiredafb" utente di YouTube con cui mi confrontai per alcuni mesi in un serrato scambio di messagi privati; egli sarebbe stato una sorta di attore/impostore, il quale avrebbe recitato in Rete per alcuni anni la parte di un sedicente ex pilota di test di volo ed astronauta dell'USAF, forse in collegamento dall'Africa proprio come asseriva, e ciò facendo avrebbe così deliberatamente allontanato l'attenzione dal personaggio storico di nome Rutledge, residente invece negli USA, ed autentico Comandante della missione Apollo 20. Infatti il 6 luglio 2012 il Comandante di Apollo 19 mi confermò quanto sospettavo: "retiredafb" è stato una specie di attore che vive in Ruanda, e ciò è stato fatto per evitare fughe di informazioni non necessarie, per manipolare le reali informazioni esistenti e celate da decenni, secondo quanto stabilito nel progettare la fuga di informazioni (ignoro chi abbia concertato questa rivelazione di Apollo 19 e 20), mentre l'autentico Rutledge - Com.te di Apollo 20 - vive tuttora negli Stati Uniti D'America, da pensionato.
    Naturalmente quest'ultimo dettaglio e rivelazione spiega anche alcune contraddizioni biografiche, dati fuorvianti, materiale video sospetto e contaminato con vecchie riprese di altre missioni, e gli aspetti linguistici sgrammaticati e non coerenti con un madrelingua angloamericano, tutte caratteristiche di "retiredafb" che dall'aprile 2007 sono state palesi a tutti, screditandolo sin da subito agli occhi della opinione pubblica.

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    Tornando invece alla presunta prima conquista lunare (programma spaziale "Taurus"), questi sono aspetti di contro-informazione difficili da digerire, che potrebbero essere liquidati come frutti di un complottismo di bassa lega. Ad esempio, rilevo come l'informazione secondo cui i 2 astronauti militari del Programma Taurus non allunarono nel Mare Tranquillitatis ma altrove, è in contraddizione non solo con la storia ufficiale, ma anche con le evidenze fotografiche prodotte nell'anno 2009 dalla sonda statunitense della NASA chiamata Lunar Reconnaissance Orbiter, in breve LRO, ed in orbita attorno alla Luna. Infatti La Lunar Reconnaissance Orbiter Camera fotografò con una risoluzione di 4 piedi per pixel proprio i siti di allunaggio delle missioni Apollo, e fra questi anche quello di Apollo 11 (luglio 2009), foto in cui è chiaramente visibile un oggetto metallico, abbandonato sulla superficie lunare, simile ad uno stadio di discesa del LM, e coerente con l'abbandono dello stesso alla partenza degli astronauti per fare rientro sulla Terra. Potrebbe darsi che - ammesso e non concesso che sia possibile - solo in un secondo momento qualcuno abbia deliberatamente lasciato cadere o schiantare sulla superficie lunare ammassi di metallo simili agli stadi di discesa dei moduli lunari impiegati nelle missioni Apollo fra il 1969 ed il 1972, e lì rimasti dopo il decollo degli stadi ascensionali del LM? Il tutto allo scopo di dare sostanza alla versione ufficiale della storia astronautica?

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    Nondimeno chiunque voglia esercitare il libero pensiero ed una critica onesta, non potrà esimersi dal riconoscere che una tale ricostruzione storica alternativa a quella ufficiale - per quanto difficile da accettare per ora senza altri riscontri, testimonianze e prove documentali - è in grado di mettere d'accordo sia chi afferma che siamo stati sulla Luna nei termini e nei tempi raccontati dalla NASA, sia chi contesta questa verità storica ufficiale, affermando che le missioni spaziali, ed in particolare la Apollo 11, non siano mai avvenute realmente con uno sbarco lunare. Tutto ciò spiegherebbe anche la strana uscita di scena di Aldrin ed Armstrong, i principali protagonisti dell'allunaggio di Apollo 11, i quali dopo pochi anni si ritirarono a vita quasi privata, concedendo raramente interviste, ed affrontarono sul piano personale numerosi problemi (in particolare Buzz Aldrin, alle prese con depressione ed alcolismo, poi fortunatamente risolti).
    Il fatto che esista del materiale fotografico della NASA dubbio, non significa però che gli astronauti USA non siano sbarcati sulla Luna in tempi e luoghi diversi rispetto alla versione ufficiale (come molti ricercatori da anni sospettano). Come già da me sottolineato in passato, ritengo - viste le conferme indirette raccolte - che tale controversa testimonianza del Programma Spaziale Taurus sia degna di essere presentata al pubblico, e sia nel supremo interesse dell'opinione pubblica mondiale conoscerla, anche qualora vi siano soltanto alcuni fondamenti di verità. Per quanto sconcertante, non penso che essa possa mettere a repentaglio delle vite, né la sicurezza nazionale di alcun Stato coinvolto, essendo oramai trascorsi più di quarant'anni dai fatti di allora.
    Naturalmente per salvaguardare le mie fonti, mantengo ancora il riserbo sia sul presunto Comandante di Apollo 20 (l'autentico Rutledge, non l'attore "retiredafb", che comunque è venuto in contatto con materiale ed informazioni che sembrano classificate ai massimi livelli), sia sul presunto Comandante di Apollo 19 (il quale ha già comunque fornito al pubblico più attento e preparato nell'ambito della storia dell'astronautica, sufficienti indizi ed elementi per comprendere di chi si tratti); mantengo anche riserbo - sempre per motivi legati alla deontologia ed alla protezione della fonte - sull'individuo europeo da me chiamato "bravoxsierra24".
    Le parole del Comandante di Apollo 19 ("moonwalker1966delta") da me lette per il già menzionato documentario video di Frank Jacob (Packing for Mars, USA, 2015), ben esprimono i sentimenti ed i pensieri di un tale complesso quadro storico, soprattutto dei protagonisti di allora:
    "There was a time when the persons who deserves the highest honors remained hidden to serve their country while the persons who were just actors got the best and high honors. We cant' blame'em obviously, that was their duty"
    "moonwalker1966delta", Apollo 19 CMDR,
    Messaggio YouTube a Luca Scantamburlo, 24 gennaio 2009
    Questo mi fu anticipato da "moonwalker1966delta" addirittura il 24 gennaio 2009 (e già allora intuii qualcosa di importante, in relazione al primo sbarco sulla Luna), e confermato in dettaglio soltanto nell'anno 2011, nel corso dei nostri contatti di messaggistica di YouTube. Il Comandante di Apollo 19 mi confidò allora che questa potrebbe essere un'altra grande rivelazione per "everyone who deserves to know the truth".
    Per quanto riguarda il presunto ruolo della General Electric nella costruzione del razzo vettore che avrebbe portato astronauti militari sulla Luna già nel 1966, in gran segreto, faccio notare che nella letteratura dedicata alla missilistica ed all'astronautica, la General Electric è menzionata più volte: ad esempio fu una delle prime aziende dell'industria aerospaziale coinvolte nei progetti della corsa allo Spazio e nei programmi missilistici della Difesa americana: alla fine degli anni'50 viene citata come la società incaricata della costruzione degli ordigni di propulsione del primo satellite artificiale americano (cfr. pag. 269, Missili e satelliti. prime tappe dell'astronautica, di C. Mennella, Sansoni, Firenze, I edizione novembre 1957, III edizione aggiornata, febbraio 1962). La farsa dell'Apollo 11 - narrata con una rappresentazione mediatica che avrebbe mescolato immagini autentiche (Programma Taurus, 1966) con immagini provenienti da un set cinematografico - si ricollega coerentemente con la "Simulazione Progetto Apollo", l'ASP (l'Apollo Simulation Project, NASA-DIA) di cui parlò Bill Kaysing nel suo libro. A mio avviso, mentre io non ho dubbi che gli equipaggi delle missioni Apollo 12, 14, 15, 16 e 17 raggiunsero la superficie lunare e vi misero piede - sebbene esistano delle mie riserve sui reali obiettivi di tali missioni e su quanto realmente fotografarono e filmarono - credo che la storia di Apollo 11 come una sofisticata messinscena recitata e trasmessa in mondovisione, sia una ipotesi più che plausibile.

