la pila di bagdad

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    CITAZIONE (Iscariota @ 28/5/2005, 22:15)
    la dinastia sasanide dovrebbe essere ancora più antica in teoria...

    A qdo risale?
     
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  2. NSAx9000
     
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    dal 224 al 662 d.C.
     
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  3. ~ z h e
     
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    l'ho fatta con un mio amico e faceva da 0.02 volt fino a 0.6 volt...veramente bello!!
     
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  4. maia
     
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    qui gli esperimenti

    https://mystero.forumcommunity.net/?t=20156871

    Speculazioni sul funzionamento [modifica]

    Ipotesi della batteria [modifica]
    Rame e ferro costituiscono una coppia elettrochimica, la quale in presenza di un elettrolita, genera una differenza di potenziale (Volt). König osservò numerosi oggetti di argento rivestiti da una sottilissima patina d'oro ritrovati nell'antico Iraq e suppose che furono placcati utilizzando batterie composte da più celle. Dopo la Seconda guerra mondiale, Willard Gray dimostrò che una riproduzione del manufatto produceva corrente elettrica se era riempito con succo d'uva. W. Jansen utilizzò al posto del succo d'uva benzoquinone (alcuni coleotteri producono naturalmente i chinoni) e aceto ottenendo risultati ancora più significativi.

    Tuttavia, anche tra coloro che sono concordi nell'identificare nel manufatto una batteria, l'ipotesi dell'elettroplaccatura non gode più di molta stima. Oggi si pensa che gli oggetti dorati osservati da König siano stati placcati tramite un processo a fuoco tramite mercurio. Test eseguiti dal Dr. Arne Eggebrecht hanno dimostrato che per eseguire una placcatura di appena un micrometro sono necessarie "molte" celle. In conclusione la potenza generata dal manufatto sarebbe troppo bassa. Paul Keyser ipotizzò, ma non è stato finora dimostrato, che un sacerdote potesse utilizzare la cella per una sorta di elettro-agopuntura o, elettrificando delle statue di metallo, stupire e meravigliare dei fedeli.

    Il programma televisivo MythBusters di Discovery Channel ha dimostrato che è molto plausibile che antiche popolazioni utilizzassero il manufatto per eseguire delle placcature o per l'elettrostimolazione. Bisogna dire, però, che la potenza generata da una sola cella è risultata sempre troppo bassa, e per eseguire i vari test sono sempre state utilizzate celle collegate in serie tra loro.


    Ipotesi non elettrica [modifica]
    Gli scettici dicono che i test e le riproduzioni eseguite dimostrano solo che era possibile realizzare una sorta di cella galvanica, non che essa sia stata realizzata realmente. Inoltre, se si intende il manufatto come una batteria, sorgono diversi problemi di interpretazione:

    l'asfalto ricopre completamente il cilindro di rame e lo isola in modo tale che gli elettroni possono circolare solo se si modifica l'oggetto stesso;
    il manufatto non possiede fili conduttori esterni;
    Non esistono dei manufatti che potevano utilizzare per il loro funzionamento energia elettrica;
    Un sigillo di asfalto è perfetto per garantire una buona chiusura nel tempo, ma sarebbe scomodo in una cella galvanica, la quale dovrebbe essere aperta di frequente per la sua manutenzione;
    Alcuni osservano che l'oggetto somiglia moltissimo ad altri manufatti utilizzati per il trasporto di rotoli sacri dalla vicina Seleucia, presso il Tigri. La decomposizione dei rotoli avrebbe potuto creare un ambiente acido e intaccare così gli elementi interni.


    Polemiche e confronti [modifica]
    Alcuni hanno affermato che questi manufatti dimostrano che l'energia elettrica era già conosciuta nell'antichità, tuttavia, anche se ormai si ammette che la "Batteria di Baghdad" era effettivamente un dispositivo elettrico, questo non comporta l'esistenza di una reale conoscenza dei fenomeni elettrici, tant'è che non migliorarono mai il loro progetto iniziale.

    Chi ha costruito la "Batteria di Baghdad", e se questa era realmente una cella galvanica, potrebbe non aver compreso appieno tutti i principi fisici che la governano. Per esempio gli antichi Greci conoscevano i fenomeni elettrostatici prodotti dall'ambra, ma non compresero mai il perché del loro manifestarsi. Nei testi dei Parti ancora non sono stati individuati dei riferimenti a fenomeni elettrici nè su un loro diretto utilizzo. Potrebbe darsi che le "pile" fossero utilizzate solo in un contesto mistico.

    Le "Batterie di Baghdad", se utilizzate in serie, avrebbero potuto generare una corrente importante. Per confronto i primi esperimenti eseguiti da Luigi Galvani utilizzavano celle molto simili, anche se più grandi, capaci di sviluppare ben 30 Volt.


