Mystero

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    E' stato tratto in arresto.
    CITAZIONE
    Le forze speciali russe hanno in questi giorni condotto una massiccia operazione di polizia nei pressi di Krasnoyarsk, in Siberia, non per sgominare un'organizzazione terroristica o qualche altra rete criminale, bensì per arrestare il "nuovo Gesù". Tale raid, condotto con elicotteri militari e uomini armati di kalashnikov, era infatti diretto ad ammanettare il 59enne Sergey Torop, per i suoi seguaci Vissarion, ex agente della polizia stradale sovietica che, da circa trent'anni, guidava, in un paesino vicino proprio a Krasnoyarsk e noto come Città del Sole, una setta denominata Chiesa dell'Ultimo Testamento. Egli si era finora pubblicamente e ripetutamente definito "figlio di Dio" e "reincarnazione di Gesù".

    Torop-Vissarion, con il volto cinto da una lunga barba e con lunghi capelli grigi che ricordano la rappresentazione canonica di Cristo nell'arte sacra, nella sua Città del Sole vicino Krasnoyarsk aveva radunato migliaia di adepti, dando così vita a una comunità disciplinata da regole di condotta che si richiamavano in parte al cristianesimo ortodosso, in parte al buddismo e in parte all'ecologismo. Nel dettaglio, il "Gesù siberiano" aveva imposto ai membri della setta l'astensione dal consumo di carne, dal fumo e dall'alcol, oltre che dall'uso del denaro.

    Tra gli abitanti della Città del Sole, il livello di idolatria verso il "Gesù siberiano" era tale che i primo contavano gli anni a partire dal 1961, ovvero dalla nascita del loro leader, e avevano inoltre sostituito il Natale con una festa che cadeva il 14 gennaio, compleanno di Torop-Vissarion.

    Il vasto seguito popolare e i proclami mistici dell'ex agente di polizia stradale, con cui egli si era anche definito "parola vivente di Dio Padre", hanno però alla fine attirato sulla setta citata i sospetti del Cremlino, che hanno determinato il recente raid delle forze speciali in Siberia.

    L'incursione delle forze dell'ordine, documentata da un video che mostra Torop mentre viene accompagnato su un elicottero militare da agenti armati e col volto coperto dai passamontagna, ha quindi portato, oltre all'arresto del fondatore della Chiesa dell'Ultimo Testamento, anche al fermo di due suoi stretti collaboratori, con lui alla guida della Città del Sole: Vladimir Vedernikov e Vadim Redkin. I tre arrestati sono stati in seguito incriminati per avere creato, a detta degli inquirenti, un'organizzazione religiosa illegale, che estorceva denaro ai suoi adepti e abusava di loro psicologicamente. Se condannati, gli indagati rischiano fino a 12 anni di carcere.

    I seguaci del "nuovo Gesù", in seguito all'arresto dello stesso, hanno subito condannato l'operato delle forze dell'ordine e del Cremlino, rinfacciando alle autorità di avere nuovamente, con il fermo e il processo ai danni di Torop-Vissarion, calpestato la libertà di religione in Russia, garantita formalmente dalla Costituzione federale.

    Link: www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ra...%B9/ar-BB19kvxn

    www.today.it/mondo/arrestato-uomo-gesu-.html, www.ilsussidiario.net/news/nuovo-g...di-dio/2073097/, www.bbc.com/mundo/noticias-internacional-54255665, www.iene.mediaset.it/2020/news/arr...u-_866125.shtml, www.theguardian.com/world/2020/sep...-siberia-russia, www.cbsnews.com/news/sergei-torop-...-siberia-today/.

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    CITAZIONE (Sherlock1 @ 31/8/2017, 09:15) 
    Leale Martelli ha vissuto indisturbato e continua a farlo,in un piccolo paesino delle colline livornesi.

    La data di morte, in effetti, non è conosciuta: https://it.wikipedia.org/wiki/Leale_Martelli .
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    CITAZIONE
    Analizzando le caratteristiche chimico-fisiche di particolari inclusioni rinvenute in alcuni reperti archeologici, un team di ricercatori avrebbe trovato prove dell'impatto cosmico che circa 12.800 anni fa ha causato la distruzione del sito di Abu Hureyra, uno dei primi insediamenti umani al mondo. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports. Nel Nord della Siria, nella valle dell’Eufrate, c’è un sito archeologico di nome Abu Hureyra – oggi sommerso dalle acque del lago Assad - che testimonia un momento importantissimo della nostra storia: il periodo in cui, quasi 12.800 anni fa, l’uomo da cacciatore e raccoglitore nomade è divenuto agricoltore stanziale.

    Abu Hureyra è dunque uno fra i primi insediamenti umani al mondo – così almeno sono giunti a concludere gli archeologi analizzando i reperti trovati nel sito prima che il lago si formasse in seguito alla costruzione della diga di Taqba, avvenuta negli anni ’70. Ma pare che questa della nascita dell’uomo stanziale non sia l’unica storia che Abu Hureyra ha da raccontare. Uno studio condotto da un team di scienziati guidati da Andrew Moore (Rochester Institute of Technology di New York) e James Kennett (Università di Santa Barbara, in California) sostiene, infatti, che Abu Hureyra documenti gli effetti di un evento conosciuto con il nome di impatto cosmico del Dryas recente, datato attorno a 12.800 anni fa.

    Moore e colleghi sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato la composizione geochimica, forma, struttura, temperatura di formazione, caratteristiche magnetiche e contenuto d’acqua di inclusioni trovate tra i cereali e i grani, sui primi materiali da costruzione e sulle ossa degli animali rinvenuti nel sito. Si tratta di materia vetrificata – in inglese meltglass – contenente grani fusi di quarzo, chromferide e magnetite. Materia formata, secondo gli autori, dalla fusione e vaporizzazione quasi istantanea di biomasse, suolo e depositi alluvionali, seguita da raffreddamento istantaneo. I risultati dello studio, pubblicati su Scientific Reports, suggeriscono che il materiale, composto da minerali ricchi di cromo, ferro, nichel, solfuri e titanio – e anche ferro fuso ricco di platino e iridio – si sia formato a temperature molto elevate, superiori a 2.200 gradi Celsius.