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    Questa verità storica alternativa a quella ufficiale, potrebbe ben spiegare le enigmatiche parole pronunciate pubblicamente nell'anno 1994 dal Neil Armstrong (già astronauta con Gemini 8, prima di Apollo 11), durante una cerimonia commemorativa nel venticinquesimo anniversario dell'allunaggio di Apollo 11:
    "[...] There are great ideas undiscovered, breakthroughs available to those who can remove one of the truth's protective layers"
    Neil Armstrong
    USA, 1994, NBC News, archivi video
    A cosa ed a chi si riferiva Neil Armstrong quando parlava di "grandi idee non scoperte", e di clamorose scoperte disponibili a "coloro che sono capaci di rimuovere uno degli strati protettivi della verità"? Nella mia opinione le sue criptiche affermazioni, evidentemente nascevano da un obbligo morale che provava nell'intimo, e da un peso che si portava sulla coscienza da troppo tempo: in quanto uomo fedele ai giuramenti prestati ed alla bandiera sotto la quale aveva servito, era tuttavia consapevole che qualche importante verità storica veniva celata ingiustamente al pubblico, ed egli si sentiva pertanto in dovere di dare qualche indizio senza rompere il suo giuramento di segretezza. Forse proprio perché ne era stato diretto protagonista? I cittadini - specialmente statunitensi ma non solo essi - potranno se lo vorranno, rivolgere delle richieste formali tramite il FOIA americano (formulando una "FOIA request", cfr. Legge "Freedom of Information Act") alle agenzie federali ed agli enti governativi più opportuni, cercando informazioni su questi presunti programmi spaziali classificati del Dipartimento della Difesa USA: "Taurus Space Program" e "Project RedSun", rispettivamente aventi come obiettivo la Luna e Marte. Naturalmente io non garantisco che trovino qualcosa, né che vi sia qualcosa di interessante e che corrobori le sconcertanti rivelazioni da me divulgate; ma se anche un singolo documento cartaceo che confermi i programmi "RedSun" e "Taurus" - seppur censurato, magari al 99 % - dovesse emergere dagli archivi governativi e venisse ufficialmente rilasciato a seguito di formale domanda FOIA, sarebbe già un piccolo traguardo ed una vittoria per stampa libera e per quanti fra il pubblico desiderano conoscere la verità.

    Luca Scantamburlo
    10 aprile 2016
    curatore ed Autore del sito
    www.angelismarriti.it
    saggista freelance membro delle associazioni: Free Lance International Press (Roma, FLIP);
    International Association of Press Photographers (Miami, IAPP), Reporters sans frontières (Parigi)

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    Il centro storico di Edimburgo, capitale della Scozia, offre la visione di innumerevoli monumenti che abbelliscono l'intera città. Alcuni di essi, portano con sé misteri indecifrabili, che ne fanno luoghi interessanti e affascinanti, oltre a generare un po’ di timore. Tra tutti questi posti avvolti dal mistero, il cimitero di Greyfriars Kirkyard spicca fra tutti.
    Il cimitero di Greyfriars, che vuol dire letteralmente “frati grigi”, risale al 1561 adiacente un vecchio ospedale, nel centro storico di Edimburgo. Molte persone importanti sono state sepolte in questo cimitero, come L'ammiraglio Sir Charles Douglas, 1 ° Baronetto, oppure William Smellie, creatore della Encyclopaedia Britannica e molti altri illustri personaggi. Una particolarità che rende il cimitero un luogo inquietante, sono gli adornamenti che decorano i maestosi monumenti tombali al suo interno. Queste decorazioni infatti raffigurano rappresentazioni di morte come: scheletri, teschi od ossa incrociate.

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    Il 28 febbraio 1638, i Covenanters, (che fu un movimento politico e religioso scozzese che intendeva promuovere e divulgare il Presbiterianesimo come una forma di Chiesa il cui governo è promosso dal popolo, in opposizione all'episcopalismo dalla monarchia che intendeva preservare la dottrina presbiteriana come l'unica del paese) si adunarono esattamente all’interno del cimitero di Edimburgo, con lo scopo di affermare il loro Patto Nazionale, per mantenere il loro credo religioso e opporsi all'imposizione del cattolicesimo monarchico.

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    Dopo la sconfitta dei militanti Covenanters a Bothwell Bridge nel 1679, circa 1200 di essi furono imprigionati da Sir George Mackenzie of Rosehaugh, in un campo, nella Covernater Prison, nelle adiacenze del cimitero. Questa prigione fu descritta come un vero e proprio campo di sterminio, dove i detenuti erano rinchiusi in allucinanti condizioni disumane. Proprio per le pessime condizioni in cui versavano i carcerati, il tanfo nauseabondo che proveniva dal carcere, si estendeva in tutta l'area prossima al cimitero.


    Moltissime furono le persone condannate a morte che maledirono lord Mackenzie, celebrando dei veri e propri rituali. Nel carcere I Covenanters erano esposti alle intemperie, torturati e uccisi brutalmente. Spesso i loro poveri resti venivano seppelliti proprio nel cimitero di Greyfriars. Nel 18 ° secolo, parte di questo campo è stato incorporato nel cimitero e l’area divenne nota come la "Prison Covenanters”. Nelle vicinanze sorge anche il Martyrs’ Monument, il monumento che ricorda i caduti per l’affermazione della dottrina presbiteriana in Scozia e sempre all’interno del cimitero si erge la tomba-mausoleo di Sir George Mackenzie, ribattezzato Bluidy Mackenzie, “Mackenzie il Sanguinario”, per la ferocia inaudita. Anch’egli è sepolto qui. E proprio nella sua tomba e nell’area della Prison Covenanters si sono verificati gli episodi più eclatanti di fenomeni paranormali registrati a Greyfriars Kirkyard.

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    Secondo la leggenda, i fatti risalgono agli ultimi decenni del secolo scorso. Il primo accaduto nel cimitero di Edimburgo riguarda un vagabondo che, nel tentativo di derubare la tomba di Mackenzie fu inghiottito dal pavimento ceduto sotto il suo peso. Egli finì con i piedi in un cumulo di ossa. Il disgraziato raccontò di non essere riuscito a liberarsi subito, poiché le ossa lo trattenevano come se fossero alimentate da una forza misteriosa. Qualche tempo dopo una donna, passando da Greyfriars Kirkyard volle guardare dentro il monumento funebre di Mackenzie. Improvvisamente una forza invisibile la bloccò spingendola indietro, quasi come se volesse proteggere la tomba del Sanguinario.

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    In pochi mesi furono più di venti gli attacchi alle persone, e la maggior parte di questi accaddero nelle vicinanze del mausoleo nero. In seguito a ciò Il Comune di Edimburgo fece chiudere le prigioni e il mausoleo. Solo nel 1999, J. Henderson, col permesso del comune di Edimburgo, decise di organizzare alcuni tour all'interno del cimitero di Greyfriars, per poter meglio studiare questi fenomeni paranormali. Furono catalogati oltre quattrocento attacchi, anche riportando danni fisici documentati a persone da parte di entità invisibili, e numerosi fenomeni paranormali come la percezione di punti caldi e punti freddi, rumori nel sottosuolo, ringhia, odori dolciastri, sbalzi emotivi fortissimi, pianto e commozione. Oltre a tutto ciò gli studi condotti da J. Henderson, rilevarono anche suoni misteriosi come urla e grida provenienti dal cimitero. A partire dagli anni 2000 gli strani episodi si sono estesi anche al di fuori del cimitero maledetto, come due incendi, che si sono verificati tra il 2002 ed il 2003, le cui cause ancora oggi rimangono sconosciute.

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    Colin Grant, reverendo esorcista di Edimburgo, fu incaricato nel 2000 ad eseguire un rito per esorcizzare il luogo indemoniato. Egli in seguito affermò che le forze maligne presenti nel luogo erano troppo potenti, e che egli stesso temeva per la propria vita. Qualche tempo dopo il reverendo si senti male è morì misteriosamente. Sul suo cadavere sembra furono rivenuti numerosi segni strani.
    A tutt’oggi sugli eventi del cimitero di Greyfriars Kirkyard non vi sono risposte. Gli eventi funesti e terribili che accaddero nella zona sembra l’abbiano impregnata di collera e odio, cosi che Edimburgo continui a velarci il suo mistero per poter così mantenere intatto il suo incanto.



