The temple of Man

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  1. NSAx9000
     
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    Ipet-Sut: Splendore degli splendori.

    Le origini del più grande edificio di culto del mondo, il tempio di Amon Ra a Karnak, si perdono nella notte dei tempi. Le origini stesse di quella che divenne la leggendaria Tebe dalla cento porte, la capitale dell'Egitto dei faraoni, sono avvolte nel mistero. Pochissimi sono gli edifici di età arcaica a Tebe. Il più antico di questi è un tempio ormai distrutto, di cui pochi resti sopravvivono sulla collina di Thot, tra le alture sulla riva occidentale del Nilo. Per il resto, scarsissime sono le testimonianze risalenti all'antico regno e agli albori della civiltà egizia.

    Stando ai canoni dell'egittologia ufficiale, nell'arco di qualche secolo Tebe, da oscuro villaggio dell'alto Egitto, divenne una delle più grandi città del mondo, riempiendosi dei più grandi templi mai eretti dall'uomo e di monumenti capaci di reggere il confronto persino con le piramidi, e certo con qualsiasi opera moderna. Che cosa era successo tra i regni di Montuhotep II, dell'XI dinastia, e quelli di Amenophi III e Ramsete II per fare di un oscuro villaggio il gioiello della civiltà egizia, chiamata "Ipet-Sut", "splendore degli splendori"?

    Possibile che l'intera egittologia moderna fosse caduta vittima di un abbaglio colossale, e che Tebe, ben lungi dall'essere una "recente" fondazione, custodisca alcuni dei più antichi monumenti d'Egitto?
    Questa era l'opinione tra gli altri di Renè Schwaller de Lubicz, uno dei più grandi egittologi ed esoteristi del secolo scorso.
    De Lubicz si dedicò per oltre 15 anni allo studio dei templi di Luxor e Karnak, dove riteneva di avere trovato le prove di una sapienza esoterica che andava indietro di migliaia di anni rispetto alle più antiche dinastie faraoniche, e che aveva in Tebe uno dei suoi più grandi centri iniziatici e il primo tempio dei Misteri che l'umanità avesse mai conosciuto.

    Parte I All'inseguimento della stella polare

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    La pianta del tempio di Luxor, sede meridionale di Amon. Sono evidenti i numerosi cambiamenti di asse

    Chiunque osservi dall'alto la pianta del grande tempio di Luxor non può fare a meno di notare le numerose variazioni subite dell'asse del tempio nel corso dei secoli.
    L'intera pianta del tempio di Luxor è stranamente orientata a Est del Nord.
    Queste enormi variazioni erano tali da fare pensare che il tempio fosse stato allineato rispetto ad una qualche particolare stella. Ma quale? Secondo De Lubicz, essi provavano la conoscenza da parte degli egizi della precessione degli equinozi nell'arco di migliaia di anni.
    La maggior parte degli Egittologi concorda che il cortile e il pilone di Ramsete II, così come pure il viale di sfingi, fossero correttamente allineati rispetto alla posizione di Vega all'alba del solstizio d'estate del 1290 a.C., la data cioè della sua presunta fondazione. Tuttavia gli stessi egittologi si trovavano perplessi nel constatare come il resto del tempio seguisse una completamente diversa orientazione. In effetti anche il resto del tempio era correttamente orientato verso il sorgere di Vega, ma non nel 1290 a.C., bensì nel 3600 a.C. Una data ovviamente "impossibile" per i canoni dell'Egittologia ufficiale.
    De Lubicz trovò tracce di almeno 5 cambiamenti di asse all'interno del tempio, lungo un arco di molte migliaia di anni, apparentemente tutti rivolti verso la stella di Vega. Ma perchè proprio Vega? La conclusione sconvolgente di De Lubicz era che il tempio di Luxor venne fondato nel 12,000 a.C. , quando cioè Vega era la stella polare, e il suo orientamento continuamente modificato per segnarne la posizione attraverso le ere.

    Una simile conclusione era tale da fare vacillare ogni concezione egittologica o sullo sviluppo della civiltà umana, e suggeriva niente di meno che la conoscenza della precessione degli equinozi fino almeno dall'XI millennio a.C.
    Non per nulla la moderna Egittologia ha preferito ignorare queste conclusioni, limitandosi a sostenere che l'orientamento del tempio di Luxor sia in realtà semplicemente tale da renderlo grosso modo parallelo al Nilo, se non del tutto casuale. Una delle più grandi scoperte dell'archeoastronomia ridotta al caso!

