Mystero

Posts written by Ultron1986

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    "Eliminare gli effetti collaterali e aumentare la precisione dei farmaci contro il cancro: è questa la sfida della nanomedicina, di cui si è parlato nel corso del Nano World Cancer Day 2016. Un po' cavallo di Troia, un po' Caronte. Ecco come saranno i nanofarmaci che i ricercatori in Italia, in Europa e nel mondo stanno sviluppando per battere il cancro. Si lavora per sviluppare sistemi che trasportino il farmaco solo nelle cellule malate, annullando così gli effetti collaterali di una somministrazione massiccia che lo diffonderebbe ovunque. Nanoveicoli che navigano nell'organismo per portare il farmaco dove occorre, invisibili al suo sistema immunitario e capaci di superare le barriere biologiche attive nel nostro organismo per difenderci da corpi estranei. Se ne è parlato questa mattina nel corso del Nano World Cancer Day 2016, evento internazionale organizzato da ETPN (European Technology Platform for Nanomedicine, un organismo che raggruppa istituzioni di ricerca, aziende farmaceutiche e scienziati per promuovere la ricerca e lo sviluppo della nanomedicina) in collaborazione con istituzioni locali. La conferenza stampa italiana, una delle 12 simultanee organizzate in Europa, dal Regno Unito alla Svizzera, alla Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Austria e Turchia, è stata organizzata dall'Università di Milano-Bicocca e dalla fondazione IRCSS Istituto dei Tumori. I vettori, che hanno una grandezza che va dai 20 ai 500 miliardesimi di metro, hanno spiegato i ricercatori riuniti in Bicocca, si adattano sia ai tradizionali farmaci chemioterapici sia ai farmaci biologici (acidi nucleici, proteine): entrambe le classi di farmaci hanno bisogno di nano-strutture che li portino alla destinazione desiderata, ad esenpio il tessuto tumorale. Raggiunta la destinazione, occorre ancora superare le barriere biologiche. A tal fine si stanno sviluppando due differenti strategie. "Una - ha spiegato Francesco Nicotra, ordinario di Chimica Organica dell'Università di Milano-Bicocca - prevede l'apertura delle porte con il rilascio del farmaco prima del superamento della barriera: se il farmaco è una piccola molecola, potrà essere in grado di superarla per diffusione. L'altra, indispensabile per i farmaci che non sono in grado di diffondere, consiste nel dotare le nanoparticelle di una chiave per attraversare la barriera e aprire le porte solo dopo averla superata. Le barriere dispongono infatti di sistemi di trasporto che riconoscono le sostanze utili e ne consentono il passaggio". La ricerca è attualmente concentrata sui sistemi di riconoscimento della fermata giusta,, sui metodi per aprire le porte e sulle chiavi per superare le barriere".

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    Edited by Francesco Z - 19/2/2016, 10:07
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    Nel 1938 la Westinghouse Electric Corporation realizza ELEKTRO, un robot umanoide che cammina e parla.

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    "I robot affascinano e stuzzicano la fantasia degli esseri umani da più di un secolo, ma nel corso degli anni, ne sono stati realizzati alcuni il cui impatto sull'industria è stato a dir poco discutibile. Il loro fascino pionieristico tuttavia, resta molto apprezzabile. La celebre rivista americana Popular Mechanics ha stilato una classifica dei robot più inutili (e simpatici) della storia. La carrellata comincia con un robot di sembianze antropomorfe, drammaticamente simile all'uomo di latta del film Il Mago di Oz. Realizzato nel 1937 dalla Westinghouse Electric Corporation, il robot (raffigurato sopra) poteva muovere la testa e le mani in un primitivo tentativo di emulare alcuni movimenti degli esseri umani. Era capace di distinguere, tramite l'ausilio di una telecamera, la differenza tra alcuni colori e sapeva muovere alcuni passi. In sintesi, era precursore del ben più celebre Asimo, il robot umanoide della Honda. L'Hardiman (sopra) invece era un prototipo di esoscheletro e venne realizzato nel 1965. L'idea di base era quella di avere uno strumento che permettesse di sollevare e muovere oggetti impossibili da spostare per un semplice uomo e di aiutare quest'ultimo a lavorare in condizioni avverse (sott'acqua, nello spazio). Creato dalla General Electric, Hardiman non riuscì mai ad essere perfezionato e la sua vita fu afflitta da una serie infinita di problemi meccanici e legati alla scarsa affidabilità delle sue componenti. Un flop, insomma, ma che spianò la strada per altri esoscheletri più leggeri (e, a distanza di anni, stuzzicò la fantasia degli sceneggiatori di Hollywood, ricordate il secondo episodio di Alien?)".

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    Edited by Francesco Z - 16/2/2016, 01:08
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    "Troppo affascinante e troppo distante per non continuare a regalarci sorprese, Plutone oggi ha un nuovo enigma da sottoporre agli scienziati, grazie alle osservazioni effettuate dalla sonda NASA New Horizons. Pare, infatti, che i ghiacciai di azoto del pianeta nano trasportino un carico interessante: diverse colline, isolate l'una dall'altra, che potrebbero essere frammenti di ghiaccio d'acqua provenienti dalle regioni circostanti più alte. Tali strutture potrebbero arrivare a misurare da uno a diversi chilometri in diametro, stando a quanto sembrano suggerire le immagini rilasciate dalla missione. Localizzate nella vasta pianura ghiacciata chiamata informalmente Piana dello Sputnik, nel cuore di Plutone, queste colline sembrano essere la versione in miniatura delle più grandi montagne presenti sui margini occidentali della stessa pianura. Soprattutto rappresentano un altro interessante esempio di quanto sia affascinante ed abbondante l'attività geologica sul pianeta nano. Poiché il ghiaccio d'acqua è meno denso di quello di azoto, gli scienziati ipotizzano che le colline di ghiaccio d'acqua galleggino in un mare di azoto ghiacciato, muovendosi come fanno gli iceberg nell'Oceano Artico terrestre. Le colline sono probabilmente frammenti spezzati e trasportati provenienti dagli altipiani. Catene di colline alla deriva sono state osservate dall'occhio di New Horizons seguire la stessa strada lungo la quale scorrono i ghiacciai".