    Edited by The Old Man - 2/6/2016, 14:19
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    Crederci o non crederci? Al di la del semplice dubbio amletico, che fra l'altro è d'obbligo, nelle nostre mani, intendo come conoscenza reale, non v'è nulla. Solo sbiadite considerazioni raccattate qua e la sul web. Certo è che però, la vicenda desta ancora oggi molte curiosità. Tra i fatti reali che accaddero all'epoca, quando P.Ernetti annunciò la sua fantastica invenzione, non si deve dimenticare che la macchina fu presentata da Padre Ernetti nel 1987, durante il Congresso di Riva del Garda, e c'è da dire, fra l'altro che la stessa, con tutto il filmato, in un’udienza privata, fu mostrata al Presidente della Repubblica dell’epoca: Giovanni Gronchi, al Papa Pio XII e ai membri dell’Accademia Pontificia. Da questo momento in poi tutto cadde nell'oblio e lo stesso Ernetti, dopo un iniziale momento di entusiasmo, a cui si permise di rilasciare anche interviste a vari quotidiani, il Vaticano intervenne, costringendo Ernetti al silenzio assoluto su questa vicenda, in quanto poteva rappresentare un vero e proprio “terremoto” all’interno delle Alte Sfere di potere. Il Padre, obbediente a quanto gli venne imposto, si portò dentro la tomba tutti i segreti legati al fantascientifico strumento.

    Questo è un altro link davvero molto interessante, con particolari ancora inediti. Vi consiglio di leggerlo. LINK

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    Bella domanda. Tu hai qualche idea?
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    La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l'intera umanità: il "cronovisore”, così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell'isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto ventidue anni fa, nel 1994.


    A rivelare la scoperta è un libro "bomba" appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: "Le noveau mystère du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano") del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.
    Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c'erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
    Dall'altra c'erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell'umanità.
    Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti.
    Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l'interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della “macchina del tempo" non si parlò più.


    Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione.
    Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l’argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza.
    Negli anni '60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter¬restre, con una macchina che sa¬rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia¬scuno, ma addi¬rittura la storia.
    La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, "visiva e sonora", poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ''fisionomia" -spiega Ernetti nel saggio "Bibbia, teologia; magia e scienza" del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora.


    Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell'età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava "Thiestes" della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l'intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.
    Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova “sequestrata" in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C'era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all'amico teologo francese.

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    Chi scrive ha conosciuto personalmente padre Ernetti, era un sacerdote dotato di grande carisma e umanità. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai sudi studi sulla prepolifonia, sulla pneumofonia e all’attività di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni. Non mi ha mai parlato della macchina del tempo. Del resto oggi nessuno ne sa più niente e tutta la vicenda ha assunto un aspetto davvero misterioso. Forse il volume di Brune porterà finalmente alla luce la realtà.

    Il Gazzettino del 3 agosto 2002
    Articolo di Daniela Ghio

    Un link interessantissimo da leggere assolutamente: fisicaquantistica.it

    Fonte: contactoparanormal.org
    Fonte: unsurcoenlasombra.com





    Edited by The Old Man - 29/5/2016, 08:09
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    La lama di uno dei due pugnali di raffinata fattura trovati con la mummia di Tutankhamon è stata realizzata con ferro d'origine extraterrestre, ricavato da uno degli innumerevoli meteoriti caduti nel deserto.
    Il pugnale del faraone 'bambino' Tutankhamon è di origine meteoritica, cioè realizzato dalla lavorazione di un meteorite ferroso. A scoprirlo è stato un team di ricercatori internazionali del Politecnico di Milano, Università di Pisa, Museo Egizio del Cairo, C.N.R., Università di Fayoum, Politecnico di Torino, ditta XGLab. Lo studio ha documentato l'origine meteoritica del ferro della lama appartenuta all'antico faraone egizio (XIV secolo B.C.) e risolve una questione lungamente dibattuta tra gli studiosi. Infatti fin dalla scoperta della tomba, nel 1922 dagli inglesi Howard Carter e Lord Carnarvon, per uno dei due pugnali posati sul corpo di Tutankhamon (Tut per i suoi fan) era cominciato un dibattito sulla natura dei materiali. Ma in particolare la natura dei metalli aveva sempre creato contrasti tra gli esperti. Oggi la certezza che la lama del pugnale esposto al Museo Egizio del Cairo sia meteoritica viene dallo studio fatto utilizzando la tecnica della fluorescenza a raggi X, che conferma la composizione di quel ferro in percentuali diverse di nichel e cobalto. Si sottolinea inoltre l'elevata qualità della manifattura della lama, a conferma dell'alto livello raggiunto già all'epoca di Tutankhamon nella lavorazione del ferro. Come riportato nell'articolo pubblicato sulla rivista Meteoritics and Planetary Science, l'analisi chimica non invasiva ha rivelato che "la lama contiene nichel (10 %) e cobalto (0.6%) in concentrazioni tipicamente osservate nelle meteoriti metalliche". Lo studio conferma come "gli antichi egizi attribuissero un grande valore al ferro di origine meteoritica, usandolo per la produzione di oggetti preziosi".

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    Lo Spirito di Nikola Tesla vive! Un genietto tredicenne ha creato un dispositivo di energia libera che costa meno di 15$. Sembra che questo tipo di energia libera potrebbe essere a disposizione di tutti.
    Albert Einstein, Nikola Tesla, e Leonardo da Vinci, tra gli altri, sono diventati l'ispirazione per molti giovani dalle menti brillanti. Max Loughan, tredicenne americano, ispirato da Nikola Tesla, aspira a diventare un giovane inventore che vuole cambiare il mondo. In realtà, Max afferma che da quando era piccolo ha avvertito che il suo scopo nella vita era quello di inventare cose nuove al fine di rendere il mondo un luogo migliore.
    Sembra che la sua invenzione sia quella giusta poiché potrebbe aver creato un dispositivo in grado creare di energia libera che potrebbe cambiare il concetto da cui ricaviamo l'energia.
    Guardando il rivoluzionario dispositivo, non si può notare le somiglianze con famosa bobina di Nikola Tesla. Infatti, il dispositivo creato dal giovane genio opera su alcuni degli stessi principi descritti dal padre dell'elettricità oltre un centinaio anni fa. Ciò che rende il dispositivo appena creato ancora più interessante è il fatto che è estremamente semplice: raccoglie l’energia elettromagnetica dall'atmosfera terrestre e alla la converte in corrente che può essere utilizzata per alimentare direttamente i dispositivi elettrici.
    Per costruirlo Max, ha utilizzato un cucchiaino, un po’ di filo e alcune bobine, spendendo soltanto 14 dollari. Si tratta di una mietitrice elettromagnetica, che è in grado di catturare onde radio dall’etere, ed energia termica e statica trasformandola in energia elettrica. L'energia libera non sembra essere così lontana, vero?
    In un'intervista con KTVN Canale 2, in Ren e Tahoe Nevada, il giovane inventore ha dimostrato e spiegato come funziona il suo dispositivo free energy.

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    Mentre in mostra la sua invenzione, Max usa la corrente prodotta dalla sua macchina per alimentare un set di luci a LED che ha messo intorno al suo fratello.
    Ciò che questo ragazzo ottenuto è impressionante, a dir poco, ma il fatto che Nikola Tesla è riuscito a ispirare i giovani inventori decenni dopo aver creato alcune delle invenzioni più importanti nella storia umana è qualcosa di estremamente eccitante! Abbiamo solo da chiedersi perché ci sia voluto così tanto tempo per le giovani menti brillanti come Max a diventare ispirato da alcuni dei più grandi inventori che sia mai vissuto sulla Terra.


    Ma ciò che è importante in questa storia? Ebbene, i giovani stanno lavorando per la creazione di un futuro migliore e più luminoso, e come 13 anni Max ha dimostrato nella sua dimostrazione, energia libera non è una bufala, è reale, e può diventare alla portata di tutti. Forse un giorno a breve, saranno prese a più ampia scala progetti come questo, cambiando in modo efficace il nostro pianeta, la società, e il futuro utilizzando libera, energia pulita.
    "Il mio vero obiettivo è quello di aiutare. Si tratta di inventare un futuro in cui le persone possono essere felici, in cui possono essere sani e salvi "- Max. Loughan

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    Nel 1977, l'isola brasiliana di Colares e il delta del Rio delle Amazzoni sono stati visitati da oggetti volanti con caratteristiche sconosciute. UFO, alcuni di grandi dimensioni, a forma di disco, a forma di sigaro, sono stati osservati, più o meno luminosi, provenienti generalmente da nord, dal cielo e anche a volte da sott'acqua.
    Avvistamenti di oggetti volanti non identificati non erano diversi da altri casi a livello mondiale, se non fosse per il fatto che gli abitanti terrorizzati del villaggio, dicevano che da queste navi apparivano improvvisamente come dei raggi di luce che indirizzati su di essi, secondo i testimoni, succhiavano sangue o almeno hanno dato quella sensazione. Fu così che questo fenomeno sgradevole fu nominato "chupa-chupa".