    Parte II: L'asse di Amon


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    Pianta del grande tempio di Amon Ra a Karnak, sono chiaramente visibili i due assi principali, "l'Asse di Amon", in direzione Est-Ovest, e quello di Luxor, rivolto verso Vega in direzione Nord-Sud

    Ma veniamo ora al tempio di Karnak. Contariamente al tempio di Luxor, il tempio di Karnak presenta un chiaro asse Est-Ovest immediatamente discernibile e che risulta perfettamente allineato al tramonto solstiziale tra le colline della sponda occidentale del Nilo.
    Un secondo asse è tuttavia identificabile a Sud del tempio, rivolto in direzione di Luxor. Anche qui l'orientamento è verso Vega nel 1290 a.C., parallelamente al grande viale di sfingi che congiungeva anticamente Karnak alla sede meridionale di Amon nel tempio di Luxor. L'orientamento stellare è altresì reso evidente dai ripetuti cambiamenti di asse, che non sembrano tuttavia riguardare l'asse maggiore Est-Ovest del tempio.

    Abbiamo detto che il tempio di Karnak è orientato verso il tramonto del solstizio d'inverno, con effetti trascurabili dovuti alla precessione. Tuttavia si tratta anche qui di un'orientazione insolita. Insolito è infatti che il maggiore tempio dedicato al culto del Sole non fosse rivolto verso l'alba, bensì verso il tramonto.
    E' possibile quindi che esistesse un'altro tempio, collocato lungo l'asse di Amon, ma sulla sponda opposta del Nilo, rivolto verso l'alba solstiziale, e dunque verso il Sole nascente?
    Se si segue questo asse fino alla sponda opposta del Nilo ci si accorge che questo tempio esisteva realmente, ed ha la familiare forma dei più celebri edifici solari dell'antico regno, una piramide.

    [Continua nella parte III]
     
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  2. NSAx9000
     
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    Parte III. La piramide perduta.

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    Una delle molte ipotesi ricostruttive dell'aspetto originario del tempio di Montuhotep II a Deir-el-Bahari

    Il tempio in rovina di Montuhotep II a Deir el Bahari ha poco che possa attirare il visitatore distratto. Qualche base di colonna, i resti di una rampa e grandi cumuli di macerie, resti indecifrabili di quello che fu uno dei maggiori templi del Medio Regno.
    Adombrato dal vicino tempio di Hatshepsut, il tempio di Montuhotep sembra tuttavia lontano anni luce dalle folle di turisti che si accalcano sulle terrazze approssimativamente ricostruite del tempio di Deir-el-Bahari.

    Gli egittologi ancora dibattono sull'esatta natura dell'edificio che anticamente sorgeva sulla sommità del tempio, e di cui oggi restano solo scarse vestigia al centro di un cortile quadrato. L'ipotesi più probabile è che si trattasse di una piramide. La mancanza di frammenti paragonabili a quelli di un rivestimento in pietra liscia ha tuttavia indotto verso una seconda, intrigante ipotesi. Secondo quest'ultima teoria non si tratterebbe di una piramide, bensì di un tumulo posto ad immagine della collina primordiale che per prima era emersa dalle acque della creazione e su cui per prima il Sole era sorto all'alba dei tempi.

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    Prospetto laterale del tempio di Montuhotep II a Deir-el-Bahari. Si nota chiaramente il lungo corridoio discendente, scavato nella roccia.


    Anche qui, come nelle piramidi dell'Antico Regno, un corridoio discendente, tagliato nella roccia, conduce ad una camera collocata nelle profondità del banco roccioso. Purtroppo non si conosce molto della camera e del suo contenuto, già evidentemente saccheggiato e depredato in antico, se non che doveva essere interamente rivestita di granito. Una camera più piccola, con i muri rivestiti di alabastro e il tetto costituito da un'unica, enorme lastra di granito serviva forse come deposito di oggetti sacri, non essendovi mai stata rinvenuta traccia di una sepoltura regale.

    Lo stato precario del tempio e i numerosi crolli succedutisi negli anni hanno reso ormai impraticabili questi ambienti sotterranei. E' chiaro tuttavia che essi dovessere avere una importanza straordinaria per gli antichi costruttori che li vollero collocare sul medesimo asse del tempio di Karnak, ad indicare simbolicamente il luogo della nascita del sole.

    Vale la pena notare che proprio alle spalle del tempio di Montuhotep II sorge un'altra piramide, quest'ultima naturale: si tratta del "corno di Qurna", che con i suoi oltre 400 metri di altezza domina l'intera Tebe Ovest e la Valle dei Re. E forse non è un caso che proprio in tombe scavate alla base di questo corno piramidale i re del Nuovo Regno fecero scavare nella roccia le loro monumentali sepolture, nel luogo del Sole nascente.
     
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  3. FoxMulder91
     
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    Bel thread!!

    Partiamo dal tempio di Luxor, interessante il particolare di Vega che come fatto notare da De Lubicz, potrebbe far retrodatare l'intero monumento al 12.000 a.C., o persino al 38.000. Probabilmente è il buon senso a suggerire una data più vicina e penso si possa concordare, fatto sta che dovrebbero essere le evidenze archeologiche a parlare. In questo caso l'ipotesi archeoastronomica dovrebbe avere un certo peso, altrimenti non si comprenderebbe perchè gli egiziani avrebbero costruito un tempio simile allineandolo con una stella che si trovava in quella posizione più di 10.000 anni prima. Nell'analisi non si possono omettere certi fatti. Però è anche vero che l'ultima parola dovrebbe spettare certamente alle datazioni radiometriche...che risultati hanno dato? Ed è davvero possibile scavare così tanto nel passato con le tecniche moderne senza finire per piegare la realtà a seconda di quanto dice l'egittologia ortodossa?

