Il fantasma di Bianca Maria Aloisia, Marchesa di Fosdinovo

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    Il castello Malaspina, o di Fosdinovo, Si trova nel paese di Fosdinovo in provincia di Massa Carrara. È il castello più grande e meglio conservato della Lunigiana, recentemente restaurato. Entro le mura di questo castello, secondo una leggenda, si aggira il fantasma di Bianca Maria Aloisia Fosdinovo, Marchesa Malaspina, morta atrocemente di stenti nei suoi sotterranei. Il castello di Fosdinovo è stato residenza principale del marchese, reggente dell'omonimo feudo, appartenente ad uno dei rami dei Malaspina dello Spino Fiorito, dal XIV al .

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    Secondo la leggenda il nome Malaspina deriva da Alberto, discendente diretto di Oberto, capostipite della nobile ed illustre famiglia degli Obertenghi (945 d.C.). Sull'origine di questo nome vi sono varie teorie e leggende. Una di queste, illustrata in un dipinto conservato in una sala del castello, ne fa risalire l'origine all'anno 540 d.C. quando il giovane nobile Accino Marzio vendicò la morte del padre sorprendendo il re dei Franchi Teodeberto II nel sonno e trafiggendolo alla gola con una spina. Il grido disperato del re “Ah ! mala spina !” dette origine al cognome e, in seguito, al motto di famiglia “SUM MALA SPINA MALIS, SUM BONA SPINA BONIS” “Sono una spina pungente per i cattivi, e una spina che non punge per i buoni”. Il castello è composto, al suo interno da numerose stanze, sontuose e ben arredate, una delle quali è chiamata la camera del trabocchetto con la sottostante camera delle torture. Si racconta che proprio da questa stanza, la marchesa Cristina Pallavicini, donna malvagia e lussuriosa, eliminava i suoi amanti facendoli cadere nella botola situata ai piedi del letto. E proprio i trabocchetti erano una caratteristica del castello.

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    Ne esistevano tre, due nel loggiato che dava sull'orto ed uno nella torre d'angolo. Alla loro base erano infissi affilati coltelli con la punta rivolta verso l'alto, di modo che lo sventurato, una volta caduto dalla botola attivata con una molla, veniva colto immediatamente dalla morte. Oltre a questi tremendi strumenti di tortura, ne esisteva un altro ancor più terribile. Si trattava di un braccio di ferro che sporgeva dal muro della torre, ad esso era applicata una carrucola ed un anello murato in terra, collegati da una corda. Il torturato veniva appeso e lasciato penzoloni sotto gli occhi di tutti, finché non fosse morto. Nella più antica torre di levante, si trova la cosiddetta “camera di Dante”, dove, secondo la tradizione, dormì il Sommo Poeta quando fu ospitato nel castello durante il periodo di esilio. Gli affreschi presenti nel grande salone centrale raffigurano proprio l'antica amicizia di Dante con i Malaspina, ricordata da Giovanni Boccaccio. Venendo alle circostanze sulla presenza eterea della Marchesa Bianca Maria Aloisia, si racconta che ella, figlia di Giacomo Malaspina e di Oliva Grimaldi fosse albina, quindi per questo tenuta nascosta agli occhi di tutti. Tuttavia, il suo stato non le impedì di innamorarsi dello stalliere che vedeva dalla finestra. I genitori, contrari a questo sentimento, che portava alla famiglia, disonore e vergogna, iniziarono ad osteggiare la relazione con vari metodi: di principio diedero dei consigli alla giovane, poi continuarono con delle esortazioni e infine arrivarono addirittura alle minacce pur di troncare la passione tra i due. Nonostante tutti questi sistemi la relazione proseguì imperterrita. La giovane Bianca fu allora rinchiusa con la forza nel convento di S. Croce del Corvo. Ciononostante la sua volontà non fu piegata. Ritornata al castello, il padre la fece segregare in una stanza nei sotterranei del castello, con la sola compagnia di un cane, che rappresentava la fedeltà verso il suo amore e di un cinghiale, che significava ribellione al volere del padre. Dopo anni di stenti rinchiusa in quella “tomba” senza via di uscita, Bianca Maria morì. È per questo che la notte il fantasma di Bianca Maria vaga nel castello per far conoscere a tutti la sua triste e tragica storia. Morirono con lei i suoi compagni di sventura e a riprova di ciò, nel 1980, nel corso di lavori di consolidamento del castello, furono trovati i resti di una giovane figura femminile e di due animali.
    Sul soffitto della sala del trono non è difficile notare una curiosa e particolare macchia che sembra raffigurare una donna insieme ad un cane e ad un cinghiale. Inoltre, si dice che nelle notti di luna piena, vaghi per le sale del castello, una giovane donna dai lunghi e bellissimi capelli sciolti sulle spalle e una tunica bianca.

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    Edited by The Old Man - 18/6/2016, 17:14
     
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