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    Il fenomeno è andato avanti a infastidire per molti mesi le persone, seguendoli anche all'interno delle proprie case addirittura la mattina presto, irradiando parti dei loro corpi, causando bruciori o ustioni nelle zone che sono state a contatto con quelle luci. Anche la chiesa del villaggio, non era stata esente da queste manifestazioni, dove la maggior parte degli abitanti si erano rifugiati, credendo che li avrebbero trovato un po' di pace. Molte delle vittime hanno riferito che al contatto delle zone illuminate sulla pelle nuda, si poteva avvertire una sorta di paralisi.
    Una delle persone che hanno vissuto la tragedia è stato il giovane medico brasiliano Wellaide Cecim Carvalho, che si è dedicato a curare i molti pazienti che sono arrivati con ustioni sul collo o al torace.

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    Il Dr. Wellaide ricorda di aver seguito circa 35 o 40 pazienti, anche se le vittime erano oltre 80 su quasi un anno, registrando anche due morti in seguito al fenomeno. Secondo il suo rapporto medico, i pazienti avevano una sensazione di debolezza al punto che gli era difficile camminare. I testimoni avevano anche ustioni con necrosi pochi minuti dopo essere stati attaccati da un UFO, dove invece nel caso di ustioni normali, la necrosi avviene circa 90 ore dopo l'azione.
    Le vittime avevano anche alcune piccole incisioni, con la l’evidenza di cicatrici o piccoli fori di iniezione nelle aree bruciate. Inoltre, le analisi del sangue hanno evidenziato una forte diminuzione degli eritrociti e di emoglobina, vale a dire l'anemia.
    Wellaide ha anche riferito di un avvistamento, un giorno alla metà del pomeriggio, di un oggetto metallico a forma di tronco di cono che ha attraversato il centro della città a bassissima quota, dopo aver attaccato una signora.

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    Secondo il Dott Wellaide, due pazienti sono deceduti perché hanno subito diversi attacchi, anche se poi è stato dichiarato che la morte era dovuta a cause sconosciute.
    Quello che è successo dopo è stato che l'Air Force brasiliana, pressata per la drammatica situazione che si viveva a Colares, è stata costretta ad agire. Così la "Operazione Plato" (disco in portoghese) è iniziata. Un gruppo di militari è stato destinato ad indagare su ciò che stava accadendo dentro e intorno Colares. Tuttavia, l’indagine è iniziata 90 giorni dopo il culmine della tragedia, quando Colares era stata già quasi abbandonata da quasi tutti i suoi abitanti spaventati dai fatti.
    Dal punto di vista ufficiale, nel maggio 2004, cioè 27 anni dopo, un incontro tra diversi alti generali della Forza Aerea Brasiliana hanno coinvolto anche diversi ufologi brasiliani. I militari hanno preso in consegna alcuni file raccolti durante il corso di "Operazione Plato" per la fornitura e l'analisi degli ufologi. Secondo i documenti pubblicati nel 1977 i militari avevano preso le immagini di UFO, hanno intervistato molti testimoni e hanno avuto anche incontri ravvicinati, riuscendo a fare disegni di oggetti e le loro traiettorie.

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    Il Comandante del gruppo di studio era un militare, che inizialmente scettico ha cercato di demistificare l'argomento e spiegare logicamente il tutto come una psicosi collettiva. Tuttavia, il suo parere è stato radicalmente cambiato fino a rendersi conto che qualcosa di grave era accaduto nel sito. Il comandante era il Colonnello Uyrangê Hollanda da Lima. In un'intervista, Hollanda sostenne che i locali spesso hanno aperto il fuoco contro gli UFO. La sua raccomandazione era quella di non rivolgere armi contro questi oggetti di metallo: “Una volta, una forte luce era stata indirizzata su un falegname. L'uomo era di circa 50 o 60 anni. Ha preso il fucile e ha sparato verso il disco volante. Una luce lo circondò, e lui cadde a terra, quasi paralizzato. Per 15 giorni il falegname non poté muoversi. Poteva parlare e ascoltare, ma era paralizzato ".

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    Il colonnello ha dichiarato di aver avuto anche un fugace contatto con uno dei membri dell'equipaggio di un UFO. Nel rapporto, l’alieno scese dalla sua nave e si fermò davanti ai militari. Si misurarono in silenzio negli occhi per un lasso di tempo, per poi tornare a bordo. Hollanda afferma che quando ha fatto il rapporto militare su questo contatto con l'essere umanoide, l’Air Force brasiliana ha secretato il file dell'operazione per avviare un lungo silenzio ufficiale. Le dichiarazioni fatte di Hollanda gli hanno causato un enorme discredito e una dura campagna contro di lui.
    Lo stesso Dr. Wellaide ha riferito di essere stato sotto pressione da parte dei militari:
    "Sono stato costretto dalla Air Force brasiliana a convincere la gente del posto che i raggi luminosi che hanno attaccato i locali non erano altro che allucinazioni collettive e che ciò che avevano visto era mai successo."
    Tempo dopo queste dichiarazioni controverse, il colonnello Hollanda fu trovato impiccato in una stanza della sua casa a Cabo Frio. Molti sospettano che sia stato "messo a tacere", altri sostengono invece che la campagna denigratoria messa in atto contro di lui lo abbia portato a subire una forte depressione, da qui il suicidio. Gli strani eventi dell’isola di Colares, ancora fino ad oggi non trovano spiegazione, a quasi quarant'anni dell’evento. Tuttavia molti dei testimoni sono ancora in vita e ricordano perfettamente i fatti accaduti e in modo chiaro.

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    L’Operazione Piatto


    Dal punto di vista ufficiale, nel maggio 2004, è stato effettuato un incontro tra diversi alti generali della Forza Aerea Brasiliana con diversi ufologi brasiliani guidati da Ademar Gevaerd. I militari hanno preso in consegna di alcuni file raccolti durante il corso dell’"Operazione Piatto”. Secondo i documenti pubblicati nel 1977 i militari brasiliani hanno raccolto immagini di UFO, intervistato testimoni oculari, riuscendo a fare disegni di UFO e le loro traiettorie.

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    Ricercatori


    Tutto il caso è stato inizialmente studiato dal ricercatore brasiliano e filosofo Daniel Rebisso Giese, che ha fatto un rapporto sugli incidenti. Nel 1988, anche lo scienziato francese e ufologo Jacques Valleè si è recato in Brasile per indagare sulle storie di persone che erano state attaccate dagli UFO e sul caso in generale. Vallee ha conversato con diverse persone tra cui il Dr. Wellaide Carvalho. Le sue conclusioni sulle ricerche in Brasile furono che tali incidenti erano insoliti e meritavano uno studio scientifico più accurato. Un altro ricercatore fortemente interessato, oltre al già citato Gevaerd, fu l'americano Bob Pratt.

    Conclusioni


    Il caso di Colares sembra rappresentare una risposta all’l'ipotesi "psicosociale". Di solito, in questi casi, si tende ad allontanare le storie sugli UFO anche se straordinarie e in questo caso i militari hanno cercato di porre un cover-up. In questi eventi del 1977, è abbastanza difficile il verificarsi di una contaminazione dei media tra una popolazione residente isolata del mondo occidentale e inoltre numerose sono le quantità di prove e di danni fisiologici collegabili con le testimonianze a sostenere gli avvistamenti UFO accaduti nella stessa area e nello stesso periodo di tempo. Nel campo dell'ufologia, gli episodi di Colares, dove è predominante un contesto sociale di alta povertà e isolamento dalla società occidentale, e dove si sono verificati danni fisiologici a molte persone, e con l'intervento militare ufficialmente confermato, l'ipotesi “psicosociale” non può essere un solido fattore risolutivo.