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    Iceberg terrestri (immagini satellitari e non):

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    Edited by Francesco Z - 14/2/2016, 15:32
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    "Le onde gravitazionali sono tra noi. Come Einstein aveva visto e previsto 100 anni fa, prima con gli occhi della mente e poi nella perfezione della Teoria della relatività generale. Lo spazio ed il tempo sono, in realtà, come un mare percorso da onde". "Il primo segnale è stato registrato dalle antenne dello strumento LIGO ed analizzato fra Europa e Stati Uniti dalle collaborazioni LIGO e VIRGO - l'interferometro installato a Cascina, vicino a Pisa - alla quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). La ricerca ha coinvolto più di 250 fisici ed ingegneri appartenenti a 19 diversi gruppi di ricerca europei".

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    Edited by Francesco Z - 16/2/2016, 02:06
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    "La leggenda del Prete Gianni cominciò nell'anno 1165, quando una misteriosa lettera pervenne all'imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno. La missiva era stata scritta da un personaggio che si presentava come "Giovanni Presbitero, grazie all'Onnipotenza di Dio, Re dei Re e Sovrano dei sovrani". Sempre nella lettera, il mittente avrebbe sostenuto di essere re e sacerdote di un regno situato vicino all'India, dove vigeva sempre la pace, le persone vivevano felici e non conoscevano la menzogna; a detta del Prete Gianni, inoltre, nel suo regno "la terra stilla miele ed è ricolma di latte" e "non v'è scorpione nè serpente che strisci sull'erba, gli animali velenosi non possono entrarvi nè fare male ad alcuno". Di questa particolare lettera vennero a conoscenza, tramite degli ambasciatori, il Papa e l'Imperatore (Barbarossa), ma di fatto non se ne fece nulla, e del Prete Gianni si persero le tracce. In seguito però Marco Polo accennò al Prete Gianni nel suo libro, Il Milione, affermando che "di sua grandezza favella tutto 'l mondo" e descrivendo il suo regno come un luogo fantastico, prospero e pieno d'ogni ricchezza. Altri erano invece pronti a giurare che questo regno custodisse il Santo Graal, o che addirittura lì si trovassero la fonte dell'eterna giovinezza ed il Paradiso Terrestre. Siamo qui di fronte a racconti dove gli elementi storici si mischiano col mito e la leggenda, dove a volte i fatti narrati possono assumere sia un valore letterale che un valore simbolico. René Guénon nel suo libro Il Re del Mondo prende in esame, tra gli altri, anche questo personaggio leggendario e lo accosta alla figura biblica di Melchisedeck, suggerendo come in fondo questi due personaggi possano rappresentare simbolicamente la stessa cosa. Anche Melchisedeck infatti è sia re che sacerdote, poichè, stando alla Scrittura, egli è contemporaneamente "re di Salem" e "sacerdote di Dio altissimo" (Gn 14:18). Il Prete Gianni è inoltre re "grazie all'onnipotenza di Dio", quindi la sua figura è caratterizzata da una grandissima autorevolezza, che viene direttamente da Dio. Allo stesso modo Melchisedeck è "sacerdote di Dio altissimo" e secondo San Paolo è addirittura superiore ad Abramo ed è "reso simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno". René Guénon sostiene inoltre che questa figura, che possiamo chiamare "Re del Mondo", non designa tanto un individuo in particolare, poichè costituisce prima di tutto un principio. Questo principio si può poi manifestare in un determinato "centro" tradizionale e può essere effettivamente rappresentato da una persona".

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    "Furono avanzate varie ipotesi, ma l'origine del nome e l'identità rimangono inspiegati. Per Jacques de Vitry si trattava dello stesso Gengis Khan, per Vincenzo di Beauvais di un imperatore indiano; negli Annales Sancti Rudberti Salirburgensis è identificato in Akaba, secondo re mongolo di Persia; per Odorico da Pordenone fu un principe cinese, mentre per Marco Polo e Alberico Delle Tre Fontane un sovrano keraita (popolazione mongola convertita al cristianesimo nestoriano). Anche l'ubicazione del reame rimane sconosciuta. "Man mano che i viaggiatori europei si allontanavano dall'Occidente, il Prete Gianni recedeva verso lontananze sempre più mitiche: dagli Urali alla Persia e all'India, dalla Mongolia alla Cina, all'Indocina e alla Manciuria. Ciò che restava fissa era la strabiliante ricchezza del Prete e la sua volontà di accostarsi alla dottrina di Roma [...] Poi quando l'Asia sembrò non offrire nuovi appigli alle speranza di trovarvi un valido alleato [...] fu la volta dell'Africa: l'Egitto prima, la Nubia infine l'Etiopia" Viene romanzato sia nel Guerin meschino, sia nell' Orlando furioso, dove Ludovico Ariosto lo immagina quale re d'Etiopia, di nome Senapo, che Astolfo libera da una maledizione divina che lo costringeva a soffrire la fame".

