Mystero

Posts written by The Old Man

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    Era il 23 settembre 2013 alle 14:45, qualcuno che si nascondeva dietro il nickname "Webdriver Torso" ha uplodato su YouTube un video della durata di ventotto minuti . Dopo un po'dopo ne ha caricato un altro, quasi simile. Appena un’ora dopo, un terzo. Andò avanti così, giorno dopo giorno e per sette mesi di seguito, fermandosi improvvisamente. Webdriver Torso ne caricava mediamente 400 al giorno. Il giorno di Natale ne ha caricato addirittura uno ogni due minuti praticamente senza fare altro, e anche senza perdere tempo a mangiare o dormire. Alla fine fu calcolato che Webriver Torso avrebbe caricato su Youtube ben 236 ore complessive di videoclips: 77.392 video di 11 secondi l’uno quasi uguali l'uno all'altro.
    Se ne sta occupando anche la BBC, che ha assegnato a un suo specialista il compito di indagare.
    Ma cos'hanno di particolare questi video? Apparentemente nulla, sono una serie di rettangoli geometrici rossi e blu, che appaiono e scompaionoo in sequenza accompagnati ad ogni loro apparizione da un suono forte e breve. Potrebbero celare un messaggio in codice, che da solo per ogni video o tutti insieme formerebbero un concetto di senso compiuto, oppure che sia la conseguenza di un programma computerizzato impazzito, una sorta di virus. Qualcun altro, più o meno seriamente, ritiene che siano messaggi di una specie aliena di extraterrestri.

    VIDEO CARICATI SU YOUTUBE - Dailymail.co.uk




    Questo video è l'ultimo, di appena qualche giorno fa. 2 maggio 2014:



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    In Tanzania esiste un lago molto particolare, il lago di Natron. A causa del suo ph molto elevato, le specie che vi si avvicinano rimangono letteralmente pietrificate, mummificate e la superficie del lago è disseminata di questi corpi di animali mummificati. Il noto fotografo Nick Brandt, ha ricomposto alcuni animali morti in una consueta posa, come se fossero realmente morti in quella posizione e ne ha fatto delle fotografie che hanno fatto il giro del mondo. La superficie del lago appare estremamente specchiata, e in particolari di avverse condizioni meteorologiche il lago sembra un luogo talmente spettrale che c’è già chi lo ha rinominato Stige, come il fiume infernale descritto da Dante nella Divina Commedia.
    In sintesi, l’acqua di questo luogo spettrale mantiene un Ph costante a 9-10,5 e una temperatura intorno ai 60°C, un’alcalinità estremamente semplice che conserva queste creature per l’eternità. L’alcalinità è dovuta all’alta concentrazione di natron, da cui prende il nome, un composto naturale costituito principalmente da carbonato di sodio e bicarbonato di sodio, che proviene dalla cenere vulcanica che sgorga dalla Grande Rift Valley e sfocia nel lago stesso. Lo stesso Brandt, descrive il suo incontro con tanti tipi di uccelli e pipistrelli lungo le coste, naturalmente mummificati. Nessuno sa per certo come muoiono, ma sembra che gli uccelli si schiantino contro una vetrata. I carbonati e i sali, presenti in altissime concentrazioni, permettono la calcificazione di questi animali non appena si asciugano dopo l’immersione. Thure Cerling, professore di geologia e geofisica all’Università dello Utah ed esperto della chimica dei grandi laghi africani, sostiene che gli animali nelle foto sono molto probabilmente morti di cause naturali. Poiché nella zona ci sono pochi predatori, i corpi sono rimasti a lungo nel lago incrostandosi dei sali – come carbonato e bicarbonato di sodio – contenuti nelle acque alcaline. Di qui la “mummificazione”.








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    Bella (o secondo chi l'ha vissuta, brutta) esperienza. Una domanda: hai controllato o guardato l'orologio dopo essere uscita da quell'allucinante "tunnel" spazio/temporale? Se si ricordi quanto tempo era passato da quando iniziò tutto?

