La piana di Ghizah

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  1. NSAx9000
     
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    Approfitto del fatto che sono appena tornato dall'Egitto per discutere del tempio della Sfinge e delle altre costruzioni della piana di Ghizah.
    Il tempio della Sfinge è forse una delle costruzioni più impressionanti dell'intera piana di Ghizah, per quanto anche una delle meno note, anche a causa del fatto che esso riveste generalmente scarso interesse per molti turisti, più attratti dalla vicina sfinge. L'architettura megalitica e razionale del tempio della sfinge è di una bellezza unica, credo che poche costruzioni al mondo possano trasmettere una tale idea di perfezione e austerità.

    L'esterno è poco significativo, perlopiù sono visibili solamente alcuni enormi blocchi di calcare di Turah. L'aspetto originario doveva essere tuttavia diverso, essendo il tempio in antico rivestito sia internamente che esternamente di granito nero. Pochi blocchi di granito del rivestimento esterno restano in sito, mentre la maggior parte è stata asportata in epoche successive come materiale di reimpiego.

    foto1

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    Secondo l’egittologia tradizionale il tempio daterebbe alla IV dinastia, ed è attribuito a Khafra (Chefren), il presunto costruttore della seconda piramide di Ghizah. Quello che colpisce è la precisione millimetrica degli incastri, che ha analogia solamente nelle architetture inca e nelle rovine di Tiahuanaco, in Bolivia. Alcuni incastri appaiono semplicemente assurdi, con pietre ad angolo, come in un enorme puzzle. E si tratta di blocchi di granito pesanti decine di tonnellate.

    foto3

    L’interno del tempio della sfinge è dominato dalla sala ipostele, forse l’ambiente più solenne e spettacolare dell’intero tempio. Enormi pilastri di granito nero sorreggono altrettante architravi, sulle quali originariamente poggiava il soffitto, realizzato in travi di granito ora scomparse. Le foto non rendono la levigatura dei pilastri, che sono del tutto lisci e levigati.

    foto4

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    Per il resto, il tempio si articola in una serie di stanze e nicchie di granito di dubbia funzione, che conducono ad un corridoio e quindi all’esterno, raccordandosi con la rampa che originariamente conduceva fino alla piramide di Chefren. Una particolarità è che questa rampa non è diritta, ma è progettata di modo da aggirare la sfinge, suffragano l’ipotesi che la rampa sia stata di fatto realizzata in un periodo successivo sia al tempio che alla sfinge stessa.

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    All’altra estremità della rampa sorge un ulteriore tempio, il tempio funerario di Chefren, all’ombra della piramide, questo molto rovinato dalle spoliazioni. Doveva in origine essere identico al tempio della Sfinge, con grandi pilastri e rivestimento in granito. Del rivestimento in granito restano tuttavia solo isolati e frammentari blocchi nelle fondamenta, mentre le strutture superstiti in calcare sono largamente erose e difficilmente identificabili.

    La piramide di Chefren (Khafra) è attualmente l’unica aperta delle tre piramidi di Ghizah, essendo le restanti due chiuse per restauri. La seconda piramide di Ghizah, è l’unica a conservare parte del rivestimento originario in calcare bianco di Turah, presso il vertice.

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    Alla base della piramide di Chefren sono bene visibili alcuni enormi blocchi di pietra della struttura interna, che ne costituiscono la base. Notare che il blocco nella foto è lungo almeno 9 metri ed alto 2, è l’assenza di riferimenti a farlo sembrare più piccolo di quanto non sia. E’ interessante come la forma ad L della base del blocco sia del tutto identica alla conformazione delle pietre costituenti lo zoccolo di base del trilithon di Baalbeck.

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    Sempre alla base della piramide si trovano alcuni blocchi di granito, parte dell’originario rivestimento della piramide, ora perduto. Questi blocchi sono estremamente importanti, in quanto suffragano l’ipotesi che la piramide fosse stata restaurata ( e non costruita) da Chefren, il quale avrebbe riparato l’originario rivestimento di granito, ora quasi completamente disperso, con un nuovo e meno resistente rivestimento in calcare bianco, questo molto meglio conservato e tuttora visibile.

    foto10

    Notare il taglio netto nella seconda pietra in alto da destra, come se la pietra fosse stata tagliata con mezzi meccanici (di fatto, si suppone che, quando le piramidi di Ghizah furono costruite, non fossero conosciuti né il bronzo né il ferro. Senza strumenti di acciaio diamantato un simile taglio netto nel granito è impossibile).