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    Diversi ricercatori sostengono che la lettera del Prete Gianni all'imperatore bizantino Emanuele I Comneno sia un falso.

    Nelle opere storiche la più antica menzione del Prete Gianni si trova negli scritti di Ottone di Frisinga (1109 - 1158).

    Il 27 settembre 1177 papa Alessandro III (1100 circa - 1181) indirizzò una lettera a un misterioso "Iohanni illustri et magnifico Indorum regi".

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    Lo studioso tedesco Gustav Salomon Oppert (1836 - 1908) tentò di dimostrare che il Prete Gianni era, in realtà, Yeliutashe, un re mongolo appartenente alla dinastia Liao.

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    Edited by Francesco Z - 9/2/2016, 02:17
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    "Esattamente 45 anni fa, nel febbraio 1971, Edgar Mitchell si trovava sulla Luna e insieme al collega Alan Shepard piantava la bandiera statunitense sulla superficie polverosa dell'altopiano di Fra Mauro. E' probabilmente così che l'astronauta americano dell'Apollo 14 avrebbe voluto essere ricordato. Si è spento nella sua casa di Palm Beach, in Florida, a 85 anni di età, dopo una breve malattia. Mitchell, nato in Texas nel 1930, fu il sesto uomo a mettere piede sulla Luna. Pilotò il modulo lunare e compì due attività fuori bordo. Complessivamente restò in quel luogo inesplorato per oltre 33 ore, nove delle quali all'aperto. Fu la sua unica missione nello spazio, ma bastò a farlo entrare nei libri di storia insieme agli altri 11 eroici astronauti che raggiunsero il nostro satellite fra il 1969 e il 1972. Da allora nessun altro uomo è più stato lassù. Negli ultimi anni Mitchell fece parlare di sè per alcune dichiarazioni suglòi UFO".

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    CITAZIONE
    la descrizione di Homo naledi

    "Homo naledi (BERGER ET AL., 2015) è un ominide estinto appartenente al genere Homo. I suoi resti fossili furono rinvenuti nel 2013 nelle Rising Star Cave, parte di un sistema di caverne del Sudafrica scoperte nello stesso anno. Nella caverna sono stati ritrovati oltre 1.500 elementi fossili, appartenenti ad almeno 15 esemplari diversi [...] Rinvenuto nel 2013 in Sud Africa nella Dinaledi Chamber, caverna facente parte del complesso delle Rising Star Cave, Homo naledi è stato descritto come una nuova specie nel 2015".

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    CITAZIONE
    soluzione del mistero del cosidetto "uomo di Kennewick"

    "E' entrata nella classifica di Science sulle 10 scoperte più importanti del 2015 e, soprattutto, ha finalmente risolto la controversia legale tra lo Stato di Washington e le tribù dei nativi americani: si tratta della datazione dei resti dell'uomo di Kennewick attraverso l'analisi del DNA. A giugno, infatti, la rivista Nature ha pubblicato i risultati ottenuti dal sequenziamento del DNA estratto dalle ossa della mano dello scheletro di Kennewick. Secondo gli autori, sebbene il genoma fosse molto degradato, le analisi genetiche sono piuttosto convincenti e dimostrano che i resti in questione appartengono a un individuo strettamente imparentato con i nativi americani. Ciò potrebbe porre fine a una questione quasi ventennale: se infatti lo scheletro è collegato alle tribù indiane che per prime hanno popolato l'America, allora dovrebbe essere consegnato ai loro discendenti e ricevere degna sepoltura. Altrimenti, come invece rivendica l'esercito statunitense, potrebbe continuare a essere studiato dagli scienziati e rimanere al Burke Museum di Seattle. La storia dell'uomo di Kennewick nasce nel 1996 quando, durante una regata nel fiume Columbia River vicino alla cittadina di Kennewick, due spettatori ritrovano sulla spiaggia un teschio umano. Sul sito, gli archeologi recuperano uno scheletro umano quasi completo, con più di 350 ossa e altri frammenti. A questo punto inizia la battaglia legale tra lo Stato di Washington e i nativi americani: quel tratto di fiume è controllato dall' U.S. Army Corps of Engineers, sezione dell'esercito statunitense specializzata in ingegneria e progettazione, e allo stesso tempo è considerato parte della patria nazionale da cinque tribù della Confederazione della Riserva di Colville".

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    Edited by Francesco Z - 15/2/2016, 16:34
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    "Secondo la classifica stilata ogni anno da "Science" a conquistare la palma di risultato scientifico più significativo dell'anno è il nuovo metodo di editing genetico CRISPR. Al secondo posto si piazzano invece i progressi nello studio dei pianeti nani del Sistema Solare, effettuati grazie alle riprese ravvicinate di Plutone e Cerere ottenute dalle sonde New Horizons e Dawn.

    E' la CRISPR, la tecnica di manipolazione genetica sviluppata solo pochi anni fa, a conquistare il primo posto nell'elenco delle più significative scoperte e innovazioni scientifiche del 2015 che la rivista "Science" stila ogni anno. Nel corso del 2015 la CRISPR - che era già entrata nell'elenco di "Science" anche nei due anni precedenti, ma non in prima posizione - ha infatti dimostrato di essere realmente all'altezza delle aspettative, ottenendo risultati straordinari e promettendone di ancor più significativi in futuro.

