Stella di Betlemme

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    La stella di Betlemme è quel fenomeno astronomico che, secondo il racconto del Vangelo secondo Matteo (2,1-12.16), guidò i Magi a fare visita a Gesù appena nato.

    La dicitura comunemente più diffusa per indicare la stella di Betlemme è la contraddittoria stella cometa, che accorpa due corpi celesti completamente dissimili tra loro: la stella è di grandi dimensioni, si trova a enormi distanze dal sistema solare e nel firmamento appare fissa e puntuale; la cometa è di piccole dimensioni, si trova all'interno del sistema solare e nel firmamento appare mobile e con una forma e dimensione non puntuale.

    La storicità del racconto è discussa. Storici non-cristiani e alcuni biblisti cristiani lo vedono come un dettaglio di un racconto midrashico di carattere haggadico[1]. Altri biblisti cristiani ne ammettono la veridicità storica. Altri identificano la stella con una triplice[senza fonte] congiunzione di Giove e Saturno verificatasi nel 7 a.C nella costellazione dei Pesci.

    Il dibattito antico sulla natura della stella

    Già nell'antichità le opinioni dei cristiani erano discordi, anche perché le opinioni dei filosofi sulla natura dei corpi celesti erano confuse. Secondo il filosofo ebreo Filone di Alessandria e prima di lui Platone e gli Stoici, le stelle "sono creature viventi, ma di un genere interamente spirituale"[2]. Perfino Aristotele espresse giudizi contraddittori sull'argomento. L'identificazione delle stelle con gli angeli traspare in molti testi biblici o della letteratura giudaica. Perciò diversi padri della chiesa, fra cui Giovanni Crisostomo, non videro alcuna contraddizione nel fatto che una stella, cioè un angelo, scendesse in terra a guidare i Magi sino alla stalla di Gesù, secondo la narrazione popolare e in analogia alla guida data a Israele durante l'Esodo (14,19; 23,20; 32,34; 33,2.

    Una linea di pensiero completamente diversa compare in Origene, che sostenne che dovesse trattarsi di un evento naturale e non miracoloso. San Gerolamo, poi, combatté l'idea che le stelle potessero essere angeli e finalmente nel 553 il secondo concilio di Costantinopoli escluse tassativamente che i pianeti o le stelle potessero avere un'anima.

    La maggior parte degli esegeti antichi, quindi, interpretarono la stella come un fenomeno celeste inanimato, naturale o portentoso, ma senza identificarlo con una cometa. Nell'iconografia cristiana antica, infatti, la stella non è mai rappresentata con la coda. L'esempio più antico è un affresco delle Catacombe di Priscilla (III-IV secolo).

    La comune rappresentazione a forma di cometa e la dicitura "stella cometa" risalgono al fatto che Giotto, impressionato dal passaggio della Cometa di Halley nel 1301, la disegnò appunto come una cometa dalla lunga coda nella Cappella degli Scrovegni a Padova. A partire dal XV secolo il particolare ha avuto una straordinaria fortuna artistica, in particolare nelle rappresentazioni della natività e del presepe.

    La coda risponde al desiderio di rappresentare un oggetto celeste che indichi una direzione, in accordo con la lettura popolare del testo evangelico.

    Testo del Vangelo

    Ecco il testo di Matteo, in cui si riportano anche alcuni termini del testo originale greco:




    « Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (tòn astéra en têi anatolêi) e siamo venuti per adorarlo".
    All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.

    Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele".

    Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".

    Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella (o astér), che avevano visto nel suo sorgere (en têi anatolêi), li precedeva (proêghen autoús), finché (eôs) giunse e si fermò sopra (estáthe epáno) il luogo dove si trovava il bambino.

    Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

    Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

    (...). Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. » (Matteo 2,1-12.16)




    Come si può constatare, il racconto biblico non corrisponde esattamente alla comune tradizione popolare cristiana e contiene, invece, utili dettagli che occorre sottolineare:
    Il testo non specifica quanto tempo dopo la nascita di Gesù fossero arrivati a Betlemme i Magi, né che Gesù e i suoi si trovassero ancora nel ricovero di fortuna (la "stalla") dove aveva avuto luogo il parto. Dal vangelo di Luca sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme almeno 40 giorni, cioè sino alla Presentazione al Tempio. La visita dei Magi e l'immediatamente successiva fuga in Egitto dovrebbero aver avuto luogo dopo questo evento, in contrasto con la tradizione liturgica, che lascia solo dodici giorni fra Natale ed Epifania;
    Non si dice né che i Magi fossero re, né quale fosse il loro numero e il loro nome (si veda la voce Magi per l'origine successiva di queste tradizioni);
    Il termine "magi" indica l'appartenenza a una casta sacerdotale di astrologi zoroastriani, il cui centro più importante era Babilonia. Le parole en têi anatolêi (= "al suo sorgere") possono anche essere tradotte "in Oriente", rafforzando l'indicazione della provenienza dei Magi (a oriente di Gerusalemme c'era Babilonia e più in là la Persia);
    Alternativamente la traduzione di en têi anatolêi come "in oriente" potrebbe indicare che la stella splendeva a est. Dato che più tardi, a Gerusalemme, la stella risulta splendere a sud, questa traduzione favorirebbe l'interpretazione della stella come una cometa[senza fonte];
    Matteo, però, usa il termine "astér", più adatto per una stella che per una cometa;
    Il testo non dice affatto che i Magi siano arrivati a Gerusalemme seguendo la stella, ma soltanto che la vista della stella li indusse a cercare notizie alla corte di Erode sulla nascita di un re dei Giudei;
    Solo grazie ai Magi Erode fu informato della nascita di Gesù. Ciò potrebbe indicare che l'interpretazione dello (o degli) eventuali eventi astrologici non era ovvia per gli astrologi ellenistici, mentre era più chiara per quelli caldei.
    I Magi "provarono una grandissima gioia" perché la posizione della stella corrispondeva proprio alla direzione di Betlemme, non perché fosse ricomparsa dopo un temporaneo occultamento. Il testo non afferma, ma non esclude, che la stella sia rimasta ininterrottamente visibile per tutto il viaggio (come necessario se fosse stata una cometa o una nova);
    La stella splendeva a sud di Gerusalemme (questa, infatti, è la direzione di Betlemme);
    Non si afferma neppure che la stella si sia fermata sopra la capanna (come nei presepi), ma solo che si trovava sopra la località di Betlemme;
    L'indicazione che la stella stava sopra il luogo dove si trovava Gesù può avere molti significati. In testi coevi l'indicazione estáthe epáno è utilizzata per comete la cui coda è diretta verso l'alto[3]. Secondo Mario Codebò, infine, il testo greco è ambiguo e potrebbe essere tradotto in modo completamente diverso da quello solito (inaugurato nella traduzione latina di San Gerolamo). Ad esempio il vangelo di Matteo potrebbe semplicemente dire che l'aurora sorse proprio quando i Magi arrivarono a Betlemme (la stella, quindi, non si fermò ma scomparve per la troppa luce)[4];
    L'uccisione di tutti i bambini di età inferiore ai due anni indica che l'evento o la sequenza di eventi significativi era iniziata ben due anni prima.

    Significato simbolico

    La presenza di una stella alla nascita di Gesù è un simbolo messianico. Il riferimento biblico è la profezia di Balaam su una stella, che sarebbe spuntata da Giacobbe Nm 24,17. Benché la stella sia stata spesso identificata col Re Davide, già prima della nascita di Cristo alcuni ebrei l'avevano identificata col Messia[5]. Nel secondo secolo Origene ed Ireneo di Lione richiamarono questa profezia proprio in relazione alla Stella di Betlemme[6]. L'identificazione messianica è ancora più chiara nella versione dei LXX (quella normalmente utilizzata dagli evangelisti), in cui lo "scettro", che sorge in Israele, è tradotto in greco con "uomo"[7].