    :o:
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    Il rover della NASA Curiosity, in una delle immagini inviate a Terra ha immortalato una luce misteriosa apparire sulla superficie del pianeta rosso. Ma la notizia più strana è che l’evento si è ripetuto per ben due volte, rilevato sempre dall’”occhio” sinistro della sonda Curiosity. La foto mostra, un bagliore anomalo in alto a sinistra dell'immagine. Il sito ufosightingsdaily.com è stato per primo ad accorgersi dell’anomalia e a segnalarlo un post, dove si dà già per scontato che si tratti di luce "artificiale". Da quando l'archivio delle foto inviate sulla Terra dai satelliti, sono disponibili liberamente, le segnalazioni di “anomalie marziane” si moltiplicano.
    Ma veniamo ai fatti in dettaglio.
    Su Curiosity sono installate le Navcams, cioè le camere di navigazione, le quali riprendono in bianco e nero e si trovano su un albero metallico che sovrasta il rover. L’apparecchiatura comprende quattro obiettivi sovrapposti: destro A, sinistro A – destro B, sinistro B. Gli obiettivi funzionando come degli occhi umani, sovrappongono le foto riprese e da ognuna delle coppie di obiettivi si può ricavare un’immagine stereoscopica.
    Va puntualizzato che gli avvistamenti sono stati due, in due giorni diversi e da angolature differenti, comunque intorno nella stessa ora del giorno di Marte e cioè al tramonto in direzione ovest-nordovest dal waypoint Kimberley (Un waypoint è un punto di riferimento nello spazio fisico utilizzato per qualsiasi tipologia di navigazione). Il primo evento è stato registrato dal sistema di ripresa “Navcams” del rover Curiosity in data marziana “Sol 588”, corrispondente al giorno terrestre 2 aprile 2014 UTC 09:04:28. Ma perché tutto questo trambusto su delle foto che possono sembrare “anomale? Che cosa è successo in questo caso? Il punto è che una delle cam, quella destra ha registrato il bagliore, mentre l’altra cam, la sinistra, non ha registrato nulla. Il giorno successivo: Sol 589 su Marte, sulla Terra il 3 aprile 2014 UTC 10:00:03, ecco apparire attraverso la cam destra delle Navcams, ancora una volta lo stesso bagliore. Naturalmente, nel frattempo, in circa 25 ore terrestri, il rover si è mosso raggiungendo l’altro versante di una collinetta che s’intravede sulla sinistra nella foto del giorno prima. Guarda caso, anche in questa occasione, l’occhio sinistro delle Navcams non percepisce alcun bagliore.
    La NASA fornisce una ipotesi e che il bagliore può essere stato causato da una roccia che ha riflettente la luce del sole al tramonto, oppure da un insolito raggio cosmico che circa alla stessa ora, ma in due giorni differenti ha colpito lo stesso occhio delle Navcams. Ma come può essere accaduto tutto questo se nel frattempo il Rover si è mosso? Se le cose fossero andate come spiega la Nasa, nel primo caso e cioè quello della pietra riflettente, l’irradiazione luminosa ripetutasi per due giorni consecutivi dovrebbe aver avuto un maggiore ampio angolo di propagazione per essere vista anche dalla nuova posizione e oltremodo sarebbe stata registrata anche dall’occhio sinistro delle Navcams. Ma tutto ciò non è avvenuto. Nel secondo caso, invece, quello del raggio cosmico, dovrebbe essere accaduto lo stesso fenomeno sulla medesima videocamera a 25 ore terrestri di distanza. E se invece a queste spiegazioni strampalate e causali se ne aggiungesse un altro? Diamo per ipotesi che forme di vita intelligenti risiedano nel sottosuolo marziano. Se per ipotesi abbiano eseguito un rilevamento di telemetria con un laser dirigendo il raggio in un punto preciso, cioè l’occhio destro B delle Navcams. Si conosce che il raggio laser può essere indirizzato e concentrato in un punto ben preciso, ed in questo caso la cam destra del Rover, per ben due volte. Per ben due volte la cam sinistra non avrebbe registrato nulla.
    E se fosse stato invece, sempre da parte degli indigeni marziani, l’emissione di un messaggio ottico?

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    Edited by The Old Man - 15/4/2014, 10:19
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    Interrogazione parlamentare sui dati relativi agli avvistamenti Ufo avvenuti nello spazio aereo italiano, in possesso dell'Aeronautica militare. L'on. Gaetano Nastri (Fratelli d'Italia), ha presentato in data 04/03/2014 al Ministro della Difesa Roberta Pinotti una interrogazione parlamentare, alla quale il Ministro dovrà darne risposta in Parlamento sull'atteggiamento che l'Italia ha adottato e intende adottare sul fenomeno Ufo. L'input che ha spinto l'On Nastri a chiedere delucidazioni è la pubblicazione di "Ufo i dossier italiani", unb libro-inchiesta, dove è pubblicato che nell'anno 2013, ci furono ben 7 avvistamenti registrati dall'Aeronautica Militare, per un totale di 56 avvistamenti negli ultimi 4 anni. Nella sostanza l'On Nastri chiede chiarezza sull'attività di indagine da parte dell'Aeronautica Militare, rivolta all'accertamento della spiegazione più convincente sulle segnalazioni di Ovni.