    Il secondo posto è stato invece attribuito da "Science" alle riprese di Plutone e Cerere - l'oggetto della fascia degli asteroidi tra Marte e Giove che per le sue dimensioni è stato promosso dagli astronomi da asteroide a "pianeta nano" - effettuate dalle sonde New Horizons e Dawn.

    In terza posizione c'è la soluzione del mistero del cosiddetto "uomo di Kennewick", lo scheletro fossile di 8.600 anni fa che - dopo una disputa ventennale tra alcuni scienziati e la confederazione dei nativi americani - le analisi genetiche hanno dimostrato appartenere effettivamente a un antenato delle popolazioni native americane. La vicenda ha avuto molta eco negli Stati Uniti, e questo spiega come mai "Science", che è pubblicata dall'American Association for the Advancement of Science, abbia deciso di metterla prima di un'altra scoperta paleoantropologica: la descrizione di Homo naledi : la scoperta di questa nuova specie di ominide è stata infatti relegata al quinto posto.

    Al quarto posto si è piazzata la pubblicazione dei risultati di un ampio studio sul controllo della riproducibilità dei risultati delle ricerche psicologiche, intrapreso dopo che nel 2011 ci si era accorti che molti studi erano condotti su un numero troppo piccolo di soggetti perchè i loro risultati avessero una solida validità statistica. Dai primi cento studi replicati è risultato che solo il 39 per cento di essi superava il test di significatività, tanto da indurre diverse riviste scientifiche a decidere che per le ricerche in psicologia verranno in futuro pubblicate repliche degli esperimenti.

    A seguire si incontra la scoperta - realizzata grazie all'uso della cosiddetta tomografia della forma d'onda - che almeno 28 pennacchi vulcanici si alimentano direttamente dal mantello terrestre e non da isolate camere magmatiche.

    Anche la scoperta di un possibile vaccino contro il virus di Ebola, pubblicata nel luglio scorso da "Lancet", entra nella top ten di "Science", seguita dalla definizione di un metodo biotecnologico per la produzione di analgesici oppioidi a partire da alcuni ceppi di lieviti.

    Al nono posto si colloca invece la scoperta che - contrariamente a quanto creduto per oltre un secolo - esiste una rete di sottilissimi vasi linfatici che attraversa le meningi, e quindi il cervello non è completamente isolato dal sistema immunitario.

    Infine, anche la meccanica quantistica entra nella classifica con la dimostrazione definitiva della violazione del cosiddetto realismo locale, uno dei principi fondamentali della fisica classica, da tempo già messo in discussione dalle leggi della meccanica quantistica".

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    Edited by Francesco Z - 5/2/2016, 15:13
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    "Sono il 113, 115, 117 e 118. Individuati in laboratorio da ricercatori americanio, russi e giapponesi: saranno loro a scegliere i nomi definitivi. Quattro nuovi elementi entrano nella tavola periodica: sono il 113, 115, 117 e 118 e sono stati tutti ottenuti in laboratorio da gruppi di ricerca di Stati Uniti, Russia e Giappone. Individuati da tempo, i nuovi elementi sono stati confermati definitivamente soltanto adesso da gruppi indipendenti e annunciati dall'Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC). Tutti e quattro i nuovi elementi sono molto pesanti e sono stati intravisti in laboratorio solo per poche frazioni di secondo. Questi elementi completano la settima riga della tavola periodica dove sono indicati con nomi e simboli provvisori: ununtrio (Uut o elemento 113), ununpentio (Uup, elemento 115), ununseptio (Uus, elemento 117), e ununoctio (Uuo, elemento 118). La IUPAC invita i ricercatori che li hanno ottenuti a scegliere i nomi definitivi, che possono essere legati alle proprietà chimiche o fisiche degli elementi, a un concetto mitologico, a un luogo, a una personalità scientifica". "Adesso è aperta la caccia agli elementi 119 e 120, che potrebbero inaugurare l'ottava riga della tavola periodica".

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    Edited by Francesco Z - 3/2/2016, 19:08
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    "Il 10 febbraio 1996 Deep Blue, un supercomputer messo a punto da IBM, batte, per la prima volta al mondo, il campione del mondo di scacchi Garri Kasparov, segnando una pietra miliare nel campo dell'intelligenza artificiale. Oggi, quasi vent'anni dopo, è stato Google a bissare: un software sviluppato da DeepMind, la divisione di Big G specializzata, per l'appunto, nella scrittura di algoritmi di intelligenza artificiale, ha sconfitto il campione europeo di Go, un antico gioco da tavolo cinese. A svelarlo è lo stesso Google, in un post pubblicato sul suo blog ufficiale: il traguardo, oltre alla sua indubbia importanza scientifica, rappresenta anche un velato sberleffo diretto a Facebook, che pochi giorni fa aveva annunciato di essere "andato vicino", con i propri algoritmi di intelligenza artificiale, a sconfiggere un essere umano nel gioco di Go. Si tratta di un'impresa, se possibile, ancora più importante di quella di Deep Blue, dal momento che le dinamiche di gioco di Go sono più profonde rispetto a quelle degli scacchi, il che rende la sfida computer-essere umano ancora più difficile".