    In accordo con la profezia di Balaam, il tema della "luce" compare in molte altre profezie tradizionalmente applicate al Messia, fra cui quella a cui questo passo è maggiormente collegata Is 60,1-6

    Il carattere "nazionalistico" della profezia di Baalam potrebbe essere il motivo per cui la stella non compare nel vangelo di Luca, diretto ai "gentili" e agli ebrei ellenizzati.

    Interpretazione midrashica

    Alcuni biblisti moderni seguono tuttora le tesi di Giovanni Crisostomo sopra delineate, integrandole con il metodo storico-critico di lettura dei testi biblici: la stella di Betlemme, quindi, potrebbe essere una invenzione narrativa appartenente al genere letterario ebraico del midrash[8]. Il narratore avrebbe semplicemente voluto affermare in modo indiretto che Gesù era il Messia annunciato dall'Antico Testamento e avrebbe utilizzato a questo scopo gli stessi elementi simbolici usati dai profeti, senza probabilmente avere né la consapevolezza, né l'intenzione di introdurre elementi soprannaturali, che secoli dopo (ma non ai suoi tempi, come discusso sopra) molti lettori avrebbero considerato inverosimili.

    Tentativi di identificazione astronomica

    Gli indizi astronomici utilizzati per spiegare la narrazione del vangelo di Matteo sono di due tipi: eventi astronomici eccezionali di grande effetto visibile come il passaggio di una cometa o il formarsi di una supernova oppure congiunzioni planetarie di speciale significato astrologico.

    Queste ultime spiegherebbero meglio come i Magi abbiano potuto capire di doversi recare proprio a Gerusalemme, dato che l'orientamento di ogni stella o evento astronomico rispetto ai punti cardinali cambia continuamente per effetto della rotazione terrestre; solo la stella polare resta fissa. Un evento astronomico naturale, quindi, non potrebbe indicare la direzione da Babilonia a Gerusalemme e infatti solo per il brevissimo tratto fra Gerusalemme e Betlemme (8 km) Matteo dice che la stella "precedeva" i Magi, indicando che essa si trovava in direzione sud nell'ora di approssimata durata dell'ultimo tratto di viaggio.

    I due tipi di evento potrebbero anche essere combinati fra loro, assegnando a una congiunzione planetaria il ruolo "informativo" e a una supernova o a una cometa il ruolo "direzionale". Questa ipotesi fu proposta per la prima volta da Keplero[9] e successivamente adottata da diversi autori, anche recenti[10].

    Dato che la morte di Erode è datata perlopiù al 4 a.C., la maggior parte degli studiosi ha esaminato il periodo 8-4 a.C.; alcuni lavori, però, hanno trovato interessanti eventi astronomici anche nel successivo periodo 3-1 a. C., il biennio immediatamente precedente la data tradizionale di nascita di Gesù.

    La stella di Betlemme e la Stella di Davide

    Alcuni ricercatori hanno anche teorizzato che la Stella di David rappresenti la situazione astrale al momento della nascita di David o della sua incoronazione. Recenti ricerche sembrano dimostrare che il ritorno di quella situazione astrale fosse anche il segno nuovamente atteso per la venuta del Messia nonché visto all'epoca dai Magi (astrologi) e - con verifiche astronomiche - attestano che tale segno si è effettivamente realizzato all'avvento di Gesù di Nazareth, proprio nella mezzanotte dell'Annunciazione dell'1 a.C. astronomico (2 a.C. del calendario civile), confermando così la datazione dell'antica tradizione cristiana[11]. In effetti, la Stella di Davide è altresì conosciuta come la Stella del re nei circoli astrologici e fu un simbolo astrologico anche nello Zoroastrismo.