    Ecco il testo Presentato dall'On.Gaetano Nastri:

    "ATTO CAMERA
    INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03820
    Dati di presentazione dell'atto
    Legislatura: 17
    Seduta di annuncio: 182 del 04/03/2014

    Firmatari
    Primo firmatario: NASTRI GAETANO
    Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
    Data firma: 04/03/2014

    Destinatari
    Ministero destinatario:

    MINISTERO DELLA DIFESA
    Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 04/03/2014
    Stato iter: IN CORSO
    Atto Camera

    Interrogazione a risposta scritta 4-03820
    presentato da
    NASTRI Gaetano
    testo di
    Martedì 4 marzo 2014, seduta n. 182
    NASTRI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
    a seguito dell'ondata di avvistamenti di oggetti volanti non identificati (OVNI) avvenuta nel 1978, l'allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti designò l'Aeronautica militare quale organismo istituzionale deputato a raccogliere, verificare e monitorizzare le segnalazioni inerenti gli OVNI;
    l'attività di controllo e di osservazione costante, attualmente è svolta dal reparto generale sicurezza dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, la cui struttura, si occupa di questa materia per garantire adeguati livelli di sicurezza del volo nazionale, custodendo al contempo, le segnalazioni degli avvistamenti, in genere quelli provenienti da testimoni che hanno denunciato l'avvenimento alle forze dell'ordine;
    il medesimo reparto, a seguito delle indicazioni ricevute, avvia con l'ausilio del servizio meteo e dei comandi operativi, un'indagine tecnica, al fine di verificare se l'oggetto misterioso avvistato, sia un pallone sonda meteorologico, un velivolo convenzionale, un aeroplano tracciato dai radar o, comunque un fenomeno noto, oppure un evento non conosciuto e pertanto classificato oggetto volante non identificato (OVNI), ovvero un UFO, dall'acronimo inglese unidentified flying object o unknown flying object;
    dai faldoni «declassificati» custoditi presso il suesposto reparto generale sicurezza, pubblicati recentemente da un libro, «Ufo i dossier italiani», emerge un quadro inedito, secondo il quale nell'anno 2013, ci sono stati 7 avvistamenti registrati, per un totale di 56 negli ultimi 4 anni e con una forte espansione di 22 casi nell'anno 2010 e un calo nell'anno 2011 pari a 17 avvistamenti, mentre 10 sono quelli registrati nell'anno 2012;
    l'attività di verifica e di indagine tecnica da parte dell'Aeronautica militare è finalizzata all'accertamento dell'esistenza di una correlazione con eventi umani e/o fenomeni naturali in grado, se necessario, di coinvolgere anche altri organi competenti presenti sul territorio nazionale;
    il compito di ricerca non intende stabilire se vi siano altre forme di vita intelligente provenienti da altri pianeti, ma si limita a individuare se è stata possibile, oppure no, una giustificazione tecnica o naturale ad un determinato avvistamento nello spazio aereo;
    l'Aeronautica militare, fornendo ulteriori precisazioni, ribadisce che non è previsto alcun compito da parte del reparto generale sicurezza dello Stato Maggiore, nell'esprimersi sull'attendibilità degli avvistamenti, avendo tuttavia riscontrato nello spazio aereo nazionale nel passato, oggetti volanti non identificati di varie forme, da semplici oggetti luminosi a vere e proprie «flottiglie» di OVNI, ricevendo addirittura la segnalazione di un «umanoide», presente nel nostro Paese;
    le fonti, secondo quanto riportato dalla stessa Aeronautica militare, rilevano che gli avvistamenti in tutta Italia, provengono da «privati cittadini», forze dell'ordine, piloti e perfino preti, i quali attraverso la compilazione di uno specifico e dettagliato modulo, determinano l'avvio dell'indagine;
    l'interrogante segnala che, oltre ai riferimenti numerici degli avvistamenti, in precedenza riportati, vi è tuttavia un ulteriore aspetto del fenomeno i cui dati raccolti dall'Aeronautica militare, andrebbero resi noti e riconducibili alle segnalazioni pervenute da piloti civili e militari e da militari dell'Esercito nonché, dai controllori di volo ed altre fonti attendibili di coinvolgimento di piloti civili e militari, di avvistamenti e addirittura inseguimenti per intercettazione di velivolo sconosciuto introdottosi negli spazi aerei italiani;
    nel corso del recente passato, gli organi di stampa hanno addirittura citato episodi in cui i velivoli della Aeronautica militare, sono stati inseguiti da OVNI o avvenimenti di mancata collisione denunciati dai piloti delle compagnie aeree italiane e straniere che operano sul territorio italiano, con oggetti volanti dalla natura sconosciuta;
    nella maggioranza dei casi, i piloti hanno segnalato dei velivoli aventi luci di posizione completamente differenti da quelle in uso da parte di aerei da trasporto passeggeri, aerei postali o militari ed hanno descritto evoluzioni effettuate da questi OVNI che nulla hanno a che vedere con l'odierna conoscenza in campo aeronautico;
    a giudizio dell'interrogante, occorre rendere noto all'opinione pubblica, eventuali ulteriori informazioni oltre a quelle di recente divulgate, al fine di far conoscere in modo completo e definito, anche attraverso il coinvolgimento della società della ricerca scientifica e accademica, la natura di un fenomeno, il cui mistero dura da decenni e che alla base pone la domanda dell'esistenza di altre civiltà extraterrestri –:
    quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
    se intenda rivelare i documenti declassificati, ed in possesso presso il reparto generale sicurezza dell'Aeronautica militare, relativi agli avvistamenti di oggetti volanti non identificati – OVNI, avvenuti nel corso degli ultimi anni nel nostro Paese;
    se intenda altresì rendere noti ulteriori documenti relativi a segnalazioni, pervenute da parte di piloti militari o civili, di avvistamenti di OVNI, all'interno dello spazio aereo italiano, che stando a quanto pubblicato dagli organi di stampa nel corso del recente passato, hanno addirittura citato avvenimenti di mancata collisione;
    se intenda infine confermare l'attenzione da parte del Governo, sul fenomeno degli oggetti volanti non identificati ed in caso affermativo, quale sia il sistema organizzativo operante in Italia. (4-03820)"