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    "Il monte Conero è un monte dell'Appennino umbro-marchigiano alto 572 m situato sulla costa del Mar Adriatico. Il nome Monte d'Ancona, abbreviato comunemente in Monte, è storicamente il più usato; solo dall'ultimo dopoguerra Conero, fino a quel momento usato solo a livello colto, si è diffuso anche popolarmente. Fa parte della provincia di Ancona e in particolare dei comuni di Ancona e Sirolo. Costituisce il più importante promontorio italiano dell'Adriatico assieme a quello del Gargano ed ha le rupi marittime più alte di tutta la costa orientale italiana (più di 500 metri). Nonostante la sua limitata altitudine, merita appieno il nome di monte per l'aspetto maestoso che mostra a chi lo osserva dal mare, per i suoi sentieri alpestri, per gli strapiombi altissimi, per i vasti panorami e per le attività che vi si svolgono tipiche della montagna, come l'arrampicata libera. Sul promontorio a cui da il nome si estende il Parco regionale del Conero".

    "Il Conero è un monte tutt'altro che impervio e ostile. Il rapporto dell'uomo con esso è stato infatti sin dall'inizio molto stretto. In particolare, in tutta l'area del promontorio risultano essere stati sempre abitati i centri di Ancona e Numana, in quanto unici porti naturali e affacci sull'Adriatico. Nel 1963, durante i lavori per la costruzione dell'edificio della RAI, sono stati ritrovati manufatti in selce nella zona del Pantano che fanno risalire la presenza dell'uomo sul monte fino al Paleolitico inferiore. A breve distanza, poi, delle incisioni rupestri testimoniano che l'uomo ha frequentato il Conero anche nell'Età del Bronzo. Si tratta di coppelle e canali incisi su una lastra di pietra affiorante nel bosco, sempre nell'area della vetta, e raggiungibile tramite una variante della Traversata del Conero. Parte di questi disegni, scoperti nel 1971, sono tuttora coperti dalla terra e dal bosco. Alcune parti, ai limiti dell'area scoperta, sembrano di epoche più recenti. La funzione di queste incisioni non è chiara. Fra le ipotesi, è possibile che siano ricollegabili a culti in cui il sangue degli animali sacrificati dovesse scorrere in quelle canalette a scopi di vaticinio, o che rappresentino i corsi d'acqua del monte. Si rilevano alcuni tratti similari con alcune incisioni rinvenute in Valcamonica e Valtellina. In epoca protostorica, alle pendici del Conero hanno vissuto le popolazioni che hanno costruito le gradine. Si tratta di aree pianeggianti create in cima a delle colline di cui una parte è, in genere, più alta del resto. Si ipotizza che il livello superiore potesse essere sacro, oppure quello inferiore usato come recinto degli animali. In questi insediamenti, diffusi anche verso Ancona, si sono rinvenuti reperti neolitici ma anche di altri periodi, ad esempio inumazioni, urne cinerarie e ceramiche con decorazioni simili a quelle della parte più meridionale della costa (come la Puglia)".

    "Nel IX secolo a.C., la zona è gradualmente passata dall'Età del Bronzo all'Età del Ferro e alla civiltà picena, che ha fatto di Numana un importante centro, in particolare fra il VI e il IV secolo a.C. Anche Roma antica ha lasciato evidenti tracce con la cava di pietra detta Grotte Romane". "Il Conero è stato abitato da eremiti anche prima dell'anno Mille. Si ipotizza che i più antichi romitori siano dell'800, ed è possibile che già prima fossero dedicati a culti pagani".

    "Il Conero riveste un importante ruolo strategico per il controllo del mare Adriatico. La sua esplorazione dunque è lievemente limitata dal fatto che alcune aree sono militari". "Sin dal 2000 la base posta sulla vetta del monte è sede del 3° Distaccamento Autonomo Interforze del CIL, mentre quella della Marina militare poco più a sud e più in basso non è attualmente gestita. In località Poggio è presente un deposito di munizioni della Marina. Sulla strada provinciale fra il Poggio e Massignano rimane l'ingresso dell'area militare sotterranea".

    "Quello che [...] stimola di più la fantasia si apre lungo la strada provinciale, fra Poggio e Massignano, circondato da doppie file di reti con filo spinato, entro cui circolavano cani da guardia, torrette di guardia e cartelli che informano sul divieto di fare fotografie e rilievi anche a vista. Costruito negli anni '50 con manodopera locale, tuttora non è noto con certezza cosa esso contenga o abbia contenuto, ma il sindaco di Ancona, Guido Monina, riferiva "da fonte competente" l'assenza di armi nucleari, e ad un'interrogazione parlamentare del 26 gennaio 1984 l'allora Ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, rispondeva rassicurando che dalle installazioni militari presenti "non può derivare alcun pericolo per la sicurezza e la salute dei cittadini e che non vi è incompatibilità per l'eventuale costruzione di un parco nazionale"
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    "Il Conero ha fama di essere un monte cavo. Questa voce è suffragata dal fatto che molti dei paesi e delle cittadine della zona come Varano, Camerano, Poggio e Osimo sorgono su colli ricchi di ambienti ipogei dalle funzioni idrauliche e difensive. Tali opere, in alcuni casi, collegano tra loro i rilievi, in altri è almeno credenza popolare che lo facciano. Secondo una leggenda, in particolare, su cinque colli ai piedi del monte sarebbero state fondate delle fortificazioni da alcuni giganti, in tempi antichissimi, che le avrebbero poi collegate con suddetti cunicoli. Si ritiene che sul Conero esistano circa 150 tra grotte e anfratti, alcuni naturali, altri artificiali o riadattati dall'uomo, ma molti nascosti da frane e vegetazione. Uno di questi cunicoli è il Buco del Diavolo o della Paura, un inquietante cammino sotterraneo nei pressi di Camerano, che forse è un tratto di un acquedotto romano. Si narra che se chi vi si addentra si trova di fronte una chioccia d'oro con dei pulcini, egli non potrà uscirne, finchè non scriverà sul muro il nome del diavolo col proprio sangue [...] Si dice che nella [...] Grotta del Mortarolo fosse possibile trovare dei sassi disposti a forma di morto, e che se qualcuno li avesse spostati, nel giro di una notte sarebbero tornati al loro posto. In raltà si tratta di uno scherzo risalente a tempi recenti [...] Si ritiene che il nome della grotta possa derivare dalla testa del morto o teschio che gli eremiti conservavano nei loro romitori, o da mortis ara (altare della morte) che indicherebbe origini pagane. Un'altra teoria è che derivi dalla mortella o mirto, pianta sacra ad Afrodite e Apollo".