    Temperature molto più alte di ciò che gli esseri umani sarebbero stati in grado di ottenere a quell’epoca, e non spiegabili inoltre da nessuna attività legata a fattori ambientali quali vulcanismo o fulmini. «Per avere un’idea, temperature così elevate scioglierebbero completamente un’automobile in meno di un minuto», dice Kennett. «Temperature elevatissime che possono essere associate solo a un impatto cosmico», aggiunge lo scienziato, che con i suoi colleghi già aveva riportato per la prima volta prove di un evento simile nel 2012. Secondo gli studiosi, Abu Hureyra sarebbe quindi il primo sito a documentare gli effetti catastrofici diretti di frammenti cometari caduti su un insediamento umano. «Il villaggio di Abu Hureyra deve aver subito una distruzione improvvisa», continua Kennett. «Deve essersi verificato un impatto o uno scoppio aereo abbastanza vicino da coprire con una grande quantità di calore e vetro fuso l’antico villaggio».

    Frammenti cometari, dicevamo. Infatti, poiché i materiali vetrificati trovati nelle inclusioni sono coerenti con quelli trovati in altri siti archeologici in tutto il mondo, è probabile che questi risultino non da impatti causati da singole comete o asteroidi, ma piuttosto che facciano tutti parte della stessa cometa, che probabilmente toccò l’atmosfera terrestre alla fine dell’epoca del Pleistocene. «Un singolo grande impatto con asteroidi non avrebbe dato origine a materiali così ampiamente dispersi come quelli scoperti ad Abu Hureyra», dice a questo proposito Kennett. «Si ritiene invece che i più grandi detriti cometari siano in grado di provocare migliaia di esplosioni in atmosfera nell’arco di pochi minuti in un intero emisfero terrestre. L’ipotesi dell’impatto cosmico del Dryas recente propone questo meccanismo per tenere conto dei materiali coevi ampiamente dispersi lungo oltre 14mila chilometri fra gli emisferi Nord e Sud. Le nostre scoperte nel sito Abu Hureyra supportano fortemente un grande evento di impatto da una cometa così frammentata».

    Un impatto che avrebbe contribuito all’estinzione della maggior parte degli animali di grandi dimensioni – compresi i mammut, i cavalli e i cammelli americani – e alla scomparsa del popolazione nordamericana dei Clovis. Segnando il repentino inizio del periodo climatico del Dryas recente, appunto: il periodo geologicamente breve di clima freddo alla fine del Pleistocene, approssimativamente compreso tra 12.800 e 11.500 anni fa.

    Link: www.media.inaf.it/2020/03/10/dryas-event/

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    http://ancientneareast.tripod.com/Abu_Hureyra.html, www.greelane.com/it/scienza-tecnol...a-syria-170017/, www.google.com/maps/place/Lago+Ass...8.2533052?hl=it, www.nature.com/articles/s41598-020-60867-w, www.sciencealert.com/cosmic-impact...rld-agriculture, www.blueplanetheart.it/2020/03/trov...umani-al-mondo/, www.dailymail.co.uk/sciencetech/ar...-years-ago.html, www.researchgate.net/publication/3...lting_at_2200_C, www.forbes.com/sites/jamiecartereu...an-settlements/, www.focusuniverse.com/segni-di-imp...-12800-anni-fa/

    Edited by X-Files 2 - 25/5/2020, 02:59
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    CITAZIONE (JP_91 @ 25/10/2016, 12:34) 
    Considerato un guaritore dotato di poteri taumaturgici dai suoi contemporanei, arrivò ad avere la fama di immortale, rimanendo per sempre impresso nella storia.

    All'epoca se ne dissero di tutti i colori su di lui: manipolatore, mistico, sciamano, guaritore, ciarlatano.
    Il video è molto intrigante.

    Edited by X-Files 2 - 5/5/2020, 11:02
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    E' deceduto il 19 novembre 2017, in un ospedale a Bakersfield in California, dove si trovava in fin di vita per un'emorragia intestinale.

    - www.repubblica.it/esteri/2017/11/2...ici_-181586180/
    - www.ilpost.it/2019/09/18/charles-m...ta-a-hollywood/
    - www.vanillamagazine.it/la-vita-di-...charles-manson/
    - www.gettyimages.it/immagine/charle...ort=mostpopular.

    Aveva 83 anni: ha campato fin troppo.

    Edited by X-Files 2 - 5/5/2020, 10:23
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    Ratzinger torna a parlare in pubblico e a suscitare polemiche.
    CITAZIONE
    Secondo i media tedeschi, in un'intervista concessa in occasione dell'uscita di una nuova biografia Joseph Ratzinger afferma convinto che vogliono “mettere a tacere” la sua voce e in aggiunta denuncia una "propaganda psicologica".

    In un'intervista pubblicata oggi sui principali media tedeschi il Papa "dimissionario" Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, ha smentito l'accusa secondo cui si metterebbe di mezzo con interventi nelle discussioni d'attualità pubbliche, riporta l'agenzia DPA.

    "Il sospetto che io mi immischi con regolarità nei dibattiti pubblici è una distorsione maligna della realtà", sostiene il 93enne Joseph Ratzinger in una nuova intervista uscita oggi in Germania.

    Pretesto dell'intervista è l'uscita di una nuova biografia “Benedikt XVI.- Ein Leben” ("Benedetto XVI – Una vita la traduzione, ndr) scritta dal suo amico giornalista connazionale Peter Seewald, dove Ratzinger ha paragonato il "matrimonio omosessuale" e "l'aborto" al "potere spirituale dell’Anticristo".

    Joseph Ratzinger sostiene che vogliono "mettere a tacere" la sua voce e in aggiunta denuncia una "propaganda psicologica" (Stimmungsmache).

    "I veri motivi per cui vogliono silenziare la mia voce non voglio analizzarli", ha affermato Ratzinger riferendosi alle critiche piovutegli addosso dopo che nel 2018 una rivista tedesca pubblicò un suo saggio sul rapporto con l'ebraismo.

    Lo scorso gennaio Ratzinger si era espresso in favore del celibato dei sacerdoti contro l'eventualità di autorizzare per loro il matrimonio, sostenendo che "il pastore deve pensare ai suoi fedeli".