    :-)
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    Il capitano di primo rango Vladimir Prikhodko, direttore di una organizzazione di ricerca pubblica per gli studi sottomarini, ha osservato che la Russia, gli Stati Uniti e la Cina stanno spendendo miliardi nello spazio, quando potrebbe essere necessario spendere soldi qui … giù nelle profondità del mare, sotto le calotte polari, di colore blu, dove, dice, si nascondono gigantesche macchine aliene.

    UFO ai poli


    Per decenni, l’esercito russo ha rintracciato UFO e alieni che vanno e vengono dalla parte superiore e inferiore del mondo. Le basi che vantano competenze, tecnologie e macchinari utilizzati per i conteggi del mondo sono a volte a dir poco magiche.
    Prikhodko ha rivelato il caso incredibile del dottor Rubens Dzh.Villela, un famoso esploratore artico che, insieme con un ufficiale di servizio e un esperto pilota, ha visto la partenza di un oggetto d’argento, dirigendosi verso il cielo dal fondo del mare coperto dal ghiaccio.
    Gli uomini navigavano a bordo di una grande nave rompighiaccio russa, durante un’operazione navale chiamata Deep Freeze, nella regione del Nord polare. Secondo la testimonianza, più tardi durante un’audizione formale, il dottor Dzh.Villela e i due dell’equipaggio sul ponte con lui, erano scioccati a causa dell’oggetto apparso improvvisamente da sotto il ghiaccio.

    Disco emergente dal ghiaccio vicino alla stazione Neumayer in Antartide




    “Qualcosa fuori dall’acqua … ha rotto il ghiaccio solido, largo circa tre metri e un enorme oggetto d’argento scomparve nel cielo. Enormi blocchi di ghiaccio sono stati sollevati a centinaia e per metri di altezza, il suono ha colpito i cumuli di ghiaccio e sull’acqua si sono formate delle bolle enormi. Ciò suggerisce che un potenziale colosso energetico era stato appena liberato.”

    L’Antartide ha la sua presenza aliena


    Nel 1997, Prikhodko disse: “Ad una profondità di sei chilometri, in prossimità della stazione diBellingshausen, la [sua] macchina fotografica, ha catturato oggetti di forma ovale che emettevano un’intensa luce interiore.” “Il filmato è stato esaminato dagli esperti dell’Istituto Reale di Oceanologia. La conclusione è inequivocabile: queste strutture possono essere solo di origine artificiale.”

    La Marina Russa e gli UFO sommersi


    I dati sugli UFO della Marina Russa, presentati dall’ex capitano dell’URSS Vladimir Azhazha e dall’ex vice presidente e capo della sezione di navigazione della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Accademia delle Scienze, rivelano che circa “il 50% di incontri con gli UFO, sono collegati con gli oceani e il 15% con i laghi. Quindi gli UFO tendono all’elemento acqua in modo esplicito, quindi la raccolta dei dati navale sugli UFO, sono di particolare valore.”
    Il capitano Prikhodko ha aggiunto che, durante un’altra esercitazione navale russa, “il dispositivo di misurazione del movimento sottomarino segnò una velocità di 150 nodi! Alcuni andavano a 450 km/h! Un moderno sottomarino in immersione può raggiungere massimo 45 nodi.”
    I misteri delle profondità degli oceani sono profondi come quelli dello spazio esterno, ha detto Prikhodko: “Il problema è che l’umanità non ha troppo interesse alle profondità. Forse questo è un grosso errore”, disse tristemente.

    Fonte: www.abovetopsecret.com/forum/thread484767/pg3

    Edited by The Old Man - 1/5/2016, 19:28
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    Nonostante le relative piccole dimensioni rispetto alle altre nazioni dell'America del Sud, lo Stato dell'Uruguay è stato oggetto sin dal lontano 1947 di clamorosi ed inspiegabili avvistamenti UFO. Nel 1979 l'allora governo in carica istituì una commissione militare, chiamata C.R.I.D.O.V.N.I. , allo scopo di studiare e catalogare gli avvistamenti UFO. Un servizio video, pubblicato sul canale YouTube, approfondisce la questione UFO in Uruguay.