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    Edited by Francesco Z - 28/10/2015, 16:15
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    "La laguna veneta si forma nell'800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall'epova preistorica vista la ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l'Adriatico con il Centro e Nord Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino.

    La venuta dei Romani non fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra viene bonificato e centuriato, cosa peraltro ancora visibile nell'attuale disposizione di strade e fossi. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimonieranno alcuni ritrovamenti. Secondo il Chronicon Altinate (XI secolo), il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell'attuale Canal Grande: studi recenti hanno però dimostrato che San Giacomo di Rialto è assai più tarda, risalendo alla metà del XII secolo.

    Gli abitanti della terraferma cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568). Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a Torcello. Riuniti assieme con tutta l'Italia all'Impero [l'Impero romano d'Oriente, diventato in seguito Impero bizantino] con la Prammatica Sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera. E' da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune [...]

    La vicinanza con l'Impero franco, il rapporto privilegiato con l'oriente bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l'Occidente e l'Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasforma la città da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente. E' annoverata tra le Repubbliche marinare; a ricordo di ciò il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana insieme ai simboli di Genova, Pisa ed Amalfi. Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, col passare del tempo, il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro costretti a prendere i voti perchè i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati".

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    4 Settembre 476 dopo Cristo: viene deposto l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augusto ( link ).
    Periodo 697 - 717 dopo Cristo: secondo la tradizione, periodo di governo del primo doge di Venezia, Paoluccio Anafesto.

    Il Doge: link, link, link, link, link, link, link

    30/07/2009. "Dalle foto aeree si possono intravedere mura, strade, abitazioni, teatri, monumenti e una complessa ragnatela di canali. E' il volto di Altinum, città romana considerata da molti scienziati l' "antenata" di Venezia. Un volto rivelato completamente e per la prima volta in assoluto da una ricerca tutta italiana, pubblicata sulla rivista Science. Grazie a tecniche fotografiche ad infrarossi e modelli computerizzati per stabilire l'elevazione delle rovine, i ricercatori dell'Università di Padova sono riusciti a ricostruire l'aspetto di questo importante porto dell'epoca romana. Risalente al primo secolo avanti Cristo e grande come Pompei [...] "La sua importanza è fondamentale per ricostruire la storia della regione e della stessa città di Venezia", ha detto Andrea Ninfo, del dipartimento di geografia dell'Università di Padova, a capo dello studio. "Gli abitanti di Venezia colonizzarono le isole del nord a partire da Altinum quando fuggirono dai barbari durante il quinto-settimo secolo". Le pietre e le costruzioni di Altinum furono utilizzate per porre le basi delle chiese e dei palazzi a Venezia, e la città fu lentamente smantellata".

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    Quarto d'Altino è situato nell'entroterra, a pochi chilometri dalla laguna, mentre Altinum era un porto dell'Adriatico: link, link, link, link, link, link, link.

    Video: link



    "Torcello è un'isola della Laguna Veneta settentrionale. Fu uno dei più antichi e prosperi insediamenti nella laguna, fino al declino conseguente alla predominanza della vicina Venezia e al mutare delle condizioni ambientali. Attualmente l'isola conta appena diciassette residenti, ma l'inestimabile patrimonio archeologico che ancora conserva ne fa un luogo turistico molto frequentato [...] Campagne archeologiche condotte all'inizio degli anni 1960 hanno dimostrato che a Torcello era presente un insediamento sin dai primi secoli dell'Impero romano, nello stesso periodo in cui fioriva la vicina città di Altino".

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    Secondo racconti leggendari, Venezia venne fondata il 25 marzo 421 dopo Cristo: link, link.

    Edited by Francesco Z - 16/2/2016, 14:56
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    "Il Medioevo abbonda di avvistamenti dell'Ebreo Errante, in genere mentre racconta la propria storia in cambio di un pasto frugale e di una stanzetta, a volte addirittura con prove di autenticità da parte di professori locali e di persone del mondo accademico. In tutta l'Europa sono avvenuti incontri con l'Ebreo Errante; durante il Medio Evo è stato visto in Armenia, in Polonia, a Mosca e, praticamente senza eccezione, nelle città dell'Europa occidentale, compresa Londra. A partire dal XIX secolo, gli avvistamenti dell'Ebreo Errante sono stati attribuiti in gran parte a impostori e pazzi. Nel 1840 è riapparso nel New England, anche se questa volta soltanto in forma letteraria, nei racconti di Nathaniel Hawthorne [...] Nello stesso tempo, Gustavo Dorè creò una serie di fini xilografie [...] forse la più elegante raffigurazione del mito tradizionale. L'esatta natura dell'errante varia nelle differenti versioni del racconto, così come gli aspetti del suo carattere; a volte si dice che sia un ciabattino o un mercante, a volte il custode del palazzo di Ponzio Pilato, o un romano piuttosto che un ebreo. Mentre alcuni interpreti vedono l' "Ebreo Errante" come una personificazione metaforica della Diaspora del popolo ebraico, altri lo giudicano come il pretesto che portò alla distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte di Tito per la responsabilità giudaica nella Crocefissione [...] Una varietà di nomi sono stati dati all'Ebreo Errante, inclusi:

    °Ahasuerus (o Ahasverus o Assuero)
    °Buttadeus (o Buttadeu)
    °Cartophilus (o Cartophylax) [...]

