Il Tilacino

Detto anche "Tigre della Tasmania"

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    tilacino



    Fonte: Wikipedia

    Il Tilacino, canide marsupiale


    Il tilacino (Thylacinus cynocephalus Harris, 1808), noto anche coi nomi di lupo marsupiale, tigre della Tasmania o lupo della Tasmania, è un marsupiale carnivoro estinto vissuto in Australia, Tasmania e Nuova Guinea.
    Estintosi durante la prima metà del XX secolo, il tilacino rappresentava l'ultima specie vivente della famiglia Thylacinidae, nonché il marsupiale carnivoro di maggiori dimensioni, e, fino a circa 3500 anni fa (data stimata dell'arrivo del dingo in Australia) anche il predatore oceaniano di maggiori dimensioni in assoluto.
    Il tilacino era un predatore alfa, cioè si poneva all'apice della catena alimentare, non avendo alcun predatore in natura. Dopo la sua estinzione in Australia è sopravvissuto in Tasmania fino agli anni '30, insieme ad altre specie endemiche come il diavolo di Tasmania.
    Pur somigliando in maniera impressionante a un cane, specialmente per quanto concernente la conformazione del cranio, il tilacino in quanto marsupiale era solo molto lontanamente imparentato con questi animali, ai quali rassomigliava per un mirabile fenomeno di convergenza evolutiva: i suoi parenti più prossimi, anch'essi abbastanza distanti filogeneticamente, sono considerati il già citato diavolo orsino e il numbat.
    Probabilmente scomparso in Australia continentale già prima dell'arrivo dei coloni europei, il tilacino sopravviveva però in Tasmania: la caccia spietata (favorita anche dal sistema di taglie sugli animali uccisi) a cui questi animali vennero sottoposti, combinata con l'alterazione dell'habitat e la competizione col dingo furono causa della sua estinzione ufficializzata nel 1936, anno in cui la specie venne dichiarata protetta dal governo australiano.
    Grazie alla presenza di un gran numero di resti ben conservati, il tilacino è però una delle specie candidate per la clonazione.

    Wilf_Batty_last_wild_Thylacine


    Aspetto


    Come intuibile dal nome comune, il lupo marsupiale somigliava nel suo quarto anteriore ad un grosso cane a pelo corto, con piccole orecchie appuntite: la parte posteriore del corpo si incurvava bruscamente verso il basso, con una coda lunga e spessa che si estendeva dal corpo come quella dei canguri. Questo strano effetto di gibbosità ha fatto sì che molti dei primi europei a vedere questo animale lo abbiano paragonato alle iene piuttosto che ai cani, anche in virtù della colorazione striata.
    Il cranio del tilacino somigliava in maniera impressionante a quello dei canidi e ancor più specificatamente a quello di una volpe, al punto che Richard Dawkins raccontava aneddoticamente che molti studenti di zoologia dell'Università di Oxford venivano regolarmente tratti in inganno e rimandati alla sessione d'esami successiva presentando loro un cranio di tilacino che veniva puntualmente confuso con un cane o viceversa[7]. Tale somiglianza non era dovuta a un'effettiva parentela fra i due animali, anzi viceversa gli antenati dei canidi e dei tilacini avevano cominciato a divergere svariate decine di milioni di anni, quanto piuttosto a un femomeno di convergenza evolutiva, molto facilmente osservabile in un ambiente insulare e isolato com'è l'Australia, secondo il quale specie anche lontane filogeneticamente ma sottoposte a stimoli ambientali simili sviluppano adattamenti simili.
    Comparando attentamente i due cranii emergono alcune differenze che permettono una distinzione agevole:
    l'area frontale del tilacino appare più ampia rispetto a quella dei canidi in generale;
    le arcate zigomatiche dei due animali hanno conformazione differente;
    sul palato duro del tilacino sono presenti due forami (vacuità maxillo-palatine) tipici dei marsupiali e assenti nei canidi;
    la dentizione è piuttosto dissimile, in quanto i tilacini presentano 46 denti, di cui otto incisivi superiori contro i sei dei canidi e mancano di denti carnassiali, tipici dei carnivori placentati. Anche la forma dei molari è differente nei due animali, in quanto quelli del tilacino sono meno specializzati nella triturazione del cibo;
    Il tilacino era in grado di spalancare le proprie fauci fino a oltre 120 gradi, caratteristica unica fra i mammiferi.
    Le zampe posteriori presentavano quattro dita, mentre le zampe anteriori erano munite di cinque dita (quattro poggianti sul terreno e uno laterale, che veniva probabilmente utilizzato dall'animale di trattenere e maneggiare il cibo, similmente a quanto fanno i cani o il diavolo della Tasmania): ciascun dito era munito di robusti artigli non retrattili[10]. La zampa poggiava su un cuscinetto carnoso trilobato, caratteristica questa che (assieme al fatto che le orme erano generalmente poste in due linee quasi parallele) permetteva di distinguere in maniera piuttosto agevole le tracce di tilacino da quelle di altri animali, come cani, volpi o diavoli della Tasmania.
    Un esemplare impagliato nel Museo di storia naturale di Oslo permette di osservare la colorazione dell'animale in vita.
    Il pelo era denso e soffice, lungo circa 15 mm: il colore seguiva le varie tonalità del fulvo, dal crema al bruno scuro, mantenendosi pià chiara sul ventre rispetto al dorso. Sulla parte posteriore del dorso era presente una caratteristica tigratura (da cui l'altro nome comune di "tigre marsupiale" con cui questo animale è conosciuto), ben marcata e nera nei giovani, più sbiadita man mano che l'animale invecchiava: la tigratura dorsale aveva verosimilmente funzione mimetica per l'animale, ma si pensa che potesse anche essere utilizzata dai vari esemplari a fini identificativi[14]. Una leggenda aborigena narra che all'alba dei tempi il tilacino fosse sprovvisto di striature dorsali, ma che se le procurarò nel tentativo di avvertire il Bunyip, il canguro, l'ornitorinco ed il Grande Uccello dell'approssimarsi di un incendio.
    Nei giovani era inoltre presente un pennacchio di peli più lunghi sulla punta della coda, che spariva con l'età adulta.