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    Traduzione Google da ancient code.com

    La Pietra di Palermo è considerata come un artefatto che ha rivelato molto di governanti predinastici dell'Antico Egitto. Inoltre, la Pietra di Palermo potrebbe anche essere la prova di Antichi Astronautici.
    Anche se l'idea che Antichi Astronautici siano stati già molto tempo fa su questa Terra rimane un argomento controverso, e molte studiosi sono contro questo concetto, alcuni testi antichi, come quello, che si trova scritto sulla pietra di Palermo, potrebbe essere la prova definitiva che abbiamo cercato per tutto questo tempo.
    La Pietra di Palermo, comunemente conosciuta come gli Annali Reali, è una delle fonti più importanti per lo studio della civiltà egizia, e la sua lunga storia sulla Terra.

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    La Pietra ha ottenuto il suo nome dal Museo Archeologico di Palermo in Sicilia, dove è ospitato uno dei più grandi frammenti. Altre parti di questo importante pezzo di storia dell'antico Egitto si trovano nel Museo Egizio del Cairo, e il Museo Petrie di Londra. La non si trova in perfette condizioni dal momento che solo pochi frammenti sono stati recuperati, e molti sono molto danneggiati.
    Mentre la data esatta della creazione della pietra Palermo rimane un mistero per gli studiosi, si ritiene che la data più ampiamente accettata per la sua realizzazione sia intorno al venticinquesimo secolo A.C., dove vengono elencati i Re predinastici dell'antico Egitto, e Faraoni che ha governato l'Egitto nei primi cinque dinastie.

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    La parte più controversa della pietra di Palermo sono i re predinastici, che sono stati etichettati da studiosi tradizionali, come esseri mitologici. Il documento, in scrittura geroglifica, rappresenta il 120 Re predinastici che regnarono prima che la civiltà egizia venisse riconosciuta come tale. È interessante notare che i nomi dei misteriosi Dei e Semidei compaiono anche anche nelle genealogie reali egiziani, governando sulla Terra per centinaia e persino migliaia di anni.
    La pietra di Palermo è stato scritto su basalto nero e si pensa che quando fu completa, abbia avuto due metri di altezza circa. La sua grande importanza, purtroppo, non è stata immediatamente riconosciuta al punto che il pezzo importante della storia una volta fu utilizzato come porta di casa.

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    La pietra di Palermo ha aiutato i ricercatori che sono giunti alla conclusione che gli antichi Egizi abbiano sviluppato una tecnologia superiore per fondere il rame, che in ultima analisi ha permesso loro di creare statue di rame come già nella seconda dinastia. È interessante notare che, documenta anche un momento in cui quaranta antiche navi egizie, durante il regno di Sneferu, portarono pietre preziose da una regione sconosciuta d'Egitto.
    La Pietra di Palermo registra anche la costruzione fo il primo edificio in pietra durante il regno di Neka, che precede la piramide di Djoser.

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    Come si può vedere, ci sono molti testi antichi che descrivono con grande precisione un momento in cui gli esseri, forse fraintesi come Dei, vennero giù dal cielo e governarono umanità. Inoltre, di "Dei" che discesero dal cielo, possono essere trovati in numerose culture antiche in tutto il pianeta.

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    Questo è il motivo per cui molti potrebbero interpretare la pietra di Palermo come uno dei più incredibili e importanti testi antichi, in un eccezionale documento in cui gli esseri ultraterreni hanno governato il pianeta.

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    La scienza non c'entra proprio nulla, e neanche la pseudoscienza. Questi folli criminali che usano le cavie infliggendo loro indicibili sofferenze andrebbero fermati immediatamente e interdetta la possibilità a ripetersi.

    Edited by The Old Man - 21/5/2016, 08:52
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    Abduction, nel senso stretto del termine inglese, vuol dire "rapimento". Nello studio degli UFO, il termine negli ultimi anni è andato ad indicare il rapimento di esseri umani da parte degli alieni.
    Molte persone si rivolgono ad uno psicologo per via di "uno strano sogno ricorrente", o di una fobia riguardo, ad esempio, un certo animale e solo in un secondo tempo, spesso con l’ausilio dell’ipnosi regressiva, si avvicinano alla definizione della loro situazione di "addotti". Se si escludono i casi più eclatanti, infatti - in cui alcune persone vengono destate nel cuore della notte e prelevate a forza, o anche in presenza di testimoni oculari (si pensi al caso Travis Walton) - spesso i soggetti vivono la propria esperienza ignorandola completamente, o intuendola solo alla lontana. Nel corso di una abduction, infatti, di norma una persona non viene "svegliata", ma più semplicemente viene spostato il suo livello di consapevolezza dal sonno ad una veglia semi-onirica. È un po’ come ipnotizzare una persona addormentata, indurla a fare un giro e poi riportarla a letto. Inoltre, secondo molte testimonianze, i rapimenti avverrebbero in uno status in cui si può levitare e attraversare le pareti, accrescendo così la sensazione di "sognare".

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    Le prove scientifiche a sostegno della tesi aliena dei rapimenti non costituiscono una certezza, ma la tendenza più accreditata pare essere quella del disturbo psichiatrico che ove tuttavia, in alcuni casi, si assiste a tutta una serie di prove che potrebbero gettare nuova luce sul fenomeno.
    "Missing Time" (Tempo mancante, o vuoto temporale), amnesie, specialmente di un’ora o più. Il periodo di "missing time" di solito si verifica dopo un avvistamento UFO ed in genere, sotto regressione ipnotica, affiorano ricordi di entità che prelevano il soggetto e lo esaminano fisicamente, cancellando poi il ricordo dell’accaduto dalla sua mente. A dire degli studiosi del settore, però, ci sarebbe una ragionevole spiegazione al cosiddetto “vuoto temporale”, ossia la consapevolezza del rapimento potrebbe in realtà ricondursi ad un vissuto traumatico del soggetto addotto, e ciò comporterebbe la conseguente “rimozione”, acquisendo la forma allucinatoria e dissociativa e quindi compensatoria del “Missing Time”.

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    Non è raro che al ricordo originale venga sostituito un ricordo-schermo ("screen memory"), fatto di immagini realistiche e che costituiscono un evento fittizio e banale a copertura di un certo lasso di tempo mancante, mentre altre volte nella mente del soggetto viene lasciata memoria del vuoto temporale. Fra i "patterns" di "località", le persone in questione vengono prese dall’abitacolo della loro auto (per lo più in posti isolati), dal proprio letto, o finanche in bicicletta o a passeggio. Ne consegue che l’abduction può avvenire ovunque e che non c’è immunità geografica.

    ELEMENTI CARATTERISTICI


    • Paralisi: il soggetto prova la sensazione di essere paralizzato e di giacere su una superficie dura, senza potersi muovere. A volte nell’ambiente si manifestano luci brillanti e si avverte la presenza di altri esseri.
    • Essere spiati: il soggetto sente di essere osservato, da qualcosa di indefinibile.
    • Sogni lucidi: il soggetto vive sogni lucidi, particolarmente intensi e riferisce di essere stato capace di volare e attraversare superfici solide, come le mura di casa.
    • Luci blu: durante il recupero dei ricordi originali, sotto ipnosi, ricorre l’immagine di una diffusa luce blu.
    • Simboli: a volte il soggetto menziona strani simboli, lettere o disegni incomprensibili, che in contatti successivi vengono illustrati dai presunti ET.
    • Esseri non Umani: il soggetto spesso sogna esseri le cui fattezze variano dallo stereotipo del Grigio (alto circa un metro e venti, macrocefalo e grandi occhi ovali neri), a spettrali figure alte e incappucciate, al tipo Nordico, biondo con penetranti occhi azzurri.
    • Insonnia: in particolare concomitanza con le ore centrali della notte, verso le 3.00, è comune l’insonnia. Il soggetto entra in uno stato di tensione, perché nel cedere al sonno teme il ripetersi dell’esperienza. Non di rado appaiono sfere di luce o lampi di luce blu al di là di una finestra o verso il soffitto.
    • Suoni e Ronzii: manifestazioni acustiche di origine ignota, simili ad impulsi, ticchettii o frequenze acutissime, talvolta meccaniche.
    • Richiami: alcuni addotti sentono di doversi recare in luoghi a loro sconosciuti, e spesso ben specifici.
    • Luoghi: il soggetto sogna grandi città di cristallo o di acciaio con edifici di foggia strana, cieli dal colore innaturale, o l’interno di sale dalle pareti metalliche dotate di apparecchiature futuristiche. Frequentemente il soggetto riferisce di essersi trovati di fronte allo schermo di un video o di un computer, in cui "qualcuno proietta" immagini di avvenimenti.
    • Visioni: chiudendo gli occhi nel desiderio di addormentarsi, di colpo si manifestano immagini di alieni di vario genere accanto al letto, o di UFO, che svaniscono riaprendo gli occhi.