    Link: https://it.sputniknews.com/mondo/202005049...re-la-mia-voce/

    CITAZIONE
    “Il sospetto che io mi immischi regolarmente in pubblici dibattiti è una distorsione maligna della realtà”. Così il Papa emerito Joseph Ratzinger, in un’intervista uscita in Germania. Nel suo paese di origine è stata pubblicata una biografia, realizzata dal giornalista tedesco Peter Seewald, di oltre mille pagine intitolata “Benedikt XVI.- Ein Leben” (Benedetto XVI – Una vita). Nell’intervista, secondo i giornali tedeschi, Joseph Ratzinger sostiene che vogliono “silenziare” la sua voce e denuncia una “propaganda psicologica” (Stimmungsmache). “Lo spettacolo delle reazioni della teologia tedesca è così sciocco e così cattivo che è meglio non parlarne. I veri motivi per cui vogliono silenziare la mia voce non voglio analizzarli”, ha affermato Benedetto XVI in merito all’ondata di critiche del 2018, dopo che una rivista tedesca pubblicò un suo saggio sul rapporto con l’ebraismo.

    Link: www.silenziefalsita.it/2020/05/05/...ttere-a-tacere/

    "Nozze gay e aborto segni dell'Anticristo": www.corriere.it/cronache/20_maggio...8c59e51b8.shtml, www.fanpage.it/attualita/il-papa-e...dellanticristo/.

    CITAZIONE
    Anche scrivendo al card. Sarah, Benedetto XVI gli ha dato la sua benedizione apostolica: è un istituto che è prerogativa esclusiva del papa regnante (vi è annessa l'indulgenza plenaria). Oggi ci sono due papi e questo è un enigma da spiegare. Ma di papi cattolici ce n'è uno solo.

    Link: https://twitter.com/AntonioSocci1/status/1217180691693277193

    CITAZIONE
    Benedetto XVI ha scritto la sua lettera del 20 settembre al cardinale Sarah “con la mia Benedizione Apostolica” (Originale: "imparto la benedizione apostolica”).La “Benedizione Apostolica” viene impartita solo dal Papa. Già nel 2018, Benedetto ha usato lo stesso termine in tedesco (“mit meinem apostolischen Segen”) a conclusione di una lettera al cardinale Brandmüller. Allora, si era detto che Benedetto usava il termine con un senso più ampio, anche se sembra la sua mente sia ancora ben lucida.

    Link: https://gloria.tv/language/LWuifGHdzSMu3Rb...HDIbDjlbMipfuHW

    https://it.wikipedia.org/wiki/Benedizione_apostolica

    Ma cosa sta succedendo?

    Edited by X-Files 2 - 5/5/2020, 11:35
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    Quanto tempo è passato ... Me li ricordo bene i dialer.
    CITAZIONE
    Il dialer è un programma informatico per collegarsi a internet. Era utilizzato dagli utenti per accedere alla rete tramite il collegamento dial up del computer via modem. Pochi utenti utilizzano ancora questo sistema di connessione, quasi tutti usano una rete Adsl per navigare in internet.

    Come funziona un dialer?

    Il software invia al modem una sequenza di comandi per chiamare il numero di telefono di un provider. Si utilizza la stessa linea telefonica di casa, quindi durante la connessione via dialer il numero di casa risultata occupato. Il costo della connessione a internet dipende dalla località del provider chiamato ( urbano o extraurbano ) e dal tempo della telefonata.

    Nota. Chi è abituato a utilizzare un collegamento Adsl per navigare in internet troverà sicuramente strano questo arcaico sistema di telecomunicazione tramite dial-up. Eppure, il web era utilizzato così fino agli inizi degli anni duemila.

    Il caso dei dialer illeciti

    I dialer erano diffusi anche come metodo di pagamento per accedere a contenuti riservati. In questo caso, l'utente doveva installare un apposito dialer preconfigurato con l'accesso remoto per chiamare un provider a tariffazione speciale.

    Questi numeri di telefono consentivano l'accesso a internet ma a tariffe molto più elevate rispetto ai normali dialer di accesso urbano. Il maggiore costo telefonico remunerava il fornitore del servizio, ossia il sito web che offriva i propri contenuti speciali soltanto in questo modo.

    Nota. Gli stessi contenuti non erano disponibili a tutti gli altri utenti che utilizzavano dei normali metodi di connessione.

    Purtroppo, in diversi casi questi software si autoinstallavano sul PC degli utenti in modo fraudolento e senza il loro consenso. Spesso gli utenti non erano nemmeno consapevoli di navigare in internet tramite un dialer speciale e di pagare una tariffazione maggiore.

    Con la diffusione delle connessioni via Adsl i dialer divennero obsoleti.

    Link: www.andreaminini.com/web/internet/dialer

    https://it.wikipedia.org/wiki/Dialer
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    Ci sono delle notevoli somiglianze con il caso di Peter Stubbe.
    CITAZIONE
    Conosciuto anche con i nomi di Peter Stube, Pe(e)ter Stubbe, Peter Stübbe o Peter Stumpf. Si ritiene che il cognome Stump con il quale è maggiormente conosciuto, sia stato dato per il semplice fatto che a Stubbe era stata amputata la mano sinistra, e al posto di essa era rimasto un moncone (che in inglese si dice Stump e in tedesco Stumpf).

    Stubbe fu protagonista del più famoso caso di licantropia avvenuto nel XVI secolo in Germania, dove viveva a Bedburg, nei pressi di Colonia. È stato uno dei primi serial killer conosciuti della storia.

    L'uomo fu accusato di aver ucciso, fra il 1564 e il 1589, due donne incinte e tredici bambini (compresi i suoi figli). Uccideva le sue vittime tagliando o mordendo loro la gola, dopodiché ne portava il cadavere in un posto isolato per poterne bere il sangue e, con l'ausilio di un coltello, estrarre le viscere. In particolare, ammazzò uno dei suoi figli spaccandogli la testa con un'ascia, per poterne estrarre il cervello.

    Di notte si aggirava nelle stalle sventrando e mangiando sul posto alcuni capi di bestiame. Fu arrestato nell'ottobre 1589 a seguito di un tentato omicidio, quando un passante lo vide e lo interruppe urlando. Era conosciuto come una persona normale.

    Nella sua deposizione, ottenuta mediante la tortura, raccontò di aver ricevuto dal diavolo una cintura magica (mai rintracciata), con la quale poteva trasformarsi in lupo ogni volta che la indossava. Ammise inoltre di aver praticato magia nera sin dai dodici anni, e di aver frequentato assiduamente il diavolo.

