Ancora su Cesare Lombroso

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  1. maia
     
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    l'ospedale psichiatrico di Voghera era una struttura enorme di 83.000 metri quadrati,12.000 dei quali coperti.venne inaugurato nel 1876 e il nome con cui era chiamato e' rimasto tristemente famoso:la citta' dolorosa.
    per costruire il manicomio fu scelta una zona distante mezzo chilometro dall'abitato:i "matti2 erano come una vergogna da nascondere,e si preferiva tenerli lontano dalle persone "normali".ma chi erano questi pazzi?non tutti erano veramente malati di mente:in quell'epoca bastava essere balbuzienti,avere qualche leggero ritardo o essere nati in famiglie povere,con qualche figlio di cui sbarazzarsi,per essere accompagnati oltre il cancello che separava il manicomio dal mondo esterno.una volta varcata quella soglia servivano 28 giorni per la diagnosi definitiva:se la "pazzia" era confermata non si usciva piu'.
    l'ex manicomio era una citta' nella citta'.al suo interno non c'erano solo medici e infermieri,ma anche botteghe degli artigiani che provvedevano a tutte le esigenze della struttura.a lavorare insieme a loro,i malati meno violenti.quelli considerati pericolosi erano invece rinchiusi nell'area a base circolare definita "la rotonda",molto simile a una prigione che a stanze di ospedale,con celle senza angoli e letti fissati al pavimento.
    i pazienti erano tenuti legati tutta la giornata e potevano godere di una sola ora d'aria nel piccolo giardino annesso a quest'ala della struttura.la loro sofferenza e' ancora oggi graffiata nell'interno di quelle porte.non c'era molta pieta' per i cosi' detti pazzi,a quell'epoca.erano "invisibili",tenuti in uno stato di segregazione e sofferenza,sottoposti a cure sperimentali e spesso crudeli.per lunghi decenni i degenti furono vittime di pratiche barbare:legati a letto,costretti nella camicia di forza,sottoposti a elettroshock e a lobotomia per cancellarne gli istinti aggressivi.qualcuno veniva fatto passare attraverso una porta e per le scariche elettriche che riceveva perdeva i sensi cadendo su un materasso.nell'archivio dell'ex ospedale psichiatrico,oltre alle cartelle sanitarie delle centinaia di ricoverati,sono conservati dei teschi con il nome e la malattia della persona a cui appartenevano.in alcune e' visibile il foro praticato per la lobotomia:un chiodi d'argento che oltrepassando la calotta cranica arrivava fino ai lobi temporali,addormentando per sempre i pazienti in uno stato vegetativo.i reclusi erano trattati come vere e proprie cavie.l'ospedale psichiatrico di Voghera fu concepito da Cesare Lombroso,il padre della moderna criminologia. secondo lombroso il confine tra delinquenza e pazzia era molto sottile:si poteva nascere criminali proprio come si poteva nascere matti,e a volte le due cose coincidevano.erano tempi decisamente meno "politicamente corretti" di quelli di oggi e nessuno si indignava se gli "ospiti" del manicomio erano sottoposti a elettroschock o a bagni nell'acqua gelata come "terapia".Lombroso era docente di psichiatria a Pavia e approfondiva le sue ricerche proprio nel manicomio di Voghera.misurava e fotofrafava,creando una vera e propria "galleria" di immagini di potenziali mostri e non solo.quando qualcuno dei pazienti moriva,ne metteva la testa nella formalina,per tenerla in "archivio".alcune di queste teste sono ancora conservate oggo nell'universita' di Pavia.i crani venivano custoditi per gli studi degli psichiatri e i corpi erano sepolti senza testa.la storia del manicomio di Voghera e' una storia di disagio,di pratiche inumane e di morte,come accadde nel 1941,durante la seconda guerra mondiale,quando i decessi per fame e freddo tra i pazienti furono decine.ma dentro a tanta disperazione c'e'e anche qualche coriandolo di luce,come la veglia di carnevale,una festa da ballo nel manicomio.Angelo Vicini,insieme a Fabio Draghi,ha raccontato la storia dell'ex manicomio nel volume"Oltre il cancello...Voghera",recuperando anche una serie di fotografie di quel periodo.alla fine di Carnevale bisognava essere inviati e i "normali" aspettavano quell'invito come una sorta di privilegio.per una sera era era come se le due due citta' non fossero piu' separate.le maschere,in un certo senso,rendevano tutti uguali,attori nella commedia -o nella tragedia-della vita.nel manicomio era ricoverata anche Linda,che nelle foto sorride a tutti come una bambina di sett'antanni.e Luigina e Mario,che nella loro pazzia seppero riconoscvere lo stupore dell'amore,vivendo la' dentro come marito e moglie.ci fu un prete,Don Gianni,che durante la Messa di Pasqua decise di leggere,durante l'omelia,un articolo in cui un giornalista raccontava quello che succedeva tra le mura dell'ospedale psichiatrico.furono in tanti ad abbandonare la chiesa in quel giorno.la citta' dei normali non amava sentir parlare della citta' dolorosa,nemmeno a Pasqua,anche se Cristo aveva dato la sua vita anche per gli emarginati della terra.solo negli anni settanta del secolo scorso le cure cominciarono a umanizzarsi,con l'avanzare delle nuove frontiere della psichiatria.poi la legge Basaglia del 1978 gli ospedali psichiatrici itali vennero chiusi e i pazienti furono affidati alle comunita' e alle famiglie.

    Simona Gonzi

    Edited by The Old Man - 15/4/2014, 22:28
     
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  2. maia
     
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    Lombroso,il catalogo delle assurdita'

    https://mystero.forumcommunity.net/?t=27558086
     
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1 replies since 14/2/2014, 21:22   277 views
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