    Riguardo a Karnak, invece, quale sarebbe quella piramide rivolta verso il sole solstiziale? Lo stesso tempio di Montuhotep II?

    Mi incuriosisce comunque il titolo del topic, per "tempio dell'uomo" ti riferisci alla sola costruzione di Luxor oppure pensi che tutti i templi egiziani avessero in fondo un valore iniziatico?

    Ultima domanda che non è molto collegata al topic, ma è più una mia curiosità (essendo intenzionato a comprare il libro di de Lubicz); come si giustifica un prezzo tanto proibitivo? Vale in ogni caso i 200 euro di listino?
     
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  4. NSAx9000
     
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    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 14/10/2009, 20:32)
    Partiamo dal tempio di Luxor, interessante il particolare di Vega che come fatto notare da De Lubicz, potrebbe far retrodatare l'intero monumento al 12.000 a.C., o persino al 38.000. Probabilmente è il buon senso a suggerire una data più vicina e penso si possa concordare, fatto sta che dovrebbero essere le evidenze archeologiche a parlare. In questo caso l'ipotesi archeoastronomica dovrebbe avere un certo peso, altrimenti non si comprenderebbe perchè gli egiziani avrebbero costruito un tempio simile allineandolo con una stella che si trovava in quella posizione più di 10.000 anni prima. Nell'analisi non si possono omettere certi fatti. Però è anche vero che l'ultima parola dovrebbe spettare certamente alle datazioni radiometriche...che risultati hanno dato? Ed è davvero possibile scavare così tanto nel passato con le tecniche moderne senza finire per piegare la realtà a seconda di quanto dice l'egittologia ortodossa?
    Riguardo a Karnak, invece, quale sarebbe quella piramide rivolta verso il sole solstiziale? Lo stesso tempio di Montuhotep II?

    Non credo si possa datare qualcosa come la Conoscenza. Certo può darsi che un giorno un fondamento di muro, una base di colonna o qualche altro resto databile di quegli antichi templi, se mai sono esistiti, rivedrà la luce e confermerà l'antichità di siti che la Tradizione sa essere antichi da sempre.
    In ultima istanza, anche questo conta ben poco, se ciò che resta è comunque sufficiente ad indicare la via.

    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 14/10/2009, 20:32)
    Mi incuriosisce comunque il titolo del topic, per "tempio dell'uomo" ti riferisci alla sola costruzione di Luxor oppure pensi che tutti i templi egiziani avessero in fondo un valore iniziatico?

    Il tempio di Luxor era per DeLubicz la rappresentazione del microcosmo umano. La rappresentazione simbolica della fusione di conscio e inconscio, forma e sostanza, nella creazione dell'uomo divino. Tutto il pensiero di DeLubicz è profondamente ermetico: "quod est inferius est sicut quod est superius". Allo stesso modo, il microcosmo umano non è che la proiezione del macrocosmo divino, in quanto espressione del medesimo principio creatore. Non sfuggirà che questo è anche il fondamento di ogni autentica scienza magica, e di quella particolare branca della magia che va sotto il nome di magia ermetica, o magia astrale, di cui DeLubicz per primo radica e fonda le origini nella scienza segreta dei Templi.

    Per forza di cose è impossibile pensare ad un'opera che abbracci nella sua interezza il messaggio esoterico delle decine di Templi e santuari sparsi quasi senza soluzione di continuità lungo le rive del Nilo. L'analisi del tempio di Luxor diventa dunque più un esercizio di metodo, un perfetto banco di prova sperimentale per una lettura esoterica dell'architettura sacra templare. Che il messaggio iniziatico non debba essere limitato al solo tempio di Luxor è per altro già reso chiaro da quel primo iniziatore dei Misteri che fu Ermete trismegisto, il Tre volte Grande; quando dice, in modo altrimenti incomprensibile che "l'Egitto è l'immagine del Cielo" e "Il tempio del mondo intero".

    Vale davvero la pena leggere insieme il "Tempio dell'uomo", e gettare di pagina in pagina uno sguardo al "Mistero delle Cattedrali" di Fulcanelli, per capire come gli stessi canoni dell'architettura sacra abbiano scavalcato i confini dell'Egitto e assunto valenza universale; senza però mai dimenticare che fu proprio l'Egitto, con i suoi templi millenari, la più antica e sacra sede dei Misteri.