    Test sulla teoria [modifica]
    L'idea che la batteria potrebbe aver prodotto livelli di energia elettrica utilizzabile è stata messa alla prova almeno due volte.

    Nella serie televisiva inglese "Arthur C. Clarke's Mysterious World" del 1980, l'egittologo Arne Eggebrecht utilizzò una riproduzione della batteria, piena di succo d'uva, che produsse mezzo volt di elettricità e dimostrando che avrebbe potuto placcare una statuetta di argento in due ore utilizzando una soluzione di cianuro d'oro.[2]

    Nel programma televisivo MythBusters, 29° puntata del 23 marzo 2005, furono collegate tra loro 10 "Batterie di Baghdad" costruite a mano e riempite di succo di limone come elettrolita le quali generarono 4 volt di corrente continua. La domanda che pose la trasmissione fu: "A cosa servivano queste antiche batterie?" La trasmissione diede tre possibili risposte: galvanizzazione, uso medico (elettro-agopuntura) e esperienza religiosa. In effetti il "pacco" di 10 batterie aveva abbastanza potenza da placcare un piccolo oggetto. Tramite due elettrodi a forma di ago si poteva eseguire una elettro-agopuntura, ma quando le batterie si esaurivano, la sensazione del paziente migrava verso il dolore. Per "testare" l'esperienza religiosa fu costruita una replica dell'Arca dell'alleanza completa di cherubini. Invece di collegare le ali dei cherubini alle "Batterie di Baghdad", furono collegate ad un generatore elettrico. Chi toccava l'arca sentiva un forte senso di oppressione al petto.
    Anche se le "Batterie di Baghdad" non furono utilizzate, si è dedotto che la loro bassa potenza avrebbe comunque generato nei fedeli che non avevano nessuna idea di corrente elettrica e dei suoi effetti la sensazione di una "presenza divina".

    http://it.wikipedia.org/wiki/Batteria_di_Baghdad
     
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  5. maia
     
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    aggiornamenti

    dagli anni '30,scavi archeologici effettuati in Iraq hanno fatto emergere particolari vasi,oggi per lo piu' andati perduti,attribuiti all'antica cultura mesopotamica,considerati in seguito ad analisi ed esperimenti sul loro funzionamento delle batterie generatrici di corrente elettrica.
    della pila di Bagdad si e' parlato tanto,ma ancora gli scienziati continuano a studiarla.Willy Ley ne ha realizato un duplicato.aggiungendo solfatto di rame,acido acetico o acido citrico-conosciuto anche 2000 anni fa-la batteria produceva tra 1,5 e 3 volt di elettricita'.altri testdell'universita' del north Carolina,utilizzarono come elettrolita una soluzione di aceto al 5%.la replica della batteria produsse 0'5 volt di elettricita' per 18 giorni.nel 1978un egittologo tedesco,lavorando con esperti di oreficeria e galvanizzazione,effettuo' esperimenti con modelli di antiche batterie,producendo piu' di 0,87 volt e successivamente,egli uso' del succo d'uva come elettrolita,per bagnare d'oro un oggetto in argento di circa 15 cm,in 2 ore.il dottor Eggebrecht possedeva una piccola figurina egiziana del dio Osiride datata intorno al 400 a.C. che mostrava lo stesso tipo di bagno d'oro.nel marzo del 2005 una squadra investigativa uso' come elettrolita del succo di limone,producendo con successo quasi 4 volt.tale sistema di produzione dell'elettricita' in europa fu inventato solo nel 1800 da Alessandro Volta.

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    fenix

    Edited by maia - 26/9/2009, 06:10
     
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  6. Terra Incognita
     
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    Abbiamo realizzato una videointervista con l'archeologo Roberto Volterri che, tra le tante ricerche che porta avanti da anni, c'è anche quella sugli ooparts e sulla pila di baghdad. In questo video Volterri ci mostra il funzionamento delle pile (da lui ricostruite in maniera molto semplice) e di un "pettorale divino".

    Videointervista a Roberto Volterri
     
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  7. gigiastrolo
     
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    CITAZIONE (Terra Incognita @ 24/6/2011, 22:51) 
    Abbiamo realizzato una videointervista con l'archeologo Roberto Volterri che, tra le tante ricerche che porta avanti da anni, c'è anche quella sugli ooparts e sulla pila di baghdad. In questo video Volterri ci mostra il funzionamento delle pile (da lui ricostruite in maniera molto semplice) e di un "pettorale divino".

    Videointervista a Roberto Volterri

    Il video è stato rimosso... :blink:
     
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  8. FoxMulder91
     
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    Ora è visibile nuovamente.
     
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22 replies since 23/5/2005, 16:11   446 views
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