    ;)
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    I Monti Bucegi (in rumeno Munţii Bucegi, in ungherese Bucsecs-hegység) sono un gruppo montuoso collocato nella Romania centrale a sud della città di Braşov. Fanno parte dei Carpazi.
    Era il 2003 e in una zona sperduta dei Monti Bucegi, una squadra di Zero Department, una branca dello SRI Servizio di intelligence rumeno, fece una incredibile scoperta.
    Cezar Brad, capo delle operazioni per lo Stato rumeno, nonchè esperto di fenomeni strani, è il perno degli eventi incredibili che si svolsero sui monti Bucegi. Brad ebbe anche due incontri con un rappresentante di alto livello degli Illuminati, e membro top del Bilderberg.
    Una strana struttura fu scovata nelle viscere di questi monti. Una struttura ben costruita che partiva dal centro principale della montagna e non dall’esterno, come fosse una grotta o una caverna. E un lungo tunnel da percorrere prima di riaffiorare alla luce del sole. Tuttavia, la scoperta più interessante la diedero i satelliti del Pentagono quando scoprirono due blocchi principali, posti in corrispondenza dell’entrata e dell’uscita della costruzione. Quasi ad impedire di penetrare all’interno dello spazio. Come se si volesse custodire gelosamente un segreto o qualcosa che non si vuol rendere noto. Solo più tardi, furono rilevate forti frequenze energetiche. E qui si concentrarono le ricerche.

    LEGGI TUTTO



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    Gli avvistamenti ufficiali in Italia, secondo l'Aeronautica Militare sono stati in 40 anni ben 445.
    I dati sono riportati in Ufo, i dossier italiani (di Vincenzo Sinapi e Lao Petrilli), resi noti durante il Congresso ufologico mondiale a San Marino che si concluderà domenica.

    VIDEOLINK




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    C'e forse una nuova teoria: L’americano Donnie Eichar -regista, produttore e autore per cinema e tv - ha una nuova teoria che spiegherebbe tutto. Incapparono in una tremenda tempesta e che tormente come quella possono generare anche una gran quantità di infrasuoni (il contrario degli ultrasuoni) che, non udibili dagli uomini, sono capaci di avere effetti sul corpo umano: le vibrazioni prodotte da queste particolari onde sonore causano perdita del sonno, mancanza di respiro e, soprattutto, un panico indicibile e incontrollabile. Un terrore che, amplificato dal buio della notte e dal frastuono dei tornado, avrebbe insomma portato i nove ragazzi alla follia. E poi alla morte.

    LINK Corriere.it

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    Anche a te. :P
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    Che ti credevi??? Fossimo morti? :D
    "Siamo ancora qua...ehh già."

    Bentornato. ;)

    A proposito... siamo anche su Facebook ^_^
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    La notte del 2 febbraio 1959, nove escursionisti perirono nella parte settentrionale degli Urali. Il fatto avvenne sul versante orientale del Cholat Sjachl che in Mansi (dalla lingua parlata dall’antico popolo delle steppe) significa montagna dei morti. Il passo montano scena dei fatti è stato da allora rinominato passo di Djatlov, dal nome del capo della spedizione, Igor' Djatlov. La violenta ed improvvisa morte dei nove escursionisti ha provocato la nascita di molte congetture in merito. Investigatori sovietici stabilirono che le morti erano state provocate da "una irresistibile forza sconosciuta". Dopo l'incidente la zona fu interdetta per tre anni agli sciatori e a chiunque altro intendesse avventurarcisi. Lo svolgimento dei fatti resta tuttora non chiaro anche per l'assenza di sopravvissuti. Chi fece le indagini all'epoca stabilì che gli escursionisti avevano lacerato la loro tenda dall'interno, allontanandosi a piedi nudi nella neve alta e con una temperatura esterna proibitiva (probabilmente attorno ai −30 °C). Nonostante i corpi non mostrassero segni esteriori di lotta, due delle vittime avevano il cranio fratturato, due avevano le costole rotte e a una mancava la lingua. Sui loro vestiti fu riscontrato un elevato livello di radioattività, altre fonti invece ridimensionano fortemente la contaminazione degli abiti, datandola anteriormente alla spedizione. Il gruppo, guidato da Igor Djatlov, era composto da otto uomini e due donne; la maggior parte di loro erano studenti e neolaureati dell'Istituto Politecnico degli Urali, ora Università Tecnica di Stato degli Urali.