    Il personaggio compare per la prima volta in alcuni scritti del XIII secolo".

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    "Nel VI secolo, il monaco bizantino Giovanni Mosco ci testimonia che molte sono le leggende per le quali l'Ebreo Errante in realtà potrebbe essere Malco, la guardia del sommo sacerdote al quale Pietro apostolo, durante l'arresto di Gesù, recise l'orecchio con la spada, quindi risanato da Gesù stesso. Sarebbe la stessa guardia che, poco dopo, in Gv 18,19, percuoterebbe Gesù: violento e irriconoscente al Cristo, sarebbe quindi costretto a errare per sempre".
    "Una cronaca anonima di un monaco cistercense del convento italiano di Santa Maria di Ferrara, a nord di Caserta, nell'allora Regno di Napoli, riferisce che nel 1223 sarebbero passati dei pellegrini europei. Questi testimoniarono d'aver incontrato, in Armenia, quendam Judaeum, un ebreo (la cui stessa leggenda gli attribuì il nome Cartafilo) che vagava da secoli per l'Europa. Durante la Passione, Gesù gli avrebbe detto: ego vado et tu expectabis me donec revertar, cioè io vado e tu mi aspetterai fino al mio ritorno. Questo viene confermato anche nel Flores Historiarum di Roger de Wendover; si narra della visita fatta nel 1228 a Saint Alban da un arcivescovo armeno che, interrogato a proposito di un certo Giuseppe di cui si parlava spesso tra la gente [...] e che si diceva vivere ancora dopo aver assistito alla Passione di Gesù, affermava di conoscerlo: il suo nome era Cartafilo, guardiano del pretorio all'epoca di Ponzio Pilato (Cartaphilus, praetorii ostiarius), che si sarebbe convertito e battezzato col nome di Giuseppe".
    "L'astronomo ed astrologo Guido Bonatti riferisce invece di un passaggio dello stesso Ebreo Errante per la città di Forlì, passaggio che sarebbe avvenuto nel 1267".
    "Anche una Cronaca rimata del XIII secolo di Philippe Mousqkes, arcivescovo di Tournai, riferisce fatti analoghi, attribuiti a vescovi dell'Armenia".
    "Nel XVI secolo, l'Ebreo Errante apparirebbe nuovamente col nome di Ahasvero (o Assuero, un nome persiano citato anche nel Libro di Ester della Bibbia), citato in una lettera, attribuita da taluni studiosi a Chrysostomo Dedalaeo Vestphalo, dove Paul af Eitzen, vescovo di Schleswig, in Danimarca, nel 1547, in una chiesa di Amburgo, avrebbe visto e parlato con l'Errante".

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    Edited by Francesco Z - 12/10/2015, 23:00
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    "La Z machine (in italiano Macchina Z) è il più grande generatore di raggi X del mondo, progettato per una sperimentazione sul comportamento dei materiali in condizioni estreme di temperatura e pressione. Installata presso i Sandia National Laboratories ad Albuquerque in Nuovo Messico, la Z Machine è utilizzata per la raccolta dati e la simulazione, con l'aiuto di modelli computerizzati, di armamenti nucleari [...] Nel 2005, la Z Machine ha prodotto plasma con temperature al di sopra dei 2 GK [...] o 2 miliardi di °C. Gli scienziati del progetto erano dubbiosi riguardo agli esiti delle sperimentazioni, ma dopo quattordici mesi di analisi con modelli computerizzati e ulteriori esami, hanno concluso che i risultati siano effettivamente validi" (tratto da Wikipedia).

    (K=gradi Kelvin, GK=Gigakelvin, °F=gradi Fahrenehit, °C=gradi centigradi o Celsius).

    "All'inizio del 2006, la Z Machine ha prodotto plasmi con temperature annunciate superiori ai 2 miliardi di kelvin (2 GK [...]) o 3,6 miliardi di Fahrenehit. raggiungendo anche un picco di 3,7 GK o 6,6 miliardi di °F. E' stato ottenuto, in parte, sostituendo i fili di tungsteno con fili d'acciaio più spessi [...] L'origine di questa energia supplementare rimane inspiegabile [...]" (tratto da Wikipedia).

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    Edited by Francesco Z - 12/10/2015, 17:43
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    https://mystero.forumcommunity.net/?t=35239643
    PIA19964_modest
    Il blu di Plutone.
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    9/10/2015. "Le ultime immagini da Plutone rivelano una foschia blu nell'atmosfera e ghiaccio d'acqua rossa sulla superficie. In entrambi i fenomeni sono probabilmente coinvolte le toline, particelle rossastre formate in atmosfera a partire dall'azione disintegrante dei raggi solari. Le prime immagini a colori delle nebbie atmosferiche di Plutone rivelano un'aureola blu attorno al pianeta che, seppur nano, sta facendo una figura da gigante con le immagini che dal luglio scorso vengono restituite con il contagocce dalla sonda New Horzons della NASA.