    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 14/10/2009, 20:32)
    Ultima domanda che non è molto collegata al topic, ma è più una mia curiosità (essendo intenzionato a comprare il libro di de Lubicz); come si giustifica un prezzo tanto proibitivo? Vale in ogni caso i 200 euro di listino?

    Il libro di De Lubicz è un labirinto di erudizione esoterica e di intuizione straordinario. Come molta letteratura esoterica, è anche deliziosamente incomprensibile, senza una discreta conoscenza preliminare degli argomenti trattati. Senza nulla togliere al fatto che valga sicuramente i 200 Euro del prezzo di copertina, essendo ormai un'edizione fuori commercio, ti suggerirei egualmente altri testi non meno interessanti ma certo più accessibili: in particolare, l'ottimo "The temple in Man", che ne costituisce l'introduzione e sintetizza molti dei contenuti dell'opera completa in appena un centinaio di pagine e "The Egyptian Miracle", un testo a mio avviso molto sottovalutato, ma di estremo interesse, con in più il pregio di un linguaggio chiaro e immediato.
     
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  5. NSAx9000
     
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    Aggiungo alcune immagini a complemento del post di apertura:

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    1. Il Pilone del tempio di Luxor, sede meridionale di Amon, rivolto verso il sorgere di Vega nei cieli settentrionali del 1290 a.C.

    2. La fenice nel tempio di Luxor. Si tratta di un'immagine molto ricorrente nell'architettura sacra Egizia. Di fronte ad essa compare una stella enigmatica; forse Sirio?

    3. Il grande Pilone del tempio di Amon a Karnak, rivolto verso il tramonto solstiziale nell'età dell'Ariete, iniziata intorno al 2000 a.C. Il significato astronomico è rafforzato dal lungo viale di sfingi con testa di ariete che conduce al pilone.
    A Est del Pilone principale del tempio di Karnak sono stati trovati resti di un più antico tempio dedicato a Montu, qui venerato in forma di Toro, l'avvento della cui era precessionale precedette quella dell'ariete, nel 4000 a.C.

    4. Con un'area più grande di quella della cattedrale di Notre Dame a Parigi e colonne alte 24 metri, la Sala Ipostila del Tempio di Karnak (sopra nel suo stato attuale) era la meraviglia del mondo antico.


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    Il prototipo di tutte le chiese e cattedrali del mondo, qui vennero per la prima volta sperimentate la navata e l'illuminazione obliqua da grandi finestre poste all'altezza del soffitto.

    5.
    L'asse maggiore di Amun, visto dal secondo pilone del tempio di Karnak, parallelamente alla grande sala Ipostila.

    6. 7. Ciò che resta del tempio di Montuhotep II a Tebe Ovest, nel luogo dove si innalzava anticamente una piccola piramide ai piedi della grande falesia tebana. Si nota l'ingresso del corridoio discendente, oggi murato, che conduceva ad una camera scavata nella roccia, all'estremità opposta rispetto a Karnak dell'asse di Amun.

     
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  6. FoxMulder91
     
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    Grazie per le esaurienti risposte.

    In ogni caso penso sia assolutamente importante che ci siano riscontri archeologici a quanto dici, altrimenti il rischio che siano parole vane è reale. Fatta questa premessa mi sembra chiaro tuttavia che il vero e proprio messaggio di fondo non abbia molto a che vedere con le dispute sull'età delle piramidi, ma quanto piuttosto sulla loro valenza e significato originale. A conti fatti l'antichità di esse non conta neanche più di tanto, dal momento che il loro messaggio sarebbe eterno e universale.

    Immagino sia necessario leggere il libro di De Lubicz per impostare una discussione seria sull'argomento, ma mi sembra di poter dire che fu a quei tempi che nacquero probabilmente pratiche come l'alchimia o ne furono comunque figlie più o meno dirette. La domanda quindi che mi pongo è: se si trattava di scienze segrete è chiaro che avessero un carattere iniziatico, su che basi quindi venivano scelti gli adepti? E chi erano? E' altresì possibile che (retrodatando quindi le costruzioni) i faraoni vennero a conoscenza del reale uso di questi templi? E se sì, riuscirono a proseguire il lavoro di chi venne prima di loro?

    Ultima domanda: quando parli di templi (come quello di Luxor), il tuo discorso, e quindi quello di de Lubicz, va allargato anche alle piramidi?

     
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  7. NSAx9000
     
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    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 16/10/2009, 20:34)
    Grazie per le esaurienti risposte.

    In ogni caso penso sia assolutamente importante che ci siano riscontri archeologici a quanto dici, altrimenti il rischio che siano parole vane è reale. Fatta questa premessa mi sembra chiaro tuttavia che il vero e proprio messaggio di fondo non abbia molto a che vedere con le dispute sull'età delle piramidi, ma quanto piuttosto sulla loro valenza e significato originale. A conti fatti l'antichità di esse non conta neanche più di tanto, dal momento che il loro messaggio sarebbe eterno e universale.

