Il disco di Nebra

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    Si tratta di una delle più acclamate scoperte archeologiche tedesche, un disco datato a 3,600 anni or sono, ritraente stelle e pianeti, Secondo gli studiosi tedeschi, il Disco del Cielo di Nebra sarebbe la più antica riproduzione dei cieli mai scoperta, ed offrirebbe una peculiare visione del pensiero umano nell’età del Bronzo. Ma l’autenticità del reperto è messa in discussione da uno dei maggiori archeologi del paese, Peter Schauer dell’Università di Rengensburg. Questi ha dichiarato in tribunale a Halle che il reperto non sarebbe niente più che una falsificazione amatoriale.

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    Il disco di Nebra





     
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  2. Iscariota
     
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    CITAZIONE (Iscariota @ 28/4/2005, 10:46)
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  4. UFOnline
     
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    secondo me è vero.Io credo a questi meccanismi così
     
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  5. maia
     
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    peter schauer dell'universita' di regensburg sostiene che la patina verde e' stata creata usando acidi,urina e una fiamma ossidrica .potrebbe essere stato prodotto da sciamani siberiani e avrebbe non piu' di 200-300 anni.
    fonte:the guardian
     
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  6. maia
     
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    :*esatto:
     
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    "Il Disco di Nebra è una lastra in metallo con applicazioni in oro risalente all'Età del Bronzo che raffigura chiaramente fenomeni astronomici e simboli di forte impronta religiosa [...] Modalità di ritrovamento. Fu rinvenuto nell'estate del 1999 da alcuni saccheggiatori di tombe all'interno di una cavità in pietra sul monte Mittelberg, nei pressi della cittadina di Nebra, in Germania. Dal 2002 appartiene al museo regionale della Preistoria di Halle, in Sassonia-Anhalt [...] Il disco raffigurante il cielo fu trovato da Henry Westphal e Mario Renner, due saccheggiatori di tombe, che inizialmente ritennero fosse il coperchio di un secchio. Pare che nel 1999 sia stato venduto da mediatori prima a Berlino e poi a Monaco [...] La prima volta fu venduto per 32.000 marchi, e fino al 2001 è passato di proprietà diverse volte. Su iniziativa del Ministero della Cultura e del Ministro degli Interni, oltre che dell'ente regionale per l'archeologia del Sachsen - Anhault, fu possibile entrare in contatto con i ricettatori, che lo avevano offerto sul mercato nero per 700.000. L'archeologo Meller, spacciandosi per un acquirente interessato all'acquisto, fissò con loro un appuntamento in un hotel di Basilea; il disco, insieme ad altri reperti, fu così sequestrato dalla polizia svizzera che arrestò i due ricettatori, una istiturice del museo e un insegnante. I saccheggiatori, successivamente interrogati, diedero informazioni sul luogo del ritrovamento, suffragate anche dalle indagini tecniche degli inquirenti. A seguito del processo tenutosi a Naumburg (Saale), nel settembre 2003, venne loro inflitta una pena di quattro mesi di reclusione a uno e dieci all'altro. Gli imputati hanno presentato ricorso alla Corte d'Appello, che ha innalzato la condanna rispettivamente a sei e dodici mesi".

    "Luogo di ritrovamento. La cavità in pietra si trova all'interno di un ancor più antico bastione sulla cima del Mittelberg, circa 252 metri di altezza, a 4 chilometri a nord di Nebra. Non è ancora chiaro se si tratti di una roccaforte o di una tomba; le ricerche non sono ancora concluse, ma il luogo, quando forse la montagna non era coperta dalla foresta, potrebbe già stato essere utilizzato nel Neolitico, probabilmente come osservatorio astronomico. Circa 20 chilometri dal luogo del ritrovamento si trova [...] l'osservatorio solare di Gosek, risalente al V millennio a.C.; il che dimostra che le conoscenze astronomiche risalgono ad un periodo ancora più remoto del Disco di Nebra".