    Condannato a morte dal tribunale di Bedburg il 28 ottobre, la sentenza fu eseguita il 31 ottobre 1589: venne sottoposto al supplizio della ruota, poi gli furono asportate varie parti del corpo con una tenaglia incandescente, con un'ascia gli furono amputati mani e piedi e infine fu decapitato. La testa venne infilzata su un palo come monito, mentre i suoi resti vennero bruciati sul rogo.

    Anche la compagna di Stubbe, Katherine Tropin, e la figlia Beel furono riconosciute complici del killer, venendo così condannate al rogo e arse vive lo stesso giorno dell'esecuzione di Stubbe.

    Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Peter_Stubbe

    Crimini e orrori che fanno accapponare la pelle.

    Edited by X-Files 2 - 4/5/2020, 11:22
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    CITAZIONE
    Il volto contratto in una smorfia di terrore, le mani a coprire gli occhi. La paura di morire le è rimasta fissata addosso e, dopo 600 anni, è arrivata fino a noi. Insieme al suo corpo mummificato, perfettamente conservato, scoperto per caso in Amazzonia.

    Questa donna pietrificata dal panico apparteneva alla tribù dei Chachapoyas, i "guerrieri delle nuvole" come li chiamavano i vicini e rivali Incas, e si è conservata in perfette condizioni grazie alle arti imbalsamatorie del suo popolo.

    La mummia è stata ritrovata in una caverna per la sepoltura, destinata anche al culto, scoperta nella foresta pluviale peruviana. E' stato un agricoltore ad avvertire gli scienziati dopo averla trovata per caso mentre era al lavoro in quella zona. Dalla volta nascosta sono emersi preziosi manufatti, ceramiche, tessuti, pitture, oltre al corpo della donna e alla mummia di un bambino, che riposavano insieme. Sulle circostanze della loro morte rimane il mistero.

    Come del resto ben poco si sa della loro tribù, i Chachapoyas: biondi, alti, di pelle chiara, erano probabilmente originari dell'Europa. La loro era una delle civiltà più progredite di quell'area. Dall'800 al 1500 furono alla guida di un regno che si estendeva su tutte le Ande. Perfino il loro nome originale è ignoto. Quello che è arrivato a noi è il soprannome dato loro dagli Incas, che li conquistarono: "gente delle nuvole", per le regioni elevate che i Chachapoyas abitavano nella foresta.

    La scoperta del sito è considerata di grande importanza dagli archeologi che lo hanno portato alla luce, e le fotografie delle due mummie hanno affascinato il popolo della Rete. Che ha subito iniziato a fare congetture su quelle smorfie di dolore. Non è possibile, dicono alcuni, che il viso sia rimasto fissato in quell'espressione durante l'imbalsamatura: è più probabile che sia stato mummificato per cause naturali.

    Ma qualcun'altro obietta, commentando un articolo che riporta la scoperta, sul sito dell'Evening Standard, che può essere semplicemente opera del tempo. Le gengive si sarebbero ritirate col passare degli anni consegnando all'eternità quest'immagine angosciata, da cui è così difficile distogliere lo sguardo.

    (11 gennaio 2007)

    Link: www.repubblica.it/2007/01/sezioni/...-amazzonia.html

    www.unchartedbackpacker.com/lost-c...and-leymebamba/, www.dailymail.co.uk/news/article-4...ies-Amazon.html

    Edited by X-Files 2 - 15/1/2024, 08:52
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    CITAZIONE (NSAx9000 @ 4/7/2009, 19:29) 
    oddio...Hitler... :*roftl:

    Non fosse che esiste pure la sua casa museo a Legnano.
    Piuttosto, sembra si dedicasse piuttosto attivamente a collezionare latta e altri rottami consimili che il poveretto non sapeva distinguere da autentici manufatti antichi.

    Di tanto in tanto qualche idiota riscopre la "collezione" e la spaccia per autentici manufatti atlantidei, o per la prova dell'esistenza di El dorado.

    povero Hitler... :*asd:

    A detta degli archeologi, si tratta in buona parte di manufatti moderni , più o meno ben eseguiti. Per quel che se ne sa, gli autentici reperti precolombiani della collezione sarebbero stati venduti al museo del Banco Centrale dell'Ecuador, mentre tutto il resto si conserverebbe in talune case di Cuenca, sempre in Ecuador. L'ingenuo presule fu gabbato più volte da imbroglioni che si ispirarono alle immagini dei libri di storia.

    "Il missionario, dal 1923 in Equador, riceve dagli stessi indios centinaia di reperti dall’inspiegabile influenza vicino-orientale e ricoperti da segni indecifrabili. Il missionario considera i reperti tracce di un contatto avvenuto tra i popoli separati da un oceano che secondo la storia non si sono mai incontrati. Riesce a ottenere dal Vaticano il permesso di aprire un museo nella cittadina di Cuenca, presso la chiesa di Maria Auxialiadora. La collezione di oltre 50.000 pezzi comprendeva reperti dalla foggia egizia, assira, cinese e africana, oltre a una serie di fogli metallici incisi con la lingua sconosciuta. Quasi tutto però andò distrutto nel 1962 a causa di un incendio. Dopo diversi decenni, Von Danniken nel libro “l’oro degli Dei” racconta la vicenda che vede come protagonista l’argentino-ungherese János Juan Móricz, che grazie alle indicazioni di Padre Crespi, avrebbe individuato dei tunnel artificiali nella Cuenca de los Tayos pieni d’oro e di documenti metallici che raccontavano la storia degli alieni e di una civiltà perduta. Von Däniken, sbugiardato in parte da Móricz e incalzato da uno scettico giornalista di Playboy, fece dietrofront su alcune cose scritte ammettendo di non essere mai stato nella caverna, ma anche che i misteriosi oggetti esistevano davvero, anche se nascosti per sempre in una piramide sotterranea. La storia diede il via a una spedizione, organizzata dall’ingegnere scozzese Stan Hall di cui faceva parte anche l’ormai ex astronauta Neil Armstrong alla ricerca di indizi su Atlantide. La spedizione non scopri nulla, la caverna era vuota e nonostante la delusione Hall volle incontrare Crespi e vedere la sua collezione. Già in passato diversi archeologi tra i quali il danese Olaf Holm, direttore del Museo Nacional de Quito avevano constatato che si trattava solo di riproduzioni moderne in alluminio, ottone e rame; in pratica, souvenir turistici fatti con scarti metallici. Padre Crespi però non va trattato alla stregua di un truffatore o peggio, di un ciarlatano perché era genuinamente spinto da uno spirito umanistico nel raccogliere reperti storici. Molte delle sue acquisizioni erano autentiche antichità precolombiane, soprattutto ceramiche, comprate in seguito dal Banco Central del Ecuador che le ha collocate nel museo privato della banca.Le lastre metalliche, invece, erano state rimandate al mittente perché dimostratesi false. L’ormai anziano missionario colpito da demenza senile venne raggirato da tanti artigiani locali che gli avevano venduto per anni oggetti malamente falsificati ripresi da illustrazioni dei libri di storia".
    Link: www.reccom.org/2017/10/23/misteri-padre-crespi/