    Immagino sia necessario leggere il libro di De Lubicz per impostare una discussione seria sull'argomento, ma mi sembra di poter dire che fu a quei tempi che nacquero probabilmente pratiche come l'alchimia o ne furono comunque figlie più o meno dirette. La domanda quindi che mi pongo è: se si trattava di scienze segrete è chiaro che avessero un carattere iniziatico, su che basi quindi venivano scelti gli adepti? E chi erano? E' altresì possibile che (retrodatando quindi le costruzioni) i faraoni vennero a conoscenza del reale uso di questi templi? E se sì, riuscirono a proseguire il lavoro di chi venne prima di loro?

    Ultima domanda: quando parli di templi (come quello di Luxor), il tuo discorso, e quindi quello di de Lubicz, va allargato anche alle piramidi?

    Le piramidi appartengono senza dubbio a un periodo più arcaico rispetto ai grandi templi dell'Alto Egitto. Questi ultimi ne costituiscono piuttosto un naturale sviluppo in un periodo in cui l'ossessione primaria di intere generazioni di re e sacerdoti fu quella di attuare una restaurazione dell'ordine cosmico che era esistito nel Primo Tempo.
    Non vi è dubbio che gli sconosciuti compilatori dei testi delle piramidi e dei libri del Duat dell'antico e del medio regno non avessero essi stessi che una comprensione vaga e approssimativa di quei testi e del loro scopo. E ciò nonostante essi furono tuttavia in grado di tradurre quegli stessi concetti, pur entro i mezzi concessi da epoche mutate, in quell'universo di pietra che è il microcosmo simbolico del tempio egizio.

    La questione sull'antichità dei templi diviene dunque di secondaria importanza nel momento in cui si realizza che essa non fu che una restaurazione di un ordine cosmico che si riteneva fosse esistito nel Primo Tempo. In questo modo, nella mentalità egizia, non esisteva distinzione tra forma e sostanza, per quanto la sostanza potesse precedere anche di migliaia di anni la forma stessa. Per questo non deve stupire che ogni volta che un tempio venisse dedicato o rifondato, ciò si richiamasse invariabilmente all'aspetto originario di quel tempio quale era esistito nel Primo Tempo. Così il tempio di Denderah era stato costruito secondo piante redatte al tempo degli Shemsu-Hor, allo stesso modo in cui i testi della fondazione di Edfu parlano di tempi e progetti persino precedenti.

    Ora, è legittima la questione se sia o meno esistito questo Primo Tempo. Era pratica comune nei templi egizi la sistematica demolizione delle strutture precedenti e la loro ricostruzione. Non si trattava tuttavia di un semplice spoglio: le macerie dei vecchi templi erano accatastate e impilate con cura a costituire le fondamenta dei nuovi, avendo cura di mantenerne intatto l'apparato simbolico e il potere talismanico, legato all'influenza delle stelle. E' così che è stato possibile ricostruire alcune delle fasi più antiche di molti templi egizi. Basti pensare alla cappella bianca di Sesostri I, o a quella rossa di Hatshepsut, rinvenute smontate all'interno dei più recenti piloni di età ramesside. Così facendo il tempio, come una creatura vivente, si rinnovava continuamente e germinava a nuova vita dai semi (simbolici) lasciati dai precedenti edifici. In tutto l'Egitto non esiste virtualmente edificio che non abbia subito un simile destino.

    E certo l'intera Tebe è dissiminata dei resti giganteschi di un passato ancora in gran parte sconosciuto. Vi si trovano alcuni dei più grandi monoliti mai estratti dall'uomo: pietre pesanti oltre le 300 tonnellate, e che in alcuni casi superano le 1000 tonnellate di peso. Anche qui ci si trova di fronte ai resti di una grande civiltà megalitica scomparsa senza pressochè lasciare tracce. Ma basti pensare anche alle enormi proporzioni dei templi megalitici di Abydos, risalenti forse al 10,000 a.C. e continuamente ricostruiti e ridecorati da re che vi vollero apporre il proprio nome a fianco di quello di più illustri antenati.
    E' sufficiente pensare a quanto giaccia ancora sepolto dalla sabbia, sprofondato nelle decine di metri di sedimento alluvionale lungo le rive del Nilo, per realizzare come in Egitto non esista di fatto nulla di nuovo, ma tutto è la replica o la ricostruzione di qualcosa di precedente.
     
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  8. keiji85
     
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    ho sentito dire da alcuno stdiosi che le piramidi risalirebbero a 40.000 anni fa se non di più, anche la sfinge. studiando i segni rimasti dell'acqua di un antico diluvio simile a quello biblico.
     
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  9. NSAx9000
     
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    Visto che è stato sollevato il discorso, credo valga la pena di spendere qualche parola sulla nozione di tempo ciclico in uso presso gli Egizi.
    Si è detto che per gli egizi ogni atto umano o divino non era che una ripetizione dell' ordine cosmico (Maat) che esisteva nel Primo tempo, lo Zep Tepi. Per meglio chiarire questo concetto, farò riferimento all'opera dell'egittologa di Oxford Eve Reymond: "The mythical origins of the Egyptian Temple" e ai Testi della Fondazione di Edfu.