    Eventi astronomici spettacolari

    L'ipotesi di un evento eccezionale è in accordo con la descrizione fornita dal Protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del secondo secolo, secondo cui la Stella era “tanto brillante da far scomparire le altre stelle”. La fonte, tuttavia, non è sufficientemente attendibile da considerare vincolante questo dettaglio[9]. Un evento eccezionale, inoltre, sarebbe stato notato da tutti ed Erode non avrebbe avuto bisogno di chiedere ai Magi la data precisa di inizio dell'evento. L'evento eccezionale, se davvero ebbe luogo, deve essere stato preceduto da altri eventi astronomici, il cui significato era comprensibile solo da astrologi.

    Una cometa

    L'ipotesi che la stella di Betlemme fosse una cometa, o qualcosa di simile, risale a Origene, che non si basa su tradizioni precedenti, ma suppone che si sia trattato di una nuova "stella", cioè di un evento eccezionale, probabilmente allo scopo di non deviare dal rifiuto della pratica astrologica, consueto fra i cristiani[12]. Origene cita il perduto trattato "Sulle comete", scritto dal precettore di Nerone, Cheremone, secondo il quale era prassi accettata che l'apparizione di comete o nuovi astri segnalasse la nascita di importanti personaggi ed era quindi plausibile che i Magi si fossero messi in viaggio al suo apparire.

    È stato proposto che la Stella fosse la cometa di Halley, che fu visibile nel 12 a.C.[13], ma questa data non è compatibile con l'opinione corrente della maggior parte degli storici, che datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C. Non si conosce il passaggio di altre comete nel periodo d'interesse, eccetto forse un evento del 5 a.C., descritto dagli astronomi cinesi come una cometa, ma oggi spesso reinterpretato come una supernova. L'identificazione della Stella con questa cometa è sostenuta, ad esempio, da Colin Humphreys[14], che la utilizza per datare la nascita di Cristo attorno alla Pasqua del 5 a.C.

    Come detto sopra, l'identificazione della "stella" con una cometa diventò opinione comune solo nel XV secolo, un secolo dopo l'opera di Giotto.

    Una Nova

    Alcuni studi, invece, hanno trovato traccia di esplosione di supernove:
    Nel 1977 un gruppo di ricercatori inglesi (Clark, Parkinson e Stephenson[15]) hanno rilevato che gli annali astronomici cinesi registrano nel marzo del 5 a.C. l'apparizione di un oggetto brillante, probabilmente una nova, che rimase visibile per circa 70 giorni tra le costellazioni dell'Aquila e del Capricorno[16]. Si tratta quasi certamente di un oggetto rilevato anche dagli astronomi coreani, anche se le loro registrazioni contengono imprecisioni, dovute verosimilmente ad errori di trascrizione[17][18]. Se i Magi si misero in viaggio dalla Mesopotamia al suo apparire, poterono raggiungere la Giudea in aprile/maggio: in quel periodo, all'alba era visibile da Gerusalemme in direzione sud, cioè verso Betlemme, in perfetta corrispondenza con il racconto evangelico.
    Una recente ipotesi suggerisce che la stella di Betlemme fosse una supernova o una ipernova, le cui tracce sono state scoperte nei pressi della galassia di Andromeda. La datazione di questo evento non è attualmente possibile, ma potrebbe diventarlo col progresso della tecnologia. Frank Tipler, però, osserva che una supernova in Andromeda spiegherebbe in modo letterale un aspetto misterioso del vangelo di Matteo: il fermarsi della stella proprio sopra Betlemme[19]. Il "fermarsi" indicherebbe il raggiungimento dello zenit, istante in cui la stella cessa di fornire una indicazione direzionale.

    Congiunzioni planetarie

    Alcuni studiosi hanno suggerito che la stella di Betlemme non fosse una stella o una cometa, ma il pianeta Giove in congiunzione con altri pianeti meno luminosi. Keplero (De anno natali Christi, 1614) per primo segnalò che nel 7 a.C. vi fu una tripla congiunzione di Giove con Saturno nella costellazione dei Pesci. Il fenomeno aveva attirato l'attenzione anche degli astronomi caldei, che lo avevano previsto sin dall'anno precedente[20]. La tavoletta con la previsione del fenomeno, datata 8 a. C., è stata trovata in ben quattro copie in siti diversi (fatto molto raro); ciò segnala l'interesse degli astrologi antichi per il fenomeno.