    L'immagine a fianco [vedi SPOILER] è frutto di diverse riprese effettuate con la Multispectral Visibile Imaging Camera (MVIC) dello strumento Ralph a bordo di New Horizons, arrivate a Terra la scorsa settimana ed elaborate da un software che combina le informazioni dalle immagini ottenute nelle lunghezze d'onda del blu, rosso e vicino infrarosso, per replicare il più fedelmente possibile il colore originale come visto da un occhio umano. "Chi si sarebbe aspettato un cielo blu nella Fascia di Kuiper? E' magnifica", ha detto commentando la nuova immagine Alan Stern, il responsabile scientifico di New Horizons del Southwest Research Institute (SWRI) di Boulder, in Colorado.

    Gli scienziati ritengono che questa foschia ad alta quota sia di natura simile a quella osservata su Titano, una luna di Saturno, e le particelle che la compongono siano presumibilmente di colore grigio o rossastro. Il colore blu è da attribuire al mdo in cui tali particelle disperdono la luce solare. "Quella tinta blu intensa ci racconta indirettamente la dimensione e la composizione delle particelle di foschia", ha detto Carly Howett del SWRI, ricercatrice del team New Horizons.

    "Un cielo blu è spesso il risultato della diffusione della luce solare da parte di particelle molto piccole. Sulla Terra, queste particelle sono minuscole molecole di azoto. Su Plutone sembrano essere particelle più grandi - ma ancora relativamente piccole - simili alla fuliggine, che noi chiamiamo toline". Le toline si formano nell'alta atmosfera, dove la luce solare ultravioletta spezza le molecole di azoto e metano, ionizzandole, inducendo reazioni reciproche sempre più comnplesse, fino alla formazione di macromolecole, un processo che è stato osservato per la prima volta nell'atmosfera di Titano. Presumibilmente, su Plutione le molecole più complesse continuano a combinarsi e crescere fino a diventare piccole particelle, attorno alle quali si condensa un "cappotto" di ghiaccio prima che inizino a ricadere sulla superficie di Plutone, contribuendo alla sua colorazione rossastra.

    In una seconda significativa scoperta, New Horizons ha rilevato numerose piccole regioni esposte di ghiaccio d'acqua su Plutone, grazie ai dati raccolti dallo spettrometro Linear Etalon Imaging Spectral Array (LESA) dello strumento Ralph. "Le grandi distese di Plutone non mostrano ghiaccio d'acqua a vista", ha detto un altro membro del team scientifico, Jason Cook, sempre del SWRI, "perchè risulta mascherato da altri ghiacci, più volatili, su gran parte del pianeta. Capire perchè l'acqua compaia esattamente in certi luoghi, e non in altri, è una questione che stiamo approfondendo". Un aspetto curioso di questa scoperta è che le aree dove "la firma spettrale" del ghiaccio d'acqua appare più marcata corrispondono alle zone che appaiono di un colore rossastro particolarmente brillante nelle immagini a colori di Plutone recentemente pubblicate. "Sono sorpresa che questo ghiaccio d'acqua sia così rosso", ha commentato Silvia Protopapa dell'Università del Maryland. "Non abbiamo ancora compreso il rapporto tra il ghiaccio d'acqua e le toline rossastre sulla superficie di Plutone".

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    PIA19963_modest
    Ghiaccio d'acqua su Plutone.
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    2/10/2015. "Giungono dalla sonda New Horizons della NASA le prime immagini a colori e in alta risoluzione della più grande fra le lune di Plutone, raccolte durante il sorvolo ravvicinato del 14 luglio scorso. Mostrano un panorama sorprendentemente complesso e vivace, frutto d'un passato geologicamente tumultuoso. E' una luna da record Caronte, già lo sapevamo. Fra tutti i satelliti naturali del Sistema Solare è il più grande rispetto al pianeta - nano o meno, a voi la scelta - d'appartenenza. Ora però scopriamo che è anche una luna bellissima. Multiforme almeno quanto la nostra, e assai più colorata. E' quanto emerge mano a mano che la sonda New Horizons della NASA riesce a inviarci, attraverso i cinque miliardi di km che ci separano, le straordinarie fotografie scattate al satellite di Plutone durante il flyby del 14 luglio scorso. Quelle pubblicate oggi sono giunte al centro di controllo della missione il 21 settembre scorso, e mostrano un panorama incredibile. A partire da quell'irresistibile tocco di fard dalle sfumature rossastre che ne copre il polo nord. E qui Photoshop c'entra davvero poco: l'hanno appena un po' esaltato, ammette la NASA, per renderla più visibile, ma la "macchia di Mordor" - così è stata chiamata, niente meno - esiste davvero. Ancora non si ha idea di cosa possa essere, nè di come sia finita in quella regione ben circoscritta del volto della luna, ma l'ipotesi al momento più gettonata è che possa trattarsi di toline provenienti dall'atmosfera di Plutone. Poi c'è la cicatrice. E che cicatrice: uno sfregio da mostro di Frankestein, che percorre per intero l'equatore di Caronte - lungo almeno quattro volte il Grand Canyon e profondo il doppio - marcando in modo netto il confine tra i due emisferi. Non che il resto della superficie della luna sia monotono: il dettaglio in alta risoluzione evidenzia formazioni d'ogni sorta, dai crateri da impatto ai lisci plateau. Frutto, questi ultimi, probabilmente, di fenomeni criovulcanici: vulcani dalla lava di ghiaccio".

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    Edited by Francesco Z - 12/10/2015, 15:05
143 replies since 29/7/2015
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