    https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Crespi_Croci, www.bibliotecapleyades.net/arqueologia/cueva_tayos02.htm, www.ancient-origins.net/news-gener...revealed-005498, https://it.wikipedia.org/wiki/Cuenca_(Ecuador), Video, Video, Video, Video, https://zackelquesabe.wordpress.com/2018/0...a-de-los-tayos/, www.disinformazione.it/mercantiutopie.htm, www.ruggeromarino-cristoforocolomb...rlo-crespi.html.

    Edited by X-Files 2 - 2/5/2020, 11:49
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    CITAZIONE
    Da molto tempo si sussurra, si parla, si favoleggia, di una vastissima rete di tunnel che gli uomini avrebbero scavato in tempi immemorabili, e che correrebbe in lungo e in largo, attraverso il sottosuolo di interi continenti: dall’Europa, all’Asia, all’America. Che non si tratti solo di fantasie e di leggende destituite di qualsiasi fondamento, lo prova il fatto che, in alcuni casi, tali opere ciclopiche sono state effettivamente rintracciate, esplorate, studiate a fondo: tale il caso delle decine di città sotterranee della Cappadocia, regione interna dell’Anatolia, risalenti a parecchi secoli prima dell’era cristiana e poi ampliate in epoche successive, fino a quella bizantina, delle quali fa cenno, nella sua «Anabasi», lo storico greco Senofonte, che attraversò egli stesso quella provincia dell’Impero persiano.

    Molto più antico è l’ipogeo di Hal Saflieni, nell’isola di Malta, probabilmente un santuario, che venne scavato fra il 3.600 e il 2.500 a. C. e che, pertanto, è considerato dagli archeologi come l’unico tempio sotterraneo conosciuto nel mondo intero. Venne scoperto casualmente solo nel 1902 e aprì affascinanti interrogativi per gli studiosi: non è mai stato del tutto chiarito il mistero della sua origine, anche se è certo che si articola su tre differenti livelli e che alcune stanze sono delle cavità naturali che vennero lavorate ed ampliate opportunamente dalla mano dell’uomo. Nella sezione del Tien Shan denominata Bogda Shan, in Asia centrale, sono stati scoperti dei tunnel molto antichi, mediante i quali venivano drenate le acque delle falde sotterranee per irrigare le campagne circostanti. Secondo alcuni studiosi di matrice teosofica, a cominciare da Helena Petrovna Blavatsky, sotto il Tibet, il Turkestan Orientale e la Mongolia esisterebbe una rete di gallerie sotterranee che sono, in qualche modo, in relazione con il mito di Agarthi, il regno sotterraneo ove risiederebbe, nella città di Shambala, il misterioso Re del Mondo. Ne ha parlato il viaggiatore polacco Ferdinand Ossendowski, nel suo libro «Bestie, uomini e dei»; l’ha cercato lo studioso russo Nicholas Roerich (cfr. il nostro articolo «Sulle orme di Nicholas Roerich, alla ricerca di Shambala», pubblicato sul sito di Arianna Editrice in data 09/10/2008); vi ha riflettuto anche il notissimo esoterista francese René Guénon.

    Molto recentemente, l’archeologo tedesco Heinrich Kusch sostiene di avere individuato alcune centinaia di metri di tunnel sotterranei in Germania e in Austria, i quali sarebbero parte di una rete molto più estesa, diramantesi nel sottosuolo dell’Europa da una estremità all’altra. I tratti da lui individuati sono molto stretti, appena 70 cm., così da consentire il passaggio di una sola persona, e hanno un aspetto opprimente; non è nemmeno chiaro a cosa servissero esattamente. L’unica cosa abbastanza sicura è la data di costruzione, che risale a 12.000 anni fa: il che solleva interrogativi senza risposta, dato che si ignorava che nell’età neolitica gli abitanti dell’Europa sentissero la necessità di scavare opere del genere. Ma quante cose si ignorano dell’età neolitica, a cominciare dalla tecnica necessaria per edificare le centinaia e migliaia di dolmen e di menhir che sorgono ovunque, dalle isole atlantiche più settentrionali, come le Orcadi, fino a quelle del Mediterraneo, come la Sardegna?

    Una rete assai ramificata di caverne scavate dall’uomo, molto più antica di quelle scoperte da Kusch, si troverebbe in Indonesia, nell’isola del Borneo, lungo la costa occidentale, sui monti Subis: risalirebbero a ben 38.000 anni fa. Ne ha parlato il ricercatore svizzero Erich von Däniken, che non gode di molta stima da parte dell’ambiente scientifico; forse per questo la sua segnalazione non è stata, a quel che ne sappiamo, approfondita. Nell’America Meridionale, si dice che una estesissima rete di gallerie esista nella regione del lago Titicaca, nelle valli del Perù e in altre regioni che fecero parte dell’Impero incaico. Nel 1965 il ricercatore argentino di origine ungherese Juan Moricz annunciò di aver scoperto una vastissima rete di gallerie nella regione di Morona-Santiago, nell’Ecuador, con larghe prese d’aria poste a distanze regolari, e sale sotterranee dal soffitto a cupola, contenenti sculture e maschere rituali. Al principio degli anni ’70 la cosa divenne di dominio pubblico e vennero organizzate delle spedizioni con telecamere, ma le gallerie non vennero più trovate, il che gettò una luce poco simpatica sull’intera faccenda.

