L'impero perduto di Meroe

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  1. NSAx9000
     
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    Le fonti antiche parlano di Meroe come di una terra così ricca d'oro da essere utilizzato persino per fabbricare le catene dei prigionieri.
    Dai tempi di Erodoto, che nel IV secolo a.C raccoglieva dai sacerdoti di Elefantina storie ancora più favolose sul mitico regno di Meroe a Sud dell'Egitto e sulla sua leggendaria capitale, ben poco è stato fatto per dipanare il mistero che avvolge uno dei più grandi imperi antichi d'Africa.

    Le leggende sulla potenza di Meroe si fecero più fitte in età romana, quando gli eserciti di Meroe, guidati da una misteriosa regina Candace sbaragliarono le guarnigioni romane di Assuan dilagando nel Dodecascheno e nell'Alto Egitto.
    La risposta di Roma non si fece attendere, con il saccheggio della città santa di Napata da parte del prefetto Publio Petronio, che non riuscì tuttavia mai a raggiungere Meroe nè ad assicurare un saldo controllo sulla Nubia.
    Alla stipula del trattato di pace che ne seguì nel 20 a.C., sull'isola di Samo, presero parte personalmente l'imperatore Augusto e la regina Candace.

    Meroe, capitale del regno di Kush, era descritta come una città posta su di un'isola del Nilo, con templi magnifici e palazzi.
    C'è chi ritiene che Meroe, e non l'Etiopia, fosse la mitica terra di Saba della Bibbia, la cui regina sarebbe giunta in visita da Salomone.
    Se l'età d'oro delle Candaci si colloca solo molto in seguito, tra il II secolo a.C. e il I d.C. , Kush era già una potenza capace di dare all'Egitto una intera dinastia di faraoni, la XXV, quella di Taharqa e dei faraoni neri.

    Non bisogna dimenticare che gli antichi designavano con il nome di Etiopia tutta la regione compresa tra l'Alta Nubia e il moderno Sudan. La stessa tradizione etiope che attribuisce alla regina di Saba il nome di Makeda affonda le sue radici in epoca meroita. Mek Kdi, cioè "dea" è infatti il nome con cui viene chiamata la Candace Amanitare sulle mura del tempio di Naga.

    Meroe scompare lentamente dalla storia nei primi secoli dell'era cristiana. L'avvento del cristianesimo pone definitivamente fine agli ultimi sussulti di Meroe. Una stele del re di Axum Ezana è tra gli ultimi documenti scritti della caduta di Meroe.
    La splendida città reale fu data alle fiamme, i templi abbattuti e i suoi tesori saccheggiati. Meroe non si riprese mai più.

    Solo agli inizi dell'800 il francese Caillaud riconobbe nella sterminata distesa di rovine e colonne spezzate nei pressi del villaggio di Begrawiyah il sito dell'antica Meroe.

    E tuttavia, in modo davvero sorprendente, le regine di Meroe ricompaiono in piena era cristiana negli affreschi della cattedrale di Faras, dove i re cristiani di Makuria (uno dei regni che componevano la Nubia medioevale) ancora vengono raffigurati incoronati della corona dei faraoni neri fiancheggiata dalle corna di Amon e accompagnati in pari scala dalle loro regine.

    Oggi la sabbia ancora ricopre le rovine della capitale di uno dei più grandi e in larga parte sconosciuti imperi antichi d'Africa.
    L'odierna Meroe ha l'aspetto di una vera e propria città dei morti: Le rovine di oltre duecento piramidi segnano il sito di uno dei più grandi cimiteri reali dell'antichità, dove decine di re e regine giacciono sepolti.
    Della città dei vivi, solo pochi edifici sono stati strappati dalla morsa delle sabbie: il grande tempio di Amon, il tempio del sole, un viale di sfingi e dei curiosi bagni termali sono trai i pochi edifici ancora riconoscibili.
    Tutto intorno si estende per chilometri una infinita sequenza di piccoli monticcioli, cumuli di macerie tra i quali emergono frammenti di pietre scolpite e colonne spezzate, gli ultimi resti del regno di Kush.

    Edited by The Old Man - 23/8/2011, 18:44
     
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  2. iGod.
     
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    Interessante il tutto, soprattutto notare come, a distanza di millenni veniva tramandata attraverso l'arte e la cultura un ricordo relativo a tradizioni e usanze passate, come appunto hai fatto notare citando gli affreschi della cattedrale di Faras.
     
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1 replies since 27/2/2011, 15:51   333 views
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