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"La sera del giorno dopo, il 27 ottobre, il Morane-Saulnier MS-760 Paris I-SNAP su cui stava tornando a Milano da Catania, precipitò nelle campagne di Bascapè (un piccolo paese in provincia di Pavia) mentre durante un violento temporale era in avvicinamento all'aeroporto di Linate. Morirono tutti gli occupanti: Mattei, il pilota Imerio Bertuzzi e lo statunitense William McHale, giornalista della testata "Time-Life", incaricato di scrivere un articolo su Mattei. Secondo alcuni testimoni, il principale dei quali era il contadino Mario Ronchi (che in seguito ritrattò la sua testimonianza), l'aereo sarebbe esploso in volo. Le indagini svolte dall'Aeronautica militare italiana e dalla Procura di Pavia sull'ipotesi di attentato, si chiusero inizalmente con un'archiviazione "perchè il fatto non sussiste". In seguito, nel 1997, il ritrovamento di reperti che potevano ora essere analizzati con nuove tecnologie, fece riaprire le indagini giudiziarie. Queste stavolta si chiusero con l'ammissione che l'aereo "venne dolosamente abbattuto", senza però poterne scoprire nè i mandanti, nè gli esecutori. In particolare, un'analisi metallografica dell'anello d'oro e dell'orologio indossati da Mattei, predisposta dal perito prof. Donato Firrao (professore ordinario di metallurgia e dal 2005 preside della prima facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Torino) dimostrò che gli occupanti dell'aereo furono soggetti a una deflagrazione. Il giudice delle indagini preliminari di Pavia, Fabio Lambertucci, nel 2005 accolse la richiesta di archiviazione della Procura di Pavia, giunta alla certezza che il presidente dell'ENI era norto a causa di un attentato. La richiesta era stata presentata dall'allora sostituto procuratore di Pavia, Vincenzo Calia. Secondo la Procura di Pavia l'aereo sul quale viaggiava Mattei precipitò a causa di un sabotaggio reso possibile da complicità di esponenti dell'ENI e dei servizi segreti italiani. Ma per la procura non fu possibile raccogliere le prove e trovare i mandanti e per questo motivo richiese l'archiviazione. Sempre secondo la procura, venne inserita una bomba posta dietro al cruscotto dell'apparecchio che si sarebbe attivata durante la fase iniziale di atterraggio, attivata forse dall'accensione delle luci di atterraggio o dall'apertura del carrello o dai flap. Il sostituto procuratore Vincenzo Calia, che aveva riaperto il caso, sulla base delle sue risultanze si spinse ad affermare che "l'esecuzione dell'attentato venne pianificata quando fu certo che Enrico Mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza dell'ente petrolifero di Stato".
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Edited by Francesco Z - 2/3/2016, 17:19
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