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    I componenti erano:
    Igor Alekseevič Djatlov, capospedizione, 13/1/1936
    Zinaida Alekseevna, 12/1/1937
    Ljudmila Aleksandrovna Dubinina, 11/1/1936
    Aleksandr Sergeevič Kolevatov, 16/11/1934
    Rustem Vladimirovič Slobodin, 11/1/1936
    Jurij Alekseevič Krivoniščenko, 7/2/1935
    Jurij Nikolaevič Dorošenko, 12/1/1938
    Nikolaj Vasil'evič Vladimirovič, 5/6/1935
    Aleksandr Aleksandrovič Zolotarëv, 2/2/1921
    Jurij Efimovič Judin, 1937
    L'obiettivo della spedizione era raggiungere l'Otorten, un monte che si trova 10 chilometri più a nord rispetto al punto in cui avvenne l'incidente. Il percorso scelto, in quella stagione, era valutato di III categoria, vale a dire la più difficile. Tutti i membri della spedizione avevano alle spalle esperienza sia di lunghe escursioni sugli sci che di spedizioni di montagna. Il gruppo arrivò il 25 gennaio in treno a Ivdel', una cittadina che si trova al centro della parte settentrionale della oblast' di Sverdlovsk. Andarono quindi fino a Vižaj, l'ultimo insediamento abitato prima delle zone che intendevano esplorare - a bordo di un camion. Il 27 gennaio si misero in marcia da Vižaj verso l'Otorten. Il giorno seguente uno di loro, Jurij Judin, fu costretto a tornare indietro a causa di un'indisposizione. A questo punto il gruppo si componeva di nove persone.

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    I diari e le macchine fotografiche ritrovati attorno al loro ultimo campo rendono possibile ricostruire il percorso della spedizione fino al giorno precedente all'incidente. Il 31 gennaio il gruppo arrivò sul bordo di un altopiano e iniziò a prepararsi per la salita. In una valle boscosa depositarono il cibo in eccesso e l'equipaggiamento che sarebbe dovuto servire per il viaggio di ritorno. Il giorno dopo, il 1º febbraio, gli escursionisti cominciarono a percorrere il passo. Sembra che avessero progettato di valicare il passo e accamparsi per la notte successiva dall'altro lato, ma a causa del peggioramento delle condizioni climatiche, che scaturì nell'inizio di una tempesta di neve, la visibilità calò di molto e persero l'orientamento, deviando verso ovest, verso la cima del Cholat Sjachl. Quando capirono l'errore commesso, decisero di fermarsi e accamparsi dove si trovavano, sul pendio della montagna, probabilmente in attesa del miglioramento delle condizioni climatiche. Era stato precedentemente concordato che, non appena fossero rientrati a Vižaj, Djatlov avrebbe telegrafato alla loro associazione sportiva. Si pensava che questo sarebbe dovuto accadere non più tardi del 12 febbraio, ma anche quando tale data era trascorsa senza che fosse giunto alcun messaggio, nessuno reagì in quanto un ritardo di qualche giorno in simili spedizioni era una cosa piuttosto normale. Solo quando i parenti degli escursionisti chiesero che fossero organizzati dei soccorsi, il capo dell'istituto mandò un primo gruppo di soccorso composto da studenti e insegnanti volontari: era il 20 febbraio. In seguito vennero coinvolti anche la polizia e l'esercito, ai quali fu ordinato di partecipare alle ricerche utilizzando aeroplani e elicotteri.

