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maia.
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L’ultimo castrato della storia della musica fu Alessandro Moreschi che cantò nella Cappella Sistina in Vaticano fino al 1913. È anche l’unico di cui è possibile apprezzare la voce, anche on-line.
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viverride.
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Ciò che secondo me esercita una forte attrazione sulla gente è l'ambiguità. Per ottenere la quale vengono operate modificazioni morfologiche sul corpo umano, per i più svariati scopi. Come descrive Victor Hugo ne "L'uomo che ride", in passato si mutilavano i bambini per avviarli alla carriera di buffoni di corte, sia in Occidente, sia in Cina. Un altro esempio letterario è il romanzo "Orlando", di Wirginia Wolf che non a caso era omosessuale. Nel romanzo, un uomo alla fine diventa donna, in un'epoca in cui ancora non si era sviluppata la chirurgia plastica. I Viados sudamericani, con o senza intervento chirurgico, mi pare abbiano molto successo con i clienti. In televisione, con la certezza di ottenere alti ascolti, vengono invitati l'uomo-gatto e altri individui pieni di pearcing e di tatuaggi. E tutto questo perché il fascino dell'ambiguità (o del mostruoso) esercita più o meno inconsciamente la sua forza. E siccome la gente andava a sentire Alessandro Moreschi anche con una certa morbosità, a un certo punto la Chiesa ha detto basta. In un certo senso è come se avesse voltato pagina sul passato e, da profano di musica lirica, non penso che la scomparsa dei castrati sia una grossa perdita. . -
The€nd.
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Dipende da come la vedi, a volte è una grande perdita, in alcuni generi lirici, ma comunque è vero non è che poi machi così tanto, però non condivido ciò che ha fatto la Chiesa, per nulla. . -
Ledrais.
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questa voce mi impressiona negativamente
prteferisco la voce di pavarotti
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Killua Unk.
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a me impressiona solo il titolo della discussione. figuriamoci il resto . -
Ledrais.
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maia.
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