    Questi testi della fondazione descrivono la costruzione del Tempio a partire da un originale mitico, di cui ripercorrono la storia nelle sue successive ricostruzioni e nelle sue diverse forme. Questi testi fanno riferimento all'epoca dei leggendari Shemsu-Hor, vissuti migliaia di anni prima delle più antiche dinastie e risalenti a un passato mitico che sembra sfuggire ad ogni canone o cronologia archeologica comunemente accettata. Come ben chiarisce la Reymond: "La costruzione del tempio storico [l'attuale tempio di Edfu, fondato nel 237 a.C. sui resti di precedenti strutture risalenti all'Antico Regno (2575-2134 a.C.)] venne predeterminata sulla base di un'entità mitica pre-esistente [...] Il tempio stesso è, in un certo senso, la concretizzazione di questo tempio mitico ancestrale, così come esso appariva nel Primo Tempo."
    Gli stessi testi parlano del tempio di Edfu come del vero e genuino santuario del Primo Tempo, e fanno ripetutamente riferimento a libri e testi antichissimi, tramandati fin dall'epoca degli Shemsu-Hor, e contenenti le piante e i progetti di ogni edificio sacro.
    Queste stesse figure sono talora descritte come i "divini costruttori", mentre altrove si parla di sette saggi o sette Dei giunti da Occidente, i quali si riteneva in tempi antichissimi avessero stabilito delle "colline sacre" in diversi punti lungo il Nilo, le quali conservavano la pianta e l'orientazione dei futuri templi che vi sarebbero sorti in epoche future.
    Gli stessi testi di Edfu sono molto chiari nell'asserire che ciò aveva l'unico scopo di consentire il ristabilimento del Primo Tempo, cioè "la resurrezione del mondo degli Dei", così come esso appariva nell'Età dell'Oro dei leggendari Shemsu-Hor. Altrove si parla del mondo degli Dei come di una mitica Isola a Occidente, sorta dalle acque dell’abisso primordiale, la quale conteneva il seme di ogni creazione futura e le dimore immortali degli Dei. Riflettendo il mito mesopotamico del Diluvio, questa isola sarebbe stata travolta infine dalle acque dell’abisso, e quindi sommersa. Ogni atto umano o divino doveva dunque essere una ripetizione del Primo tempo, volto a ristabilire l’età dell’oro degli Dei sulla Terra tramite una rifondazione di quel mondo perduto tra le acque.
     
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  10. FoxMulder91
     
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    La questione della reale esistenza o meno del Primo Tempo è secondo me più che aperta, anche perchè a ben vedere non è altro che una delle tante rappresentazioni dell'età dell'oro. Io non penso che si debbano prendere alla lettera certe informazioni, ma è assai più probabile che vadano intese nella loro allegoria. La stessa idea di distruzione e ricostruzione del tempio mi sembra di capire che non sia altro che un semplice richiamo simbolico all'idea della circolarità del tempo. Così come non prendiamo generalmente per vera la storia del Paradiso Terrestre immagino si debba fare altrettanto con lo Zep Tepi.

    Riguardo agli Shemsu-hor quali sono i documenti che ne parlano? Il Canone di Torino? C'è altro? Mi risulta che si sappia davvero poco sul loro conto e, anche qui, il dubbio che siano figure mitiche potrebbe essere fondato...

    Infine, per chiarire, come mai vennero costruiti i primi templi? Per quale ragione? Per cercare di riavvicinarsi al Primo Tempo?
     
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  11. NSAx9000
     
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    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 20/10/2009, 22:11)
    La questione della reale esistenza o meno del Primo Tempo è secondo me più che aperta, anche perchè a ben vedere non è altro che una delle tante rappresentazioni dell'età dell'oro. Io non penso che si debbano prendere alla lettera certe informazioni, ma è assai più probabile che vadano intese nella loro allegoria. La stessa idea di distruzione e ricostruzione del tempio mi sembra di capire che non sia altro che un semplice richiamo simbolico all'idea della circolarità del tempo. Così come non prendiamo generalmente per vera la storia del Paradiso Terrestre immagino si debba fare altrettanto con lo Zep Tepi.