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    Il 26 febbraio fu ritrovata la tenda abbandonata sul Cholat Sjachl. La tenda era molto danneggiata e da questa si poteva seguire una serie di impronte che si dirigevano verso i boschi vicini (sul lato opposto del passo, circa 1,5 km a nord-est) ma dopo 500 metri scomparivano nella neve. Sul limitare della foresta, sotto un grande cedro, la squadra di ricerca trovò i resti di un fuoco, insieme ai primi due corpi, quelli di Jurii Krivoniščenko e Jurij Dorošenko, entrambi scalzi e vestiti solo della biancheria intima. Tra il cedro e il campo furono ritrovati altri tre corpi — Djatlov, Zina Kolmogorova e Rustem Slobodin morti in una posizione che sembrava suggerire che stessero tentando di ritornare alla tenda. I corpi erano lontani l'uno dall'altro, rispettivamente alla distanza di 300, 480 e 630 metri dall'albero di cedro. I quattro escursionisti rimasti furono cercati per più di due mesi. Vennero infine ritrovati il 4 maggio, sepolti sotto quattro metri di neve in una gola scavata da un torrente all'interno del bosco sul cui limitare sorgeva il cedro. Dopo il ritrovamento dei primi cinque corpi partì immediatamente un'inchiesta legale. Un primo esame medico non trovò lesioni che avrebbero potuto condurre i cinque alla morte e si concluse così che fossero deceduti per ipotermia. Il corpo di Slobodin aveva una piccola frattura cranica, giudicata però non così grave da poter essere letale.L'autopsia dei quattro corpi trovati in maggio complicò il quadro della situazione: il corpo di Thibeaux-Brignolle aveva una grave frattura cranica e sia la Dubinina che Zolotarev avevano la cassa toracica gravemente fratturata. Secondo il dottor Boris Vozrozhdenny la forza richiesta per provocare fratture simili era estremamente elevata, la paragonò alla forza sviluppata da un incidente stradale. Da notare che i corpi non mostravano ferite esterne, come se fossero stati schiacciati da una elevatissima pressione e la donna era inoltre priva della lingua. In realtà sia i traumi che la "sparizione" della lingua possono essere facilmente spiegati: la gola dove vennero trovati era sufficientemente profonda per provocare danni di quell'entità in caso di caduta e l'intervallo di tempo trascorso tra la morte ed il ritrovamento dei corpi favorì la decomposizione di questi ultimi come ben visibile dalle foto scattate dai soccorritori.
    Inizialmente si suppose che gli indigeni Mansi potevano aver attaccato e ucciso gli escursionisti per aver invaso il loro territorio, ma le indagini mostravano che la natura delle morti e la scena ritrovata non supportavano tale tesi; le impronte degli escursionisti, soli, erano ben visibili e i corpi non mostravano alcun segno di colluttazione corpo a corpo. Anche se la temperatura era molto rigida (tra i -25° e i -30°) con una tempesta di neve che infuriava, i corpi erano solo parzialmente vestiti. Alcuni avevano solo una scarpa, altri non le avevano affatto o indossavano solo i calzini. Una spiegazione a questo potrebbe essere data da un comportamento chiamato undressing paradossale che si manifesta nel 25% dei morti per ipotermia. In tale fase, che tipicamente si verifica nel passaggio tra uno stato di ipotermia moderato a uno grave mentre il soggetto diventa disorientato confuso e aggressivo, si tende a strapparsi i vestiti di dosso avvertendo una falsa sensazione di calore superficiale e finendo così per accelerare la perdita di calore corporeo. Dal momento che alcuni corpi vennero ritrovati avvolti in pezzi di vestiti stracciati non appartenenti a loro, si ipotizza che essi vennero tolti ai rispettivi appartenenti dopo la morte, in maniera tale da permettere ai sopravvissuti di coprirsi meglio. Dei giornalisti riportarono le parti accessibili del fascicolo dell'inchiesta che dicevano che: Sei membri del gruppo erano morti per ipotermia, mentre gli altri tre per una combinazione di ipotermia e traumi fatali. Non esistevano tracce della presenza di altre persone nella zona né nelle areee circostanti. La tenda era stata lacerata dall'interno. Le tracce che partivano dal campo suggerivano che tutti i membri lo avessero lasciato di comune accordo, a piedi. Le vittime erano morte tra le sei e le otto ore dopo aver consumato l'ultimo pasto. A confutazione della teoria di un attacco da parte dei Mansi, il Dottor Boris Vozrozhdenny affermò che i traumi fatali dei tre corpi non potevano essere stati provocati da un altro essere umano, "perché la potenza dei colpi era stata troppo forte e al contempo non aveva danneggiato alcun tessuto molle". Analisi forensi avevano mostrato che i vestiti di alcune delle vittime presentavano alti livelli di contaminazione radioattiva. Il verdetto finale fu che i membri del gruppo erano tutti morti a causa di una irresistibile forza sconosciuta. L'inchiesta fu ufficialmente chiusa nel maggio 1959 per assenza di colpevoli. Secondo alcune fonti i fascicoli furono mandati in un archivio segreto e le fotocopie del caso, con alcune parti comunque mancanti, furono rese disponibili solo negli anni novanta, ma altre smentiscono totalmente questi fatti, affermando che il caso non venne mai classificato e che le parti mancanti consistevano in una busta all'interno della quale c'era solo della comune corrispondenza. Nel 1967, lo scrittore e giornalista di Sverdlovsk Yuri Yarovoi pubblicò il romanzo Высшей категории трудности “Al più alto livello di complessità” ispirato all'incidente. Yarovoi aveva partecipato sia alle ricerche del gruppo guidato da Djatlov che all'inchiesta, con il ruolo di fotografo ufficiale della campagna di ricerca e della fase iniziale delle investigazioni accumulando così una conoscenza profonda degli eventi. Il libro fu scritto in epoca sovietica, durante la quale i dettagli dell'incidente erano mantenuti segreti, e Yarovoi evitò quindi di di aggiungere dettagli che andassero oltre le versioni ufficiali e i fatti notori. Nel libro l'incidente veniva romanzato e c'era un finale molto più addolcito rispetto ai fatti reali, in quanto solo il leader del gruppo veniva trovato morto. Alla morte di Yarovoi, avvenuta nel 1980, tutto il suo archivio, contenente foto, diari e manoscritti, è andato perduto. Alcuni dettagli della tragedia sono stati resi pubblici nel 1990 in alcuni articoli e discussioni apparsi sulla stampa locale di Sverdlosk. Uno degli autori fu il giornalista Anatoly Guschin. Gushin scrisse che ufficiali di polizia gli avevano accordato permessi speciali per studiare il fascicolo originale dell'inchiesta e usare tale materiale nelle sue pubblicazioni. Riassunse i suoi studi nel libro Цена гостайны - девять жизней “ Il prezzo dei segreti di stato è di nove vite” Altri ricercatori criticarono il testo per il fatto che si concentrava sulla rischiosa teoria della "sperimentazione di arma segreta sovietica". Nel 2000 una rete televisiva regionale girò il documentario Тайна Перевала Дятлова “Il mistero del passo Djatlov”. Con l'aiuto della troupe del documentario, una scrittrice di Ekaterinburg Anna Matveyeva, pubblicò un romanzo/saggio con lo stesso titolo. Nonostante il suo carattere di testo di narrativa, il libro della Matveyeva resta la maggior fonte di materiale documentale disponibile al pubblico riguardo all'incidente.
    A Ekaterinburg è stata creata la Fondazione Djatlov, con l'aiuto dell'Università tecnica statale degli Urali guidata da Yuri Kuntsevitch. Lo scopo della fondazione è convincere le autorità russe a riaprire il caso e di sostenere il Museo Djatlov per perpetuare il ricordo degli escursionisti scomparsi.
    Recentemente è uscito un film riguardante la tragedia, che piuttosto fedelmente ne narra i tragici fatti, schiacciando l’occhiolino agli esperimenti fatti dagli americani nel più famoso e conosciuto “Philadelphia Experiment”
    QUI il link del film.