    "Descrizione. La piastra metallica, di forma quasi circolare, con un diametro di circa 32 centimetri, uno spessore di 4,5 mm al centro e di 1,7 mm sul bordo, pesa circa 2 kg, ed è costruita in bronzo, una lega di rame e stagno. Le applicazioni in lamina d'oro presentano una tecnica particolare di lavorazione ad intarsio e sono state aggiunte e più volte modificate. Grazie ad altri ritrovamenti (spade di bronzo, due asce, uno scalpello e frammenti di un bracciale a forma di spirale) è presumibile che il disco sia stato sotterrato intorno al 1600 a.C., mentre la data di fabbricazione viene stimata tra il 1700 a.C. e il 2100 a.C. Queste applicazioni consistevano inizialmente in 32 piccole placche rotonde, e due più grandi, una rotonda e una a forma di falce; sette delle placche più piccole sono raggruppate in alto tra le due maggiori. Più tardi sul bordo destro e sinistro furono applicati i cosidetti archi dell'orizzonte, costituti da oro estratto in altri luoghi, meno puro dal punto di vista chimico [...] Quando il disco fu interrato mancava già l'arco sinistro, e sul bordo erano impressi con estrema precisione 40 fori di circa 3 mm".

    "Composizione. La piastra fu sottoposta ad analisi comparata tramite fluorescenza X da parte di E. Pernicka, allora all'Università di Friberga in Sassonia [...] A parte una minima concentrazione di stagno del 2,5%, sono rilevabili tracce di arsenico pari allo 0,2%, una percentuale tipica dell'Età del Bronzo".

    "Interpretazione. Il Disco di Nebra è stato principalmente esaminato dall'archeologo Harald Meller [...], dall'astronomo Wolfhard Schlosser [...] e dai chimici esperti in archeologia Ernst Pernicka [...] Heinrich Wunderlich [...] e da Miranda J. Aldhouse Green [...], archeologa e studiosa delle religioni dell'Età del Bronzo. Secondo l'interpretazione di Meller e Schlosser le placche più piccole rappresentano le stelle, e il gruppo di sette rappresenta forse le Pleiadi, visibili nella costellazione del Toro. Si ritiene che le altre 25 non siano astri, ma semplici decorazioni. Il disco maggiore in un primo momento fu considerato il Sole ma anche la Luna, mentre la falce era la Luna crescente [...] Lo scopo dei fori laterali non è chiaro; probabilmente servivano a fissarlo, cosa che fa pensare ad un utilizzo del disco anche come oggetto di culto [...] Secondo Alexander Thom il disco potrebbe essere riferibile ad un calendario solare [...] Anche per MacKie molti aspetti del disco supportano questa ipotesi, sulla base anche degli studi di W. Schlosser.

    "Dubbi sull'autenticità nel processo penale. Nel corso del processo d'appello contro i razziatori di tombe, la difesa ha messo in dubbio l'autenticità del disco raffigurante il cielo; se fosse provato che si tratta di un falso, l'accusa di ricettazione di un oggetto di valore artistico dovrebbe essere ritirata. Nell'udienza del 21 febbraio 2005, la difesa ha invitato a deporre in qualità di esperti gli archeologi Regensburg Peter Schauer [...] e Joseph [...]. Secondo Schauer, in base alle fotografie, si tratta di un falso del XIX secolo, opera di dilettanti. Lo dimostrano, fra l'altro, gli identici fori sul bordo fatti con un punzone e praticabili solo con utensili moderni, ed i segni di fresatura sull'intaglio in alto a sinistra. Il fatto che ci siano altri reperti dell'Età del Bronzo non costituisce una prova, perchè trovati in altri strati del terreno. La patina che ricopriva il disco potrebbe essere stata prodotta artificialmente con urina ed acidi. Schauer aveva già espresso la sua tesi alla fine del 2004 [...] Come esperti a favore dell'accusa Harald Meller, Ernst Pernicka, Heinrich Wunderlich ed il geologo Gregor Borg hanno sostenuto che il disco è autentico; la prova è data dalla concetrazione di rame presente nel terreno del luogo di ritrovamento, 50 volte superiore alla media, ed indica che l'oggetto di bronzo giaceva lì da moltissimo tempo".

    Fonte: link

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    CITAZIONE
    Circa 20 chilometri dal luogo del ritrovamento si trova [...] l'osservatorio solare di Goseck, risalente al V millennio a.C.

    Più precisamente, si tratta di una trentina di chilometri: link

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    Edited by Ultron1986 - 28/6/2016, 06:37
     
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6 replies since 26/4/2005, 10:19   258 views
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