    Alcuni blocchi del rivestimento di granito presentano, ad intervalli, strane fenditure rettangolari,lasciate al momento del taglio della pietra.

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    Il rivestimento di granito, del tutto scomparso sulla piramide di Cheope, è invece in parte conservato sulla più piccola delle piramidi di Ghizah, quella di Micerino (Menkaura).

    foto12

    foto13

    La piramide di Micerino ha la particolarità di essere stata l’ultima piramide della piana di Ghizah ad essere violata, negli anni ’70 dell’800, da parte del colonnello Vyse, che vi si fece strada con la dinamite, praticando lo squarcio che è tuttora visibile sul fianco della piramide. Essa fu l’unica piramide in cui fu rinvenuto un sarcofago sigillato, il quale, imbarcato alla volta del British Museum, naufragò tuttavia al largo di Gibilterra.

    La piramide di Cheope, forse anche perché priva del rivestimento esterno, sembra più piccola della piramide di Chefren, costruita su di un rialzo naturale.

    Come ho detto prima, l’unica piramide visitabile era la piramide di Chefren. L’ingresso è a pochi metri dalla base della piramide, scendendo da un cunicolo inclinato per alcune decine di metri. Il cunicolo successivamente si raddrizza per poi iniziare a salire nuovamente. Per intenderci, il cunicolo è alto e largo poco più di un metro, essendo l’unico accessibile, funge sia da entrata che da uscita, il risultato è che ci si deve fare largo strisciando e facendo interi tratti praticamente in apnea, considerato che le prime ventole per l’aria sono solo molti metri oltre. Dopo il tratto in salita il soffitto si alza sino a circa 1,80 metri, entrando in un corridoio molto più spazioso. Da questo corridoio partono almeno altri due cunicoli, uno esattamente sopra il punto d’ingresso del cunicolo dal quale si entra nel corridoio, che conduce ad una seconda entrata della piramide, ed uno a lato, che scende verso una prima camera con tetto a spiovente. Lungo il corridoio, lungo alcune decine di metri, si trovano alcune nicchie e quella che sembra una stanza ricavata da un ampliamento del corridoio, che danno tuttavia l’idea di essere incompiuti. L’ultima stanza è la camera sepolcrale, una vera liberazione dopo avere praticamente strisciato fino a quel punto, ampia oltre 10 metri e con un soffitto a 7 metri di altezza circa. Scavata nel pavimento si trova una vasca rettangolare e poco più in là il coperchio, sollevato. Quella è l’unica stanza fresca (relativamente) della piramide, per il resto nei cunicoli fa molto più caldo (ed è molto più umido) che all’esterno (dove, per la cronaca, c’erano oltre 40 gradi),con il risultato che si esce letteralmente fradici. Purtroppo all’interno non si potevano fare foto per via di lavori. Sembra infatti che fossero in corso degli scavi, essendo alcuni corridoi chiusi al pubblico ingombri di attrezzature.

    Quello che spesso non si comprende dalle foto è l’immensità del sito archeologico di Ghizah. Vi si trovano letteralmente migliaia di tombe di funzionari, regine, principi, mastabe e gallerie, le cui imboccature sono visibili in molti punti della piana. Le stesse piramidi cosiddette delle regine, presso le piramidi principali, assumono di fatto proporzioni ragguardevoli. E’ interessante come molte di esse furono trovate inviolate. E’ questo il caso della piramide di Hetepheres, madre di Cheope, rinvenuta inviolata ed il cui tesoro è ora al museo del Cairo. Il sarcofago di Hetepheres fu tuttavia anch’esso rinvenuto vuoto, per quanto la tomba fosse intatta.

    Le foto che ho postato sono state compresse per farle acquisire una dimensione accettabile. Se volete le foto originali (non compresse, circa 3 MB l’una) mandatemi un MP.
     
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31 replies since 12/7/2005, 14:48   1092 views
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