    Le pretese scoperte di Moricz si intrecciarono con quelle di uno studioso molto più serio e stimato, un sacerdote italiano residente da anni in Ecuador come missionario: il milanese Carlo Crespi (1891-1982), al quale gli indios avevano portato una quantità di manufatti provenienti dalla Cueva de los Tayos, una grotta posta a 800 metri s.l.m., nella regione amazzonica di quello Stato. Molte placche e sculture erano in oro e ricordavano manufatti provenienti da tutt’altra parte del mondo, per esempio dall’antica Mesopotamia; padre Crespi aveva messo insieme uno straordinario museo nella sede salesiana di Cuenca, con l’autorizzazione ecclesiastica, nel 1960; ma un misterioso incendio distrusse quasi tutto il materiale appena due anni dopo. Sia come sia, l’esistenza di grandiose gallerie sotterranee sudamericane è stata oggetto di discussione fin dai primi tempi della conquista europea; soldati spagnoli e sacerdoti cattolici riferirono di averne scoperto alcune e di aver saputo dell’ubicazione di altre, anche se non tutti erano d’accordo sulla loro funzione e su ciò che contenevano: tesori nascosti, secondo alcuni; riserve alimentari accumulate dagli indigeni, secondo altri.

    Ha scritto il saggista britannico Jim M. Allen nel suo volume «Atlantide, l’ultima verità» (titolo originale: «Atlantis: the Andes Solution», 1998; traduzione dall’inglese di Elena Giovanelli, Milano, Sperling & Kupfer Editori, 1998, pp. 107-108):

    «…Pizarro incontrò Atahualpa nella città di Cajamarca; il principe inca aveva con sé non meno di trentamila uomini, tutti disarmati e con l'ordine tassativo di non attaccare gli spagnoli. Ma Pizarro aveva fatto nascondere le sue truppe. Un frate spagnolo regalò ad Atahualpa una Bibbia, che il principe non poteva né leggere, né capire. Ci mise sopra l'orecchio, ma non udì alcuna "parola di Dio". Così la buttò a terra offrendo a Pizarro una scusa per dare il segnale dell'attacco, catturare il principe inca e massacrare i suoi uomini. Dalla sua prigionia, Atahualpa ordinò l'arresto e l'uccisione del fratello [Huascar], sperando così di migliorare la sua personale posizione. Quando Pizarro gli offrì di liberarlo in cambio d'oro, l'inca fu ben lieto della proposta, e accettò di riempire d'oro, fino all'altezza del suo braccio alzato, una grande stanza, e tracciò una linea a quell'altezza lungo i muri della stanza stessa. La notizia si sparse per tutto l'impero, e il riscatto cominciò a fluire e a riempire d'oro la stanza. Gli spagnoli, da parte loro, non mantennero la loro parte nell'accordo, e decisero di assassinare l'inca, cui fu data la scelta fra il rogo e, se si fosse convertito al cristianesimo, la “garrota”. L'inca optò per la conversione, poi fu messo a morte, sebbene a quel tempo stesse versando a Pizarro un secondo riscatto, ancora più prezioso del primo. Alla notizia dell'esecuzione di Atahualpa, la regina sua moglie ordinò che venisse interrotto quel flusso d'oro. In qualche manie a l'oro fu in fretta nascosto tra le montagne; altre cronache dicono che fu celato in un sistema di tunnel che attraversava le Ande, una strada sotterranea che conteneva le ricchezze che erano state accumulate nel paese. A quel tempo palazzi e templi erano solitamente decorati con lamine d'oro; il più splendido era il Coricancha, a Cuzco, dove, sui muri a occidente, gli architetti avevano predisposto un'apertura orientata in modo tale che i raggi del sole illuminassero i muri dorati evidenziando certi geroglifici e certe iscrizioni sacre altrimenti invisibili. Le iscrizioni contenevano la chiave per entrare nel tunnel. Un ingresso era a Cuzco, e il tunnel si spingeva fino a Lima, per poi prendere a sud verso la Bolivia e terminare nel deserto di Atacama, in Cile. In seguito alla morte di Atahualpa, la regina ordinò che l’ingresso del tunnel fosse sigillato con rocce e coperto di vegetazione, quindi si tolse la vita. Si diceva che da qualche parte, sul confine tra la Bolivia e il Perù, esistesse un altro ingresso. In un certo punto della costa c’era un’imponente roccia perpendicolare, lontana dalle altre rocce andine e conosciuta come la “Tomba dell’Inca”. Il masso era visibile dal mare, e al tramonto i raggi del sole che lo illuminavano svelavano dei geroglifici molto somiglianti a quelli del Coricancha, che contenevano i segreti dell’ingresso ai tunnel. Lì vicino si trovava un gruppo di tre montagne, e l’ingresso della galleria, collegata al tunnel principale da una diramazione, doveva trovarsi sotto una di queste. Si diceva che per tutta la lunghezza del tunnel, dalla Bolivia fino a Lima e a Cuzco, xci fossero stanze piene d’oro e gemme preziose, ma che l’ingresso era stato progettato in modo tale da provocare una caduta di massi su eventuali intrusi che si fossero avvicinati; inoltre la galleria era stata saturata di gas velenosi…».

    È difficile dire se un giorno verremo mai a capo del mistero relativo alle gallerie sotterranee delle Ande peruviane, e, più in generale, della supposta rete di caverne che collegherebbero i punti più lontani della terra. Non dovremmo, però, avere troppa fretta di bollare come sogni, fantasie o truffe deliberate tutte le notizie che arrivano in tal senso: sarebbe molto più giusto e intelligente operare una discriminazione e vagliare, caso per caso, le indicazioni e gli annunci di ritrovamenti che, di tempo in tempo, vengono a disturbare i beati sonni degli archeologi accademici, specialmente a motivo delle loro improbabili datazioni, risalenti all’epoca neolitica. Bisogna avere l’umiltà di riconoscere che sono molti i misteri archeologici tuttora irrisolti: uno fra i tanti che potremmo citare è quello degli edifici megalitici di Nan Madol, nella Micronesia (cfr. il nostro articolo «Le gigantesche rovine della città di Nan Madol, nelle isole Caroline, sono delle vestigia della civiltà di Mu?», pubblicato su «Il Corriere delle Regioni» in data 16/05/2015).