    EFFETTI FISICI RISULTANTI DALLE ABDUCTIONS


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    • Cicatrici o segni: si evidenziano soprattutto nella zona della bocca, del naso, dietro o nelle orecchie, sui genitali o sotto il ginocchio e nelle mani.
    • Bruciature inspiegabili: idem.
    • Dolori: frequenti quelli alla schiena o al collo, o ai genitali.
    • Per le donne: gravidanze apparenti (isteriche, secondo la medicina) e sparizione del feto prima del parto.
    • Le fenomenologie sono talvolta accompagnate da sogni vividi in cui la donna viene fatta partorire anzitempo da qualcuno, spesso esseri non umani.
    • Sinusiti croniche: il blocco, o la sensazione di occlusione nasale, sono frequenti, talvolta in associazione ad epistassi (perdite di sangue).

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    • Fobie: in particolare nei confronti degli occhi neri o di creature (anche animali) con occhi neri e grandi, come gufi e foche. Si palesano fobie nei confronti degli ambienti ospedalieri e delle procedure mediche. Tipiche quelle verso gli insetti e alcuni rumori meccanici, nonché disagio di fronte a film o altre rappresentazioni di tipo apocalittico.
    • Emorragie: tipiche quelle nasali e dalle orecchie, e per le donne talvolta in aree genitali.
    • Mal di testa: è un altro sintomo piuttosto frequente, talvolta accompagnato da perdita dell’equilibrio e malumore.
    • Corpi estranei: si manifestano sottocute. Di norma sono duri e sferoidali, e non superano il mezzo centimetro. Ad una analisi medica superficiale possono apparire come inusuali depositi calcarei o comunque litici, mentre una volta estratti rivelano una composizione minerale anomala. Forse si tratta di impianti di origine aliena. Un noto chirurgo americano, Roger Leir, recentemente deceduto ha estratto 25 “impianti”, tutti con caratteristiche e composizione chimica diverse dai materiali conosciuti sulla Terra.

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    In particolare, con la collaborazione con l’ufologo Derrel Sims, esperto in impiantistica aliena, è stato estratto dal corpo di un cittadino americano, tale Tim Cullen, un oggetto inspiegabile impiantato. L’oggetto era dotato di un corpo nucleare metallico, di 4 cm di larghezza e 7 di lunghezza, rivestito da una membrana rosso-marrone e dotata di numerosi recettori collegati alle terminazioni nervose.

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    CONSEGUENZE POST - ABDUCTIONS


    • Potenziamento di facoltà psichiche quali telepatia, preveggenza e l’evidenziarsi della capacità di emettere energia curativa (pranoterapia).
    • Improvvisa tendenza alla protezione ambientale, al vegetarianismo e al rispetto della natura in genere. Spesso ci si associa a cause comunitarie, ispirazioni, credo e tendenze New Age, sviluppando un profondo senso civile.
    La sensazione di avere un compito da portare a termine risulta parte integrante del post-incontro.
    • Intenso interesse negli UFO e fenomeni associati, nonché il desiderio di apprendere argomenti inerenti la scienza, l’astronomia e la magia.
    • Frequentazione di corsi di Yoga, di meditazione o di arti marziali, quasi a cercare una disciplina mediante la quale "allineare" e riequilibrare mente, corpo e spirito.
    • Irresistibile necessità di scoprire di più su se stessi e sul cosmo.
    • Sensazione dell’imminenza di un disastro di dimensioni bibliche, coincidente con la fine del mondo conosciuto e con l’inizio di un mondo nuovo.
    • Problemi nella sfera sessuale, forse derivanti da alcune procedure riproduttive o ispezioni dell’area genitale.
    • Interazione con gli apparecchi elettrici ed elettronici (computers): interferire in qualche modo con le trasmissioni televisive, dare o prendere la scossa, apparecchi elettrici che si spengono o si accendono da soli in presenza del soggetto.
    • Sensazione di essere in parte alieno, o comunque il sentirsi diversi dalla gente comune, con gusti e abitudini inusuali.
    • Forte tendenza antisociale che, unita all’insorgere della passione per la natura, può portare a vivere in campagna o in montagna.
    Nella casistica di Abductions, parecchi eventi hanno suscitato clamore e impressionato la comunità di addetti al settore, sia per l’attendibilità dei racconti, anche dettagliati che per il verificarsi di determinate circostanze, accadute a persone vittime di questi rapimenti. Fra gli innumerevoli citiamo i più importanti:
    I coniugi Hill, Travis Walton, gli italiani Fortunato Zanfretta e Valerio Lonzi, l’Amm. Richard Evelyn Byrd, Linda Cortile Napolitano, Alan Godfrey e molti altri.

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    Filmato storico con interviste del 1978 a Pier Fortunato Zanfretta , rapito per la quarta volta dagli alieni. Parlano anche:
    il suo capo diretto, il tenente Cassibba ed altri suoi colleghi a riguardo dei fatti appena accaduti nel dicembre del 1978, nei dintorni di Torriglia.
    Il filmato, considerato perso per decenni, è stato di recente, casualmente, ritrovato e recuperato tra alcune videocassette destinate al macero, da chi all'epoca lo aveva girato.
    Nel reportage appare anche Piero Zanfretta, ma soprattutto compaiono i colleghi del corpo di vigilanza per cui lavorava, oltre a Carabinieri e ad altri esponenti delle forze dell’ordine che hanno avuto modo di occuparsi del caso e, in particolare, di recuperare il povero Zanfretta disperso e frastornato dopo i fatidici incontri (con entità aliene terrificanti, i famosi Dargos).

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    La leggenda della morte di Paul McCartney



    “Sono vivo e sto bene, e non mi interessa delle voci sulla mia morte. Ma se fossi morto, sarei stato l'ultimo a saperlo.”
    Paul McCartney

    La leggenda della morte di Paul McCartney (talvolta citata come P.I.D., Paul Is Dead), è una delle prime e più note teorie del complotto sul mondo del rock. La leggenda metropolitana cominciò a circolare dal 1969; la tesi era che il bassista dei Beatles fosse deceduto nel 1966 per un incidente stradale, e fosse stato sostituito da un sosia. La leggenda, priva di riscontri oggettivi, secondo i suoi sostenitori troverebbe conferme in presunti messaggi in codice nascosti nel corso degli anni dagli stessi Beatles nelle loro opere.

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    La leggenda


    La notte del 9 novembre 1966 Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles (secondo un'altra versione Paul era uscito frastornato da una festa all'inizio di dicembre del 1965). Salì sulla sua auto per tornare a casa e lungo una strada raccolse una ragazza che faceva l'autostop. La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando di casa perché era incinta e, contro il parere del suo ragazzo, aveva deciso di abortire. Solo lungo una stradina di campagna Rita comprese che la persona al volante era Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventò e distrasse McCartney, che non vide che il semaforo diventava rosso (oltretutto Paul era anche stanco). Pur riuscendo a evitare l'urto con un altro veicolo, l'auto del Beatle uscì di strada e si schiantò contro un albero, prendendo fuoco. Paul, sbalzato fuori dall'abitacolo, sbatté la testa contro l'albero. Sia Paul sia Rita persero la vita (secondo una variante della teoria dell'incidente stradale, Paul rimase decapitato nello schianto contro un camion).
    Ricevuta la notizia, gli altri tre Beatles dovettero decidere che cosa fare. Il loro manager Brian Epstein e John Lennon insistettero per adottare la linea del silenzio: avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, era all'apice del suo successo. Si misero quindi alla ricerca di un sosia. Dopo settimane di ricerche, scelsero William Stuart Campbell, un attore di origini scozzesi che assomigliava a Paul e che acconsentì a sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancor più netta la somiglianza. Secondo altre versioni della leggenda il nome del sostituto sarebbe William Sheppard, un ex poliziotto canadese.
    Da quel momento, i Beatles non si esibirono più dal vivo, sia perché Campbell era più alto di Paul, sia perché occorreva del tempo per insegnargli a imitare i movimenti e la voce di Paul.
    Stando a questa storia, la persona che suona e canta negli album dei Beatles dopo il 1966, che ha composto canzoni di straordinario successo come Back in the U.S.S.R., Lady Madonna, She's Leaving Home, Get Back, Hello Goodbye, Penny Lane, Hey Jude, Blackbird, Helter Skelter, Oh! Darling, Let It Be e The Long and Winding Road, che appare nei film Magical Mystery Tour e Let It Be, nonché l'autore dell'imponente discografia solista di McCartney, sarebbe un impostore, scelto sulla base di una spiccata somiglianza fisica con l'originale.