    Edited by The Old Man - 27/4/2014, 22:04
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    Il Metalupo

    Da Wikipedia

    In vita, l'animale doveva essere piuttosto impressionante, il nome scientifico della specie, "Canis Dirus" infatti, vuol dire "cane terrificante".
    Visse in una vasta area che andava dal Canada al Venezuela settentrionale: fu quindi assieme al coyote una delle due specie di Canidi che si evolsero autonomamente nel continente americano, e non una delle numerose specie giunte in America dall'Eurasia attraverso il ponte di terra della Beringia, come ad esempio l'affine lupo grigio, col quale si trovò a coesistere per oltre 100.000 anni. I resti fossili ci indicano che si trattava di animali molto simili morfologicamente ai lupi, rispetto ai quali tuttavia erano considerevolmente più grandi. La lunghezza media di un esemplare, infatti, è stimata attorno al metro e mezzo, per un peso in vita che poteva sfiorare gli 80 kg.
    Le zampe del Canis dirus erano più corte e tozze rispetto a quelle degli attuali lupi grigi, inoltre la scatola cranica aveva dimensioni in proporzione assai più piccole.
    I denti erano grossi ed appuntiti: alcuni studiosi, in virtù delle analisi della corona dentaria di questi animali, hanno ipotizzato che essi si nutrissero di carogne, delle quali frantumavano le ossa grazie alla forza delle loro mandibole ed alla durezza dei denti, tuttavia pare assai più plausibile che essi cacciassero attivamente le proprie prede e poi ne consumassero anche le ossa. In ogni caso, i denti di questi animali mancavano di alcuni adattamenti tipici dei mangiatori abituali di ossa, come le iene, e nei crani ritrovati la presenza di denti rotti o scheggiati è maggiore rispetto a quella riscontrabile nei crani di lupi vissuti nelle stesse zone durante lo stesso periodo. I denti carnassiali, in particolare quelli superiori, erano allungati e molto affilati, a sottolineare una spiccata capacità di ridurre la carne a brandelli.
    Il Canis dirus appare come animale non estinto nella serie di romanzi fantasy Cronache del ghiaccio e del fuoco e nella serie TV "Game of Thrones (Il Trono di Spade). In lingua originale questo animale viene definito direwolf; in lingua italiana, mancando un nome non scientifico, viene coniato il termine meta-lupo; in lingua francese, il canide immaginario prende il nome di loup-garou ("licantropo"); in lingua spagnola viene chiamato lobo huargo (che significa "lupo worg".

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    Edited by The Old Man - 4/6/2016, 07:44
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    Da quando è nato, è già successo quattro volte, senza nessuna causa, improvvisamente. Si sospetta un caso di "Autocombustione spontanea".

    Nato tre mesi fa, in il piccolo Rahul, un neonato della zona del Tamil Nadu (India meridionale) è ricoverato al Kilpauk Medical College Hospital di Chennai, per il quale si sospetta una condizione chiamata combustione umana spontanea (Shc) (LINK).
    Di questo fenomeno, negli ultimi 300 anni sarebbero stati segnalati in tutto il mondo solo 200 casi del genere.
    Uno fra i casi piu famosi è quello della Contessa Cornelia Bardi, che del papa Pio IV fu la nonna materna. Nel 1731 fu trovata dalla sua domestica nella camera da letto a terra. Le gambe e una parte del cranio erano intatti, ma il corpo completamente carbonizzato. Si espresse all'epoca un consiglio di esperti sostenendo si trattasse di un evento di "combustione spontanea"

    LINK Corriere - LINK IndiaToday



    :unsure:
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