L'ultimo castrato

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  1. maia
     
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    L’ultimo castrato della storia della musica fu Alessandro Moreschi che cantò nella Cappella Sistina in Vaticano fino al 1913. È anche l’unico di cui è possibile apprezzare la voce, anche on-line.





    Nel 1900 cantò alla messa funebre del re Umberto I e per la sua voce fu soprannominato l’Angelo di Roma. Alessandro Moreschi fu l’ultimo castrato della storia della musica. Era riuscito a entrare nel Coro della Cappella Sistina come solista nel 1883 all’età di 25 anni, ma fu uno degli ultimi: nel 1902 ci fu infatti l’estromissione "formale" dei castrati da parte della Chiesa. Quelli già in organico continuarono comunque a prestare servizio fino alla pensione che per Moreschi arrivò nel 1913.
    Cantò anche nel Coro della Cappella Giulia e in quello della Cappella Lateranense, oltre che in università, sale da concerto e nei salotti della “Roma bene”, dove sfoggiò tutta la sua classe in repertorio anche non sacro. Dunque fu amato e apprezzato e si esibì anche all’estero.

    L'EREDITÀ
    Moreschi ebbe anche un figlio adottivo, Giulio Moreschi (detto Giulietto), che “ereditò” la professione paterna: fu cantore (tenore) in alcune cappelle romane e si cimentò anche in alcune interpretazioni cinematografiche ("Lo sceicco bianco" di Fellini, per esempio). Moreschi è anche l’unico del quale sia ancora possibile apprezzare la voce, perché tra il 1902 e il 1904 registrò 17 esibizioni per i primi grammofoni. Ascoltandole è possibile farsi un’idea dell’emozione che doveva suscitare una voce tra il femminile e l’infantile che usciva però da polmoni e ugola di un uomo maturo.

    Riascolta il canto di Alessandro Moreschi in alcuni famosi brani:
    Ave Maria Ascolta l'Ave Maria di Charles Gounod cantata da Alessandro Moreschi.
    Ave Verum Corpus Ascolta l'Ave Verum Corpus di Wolfgang Amadeus Mozart cantata da Alessandro Moreschi.
    Ideale Ascolta Ideale di Francesco Paolo Tosti cantata da Alessandro Moreschi.

    da Focus
     
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  2. viverride
     
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    Ciò che secondo me esercita una forte attrazione sulla gente è l'ambiguità. Per ottenere la quale vengono operate modificazioni morfologiche sul corpo umano, per i più svariati scopi. Come descrive Victor Hugo ne "L'uomo che ride", in passato si mutilavano i bambini per avviarli alla carriera di buffoni di corte, sia in Occidente, sia in Cina. Un altro esempio letterario è il romanzo "Orlando", di Wirginia Wolf che non a caso era omosessuale. Nel romanzo, un uomo alla fine diventa donna, in un'epoca in cui ancora non si era sviluppata la chirurgia plastica. I Viados sudamericani, con o senza intervento chirurgico, mi pare abbiano molto successo con i clienti. In televisione, con la certezza di ottenere alti ascolti, vengono invitati l'uomo-gatto e altri individui pieni di pearcing e di tatuaggi. E tutto questo perché il fascino dell'ambiguità (o del mostruoso) esercita più o meno inconsciamente la sua forza. E siccome la gente andava a sentire Alessandro Moreschi anche con una certa morbosità, a un certo punto la Chiesa ha detto basta. In un certo senso è come se avesse voltato pagina sul passato e, da profano di musica lirica, non penso che la scomparsa dei castrati sia una grossa perdita.
     
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  3. The€nd
     
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    Dipende da come la vedi, a volte è una grande perdita, in alcuni generi lirici, ma comunque è vero non è che poi machi così tanto, però non condivido ciò che ha fatto la Chiesa, per nulla.
     
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  4. Ledrais
     
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    questa voce mi impressiona negativamente

    prteferisco la voce di pavarotti

     
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  5. Killua Unk
     
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    a me impressiona solo il titolo della discussione. figuriamoci il resto
     
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  6. Ledrais
     
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    :)
     
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  7. maia
     
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    ^_^
     
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6 replies since 7/6/2009, 13:57   497 views
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