    Non esiste il minimo dubbio che il Primo Tempo sia esistito. Come è sicuramente esistito un giorno che cadde il 19 luglio dell'anno 11,541 a.C. Il problema risiede piuttosto nella comprensione dei significati simbolici nascosti dietro l'apparente banalità dell'evento celeste.
    Il 19 luglio 11,541 si verificò la prima delle levate eliache di Sirio alla latitudine di Eliopoli, segnando il termine del periodo di invisibilità di Sirio in questo emisfero. Si tratta di un evento storico reale, della cui storicità non esiste il minimo dubbio.
    Perchè questo evento fu ritenuto tanto importante da segnare l'inizio dell'intero calendario egizio non è dato sapere. Esiste tuttavia la diffusa e chiara percezione che l'età dell'oro, e lo stesso paradiso terrestre, non siano che l'allusione ad un particolare "stato" astrologico, ovvero ad una particolare congiunzione astrale verificatasi in un momento definito del passato. Questo momento è appunto il "Primo Tempo".
    La rifondazione del Primo Tempo diviene dunque la rifondazione sulla Terra delle medesime influenze astrali sotto le quali si era verificato quel primo, grandioso evento astronomico. Qui risiede il senso profondo delle parole di Ermete Trismegisto, "L'Egitto è l'immagine del cielo". La rifondazione del cosmo è quindi prima di tutto un atto magico, ed un atto di magia astrale, più nello specifico.
    Per questo ha ben poco senso andare a cercare le rovine di templi mitici e altri edifici che possono bene non essere mai esistiti. Il modello non si trovava infatti sulla Terra, ma nel Cielo.
    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 20/10/2009, 22:11)
    Riguardo agli Shemsu-hor quali sono i documenti che ne parlano? Il Canone di Torino? C'è altro? Mi risulta che si sappia davvero poco sul loro conto e, anche qui, il dubbio che siano figure mitiche potrebbe essere fondato...

    Infine, per chiarire, come mai vennero costruiti i primi templi? Per quale ragione? Per cercare di riavvicinarsi al Primo Tempo?

    Se si accetta l'esistenza del Primo Tempo, quella dei seguaci di Horus, cioè dei garanti di quell'ordine, diventa mera conseguenza. Poichè è chiaro che questo ordine cosmico "astrale", quale esisteva all'alba del primo tempo, dovette essere in qualche modo cristallizzato, o se vogliamo codificato affinchè fosse comprensibile alle generazioni future, così che queste potessero farne a loro volta una copia per l'eternità.
    Il principio alla base di questa autentica rifondazione del cosmo è lo stesso alla base di tutta la magia ermetica. Da certe azioni seguono certe conseguenze. Allo stesso modo la rifondazione del cosmo era l'atto magico per eccellenza, la Grande Opera nella sua piena realizzazione, ovvero il trasferimento sulla Terra delle medesime energie che avevano sovrinteso alla creazione del mondo terreno, attraverso un ordine cosmico di pietra destinato a durare per l'eternità.

     
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  12. FoxMulder91
     
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    Grazie per le esaurienti spiegazioni che mi generano però altre domande. Data l'universalità del mito dell'età dell'oro dobbiamo quindi supporre che tutte le sue versioni si rifacciano a un particolare stato astrologico della volta celeste? E se fosse così; è possibile immaginare che questo evento sia lo stesso anche per culture tanto lontane?

    M'incuriosisce questa tua affermazione:

    CITAZIONE
    La rifondazione del cosmo è quindi prima di tutto un atto magico, ed un atto di magia astrale.

    Sarà che mi sfugge una definizione precisa di "magia astrale", ma se ho inteso nel giusto senso parli quindi di templi che potrebbero non per forza essere stati costruiti in pietra. E a questo punto non posso che chiedermi se esistettero davvero e, se sì, se fossero raggiungibili solo tramite l'iniziazione degli adepti nei templi e nelle piramidi...

    Mentre per quanto riguarda le figure degli Shemsu-Hor, sbaglio o intendi quasi darli una valenza sovrannaturale?
     
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  13. NSAx9000
     
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    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 22/10/2009, 19:07)
    Grazie per le esaurienti spiegazioni che mi generano però altre domande. Data l'universalità del mito dell'età dell'oro dobbiamo quindi supporre che tutte le sue versioni si rifacciano a un particolare stato astrologico della volta celeste? E se fosse così; è possibile immaginare che questo evento sia lo stesso anche per culture tanto lontane?

    E' un'idea interessante. Senza dubbio il concetto che la terra sia l'immagine del cielo (o la disposizione di certe strutture sulla Terra debba rispecchiare precise configurazioni della volta celeste) è antichissima e diffusa in un gran numero di culture, un retaggio di quello che Santillana e Von Dechend chiamano il codice del cosmo e che costituisce il substrato mitico di quasi tutte le culture mondiali.

    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 22/10/2009, 19:07)
    M'incuriosisce questa tua affermazione:
    CITAZIONE
    La rifondazione del cosmo è quindi prima di tutto un atto magico, ed un atto di magia astrale.

    Sarà che mi sfugge una definizione precisa di "magia astrale", ma se ho inteso nel giusto senso parli quindi di templi che potrebbero non per forza essere stati costruiti in pietra. E a questo punto non posso che chiedermi se esistettero davvero e, se sì, se fossero raggiungibili solo tramite l'iniziazione degli adepti nei templi e nelle piramidi...

    In questo caso il termine "magia astrale" può essere facilmente sostituito con quello di "magia talismanica", che poi è equivalente.