    I due pianeti entrarono nella costellazione dei Pesci in corrispondenza all'equinozio di primavera, visibili a oriente subito dopo il tramonto, e vi rimasero per circa un anno, avvicinandosi tra loro per ben tre volte. Prima di uscirne furono raggiunti anche da Marte. Perciò nel febbraio del 6 a.C. vi furono simultaneamente le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno, entrambe nella costellazione dei Pesci. Poco dopo Giove entrò nella costellazione dell'Ariete, dove secondo l'astronomo Michael Molnar ebbe due congiunzioni con la luna, così prossime da essere occultato (evento calcolabile con i computer odierni, ma non prevedibile nell'antichità). Secondo Molnar furono particolarmente significativi l'occultamento del 17 aprile e la stazionarietà di Giove il 19 dicembre del 6 a.C.[21].

    Negli anni 7-6 a.C. vi fu quindi una sequenza di eventi astrali durata circa diciotto mesi e variamente interpretata dagli studiosi utilizzando testi astrologici ebraici, ellenistici e babilonesi. La sequenza era centrata sul pianeta Giove, il più luminoso dopo Venere e quello che nella mitologia antica era il Dio creatore degli uomini (Marduk per i Babilonesi, Zeus per i Greci).

    Altre sette congiunzioni molto significative dal punto di vista astrologico ebbero luogo negli anni 3-2 a.C (cioè nei due anni antecedenti la data di nascita di Gesù secondo la tradizione cristiana). Tre di esse implicarono Giove e la stella Regolo della costellazione del Leone, anch'essa un simbolo regale. Altre, verificatesi sempre nei pressi di Regolo implicarono Venere e altri pianeti, fra cui Marte e Mercurio[22].

    Gli eventi astrali del 7-6 a.C. sono quelli ritenuti più interessanti dalla maggioranza degli studiosi.

    La tripla congiunzione Giove-Saturno del 7 a.C. [modifica]

    Ogni 19 anni e 314 giorni Giove e Saturno si allineano con il sole. Normalmente queste congiunzioni sono brevissime e sono visibili per poche ore all'alba o al tramonto o addirittura sono completamente invisibili, perché la terra è in opposizione. Dato che il periodo di rivoluzione della terra è molto più breve di quello dei due pianeti, essa riesce perlopiù ad allinearsi con il sole e con i due pianeti, prima che essi si siano separati significativamente. L'allineamento geocentrico dei due pianeti ha, quindi, lo stesso periodo medio del loro allineamento eliocentrico, ma si verifica in modo più irregolare (anticipando o posticipando di qualche mese) a causa del moto della terra lungo la sua orbita.

    Quando però anche la terra è esattamente allineata con i due pianeti nel giorno in cui essi sono allineati col sole, la congiunzione è preceduta e seguita a distanza di circa cento giorni da altre due congiunzioni con allineamento geocentrico, ma non eliocentrico. Le congiunzioni multiple sono un effetto dovuto alla maggior velocità angolare della terra, che determina un moto retrogrado apparente di Giove e Saturno fra la prima e l'ultima congiunzione. L'effetto è maggiore per il pianeta più vicino (Giove) determinando un moto retrogrado più veloce, che porta apparentemente Giove a intersecare nuovamente la traiettoria di Saturno. Quando poi il moto retrogrado si esaurisce e anzi il moto apparente è accelerato nella normale direzione, avviene l'ultima congiunzione.

    Se, poi, nel giorno dell'allineamento eliocentrico dei due pianeti, la terra, pur non essendo perfettamente allineata anch'essa, si trova in un settore angolare di più o meno 30º, si verificano comunque congiunzioni multiple ma non più equidistanziate, e al limite la congiunzione centrale viene a sovrapporsi ad una di quelle estreme per cui la congiunzione tripla si riduce ad una pseudodoppia.