    Gli uomini, a quel che sappiamo, hanno sempre visto nel sottosuolo un luogo di rifugio durante le epoche difficili, ad esempio quelle segnate da invasioni e guerre civili; sappiamo che una fitta rete di caverne e gallerie esiste nell’Isola di Pasqua e sappiamo che essa offrì l’estremo rifugio agli abitanti che cercavano scampo dalle feroci lotte scoppiate fra le due stirpi delle “lunghe orecchie” e delle “corte orecchie”, che degenerarono in massacri generalizzati e nella pratica del cannibalismo e che segnarono la fine della civiltà isolana, la quale, nei suoi tempi d’oro, aveva saputo innalzare decine e decine di statue gigantesche, i famosi (e misteriosi) moai. Sappiamo anche che alcune sette e religioni hanno sempre preferito avvolgere i propri riti di segretezza e che, pertanto, hanno eletto le caverne e gi ambienti ipogei a luoghi cerimoniali; in tempi moderni, la stessa cosa viene fatta dalle autorità militari, allorché vogliono celare allo sguardo altrui gli ultimi ritrovati della scienza bellica e sviluppare, all’insaputa dei mezzi d’informazione, le loro tenebrose ricerche fisiche, chimiche e batteriologiche.

    Link: www.accademianuovaitalia.it/index.p...iosi-nelle-ande

    CITAZIONE
    Nel corso della storia di Cuzco, dapprima i cronisti e poi gli etnoistorici hanno menzionato la convinzione che Cuzco sia sottoposta a una vasta rete di tunnel. In quechua chiamiamo questi tunnel chincanakuna, o semplicemente chincana. Questa parola significa "un posto dove perdersi". L'inca Garcilaso de la Vega non è che uno dei cronisti che menziona questa idea. La gente pensò che i tunnel iniziavano a Cuzco, che in quechua era qosqo e significa "l'ombelico del mondo", e si estendevano fino a tutti i punti dell'Impero Inca. Si diceva che servissero a connettere le persone con l'immenso territorio dell'Impero Inca, noto come Tawantinsuyo.

    La leggenda che stiamo per raccontare fa parte oggi delle nostre tradizioni orali che si tramandano di generazione in generazione. Se lo consideriamo una leggenda è perché esistono i luoghi che menziona, come il grande centro di Saqsayhuaman dove ci sono due chincanas, ingressi ai tunnel. Uno è grande e uno è piccolo. Quest'ultimo fa parte del City Tour che molti turisti utilizzano quando arrivano per la prima volta a Cuzco. Secondo la leggenda un gruppo di giovani uomini entrò nella grande chincana che si trova vicino allo scivolo di roccia di fronte alle massicce mura di Saqsayhuaman. Portavano con sé una corda a cui si tenevano tutti e che srotolavano lentamente per non perdersi. Man mano che andavano sempre più avanti nel tunnel, tutto diventava sempre più scuro fino al momento in cui non poterono più sentirsi. Nessuno sa come siano arrivati ​​a lasciar andare la corda, ma lo fecero.

    Inoltre nessuno sa cosa sia successo a tutti, tranne a uno. Tutti tranne lui sono scomparsi nella terra. È uscito. Dicono che mentre camminava nel tunnel, nell'oscurità assoluta, cercando di trovare l'uscita, improvvisamente si accese una luce molto brillante che illuminò il tunnel. In quella luce apparve un Inca con tutto il suo vestito circondato da pesanti oggetti d'oro massiccio. L'Inca lo guardò e disse in quechua "lloqsiy, lloqsiy" che significa "vattene, vattene". Molto spaventato, afferrò un oggetto e fuggì. In qualche modo trovò la sua via d'uscita, ma uscì dal Qoricancha, il Tempio del Sole, invece che per dove entrò. I suoi vestiti erano divenuti stracci strappati e adesso lui era molto vecchio. Ma nelle sue mani aveva una spiga d'oro. Era come se avesse viaggiato nel tempo. In effetti, erano passati molti anni da quando era entrato nel tunnel. Tutti quelli che lo hanno visto sono rimasti molto sorpresi e soprattutto sorpresi dalla spiga di grano realizzata in oro massiccio.

    Il mistero non fu mai chiarito e pochi giorni dopo l'uomo morì. Ma la sua esperienza nel chincana è diventata parte della nostra storia orale. In quechua qoricancha significa tempio o casa d'oro. Nella sua origine era chiamato Inti Cancha o casa, tempio del sole. Era il tempio più importante dei tempi inca, Il centro dell'universo. In cima a questo tempio l'ordine spagnolo dei domenicani costruì il loro tempio e monastero. Sono state fatte molte ricerche su questa storia, ma per qualche ragione la ricerca non è mai stata completata e l'ingresso del tunnel è stato sigillato. Solo poche persone sanno ancora esattamente dove si trova. È stato dimenticato, anche se la storia no.

    Link: http://cuzcoeats.com/the-legend-of-saqsayh...el-or-chincana/

    Edited by X-Files 2 - 22/6/2020, 18:14
  12. .
    jesus-bowl.grid-6x2

    Interessante.

    - www.nbcnews.com/id/26972493/ns/tech...n/#.Xp8Ldv0zYdU
    - https://news.softpedia.com/news/Christ-the...Cup-94996.shtml
    - www.franckgoddio.org/

    CITAZIONE
    Nell’ottobre del 2008, Discovery News riportava che un team di scienziati guidati dal celebre archeologo Franck Goddio, ha scoperto una tazza, datata tra il II° SECOLO A.C. ed il I° SECOLO D.C. che, secondo un esperto epigrafo, avrebbe inciso sulla superficie esterna il primo riferimento a Cristo storicamente noto.

    Se il termine “Cristo” fosse riferito alla figura biblica di Gesù, come è stato ipotizzato, la scoperta potrebbe fornire una prova di come cristianità e paganesimo fossero profondamente intrecciati nel mondo antico. L’incisione sulla coppa riporta: “DIA CHRSTOU O GOISTAIS”, che è stato tradotto da Andre Bernand, archeologo francese e professore emerito, in “da Cristo il mago“.