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    Origini della Leggenda


    Probabilmente la leggenda trae le sue origini da un reale incidente stradale accaduto a McCartney il 26 dicembre 1965, quando cadde dal motorino rompendosi un dente e ferendosi a un labbro. Le conseguenze dell'incidente sono ben visibili infatti nei videoclip delle canzoni Rain e Paperback Writer trasmessi in TV nel giugno '66. Altre fonti collocano l'incidente al 9 novembre 1966 (data classica del PID) quando Paul sarebbe caduto dal motorino, ferendosi lievemente, mentre stava andando da sua cugina in compagnia dell'amico Tara Browne, guidando sotto l'effetto di marijuana. Infine, anche il 7 gennaio 1967 si diffuse la notizia di un altro incidente stradale occorso a McCartney, questa volta in auto, e dall'esito però mortale, ma ben presto il tutto venne smentito sia dall'ufficio stampa dei Beatles sia da un articolo intitolato "False Rumour" apparso sul n. 43 della fanzine The Beatles Book. La sovrapposizione dei diversi incidenti, presunti o reali, sarebbe stata la fonte dalla quale cominciò a germogliare l'intera teoria PID.
    Nel settembre del 1966, Tony Barrow, capo ufficio stampa dei Beatles, cominciò a ricevere sempre più insistentemente telefonate – alcune allusive, altre più esplicite – provenienti da ambienti di Fleet Street (la sede londinese dei più importanti quotidiani inglesi) che indagavano sullo stato di salute di Paul McCartney. Esponenti della stampa britannica chiedevano conto di una strana voce in circolazione secondo cui il Beatle era morto. Barrow si assicurò che Paul fosse vivo e vegeto, richiamò i giornali garantendo le perfette condizioni di salute del musicista e tutto finì lì, almeno per i successivi tre anni.
    La sera del 12 ottobre 1969 il disc jockey Russell Gibb, durante una trasmissione radiofonica sulla rete WKNR di Detroit, raccontò che la sera precedente aveva ricevuto una telefonata nella quale un ascoltatore che si era presentato come "Tom", gli aveva confessato di essere a conoscenza di un clamoroso segreto: Paul McCartney era morto in un incidente stradale alle 5 del mattino di mercoledì 9 novembre 1966. A riprova delle sue affermazioni, il misterioso individuo indicava numerosi indizi presenti nei dischi dei Beatles. Due giorni dopo la trasmissione radiofonica di Gibb, il 14 ottobre 1969, un giornale locale di Detroit pubblicò un articolo firmato dal giornalista Fred Labour intitolato McCartney Dead: New Evidence Brought to Light. Nel suo pezzo Labour introdusse per la prima volta l'ipotesi che il nome del fantomatico sostituto di McCartney fosse tale William Campbell. Nelle prime ore del mattino del 21 ottobre 1969, anche Roby Yonge, un disc jockey della stazione radio WABC di New York, discusse e commentò in diretta le voci sulla morte del Beatle per più di un'ora prima di venire interrotto per limiti di tempo. Circa nello stesso periodo, apparve nelle edicole una rivista dal titolo Paul McCartney Dead: The Great Hoax che apparentemente pareva rinforzare e dare credito ai molti strani elementi che circondavano la faccenda. Pubblicata sull'onda emotiva e sul clamore che la storia aveva suscitato presso il grande pubblico, presentava con dovizia di particolari la presunta storia della morte di Paul.

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    Presto la notizia fece il giro del mondo e i fan, specialmente gli studenti delle università statunitensi, cominciarono a fare a gara fra di loro nello scovare i messaggi nascosti. Tutto il catalogo passato dei dischi del gruppo ricominciò a vendere moltissimo, compresi gli album precedenti il 1966, l'anno della presunta morte di Paul. Particolarmente curioso fu il fatto che anche nei dischi antecedenti la data del presunto decesso, i fan rintracciassero molti indizi e criptici messaggi.
    I sostenitori della teoria adducono come prove numerosi indizi che i tre Beatles superstiti avrebbero disseminato nelle loro opere successive alla tragedia. Anche il motivo per cui questi indizi sarebbero stati forniti è controverso: secondo alcuni lo scopo sarebbe stato quello di far conoscere la verità indirettamente, poco alla volta; secondo altri, si tratta di indizi quasi involontari e forniti in modo inconscio; secondo altri i Beatles avrebbero giocato sulla popolarità del mito, introducendo volontariamente riferimenti allusivi e falsi indizi.

    Fonte: Wikipedia.

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    E' il 19 agosto 1995, l'incontro di boxe tra McNeeley e Tyson al MGM Grand Las Vegas, Paradise, Nevada. Qualcuno filma l'incontro che vedrà vincitore il pugile di colore, ma questo rientrerebbe nella normalità.
    Durante l'incontro, qualcuno tra gli spettatori filma o fa fotografie con quello che sembra essere uno smatphone. Fin qui nulla di strano, se non fosse che nel 1995 gli smartphone non esistevano ancora. Quindi cosa armeggia in mano quello spettatore?
    Ventuno anni fa i cellulari dotati di fotocamera non esistevano. E quello nelle immagini, a prima vista, sembra proprio un moderno smartphone. L'ipotesi più accreditata è che il device nelle mani dello spettatore possa essere una delle primissime fotocamere digitali sul mercato. Per alcuni potrebbe trattarsi - nonostante alcune incongruenze estetiche - della QV-100 della Casio, in commercio proprio a partire dal 1995. Il mistero dei Viaggiatori nel Tempo ha sempre appassionato gli utenti che credono che alcuni individui, provenendo dal futuro, attraverso chissà quale tecnologia, scorrazzino in lungo ed in largo fra le pieghe temporali e alcune volte si manifestano in occasioni eccezionali.
    Per la cronaca, il primo cellulare ad adottare il nome di 'smartphone' stata la Ericsson R380, che è stato rilasciato nel 2000.



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    tilacino



    Fonte: Wikipedia

    Il Tilacino, canide marsupiale


    Il tilacino (Thylacinus cynocephalus Harris, 1808), noto anche coi nomi di lupo marsupiale, tigre della Tasmania o lupo della Tasmania, è un marsupiale carnivoro estinto vissuto in Australia, Tasmania e Nuova Guinea.
    Estintosi durante la prima metà del XX secolo, il tilacino rappresentava l'ultima specie vivente della famiglia Thylacinidae, nonché il marsupiale carnivoro di maggiori dimensioni, e, fino a circa 3500 anni fa (data stimata dell'arrivo del dingo in Australia) anche il predatore oceaniano di maggiori dimensioni in assoluto.
    Il tilacino era un predatore alfa, cioè si poneva all'apice della catena alimentare, non avendo alcun predatore in natura. Dopo la sua estinzione in Australia è sopravvissuto in Tasmania fino agli anni '30, insieme ad altre specie endemiche come il diavolo di Tasmania.
    Pur somigliando in maniera impressionante a un cane, specialmente per quanto concernente la conformazione del cranio, il tilacino in quanto marsupiale era solo molto lontanamente imparentato con questi animali, ai quali rassomigliava per un mirabile fenomeno di convergenza evolutiva: i suoi parenti più prossimi, anch'essi abbastanza distanti filogeneticamente, sono considerati il già citato diavolo orsino e il numbat.
    Probabilmente scomparso in Australia continentale già prima dell'arrivo dei coloni europei, il tilacino sopravviveva però in Tasmania: la caccia spietata (favorita anche dal sistema di taglie sugli animali uccisi) a cui questi animali vennero sottoposti, combinata con l'alterazione dell'habitat e la competizione col dingo furono causa della sua estinzione ufficializzata nel 1936, anno in cui la specie venne dichiarata protetta dal governo australiano.
    Grazie alla presenza di un gran numero di resti ben conservati, il tilacino è però una delle specie candidate per la clonazione.