    Le congiunzioni multiple si verificano in media ogni 120 anni[23], mentre secondo De Cesaris quelle in cui la terra è anch'essa molto prossima all'allineamento eliocentrico, si verificano in media ogni 500 anni. La frequenza si riduce ulteriormente se si richiedono condizioni aggiuntive, come il verificarsi entro una specifica casa dello Zodiaco[24].

    Secondo Keplero le tre congiunzioni del 7 a.C. avrebbero avuto luogo il 29 maggio, il 29 settembre e il 5 dicembre, ma i calcoli di altri autori spostano queste date di alcuni giorni[25]. La congiunzione quasi-eliocentrica del 29 settembre si verificò nei pressi della luna piena e poco dopo l'equinozio d'autunno.

    Come mai una di queste congiunzioni planetarie potrebbe aver spinto i Magi a recarsi alla corte di Erode? Occorre evidentemente che l'evento fosse considerato eccezionale e che avesse un particolare significato astrologico. Vediamo, ad esempio, come queste condizioni si realizzarono per la tripla congiunzione di Giove e Saturno del 7 a.C.

    Già nell'VIII secolo d.C. l'astrologo persiano Masha'allah ibn Athari, utilizzando dati e teorie astrologiche di origine iranica e babilonese, sostenne che ogni importante cambiamento religioso o politico, fra cui le nascite di Cristo e di Maometto, era collegato alla congiunzione fra Giove e Saturno[26]. Un'interpretazione più dettagliata, basata su notizie fornite da Isaac Abrabanel, uno scrittore medievale ebreo, è pubblicata da Rosenberg[27]. Il pianeta Saturno sarebbe il Padre divino, Giove il figlio e la costellazione dei Pesci sarebbe collegata con il popolo di Israele. Anche secondo l'assiriologo Simo Parpola l'evento del 7 a.C. sarebbe risultato di grande importanza per gli astrologhi caldei e avrebbe annunciato "la fine del vecchio ordine del mondo e la nascita di un nuovo re mandato da Dio"[28]. Infine Ettore Bianchi, Mario Codebò e Giuseppe Veneziano hanno sottolineato che proprio all'epoca della nascita di Cristo vi fu il trapasso dall'Era dell'Ariete all'Era dei Pesci, per cui durante gli equinozi il sole sarebbe entrato nelle costellazioni dei Pesci e della Vergine e sarebbe dovuta ritornare l'Età dell'oro. Qualunque evento astrale nella costellazione dei Pesci avrebbe avuto una risonanza fortissima fra gli astrologi di qualsiasi cultura, come testimonia anche l'ecloga IV di Virgilio, in cui si canta l'avvento dei Saturnia Regna[29]. Secondo l'astrologia iranica e indiana l'età dell'oro torna ogni dodicimila anni.

    Alcuni esempi illustrativi

    I dati astronomici sopra illustrati sono numerosi e le incertezze sulla datazione della nascita di Gesù così ampie, che non c'è difficoltà a trovare molteplici possibilità d'accordo. Le possibilità sono accresciute anche dalla molteplicità degli eventi biblici: il primo segnale astrologico potrebbe corrispondere non alla nascita, ma al concepimento di Gesù o addirittura a quello dell'annuncio a San Zaccaria, che diede l'avvio alla sequenza di eventi. La significatività di ogni coincidenza è quindi limitata.