    De Lubicz scrive a riguardo un capitolo molto interessante del suo "Le Miracle Egyptienne", in cui tratta espressamente del problema del significato esoterico della "Consegna del tempio al suo Maestro", cioè la consacrazione del tempio divino. La consacrazione è un atto la cui rilevanza trascende il piano materiale e assume valenza universale. Nel momento in cui lo spirito divino cala sul Tempio e lo "anima", il tempio diviene esso stesso il ricettacolo di quello spirito divino, che resta al suo interno anche dopo che ogni traccia di quel tempio materiale sia scomparsa, "dopo che le pietre stesse si siano fatte polvere e il mondo intero sia stato consumato dal fuoco", come scrive De Lubicz. Per questo un Tempio che sia autenticamente tale è per definizione eterno.
    Da questo punto in avanti si entra in un discorso estremamente complesso. Per esempio, non esiste una chiara risposta al modo della sopravvivenza del tempio astrale nell'eternità. Tuttavia se ne può vedere un retaggio nella credenza egizia che il tempio fosse un essere vivente (si pensi per esempio alla consuetudine di "seminare" il terreno con le macerie dei templi precedenti per prepararlo a germinare a nuova vita, generando cioè un nuovo tempio).
    Altrove sembra invece di capire che il tempio astrale fosse totalmente indipendente da una sua qualunque forma fisica, e che quest'ultima non sia altro che la cristallizzazione di un archetipo eterno e immutabile.
    E' legittimo il sospetto che il libri del Duat e i testi delle Piramidi alludano in qualche modo all'apertura dei templi astrali, ma nel contempo il loro autentico significato rappresenta un enigma insolubile, come è vero che dovette essere insolubile per i loro stessi compilatori.

    CITAZIONE (FoxMulder91 @ 22/10/2009, 19:07)
    Mentre per quanto riguarda le figure degli Shemsu-Hor, sbaglio o intendi quasi darli una valenza sovrannaturale?

    L'intera cosmologia egizia è profondamente intrisa del sovrannaturale. Questi Shemsu-Hor sono probabilmente della stessa sostanza di Angeli e Demoni, entità non necessariamente umane, ma neppure interamente divine.


     
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  14. Paolino1975
     
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    CITAZIONE (NSAx9000 @ 14/10/2009, 22:09)
    Con un'area più grande di quella della cattedrale di Notre Dame a Parigi e colonne alte 24 metri, la Sala Ipostila del Tempio di Karnak (sopra nel suo stato attuale) era la meraviglia del mondo antico.

    Ma secondo te è possibile che colonne così grandiose siano state innalzate da uomini nel complesso primitivi, senza gru e senza utensili di ferro?
    Stesso discorso per le piramidi.
    Mi sembra che o gli archeologi ci nascondono qualcosa o non hanno capito niente o...... possibilità che siano stati costruiti da una civiltà scomparsa molto più evoluta di quella egizia....... magari aliena?
     
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  15. FoxMulder91
     
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    CITAZIONE (NSAx9000 @ 22/10/2009, 19:42)
    E' un'idea interessante. Senza dubbio il concetto che la terra sia l'immagine del cielo (o la disposizione di certe strutture sulla Terra debba rispecchiare precise configurazioni della volta celeste) è antichissima e diffusa in un gran numero di culture, un retaggio di quello che Santillana e Von Dechend chiamano il codice del cosmo e che costituisce il substrato mitico di quasi tutte le culture mondiali.

    Questo è anche evidente nel voler semplicemente allineare certe costruzioni con il sorgere del sole, una sorta di "tributo" a quello che sta di sopra, "ciò che è in basso è come ciò che in alto" appunto. Però quando si afferma che l'Egitto è l'immagine del cielo, vuol anche dire che furono costruiti templi in grado di rispecchiare quasi del tutto la volta celeste del tempo con precisione? Quello che voglio dire è: ok, c'è un certo numero di costruzioni che è allineato con questa o quella stella, ma furono in grado di realizzare persino una mappatura totale del cielo a loro visibile per poi riportarla sulla loro terra?

    Riguardo la parte centrale del tuo post, vi erano momenti dell'anno che potevano essere maggiormente propizi all'iniziato? Per esempio da un punto di vista astronomico?

    CITAZIONE (NSAx9000 @ 22/10/2009, 19:42)
    L'intera cosmologia egizia è profondamente intrisa del sovrannaturale. Questi Shemsu-Hor sono probabilmente della stessa sostanza di Angeli e Demoni, entità non necessariamente umane, ma neppure interamente divine.

    Uhm, ma gli anni del loro regno sembrano più che altro coincidere con il grande anno precessionale, quindi continuo a non capire se quando si parla di Neteru o Shemsu Hor si dovrebbe prendere il tutto in modo letterale o meno... :*sospettoso:
     
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33 replies since 11/10/2009, 15:23   2291 views
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