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    Aspetto


    Come intuibile dal nome comune, il lupo marsupiale somigliava nel suo quarto anteriore ad un grosso cane a pelo corto, con piccole orecchie appuntite: la parte posteriore del corpo si incurvava bruscamente verso il basso, con una coda lunga e spessa che si estendeva dal corpo come quella dei canguri. Questo strano effetto di gibbosità ha fatto sì che molti dei primi europei a vedere questo animale lo abbiano paragonato alle iene piuttosto che ai cani, anche in virtù della colorazione striata.
    Il cranio del tilacino somigliava in maniera impressionante a quello dei canidi e ancor più specificatamente a quello di una volpe, al punto che Richard Dawkins raccontava aneddoticamente che molti studenti di zoologia dell'Università di Oxford venivano regolarmente tratti in inganno e rimandati alla sessione d'esami successiva presentando loro un cranio di tilacino che veniva puntualmente confuso con un cane o viceversa[7]. Tale somiglianza non era dovuta a un'effettiva parentela fra i due animali, anzi viceversa gli antenati dei canidi e dei tilacini avevano cominciato a divergere svariate decine di milioni di anni, quanto piuttosto a un femomeno di convergenza evolutiva, molto facilmente osservabile in un ambiente insulare e isolato com'è l'Australia, secondo il quale specie anche lontane filogeneticamente ma sottoposte a stimoli ambientali simili sviluppano adattamenti simili.
    Comparando attentamente i due cranii emergono alcune differenze che permettono una distinzione agevole:
    l'area frontale del tilacino appare più ampia rispetto a quella dei canidi in generale;
    le arcate zigomatiche dei due animali hanno conformazione differente;
    sul palato duro del tilacino sono presenti due forami (vacuità maxillo-palatine) tipici dei marsupiali e assenti nei canidi;
    la dentizione è piuttosto dissimile, in quanto i tilacini presentano 46 denti, di cui otto incisivi superiori contro i sei dei canidi e mancano di denti carnassiali, tipici dei carnivori placentati. Anche la forma dei molari è differente nei due animali, in quanto quelli del tilacino sono meno specializzati nella triturazione del cibo;
    Il tilacino era in grado di spalancare le proprie fauci fino a oltre 120 gradi, caratteristica unica fra i mammiferi.
    Le zampe posteriori presentavano quattro dita, mentre le zampe anteriori erano munite di cinque dita (quattro poggianti sul terreno e uno laterale, che veniva probabilmente utilizzato dall'animale di trattenere e maneggiare il cibo, similmente a quanto fanno i cani o il diavolo della Tasmania): ciascun dito era munito di robusti artigli non retrattili[10]. La zampa poggiava su un cuscinetto carnoso trilobato, caratteristica questa che (assieme al fatto che le orme erano generalmente poste in due linee quasi parallele) permetteva di distinguere in maniera piuttosto agevole le tracce di tilacino da quelle di altri animali, come cani, volpi o diavoli della Tasmania.
    Un esemplare impagliato nel Museo di storia naturale di Oslo permette di osservare la colorazione dell'animale in vita.
    Il pelo era denso e soffice, lungo circa 15 mm: il colore seguiva le varie tonalità del fulvo, dal crema al bruno scuro, mantenendosi pià chiara sul ventre rispetto al dorso. Sulla parte posteriore del dorso era presente una caratteristica tigratura (da cui l'altro nome comune di "tigre marsupiale" con cui questo animale è conosciuto), ben marcata e nera nei giovani, più sbiadita man mano che l'animale invecchiava: la tigratura dorsale aveva verosimilmente funzione mimetica per l'animale, ma si pensa che potesse anche essere utilizzata dai vari esemplari a fini identificativi[14]. Una leggenda aborigena narra che all'alba dei tempi il tilacino fosse sprovvisto di striature dorsali, ma che se le procurarò nel tentativo di avvertire il Bunyip, il canguro, l'ornitorinco ed il Grande Uccello dell'approssimarsi di un incendio.
    Nei giovani era inoltre presente un pennacchio di peli più lunghi sulla punta della coda, che spariva con l'età adulta.

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    Alimentazione


    Il tilacino era un superpredatore, esclusivamente carnivoro. Il suo stomaco poteva estendersi, per permettere all'animale di mangiare grandi quantità di carne in una sola volta: questo era probabilmente il risultato di un adattamento ai periodi in cui il cibo era scarso o introvabile. Per lo stesso motivo, similmente al diavolo orsino, il tilacino utilizzava probabilmente la grossa coda come deposito di grasso durante i periodi di abbondanza di cibo.
    I primi studi su questo animale riportavano che esso si servisse per cacciare principalmente dell'olfatto: recenti analisi della struttura cerebrale, tuttavia, dimostrerebbero che il bulbo olfattivo non è particolarmente sviluppato nel tilacino, e che quindi l'odorato non avesse un ruolo particolarmente importante nella caccia, mentre l'animale verosimilmente si serviva perlopiù della vista e dell'udito.
    Sebbene il tilacino venga generalmente visto come il corrispettivo marsupiale dei canidi, uno studio recente suggerirebbe che in realtà si trattava perlopiù di un predatore d'attesa come i felidi piuttosto che di un cacciatore attivo: anche le osservazioni condotte in cattività e le testimonianze di cacciatori dell'epoca sembrerebbero suggerire che era compito di alcuni membri del gruppo scegliere una preda e condurla in direzione di un altro individuo in agguato. In questo senso, basandosi sulle presunte modalità di caccia, piuttosto che "lupo marsupiale" sarebbe più appropriato per il tilacino il nome comune di "tigre della Tasmania".
    Nonostante gli studi sugli esemplari conservati forniscano sempre più indizi sulla tipologia di dieta del tilacino, essa rimane oggetto di accesi dibattiti nella comunità scientifica. Fra le prede del tilacino probabilmente figuravano canguri, wallaby, vombati ed altri piccoli vertebrati, fra cui anche rettili e uccelli. Alcuni studiosi hanno suggerito che nel range di possibili prede di questo animale vi fosse anche l'emù della Tasmania: si è addirittura supposto che l'abilità al salto dei tilacini fosse utile a questi animali per azzannare gli emù al collo, e che l'estinzione degli emù della Tasmania attorno alla metà del XIX secolo abbia dato inizio al fatale declino della popolazione di lupi marsupiali.
    Questa famosa foto del 1921 rappresentò la prova che il tilacino era uno spietato cacciatore di pollame, legittimando le persecuzioni a opera dell'uomo: recentemente, però, si è scoperto che si trattava di un esemplare imbalsamato.
    Stime del bestiame ucciso da tilacini (verde) e cani rinselvatichiti (nero) nel distretto rurale di Surrey Hills.
    Fra i coloni europei, invece, il tilacino godeva della triste fama di implacabile predone di pollame e greggi, particolarmente sensibile all'odore del sangue: lo stesso Michael Sharland, illustre naturalista, sosteneva che animali che rifiutavano il cibo, anche vivo, acquistavano immediatamente appetito annusando del sangue. Gli esemplari in cattività accettavano senza problemi una gran varietà di cibi, dal coniglio al wallaby, al pollame, passando per la carne di manzo, pecora e cavallo.
    Uno studio recente ha dimostrato tramite analisi computerizzate che le mascelle del tilacino erano sorprendentemente molto più deboli di quanto ci si aspettasse, al punto che se empiricamente si suppone un animale carnivoro in grado di sopraffare prede più o meno del suo stesso peso, un tilacino adulto del peso di 30 kg difficilmente era in grado di aver ragione di prede più pesanti di 5 kg[21]: per questo motivo, il target di prede papabili per il tilacino si restringeva a piccoli animali come bandicoot e possum (scagionandoli dunque dalle accuse di essere decimatori di pecore), cosa che li rendeva molto suscettibili a cambiamenti ambientali anche minimi oltre a metterli in competizione diretta con altri predatori, come i dasiuri e il diavolo della Tasmania.



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