Person Finder

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  1. maia
     
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    Arriva Person Finder: così Google aiuta i dispersi
    Uno strumento per segnalare le persone scomparse dopo il terremoto in Nuova Zelanda. Già utilizzato per i disastri ad Haiti è una speranza in più per le famiglie


    ANTONIO CAFFO

    Qualche giorno fa Google ha lanciato Person Finder, un’applicazione che permette di cercare (o segnalare) una persona scomparsa dopo il terremoto che ha colpito Christchurch in Nuova Zelanda. Appena siamo sul sito possiamo scegliere se avviare la ricerca di una persona o inserire il nome e cognome di un superstite del terremoto.

    Il database online consente di ricercare un nome tra tutte le persone che, attualmente, risultano disperse in Nuova Zelanda. Al momento il numero delle registrazioni (sia nell’elenco delle richieste che delle segnalazioni) supera le 10.000. Google ha realizzato lo strumento di ricerca in collaborazione al Dipartimento di Stato americano che confida molto nell’aiuto dei navigatori telematici. Person Finder è stato progettato in maniera friendly, in modo da poter essere integrato in qualsiasi sito web o blog.

    I familiari delle persone scomparse hanno in questo modo una possibilità in più di riabbracciare i loro cari e gli organi di soccorso una fonte alternativa di ricerca.

    Non è la prima volta che Google offre il proprio aiuto a seguito di disastri naturali. Lo stesso Finder è stato utilizzato dopo il terremoto ad Haiti e molto probabilmente verrà implementato in aiuto ai dispersi di quello più recente in Cile. Per consentire in più largo raggio di azione, anche in mobilità, gli aggiornamenti in tempo reale di Person Finder vengono pubblicati su Twitter.

    Meno conosciuto, ma ugualmente utile, il progetto del Ministero degli Affari Esteri italiano che, assieme alla Unità di Crisi, aveva lanciato a metà 2009 il sito “Dove siamo nel mondo.it” che permette a chiunque di segnalare sul sito o attraverso un sms e una telefonata, il viaggio che faremo in modo da consentire la creazione di un elenco degli spostamenti degli italiani nel mondo. Per una volta mettiamo da parte la privacy se stiamo andando in un luogo “caldo” del pianeta.

    La riflessione è: viste le recenti vicende di cronaca, tali strumenti possono essere utilizzati anche in piccola scala? Il riferimento è all’aiuto della ricerca di persone scomparse, allontanate da casa, di cui non si sa più nulla. Una sorta di “Chi l’ha visto” più esteso sui social netwrok. Il rischio è quello di ricevere tante informazioni errate, come accade già adesso, ma il gioco vale la candela se c’è di mezzo una vita.

     
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0 replies since 23/5/2011, 07:48   30 views
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