    Bagged_thylacine


    Alimentazione


    Il tilacino era un superpredatore, esclusivamente carnivoro. Il suo stomaco poteva estendersi, per permettere all'animale di mangiare grandi quantità di carne in una sola volta: questo era probabilmente il risultato di un adattamento ai periodi in cui il cibo era scarso o introvabile. Per lo stesso motivo, similmente al diavolo orsino, il tilacino utilizzava probabilmente la grossa coda come deposito di grasso durante i periodi di abbondanza di cibo.
    I primi studi su questo animale riportavano che esso si servisse per cacciare principalmente dell'olfatto: recenti analisi della struttura cerebrale, tuttavia, dimostrerebbero che il bulbo olfattivo non è particolarmente sviluppato nel tilacino, e che quindi l'odorato non avesse un ruolo particolarmente importante nella caccia, mentre l'animale verosimilmente si serviva perlopiù della vista e dell'udito.
    Sebbene il tilacino venga generalmente visto come il corrispettivo marsupiale dei canidi, uno studio recente suggerirebbe che in realtà si trattava perlopiù di un predatore d'attesa come i felidi piuttosto che di un cacciatore attivo: anche le osservazioni condotte in cattività e le testimonianze di cacciatori dell'epoca sembrerebbero suggerire che era compito di alcuni membri del gruppo scegliere una preda e condurla in direzione di un altro individuo in agguato. In questo senso, basandosi sulle presunte modalità di caccia, piuttosto che "lupo marsupiale" sarebbe più appropriato per il tilacino il nome comune di "tigre della Tasmania".
    Nonostante gli studi sugli esemplari conservati forniscano sempre più indizi sulla tipologia di dieta del tilacino, essa rimane oggetto di accesi dibattiti nella comunità scientifica. Fra le prede del tilacino probabilmente figuravano canguri, wallaby, vombati ed altri piccoli vertebrati, fra cui anche rettili e uccelli. Alcuni studiosi hanno suggerito che nel range di possibili prede di questo animale vi fosse anche l'emù della Tasmania: si è addirittura supposto che l'abilità al salto dei tilacini fosse utile a questi animali per azzannare gli emù al collo, e che l'estinzione degli emù della Tasmania attorno alla metà del XIX secolo abbia dato inizio al fatale declino della popolazione di lupi marsupiali.
    Questa famosa foto del 1921 rappresentò la prova che il tilacino era uno spietato cacciatore di pollame, legittimando le persecuzioni a opera dell'uomo: recentemente, però, si è scoperto che si trattava di un esemplare imbalsamato.
    Stime del bestiame ucciso da tilacini (verde) e cani rinselvatichiti (nero) nel distretto rurale di Surrey Hills.
    Fra i coloni europei, invece, il tilacino godeva della triste fama di implacabile predone di pollame e greggi, particolarmente sensibile all'odore del sangue: lo stesso Michael Sharland, illustre naturalista, sosteneva che animali che rifiutavano il cibo, anche vivo, acquistavano immediatamente appetito annusando del sangue. Gli esemplari in cattività accettavano senza problemi una gran varietà di cibi, dal coniglio al wallaby, al pollame, passando per la carne di manzo, pecora e cavallo.
    Uno studio recente ha dimostrato tramite analisi computerizzate che le mascelle del tilacino erano sorprendentemente molto più deboli di quanto ci si aspettasse, al punto che se empiricamente si suppone un animale carnivoro in grado di sopraffare prede più o meno del suo stesso peso, un tilacino adulto del peso di 30 kg difficilmente era in grado di aver ragione di prede più pesanti di 5 kg[21]: per questo motivo, il target di prede papabili per il tilacino si restringeva a piccoli animali come bandicoot e possum (scagionandoli dunque dalle accuse di essere decimatori di pecore), cosa che li rendeva molto suscettibili a cambiamenti ambientali anche minimi oltre a metterli in competizione diretta con altri predatori, come i dasiuri e il diavolo della Tasmania.

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