La citta' segreta dei Maya

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    Dopo anni di ricerche e studi alcuni archeologi hanno ritrovato nella giugla del Guatemala la città Maya di El Mirador, capitale nel 600 a.C. del leggendario regno di Kan che i Maya tramandarono nei loro miti. La città era quasi una metropoli per l'epoca: 100 mila abitanti e una superficie di 39 chilometri quadrati. Per i ricercatori le tracce di questa città sono importanti perché testimoniano che l'origine della civiltà Maya deve essere anticipata di un millennio rispetto a quanto pensato finora.
    Nel disegno una ricostruzione di El Mirador.

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    Questi sono i sotterranei di una delle tante piramidi che componevano la città. Precisamente ci troviamo nella cosiddetta "Struttura 34". La sua struttura interna e esterna, dove si trovano fregi e mascheroni, dimostra quanto i Maya fossero abili architetti.

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    3 settembre 2014. "Nella foresta tropicale della penisola dello Yucatan, due grandi siti maya sono stati scoperti da una spedizione archeologica guidata da Ivan Sprajc, del Centro di Ricerca dell'Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti. Anche se non molto lontani dalle moderne città di Xpujil e Zoh, nella parte sud-orientale dello Stato messicano di Campeche, i due siti si trovano nella Riserva della Biosfera di Calakmul, una zona spopolata e difficilmente accessibile. Come riporta l'articolo di Discovery News, uno dei due siti, denominato Lagunita, era stato individuato nel 1970 dall'archeologo americano Eric Von Euw, il quale documentò numerosi monumenti in pietra e una straordinaria entrata a forma di un mostro con le fauci spalancate. Tuttavia, i risultati della sua ricerca non furono mai pubblicati. Nonostante i vari tentativi di scavo, Lagunita è rimasta nascosta fino a poche settimane fa, quando è tornata alla ribalta delle cronache archeologiche grazie all'interesse del dottor Sprajc. "Abbiamo individuato il sito con l'ausilio di fotografie aeree", spiega Sprajc, "ma siamo riusciti ad identificarla con Lagunita solo dopo che abbiamo visto i monumenti e li abbiamo confrontati con i disegni di Von Euw". L'altro sito, invece, non era mai stato segnalato in precedenza. Gli archeologi l'hanno battezzato con il nome di Tamchén (che significa "pozzo profondo" in maya yacateco), alludendo alla presenza di più di 30 camere sotterranee a forma di bottiglia, in gran parte destinate alla raccolta dell'acqua piovana. Lagunita e Tamchén sono situate nella parte meridionale di un vasto territorio archeologicamente inesplorato. Fatta eccezione per Chactùn, la grande città scoperta da Sprajc nel 2013, nessun altro sito è finora stato localizzato in questa zona, la quale si estende per quasi 3 mila km2. Oltre a un campo da pallone e un tempio piramidale alto quasi 20 metri, l'area centrale di Lagunita presenta una serie di imponenti edifici disposti intorno a quattro grandi piazze. La caratteristica più spettacolare è una porta riccamente decorata con le sembianze della bocca di un mostro con le fauci spalancate. "A giudicare dai volumi architettonici e dalle iscrizioni, Lagunita deve essere stata sede di un potente sistema politico, anche se la natura del suo rapporto con Chactùn, situata a circa 10 km, rimane poco chiara", spiega Sprajc. Imponente allo stesso modo è il sito di Tamchén, situato a circa 6 km a nord-est di Lagunita. Esso presenta diverse piazze circondate da edifici voluminosi, tra cui un tempio piramidale conservato piuttosto bene, una stele e un altare. Sebbene Tamchén sembra essere stata in gran parte contemporanea di Lagunita, alcune sue parti fanno pensare che l'insediamento originario risalga al periodo Tardo Preclassico (300 a.C. - 250 d.C.). Sia Tamchén che Lagunita sembrano essere state abbandonate intorno all'anno 1000, condividendo la sorte di altre città maya della pianura".

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    Dalle giungle centroamericane riemergono gli splendori della civiltà maya.
     
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