    A titolo illustrativo, riassumiamo alcune possibilità:
    David Hughes e più recentemente Simo Parpola collocano tutti gli eventi nell'autunno del 7 a.C.; la nascita di Gesù sarebbe avvenuta in corrispondenza alla congiunzione equinoziale (6 ottobre), mentre l'arrivo dei Magi sarebbe da collocarsi in corrispondenza all'ultima congiunzione nei primi giorni di dicembre. Il pregio di questa proposta è che essi avrebbero osservato a Gerusalemme proprio un nuovo verificarsi dell'evento che avevano osservato in patria in accordo con Mt 2,10. Dato che la prima congiunzione si era verificata solo sei mesi prima, resta incerto il motivo per cui Erode avrebbe fatto uccidere tutti i bambini di Betlemme con meno di due anni;
    Michael Molnar enfatizza solo gli eventi del 6 a.C. e il ruolo di Giove, collocando la visita dei Magi nel dicembre di quell'anno;
    Per diversi autori, fra cui più recentemente Colin Humphreys, gli eventi del 7 e del 6 a.C. avrebbero avuto solo un ruolo di "allerta astrologica", mentre la nascita di Cristo avrebbe avuto luogo solo in coincidenza con (o poco dopo) la cometa/supernova del marzo 5 a.C. Dato che la "cometa" fu osservata dagli astronomi cinesi per 70 giorni, i Magi ebbero tutto il tempo per osservare la sua prima comparsa, decidere di mettersi in viaggio ed arrivare a Gerusalemme entro i due mesi successivi. Questa soluzione spiega il comportamento di Erode, al prezzo di introdurre due eventi, mentre il vangelo parlerebbe solo del secondo[30].
    Proviamo, infine, a collocare la Natività il 25 dicembre del 6 a. C., una data il cui anno raccoglie grande consenso fra gli storici e il cui giorno accontenta anche i credenti tradizionalisti. Alcuni dei dati astronomici sopra discussi si collocano nella narrazione biblica come segue: Settembre-Ottobre 7 a.C.: Annuncio dell'angelo a San Zaccaria e concepimento del Battista; avvio della catena di eventi che conduce alla nascita di Gesù (circa 180 giorni prima del concepimento di Gesù secondo Luca); congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci (la congiunzione astrologicamente più importante perché anche il sole era allineato con la terra e i pianeti, pur trovandosi nella costellazione della Vergine).

    Marzo-Aprile del 6 a.C.: Annunciazione a Maria e concepimento di Gesù (circa 266 prima del Natale); Nel febbraio Marte raggiunge Giove e Saturno nella Costellazione dei Pesci, congiunzioni di Marte con Saturno e di Giove con la Luna e successivo occultamento di Giove da parte della Luna nella costellazione dell'Ariete (17 aprile).

    2 febbraio del 5 a.C.: Presentazione di Gesù al Tempio, durante la quale Simeone il Vecchio pronuncia il Nunc dimittis (40 dopo Natale per obbedire la legge mosaica), seguita in data imprecisata dalla visita dei Magi; L'esplosione di una supernova (o la comparsa di una cometa) in marzo annuncia ai Magi la realizzazione della profezia significata dalla misteriosa triplice congiunzione di due anni prima, spingendoli a partire per Gerusalemme; la profezia di Michea e la luce della stella li guidano a Betlemme. Erode uccide tutti i nati dall'avvio della triplice congiunzione (maggio 7 a.C.).


    http://it.wikipedia.org/wiki/Stella_di_Betlemme

    Edited by The Old Man - 2/3/2013, 22:00
     
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  2. Batman23
     
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    CITAZIONE
    Alcuni studiosi hanno suggerito che la stella di Betlemme non fosse una stella o una cometa, ma il pianeta Giove in congiunzione con altri pianeti luminosi ... nel 7 a.C. vi fu una tripla congiunzione di Giove con Saturno nella costellazione dei Pesci ... i due pianeti entrarono nella costellazione dei Pesci in corrispondenza dell'equinozio di primavera, visibili a oriente subito dopo il tramonto, e vi rimasero per circa un anno, avvicinandosi tra loro per ben tre volte. Prima di uscirne furono raggiunti anche da Marte.

    Teoria interessante ... chi l'avrebbe mai detto ... la stella del presepio era forse una combinazione astrale,chissà.
     
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1 replies since 28/12/2012, 09:31   544 views
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