    “Potrebbe essere un riferimento e Gesù Cristo, dato che fu una volta l’esponente primario della magia bianca” sostiene Goddio, co-fondatore dell’ Oxford Center of Maritime Archaeology. Goddio ed i suoi colleghi hanno rinvenuto la tazza durante uno scavo marino nei pressi dell’antico porto di Alessandria. L’egittologo David Fabre, un membro dell’ European Instituto of Submarine Archaeology, ritiene che un “magio” abbia utilizzato la coppa per predire il futuro attraverso rituali magici.

    Il Libro di Matteo nella Bibbia fa riferimento a “saggi”, o Magi, che si ritiene fossero diffusi nel mondo antico. Secondo Fabre, la coppa è inoltre molto simile ad una raffigurata in due statuette di terracotta egizie che si pensa siano state utilizzate in un rituale di preveggenza. “E’ noto che in Mesopotamia, probabilmente fin dal III° millennio a.C.” afferma Fabre “i preveggenti interpretavano la forma presa dall’olio versato in una coppa d’acqua, guidati da manuali d’interpretazione”.

    Dopo l’analisi dell’olio nella coppa, si è anche scoperto che questi “medium” cadevano in una sorte di trance allucinatoria. “Vedevano le divinità, o esseri sovrannaturali, apparire per rispondere alle loro domande sul futuro” continua Fabre. Il magio a cui sarebbe appartenuta la coppa avrebbe potuto legittimare i suoi poteri supernaturali grazie all’iscrizione che riporta un’invocazione del nome di Cristo.

    “E’ molto probabile che ad Alessandria fosse nota l’esistenza di Gesù e dei suoi miracoli leggendari” dice Goddio. Altri ricercatori però offrono interpretazioni alternative per spiegare l’iscrizione della coppa. Bert Smith, professore di archeologia classica alla Oxford University, suggerisce che l’incisione possa essere una dedica, o un dono, fatto da un certo “Chrestos” ad un affiliato religioso chiamato “Ogoistais”.

    Klaus Hallof, direttore dell’Istituto di Iscrizioni Greche dell’Accademia di Berlino-Brandeburgo, aggiunge inoltre che se l’interpretazione di Smith si dimostrasse valida, la parola “Ogoistais” potrebbe essere connessa con un noto gruppo religioso che venerava divinità greche ed egizie, come Hermes, Atena e Isis.

    “Dovrebbe essere ricordato che in Alessandria il paganesimo, il Giudaismo ed il Cristianesimo non si sono mai evoluti isolati. Tutte queste forme di religione hanno sviluppato pratiche magiche che hanno fatto presa sia sulla popolazione che sulla classi sociali di alto rango” afferma Fabre. Ed aggiunge: “E’ stato ad Alessandria che nuovi concetti religiosi sono stati creati per proporre soluzioni ai problemi dell’uomo. Il culto di Isis, i misteri di Mitra, e la Cristianità primordiale hanno prodotto testimonianze di tutto questo”.

    Link: https://tempiodiolimpia.wordpress.com/2010...isto-come-mago/

    Edited by X-Files 2 - 21/4/2020, 20:06
  13. .
    Raggio verde, video 1.
    Raggio verde, video 2.
    Raggio verde, video 3.

    - https://spaceweather.com/archive.php?day=1...=2018&view=view
    - https://spaceweather.com/archive.php?day=1...=2016&view=view
    - www.spaceweather.com/archive.php?v...th=07&year=2013
  14. .
    E' un animale risolutamente aggressivo e collerico.

  15. .
    CITAZIONE
    I simboli incisi sulla porta alchemica possono essere rintracciati tra le illustrazioni dei libri di alchimia e filosofia esoterica che circolavano verso la seconda metà del Seicento, e che presumibilmente erano in possesso del marchese Palombara.

    In particolare il disegno sul frontone della Porta Alchemica, con i due triangoli sovrapposti e le iscrizioni in latino, compare quasi esattamente uguale sul frontespizio del libro allegorico/alchemico Aureum Seculum Redivivum di Henricus Madatanus (pseudonimo di Adrian von Mynsicht, 1603-1638). Il frontespizio dell'edizione originale del 1621 è molto diverso: infatti il disegno a cui si ispirò il Palombara compare esattamente solo nell'edizione postuma del 1677. Sul frontone della porta alchemica è rappresentato in una patacca il sigillo di Davide circoscritto da un cerchio con iscrizioni in latino, con la punta superiore occupata da una croce collegata ad un cerchio interno e la punta inferiore dell'esagramma occupata da un oculus: il simbolo alchemico del sole e dell'oro. Il fregio rappresenta un simbolo dei Rosacroce riportato in molti testi del Seicento e compare forse per la prima volta sul frontespizio del libro Aureum Seculum Redivivum.

    Il triangolo con l'oculus è molto simile ad un analogo simbolo di una piramide con la punta occhiuta, che compare sulle banconote statunitensi da un dollaro, fra l'altro accompagnato da una scritta in latino Novus Ordo Seclorum che richiama la scritta sul frontone Aureum Seculum Redivivum. La specifica piramide usata nel simbolo americano è tratta dalla Pyramidographia, un volume pubblicato nel 1646 a Londra da John Greaves (1602-1652) dopo un viaggio in Egitto, e pertanto è ipotizzabile un'ispirazione comune dall'immagine in questo testo sia del frontespizio del libro Aureum Seculum Redivivum, come anche del simbolo che compare sulla banconota statunitense. Tale simbologia fu adottata dagli Illuminati di Baviera, che nacquero circa cento anni dopo la pubblicazione del testo esoterico in Germania del 1677 [...]

    I simboli alchemici lungo gli stipiti della porta seguono, con qualche lieve difformità, la sequenza dei pianeti associati ai corrispondenti metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio. Tale sequenza viene forse ripresa dal testo Commentatio de Pharmaco Catholico pubblicati nel Chymica Vannus del 1666. Ad ogni pianeta viene associato un motto ermetico, seguendo il percorso dal basso in alto a destra, per scendere dall'alto in basso a sinistra, secondo la direzione indicata dal motto in ebraico Ruach Elohim.

    Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Alchemica


    www.vanillamagazine.it/la-porta-al...tre-tre-secoli/, www.indaginiemisteri.it/2018/09/08/...critto-voynich/, www.angolohermes.com/luoghi/lazio/...ortaMagica.html

    Edited by X-Files 2 - 14/4/2020, 01:26
157 replies since 8/4/2016
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